Capitolo
VIII
24
Percy St
Sede
di Zenith Media
18/03/2019
Nei giorni
successivi, Lorenzo non riuscì a prendersi un attimo di
pausa. Diviso fra le
diverse scadenze e riunioni, dedicava il poco tempo libero che gli
restava a
preparare l'analisi per Cecilia.
Quando pensò
di essere ad un buon punto, scrisse una mail alla ragazza proponendole
un
orario per la presentazione.
Mettere in
piedi dell'analisi gli era costato del lavoro che non voleva
assolutamente
passasse inosservato e soprattutto rimanesse dimenticato nella casella
di posta
elettronica della giovane media manager.
To: cecilia.contini@softender.com
From: l.detommasi@zenithmedia.com
Cc: daniel.chester@softender.com
"Ciao
Cecilia,
Hope
you're well!
As
requested, the analysis is almost ready. I'll
send it over by Monday COB.
But I
was wondering if we could go through it as I
have some highlights and recommendations that could worth being
discussed
together.
Please
let me know, I can come by or if you wish to,
you're more than welcome at Zenith.
Grazie,
Lorenzo”
Concluse la
mail e mise in copia Daniel Chester, capo di Cecilia, essendo certo che
l'uomo
non avrebbe mai detto no a quella proposta.
Come previsto,
fu lo stesso Daniel infatti a rispondere invitandolo a venire nel loro
ufficio
per presentare la sua analisi il mercoledì pomeriggio della
settimana
successiva, proposta che il giovane accettò più
che volentieri.
Il desiderio
di un meeting di persona non fu dettato soltanto dalla voglia di
mettere il suo
lavoro ma anche per infastidire Cecilia che sicuramente non sarebbe
stata
altrettanto entusiasta di trovarselo fra i piedi. In fin dei conti, con
la
richiesta di quell'analisi era stata lei a cominciare la guerra fredda
e
Lorenzo di sicuro non si sarebbe tirato indietro.
***
3
Binfield Rd
Casa
di Lorenzo
20/03/2019
Ore
08,07
Arrivato il
mercoledì della presentazione, Lorenzo si svegliò
più presto del previsto con
uno strano nervosismo addosso.
Non poteva di
certo attribuire quel suo stato al lavoro dato che quella non era di
certo la
prima presentazione che teneva.
Sapeva
benissimo quale fosse la motivazione dietro ed aveva anche un nome
Cecilia.
Era proprio
l'idea di vederla che gli creava una certa ansia: voleva colpirla,
impressionarla perché capisse che quel suo giochino di
potere non sarebbe
durato a lungo.
Lui le avrebbe
dato filo da torcere, non le avrebbe consentito di metterlo sotto e
voleva che
questo fosse chiaro fin dal principio perché non si
creassero strane situazioni
imbarazzanti.
Ripeté
mentalmente la presentazione più di una volta sotto la
doccia per assicurarsi
di essere abbastanza fluido nel discorso e si preparò
mettendo più cura del
solito nel suo abbigliamento; in fin dei conti, sapeva che a farlo
vincere
sarebbe stato il suo aspetto anche, dato che probabilmente lui non le
dispiaceva. Ne era sicuro.
"Mazza!
Che hai fatto ai capelli?" domandò Matteo quando lo vide.
Solitamente la
mattina non li pettinava affatto e i suoi capelli leggermente mossi
finivano
per somigliare più ad una specie di cespuglio incolto.
"Li ho
pettinati" rispose senza abbandonarsi ad altre chiacchiere. Voleva
restare
concentrato.
"Lo vedo.
Qual è l'occasione di cotanta cura nel tuo aspetto
però?" domandò per
metterlo in imbarazzo. Ogni mattina usciva di fretta e vestito con le
prime
cose che gli capitavano sotto mano perché era perennemente
in ritardo quindi
doveva esserci sicuramente qualcosa sotto, considerato l'abbigliamento
più
ricercato e i capelli sistemati per bene.
"Vado da
Cecilia oggi e voglio distrarla il più possibile" fece
l'occhiolino e si
spruzzò un po' di profumo per completare il tutto.
Matteo stirò
le labbra facendo una smorfia. "Sei sicuro che tutto ciò che
vuoi fare è
distrarla?"
A quella
domanda Lorenzo lo guardò torvo. "Certo che sono sicuro"
ribatté.
"Non mi piace, se mi piacesse, non sarei mica sparito" aggiunse
leggermente infastidito.
Matteo fece
spallucce e non commentò ulteriormente nonostante non fosse
affatto convinto
della risposta data dal coinquilino.
"Va be',
ora vado. A dopo" si affrettò ad uscire per evitare che
Matteo facesse
altre affermazioni imbarazzanti.
Anche in
ufficio la sua collega Nadia non poté ignorare il look di
Lorenzo.
