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Autore: yozoranotenshi    29/03/2019    0 recensioni
Una piccola Rinxreader ambientata tra gli episodi 15-16 dell’anime.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rin Okumura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ancora una volta Rin aveva perso il controllo di se stesso, ma stavolta era diverso e tu lo sapevi bene. Stavolta tutti avevano assistito a quello che era successo, tutti avevano visto le fiamme blu e se c’era qualcosa che tu avevi imparato è che ogni volta che si ha paura di qualcosa si tenta di distruggerla. Come avrebbero reagito i vostri amici, adesso? 

 

Non potevi permettere a Rin di uccidere il Re di Gehenna, che da quando Mephisto ti aveva preso sotto la sua ala era diventato il tuo inseparabile compagno di giochi. 

Ancora non riuscivi a crederci, tu, la Figlia di Dio, circondata da demoni su ogni fronte. 

 

Lanciasti la tua spada a Shura, dicendole: «Sfoderarla solo quando Rin sarà vicino a me, non passarmela in nessun caso. Non intervenite.» e nel mentre eri così concentrata su di lui da non girarti nemmeno nella direzione opposta, dove si trovavano la rossa ed i tuoi amici. 

 

Un passo avanti. 

Due passi avanti. 

A grandi falcate ti ponesti tra il Figlio di Satana ed il tuo migliore amico. Fu a quel punto che Shura sfoderò la tua spada, lasciandoti avvolgere da delle fiamme bianche. 

 

«Rin -iniziasti, facendogli spostare lo sguardo su di te, uno sguardo folle e brutale- basta così, adesso. Questo non è ciò che sei.»

 

Questo non lo smosse di un centimetro. 

 

«Levati di mezzo.» ti ringhiò contro, forse con l’ultima briciola di autocontrollo che aveva. 

 

«Non mi sposterò neanche di un solo centimetro.»

 

«Allora muori.» ti urlò, impugnando la sua spada così forte che le sue nocche sbiancarono, iniziando a caricare un colpo. 

 

«Smettila di comportarti come un mostro, perché non è quello che sei. Sei il Figlio di Satana, e allora? Questo non ti definisce. L’hai mai letta la Bibbia, eh?»

 

Il tuo intervento parve metterlo in difficoltà, così scegliesti di rincarare la dose. La spada che premeva contro la tua gola. 

 

«Satana era la stella del mattino, l’angelo più bello, quello più forte, amato più di chiunque altro. Ben presto l’angelo si ribellò, ma un angelo resta un angelo. Il tuo sangue non è di demone. Tu non sei un demone. Quindi te lo dirò solo un’altra volta: smettila di comportarti come se lo fossi.» ripetesti con più convinzione. 

 

«Tu che ne sai, eh?» urlò, ma le sue mani tremavano, così ti avvicinasti pian piano. La punta della sua spada ti graffiava la gola, ma tu non arretrasti. 

 

Rimaneste così a guardarvi negli occhi per un tempo che ti parve indeterminato, nessuno osava fiatare, troppo spaventato dal distruggere il sottile equilibrio che ti teneva ancora in vita e non con la testa mozzata. 

 

«Perché sono certa che il tuo sangue è esattamente come il mio. Sono le nostre scelte a definirci.» gli sussurrasti, ma queste parole bastarono a fargli gettare l’arma. 

 

A quel punto lo abbracciasti forte, sorreggendolo mentre si accasciava sulle ginocchia. La sua fronte era appoggiata sulla tua spalla destra, le tue mani gli tenevano il viso. Quando lo sollevasti ti prendesti un momento per osservarlo. Era bello. Bello di quella bellezza vera che solo chi soffre riesce ad emanare. 

 

«Va tutto bene, Rin...» gli sussurrasti, accarezzandogli una guancia. Lui prese la tua mano nella sua, senza staccarla dal tuo viso. 

«Grazie, t/n...» ti disse, prima di far combaciare le vostre labbra.

  
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