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Autore: pokepony10    27/03/2019    1 recensioni
ATTENZIONE! QUESTA STORIA È IL CONTINUO DI "AMORE DIVINO"!
Dopo aver superato rischi immensi, Alexey si trova di fronte la prova più grande: chiedere scusa.
Il perdono è un beneficio di cui non tutti possono godere, Alexey non è l'unico cambiato, Morte Bianca è andata oltre quella notte, oltre le ferite, oltre quel amore non corrisposto.
Sono bastati solo un paio di banconote, qualche lavoretto illegale e una volante della polizia per fare della maschera da dura di Morte Bianca la sua natura, ma lei non è il pericolo principale; un demone potente ed ambizioso è arrivato dall'Ade per strappare le anime di Alexey e Morte Bianca, come potranno difendersi dal volere degli dei? come potranno restare uniti se le loro vite oramai sono segnate per sempre da quel dannato incidente?
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dei, demoni e amore '
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POV Morte Bianca
 
Trisha era davvero spaventata e senza nemmeno pensarci la strinsi più forte a me mentre Alex era andato a cercare il libro. Non so nemmeno come io abbia fatto a resistere a quel calore immenso, ma per fortuna con l'aiuto di Alex riuscì a risolvere la situazione. Per bloccarla le trafissi una mano con la lancia, l'unica parte che stavo vedendo diventare nera, lei emise solo un urlo sordo e un inchiostro nero lasciò la sua mano dissolvendosi.
 
Andai quindi a prendere una fascia per Trisha. Ero nella via di ritorno quando il mio cellulare squillò -pronto?-
-hey, tu sei Bianca vero?- chiese una voce
-si… chi mi cerca?-
-io sono Sabrina, la cugina di Alex, chiede mia madre, per che ora ce lo mandi domani?-
-d… domani?-
-già, il campeggio è finito no? Qui lo stiamo aspettando per fargli fare una scuola privata così almeno un po’ di dignità se la tiene se si diploma alla scuola migliore del paese-
-la scuola migliore?-
-già, con l'istruzione basilare di gente come te non troverà un lavoro facilmente, per non parlare che sarebbe davvero uno scandalo che un esponente della famiglia Franzoni lavori come un lavapiatti là a Lipona-
-è sotto la mia tutela, la mia famiglia non è da meno, dovresti saperlo-
-lo so, ma tu sei un ramo che possiamo tagliare come oramai morto…-
-chiudi la bocca, non dovresti parlare di cose che non sai-
-gli incidenti familiari di questa portata sono più che famosi, su tutte le pagine, comunque so che non sei da meno, è per questo che l'ho lasciato da te per un po’, anzi, ti abbiamo pagata pur di tenerlo lontano da noi- disse la ragzza ridendo
-non tornerà da voi…-
-sicura? Vuoi che tutti sappiano dei tuoi lavoretti con quel poliziotto, ho parecchie foto compromettenti-
-sai bene che Simon non c'entra nulla-
-le foto dicono il contrario, basta cambiare prospettiva al fotografo per rendere ogni vostro gesto equivoco… rovineresti così la tua e la sua vita? Che egoista…-
-sembra che tu te la sia presa sul personale questa cosa di farlo tornare… che hai in mente?-
-nulla, solo quello che ti ho detto… tu piuttosto… cosa vorresti da lui? Sai bene che non ti darà più soldi di quelli che ti diamo noi… sbaglio o ti servono? In fin dei conti il tuo ramo familiare si sta intossicando con l'alcool già da troppo tempo non credi?-
-smettila cazzo! Ti diverte? He? Vuoi così tanto Alex? Bhe te lo mando il prima possibile allora! Ma giuro che se ti vedo razza di sgualdrina ti strappo i capelli e te li faccio ingoiare… metti piede a Lipona e ti assicuro che ti scateno contro l'intera organizzazione-
-ah, dimenticavo, te la fai coi camorristi… come si chiama la tua amica… Trisha? Anche lei è stata pagata per lui, più che altro per far fuori le foglie marce… ma visto che torna, le ho dato l'ordine di non agire più… ti chiamo domani per sapere se Alex è partito… goditi questa nottata… di fuoco- disse chiudendo.
 
Quelle parole, quei riferimenti, tutto era preciso come non mai, sapevo che la famiglia di Alex mi aveva seguita per un periodo per studiare me e il mio passato, ma Trisha me l'aveva giocata troppo grande,  non solo non mi ha detto nulla sull'accordo con la famiglia di Alex, ma aveva anche provato svariate volte ad uccidermi -che quello di stanotte non sia stato un caso? E il naufragio? È un demone, avrebbe potuto affogarmi senza problemi se voleva- pensai andando da loro. Da lontano li sentì bisbigliare e quindi mi nascosi per cercare di capire ma nulla, riusci solo a sentire una frase piuttosto preoccupante -trafiggila abbastanza affondo da rendere impossibile toglierla- e poi un altro pezzo tipo -anche contro la sua volontà- per non parlare del fatto che intravidi che trisha aveva dato qualcosa ad Alex.
 
