Tra il rumore consueto una sconosciuta in metro leggeva Bulgakov. Era un libro vecchio, quanto gli occhiali spinti in su dall’indice umido. (Non mi nascondo, la fragranza austera che emanavi piaceva a me e al mio vicino. Era una miscela che vaga ricordava un aranceto). In pochi sostenevano il tuo sguardo, quando distrattamente l’hai levato da pagina due-quattro-cinque. Non era un momento clou.