Furiosa spuntai dal cespuglio e li beccai in fragrante, diedi il cerotto a Trisha, ero a pezzi, nella testa avevo mille pensieri e il corpo era stanco e quindi decisi di riposare sulla riva della spiaggia -se devo morire, preferisco farlo nel sonno- pensai chiudendo gli occhi mentre guardavo verso Alex e Trisha.
 
La mattina dopo un fischio mi fece saltare sul posto -signorina, tutto bene?- chiese l'insegnate di meccanica
-professore, non la vedevo in giro da molto, buongiorno…-
-ero impegnato con alcuni problemi alle auto del campo, sembra che da quando sono arrivate qui siano state distrutte da qualche insettino… comunque ti sono venuto a cercare perche devi prepararti e tornare a casa, il challenge è finito e c'è solo un pullman che partirà per le 4 di pomeriggio, quindi aiuta gli altri con le tende e le costruzioni- disse aiutandomi ad alzarmi
-va bene prof… la prego di perdonarmi se mi sono addormentata qui ma…-
-non temere, so cosa si prova a dormire sotto le stelle, hai fatto la cosa migliore, anche se mi hai fatto preoccupare. Prima scompare l'insegnate di educazione fisica e poi tu, se non fossero sciocchezze avrei pensato che foste state rapite- disse ridendo
-la professoressa di educazione fisica?-
-già… dopo il torneo di roverino non l'abbiamo più vista in giro, ma visto che tra noi insegnati non ci conosciamo molto penso sia semplicemente tornata a casa visto che non si sentiva bene il giorno prima…-
-capisco…- dissi andando verso il campo. Trovai al lavoro Trisha e Alex che ridevano felici, li ignorai per tutto il tempo e aiutai gli altri a sistemare le loro cose, volevo pensare bene a cosa dire quando avrei cacciato a calci quei due dalla mia vita.
 
Gli altri furono felici del mio aiuto tanto che molti condivisero con me il loro pranzo, una forchettata di pasta al tonno qui, un panino al prosciutto là e pian piano riuscì a riempirmi lo stomaco mangiando persino il dolce. Le quattro non impiegarono molto ad arrivare ed io presi le mie cose, le ficcai in tutta fretta nel mio zaino e salì sul pullman per casa. Vicino a me si sedette Trisha, mentre Alex rimase avanti perchè non si sentiva sempre bene in pullman.
 
-Bianca, non ti ho vista per tutta la giornata… tutto bene?-
-no, sei una traditrice-
-c… che vorresti dire?-
-tu hai fatto un accordo con la famiglia di Alex per ucciderlo, non ti bastava fare accordi con Tanato? Vuoi anche dei soldi?-
-Bianca… io non credevo di affezionarmi a voi, ma non l'ho fatto, non li voglio nemmeno quei soldi, voglio solo vedervi felici-
-bhe se vuoi rendere felice me… sparisci dalla mia vita… mi hai tradita…-
-tu non sei da meno, hai fatto da talpa per la polizia, mi avresti venduta a quel poliziotto che ti porti dietro come un cane se fossi stata un'umana normale-
-te lo saresti meritato! Tu spacci, bevi, fumi e fai fuori chi non ti asseconda, saresti stata un'umana davvero spregevole-
-io ero così… l'amore mi ha cambiata, ma se questo non sei stata in grado di capirlo, non mi hai mai conosciuta abbastanza a fondo… divertiti Bianca nella tua solitudine…- disse sparendo in un cumolo di polvere nera.
 
Ero tra lo sconcertata e il furioso, non volevo ferirla, ma orami era troppo tardi e in fondo credevo che le avrebbe fato bene stare lontana da me, non avrebbe più rischiato di impazzire. Passai le due ore a pensare all'accaduto, se aveva funzionato con Trisha, forse trattare così male avrebbe funzionato anche con Alex, a Trisha non ha fatto male separarsi da me perché era arrabbiata, e quando odi qualcuno lo scordi più facilmente senza soffrirne la mancanza, così credevo funzionasse.
 
Arrivati a casa misi il mio zaino vicino al letto e guardai Alex che apriva il suo -non preoccuparti del tuo zaino- dissi
-non preoccuparti di aiutarmi, le so posare le cose anche io- disse con un sorriso
-non ho detto che volevo aiutarti. Voglio che tu faccia le valige e te ne vada da qui, questi sono i biglietti che ti serviranno per il viaggio, i tuoi parenti a Minola ti aspettano, dopo ciò che hai combinato prima di partire non credo di poter passare altro tempo con te-
-che avrei fatto?-
-il pc Alex… non dimentico quello che ho visto quando sono entrata in camera, sei disgustoso, nemmeno la decenza di usare il bagno o il tuo cellulare…-
-non starai davvero pensando che io abbia fatto qualcosa su quel sito… Bianca, io non ho fatto nulla, è caduto il pc e l'ho aperto per vedere se stava bene e poi sei arrivata tu…-
-chi ti ha permesso di mettere piede in camera mia?-
-b.. Bhe c'era il tuo telefono… volevo prenderlo per portarlo da te…-
-che scusa del cazzo-
-e poi che c'è di imbarazzante in quella stanza?-
-c'è la mia privacy, tutto ciò che accade in questa casa è registrato li dentro, nel caso di un furto o altro, ho bisogno di avere le prove e non mi va a genio che tu veda le registrazioni della mia vita privata-
-vita privata?- chiese arrossendo
-ti prego di uscire da casa mia ed aspettare il taxi- dissi prendendo le sue cose per metterle fuori la porta
-Morte Bianca…- iniziò lui
-ho detto va fuori!- dissi buttando sul vialetto la valigia
-come desideri…- disse uscendo.
 
Mentre lui rimase fuori io mi rinchiusi in camera per chiamare una persona -hey…-
-Bianca? A cosa devo la tua chiamata?- chiese Simon
-capo… l'ho cacciato di casa…-
-cosa?! Ma sei scema?-
-i parenti lo vogliono, mi hanno minacciata, ci hanno minacciati… Simon, potrebbero usare delle foto compromettenti contro di noi, non voglio rovinare la tua reputazione… per non parlare del fatto che potrebbero anche sfogarsi su Alex…-
-capisco… occupati di portarlo dalla famiglia il prima possibile prima che loro usino il ricatto- disse
-agli ordini… poi ci organizziamo per un caffè-
-va bene Bianca… sii forte, per tutti…- disse chiudendo la chiamata -forte…- pensai stampando dei documenti che avevo fatto su Alex. Li raccolsi e li misi in una busta gialla, un timbro e scrissi nome di mittente e destinatario. Mentre mi preparavo per uscire chiamai Sabrina -pronto?- rispose
-sta per partire da casa tra poco-
-che brava, sei stata piuttosto veloce… manda anche i documenti in cui rinunci alla tutela per affidarlo a noi-
-già stampati…-
-che brava…-
-stronza…-
-hehehe, no sono solo più astuta… goditi il tuo ultimo assegno… ciao ciao- disse chiudendo la chiamata.
 
Io uscì di casa e mi trovai un taxi davanti casa -sarà meglio usarlo per andare a fare la consegna in stazione centrale…- pensai salendoci sopra. Dentro ci trovai Alex che appena mi vide cercò di parlare, ma io lo zittì con un gesto -io voglio vivere questo viaggio come se tu già non ci fossi, quindi sta zitto e girati dall'altra parte- dissi affacciandomi dal finestrino. L'autista rimase in silenzio e ci portò verso la stazione centrale. Scesi mi avviai verso la zona della posta -Bianca…- disse Alex afferrandomi la mano
-cosa vuoi? Sbrigati che il treno non so tra quanto parte-
-vorrei solo sapere perché mi stai allontanando… è perché ti ho detto che ti amo? Se vuoi cercherò tenere per me i sentimenti, se non mi vuoi basta dirlo…-
-non è questo…- lo interruppi -posso farcela…- pensai con un sospiro
-allora cosa c'è?-
-vorrei tu guardassi questi assegni- dissi mostrandogliene alcuni -questo è ciò che ho guadagnato dalla tua famiglia per averti fatto da babysitter. La tua famiglia ti ha venduto per un periodo, ma ora ti rivogliono a casa e io non mi posso ribellare, mi hanno già pagata abbastanza per tenerti tra i piedi. Non hai idea di quanto tu abbia reso complicato tutti i miei lavori, non hai idea di quanto tu mi abbia reso difficile il lavoro per la polizia e per la scuola, io studiavo per dare a te gli appunti, io lavoravo per la polizia per un debito che ho con Shans. Lei mi ha dato una seconda possibilità, lei e la polizia, io dovevo occuparmi di te e di alcune missioni per la polizia, era tutto ben organizzato ma tu hai rovinato tutto. Tu sei un caos che nella mia vita non ha portato altro che confusione, senza di te credo di riuscire a trovare la mia strada, quindi ti prego di andartene che ne ho avuto abbastanza di questa conversazione…- dissi girando le spalle per poi andare.
 
Non mi sarei mai più dimenticata da quel momento i suoi occhi sbarrati pieni di lacrime, ho sentito il suo animo frantumarsi in mille pezzi e non ebbi nemmeno il coraggio di guardarlo per una seconda volta in faccia, lo senti solo tirare su col naso e poi a trascinare lentamente la valigia verso i binari.
 
-cosa ho fatto? Ho fatto bene no? La sua famiglia si occuperà di lui… io non ho abbastanza soldi per renderlo felice… ma ho tanto amore da poter dare… ma che non so dare… cazzo! Io l'ho ferito a morte…. Ed ora… ora non posso fare più nulla…- pensai rallentando, poi accelerai il passo -è per il bene di tutti…- cercai di convincermi -lui starà meglio lontano da me… ho usato la stessa tattica di Trisha… ma allora perché lui non è rimasto indifferente come lei? Pensavo fosse la tattica migliore… ma… ma ora io non sto bene…- pensai guardando la busta gialla -tutto questo lavoro per poi aver ottenuto solo dei soldi…- pensai guardando gli assegni -ma lui non vale così poco… lui vale più di questi sporchi soldi!- pensai accartocciandoli. Il passo divenne sempre più svelto, ma mi allontanai dal bancone della posta.
 
Sentivo dentro come un vuoto -che sia il vuoto che mi sta lasciando lui? Alex… ti prego… perdonami, ma ho bisogno di capire…- pensai correndo verso i binari. -attenzione, il treno per Minola partirà tra cinque minuti, i passeggeri sono pregati di affrettarsi ad arrivare al treno- disse un addetto della stazione -cazzo!- urlai correndo più velocemente, tra la gente cercavo almeno un dettaglio di Alex, il suo zaino, o i suoi capelli tutti scombinati -non lo vedo…- pensai disperata -ALEX! DOVE SEI?- urlai, non so nemmeno cosa mi sia successo, ma senza pensarci iniziai a chiamarlo e a spinger la gente pur di vederlo per un'ultima volta. Arrivata davanti al binario lo vidi che stava per entrare -ALEX! ASPETTA!- urlai, lui si fermò e con un gesto si asciugò il viso guardandomi arrivare -cosa ci fai qui?- chiese con un contegno che non mi sarei mai aspettata
-io… mi dispiace… sono stata troppo diretta… tu non sei stato una palla al piede, anzi, forse lo sono stata di più io… ma prima che tu vada… promettimi che non tornerai mai più…-
-e perché mai dovrei tornare? Se tu non mi vuoi io non posso di certo tornare qui, a Lipona c'è solo la persona che mi ha distrutto il cuore e ci ha buttato merda sopra… non ci tengo a ricordarmi di tutto ciò che mi hai detto guardandomi dritto negli occhi… Bianca… perché mi hai fatto tutto questo? Io ti avrei amata anche se mi dicevi la verità dall'inizio, ti avrei aiutata, ma non ti sei fidata abbastanza da dirmi tutto…-
-io non posso dire sempre tutto…- dissi con le lacrime agli occhi
-dammi la soddisfazione di sapere almeno il motivo per cui mi hai baciato tutte quelle volte… pur non provando nulla per me-
-visto che non tornerai…- dissi avvcinandomi a lui -io ti amo da quasi cinque anni… non ho mai smesso di amarti, tutt'ora ti amo, ma per motivi che non posso dirti sono obbligata a mettere da parte i miei sentimenti… io non posso darti una vita felice… permettimi soltanto di dirti addio…- dissi accarezzando il suo volto
-tu non meriti di piangere per una come me… dimenticami, ti prego…- dissi baciandolo. Per la prima volta non sentivo il fuoco nel cuore, ma il freddo negli occhi, avrei voluto stringerlo e fermare il treno, ma per il bene di tutti avrei dovuto lasciarlo andare. Le sue labbra non erano mai state tanto dolci, come il suo corpo non era mai stato tanto freddo e rigido, quello sembrava essere davvero un addio.
 
Quando staccai le labbra da lui, Alex rimase sorpreso, con due lacrime agli occhi -t… tu mi ami?- chiese piangendo
-n… non sembra he?-
-grazie per avermi detto almeno questo… almeno so che non mi hai mai odiato troppo… nonostante io lo meritassi a volte… addio Bianca…-
-addio Alex…ey, Alexey è come ti avrebbe fatto piacere essere chiamato vero?-
-non importa più… non sentirò più la tua voce chiamarmi, quindi non importa più come io mi voglia far chiamare…- disse mentre le porte si chiusero tra di noi
-addio…- bisbigliai distaccando a fatica lo sguardo dai suoi occhi lucidi, solo in quel momento mi resi conto di aver fatto una cazzata.
   
 
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