"Wow! You
look gorgeous. Do you have a date later?" chiese quasi urlando. Era
sempre
molto entusiasta, da brava americana aveva uno spirito da cheerleader
quasi
innato.
"No, I
don't!" rispose quasi schifato. "I am not that kind of person that
goes on a date. I get to the interesting stuff right away"
vantò le sue
doti da Casanova e l'altra sbuffò.
"You will
fall in love one day and I will be there looking at you and laughing at
your
face" disse lei e Lorenzo rise. Magari un giorno, ma non era ancora
pronto
a quell'idea.
La mattinata
trascorse piuttosto veloce, quasi non se ne accorse dello scorrere
delle ore
talmente era impegnato, al punto che non ebbe nemmeno tempo per
pranzare con
tranquillità e difatti si ritrovò a mangiare un
panino al volo mentre si
dirigeva verso gli uffici global di Softender.
Non appena
mise piede dentro l'edificio, l'ansia prese quasi il sopravvento
portandolo a
doversi sforzare parecchio per camuffarla mentre parlava con la
receptionist.
"Hello! I
am from Zenith, I'm here for a meeting with Dan Chester" chiese del
capo
di Cecilia per evitare di incontrare subito lei.
"Sure,
I'm calling him" risponde la donna digitando immediatamente il numero
interno dell'uomo che però non rispose.
"I'm
afraid that he's not at his desk. Can I call someone else?"
domandò
sorridente sentendo il telefono di Daniel squillare a vuoto.
"Mm.. sì,
Cecilia Contini" risponde con tono poco entusiasta.
"Ok, I'm
trying with Cecilia then" confermò e riprese la cornetta del
telefono.
"Hi there! Your guest is here" spiegò brevemente e
dall'altro capo
della cornetta vi fu un attimo dj silenzio seguito da un "I'm coming
downstairs" quasi impercettibile.
Circa cinque
minuti dopo, Cecilia comparve in reception. "Ciao Lorenzo" lo
salutò
e ringraziò la receptionist che allungò un pass
al giovane.
"Siamo al
primo piano" disse poi e si avviò lungo le scale. Lorenzo la
seguì,
osservando la sua figura da dietro. A differenza sua, Cecilia non aveva
curato
particolarmente il suo look quella mattina, però il ragazzo
non poté fare a
meno di notare che sembrava dimagrita.
"Questa è
la saletta" gli disse mentre apriva la porta invitandolo ad
entrare.
Lorenzo entrò
e poggiò subito la sua tracolla sul tavolo tirando fuori il
laptop. "Come
stai? Ti trovi bene a Londra? Ormai sono più di sei mesi.."
chiese mentre
aspettava che il PC si avviasse.
"Quasi
otto. Comunque tutto ok" tagliò corto lei, non aveva alcuna
intenzione di
intrattenere una conversazione del più o del meno con lui.
"Lì ci
sono degli adattori se ti servono" cambiò argomento
indicando un groviglio
di cavi che costituivano l'attrezzatura tecnica della saletta.
"Io il
mio" rispose lui indicando un piccolo aggeggio bianco.
"Bene, io
vado a chiamare Jonathan e Daniel" lo informò e
uscì dalla sala riunioni
lasciando Lorenzo da solo a collegare il PC per la proiezione.
***
41
Wolridge St
Casa
di Cecilia
20/03/2019
ore
07,37
Cecilia
fissava il vuoto davanti alla tazza di tè fumante da circa
cinque minuti. Non
voleva assolutamente vedere Lorenzo, sapeva che la sua vista le avrebbe
provocato il solito tuffo al cuore, nonostante si sforzasse parecchio
per
reprimere quel sentimento.
Aveva pensato
di darsi malata quella mattina, ma ovviamente era abbastanza matura da
evitare
di compiere un'azione così infantile.
Sospirò
rumorosamente e bevve un lungo sorso di tè al gusto di mango
e fragola. Anche i
tè aromatizzati alla frutta erano diventati un'abitudine per
la giovane e
pensare che prima non beveva tè nemmeno sotto tortura, come
le ribadiva sua
madre al telefono ogni volta.
"Oh, you
look like a normal person today" osservò Harriet notando il
suo
abbigliamento decisamente più casual del solito.
Cecilia rise e
scosse la testa. "I feel casual today" disse senza aggiungere molto
altro.
La verità era
che non voleva assolutamente far credere a Lorenzo che era vestita bene
per
lui, cosa alquanto stupida dato che Lorenzo non aveva la minima idea di
come
normalmente Cecilia si vestisse.
"Is this
a way to avoid impressing Lorenzo too much?" domandò Camilla
entrata in
cucina in quell'istante.
"I don't
wanna impress him at all" sbottò Cecilia. Non era
minimamente nelle sue
intenzioni.
Le due
coinquiline risero e la lasciarono in pace senza commentare la sua
reazione,
dopodiché finì il suo tè e si
avviò verso il lavoro.
Durante la
mattinata riuscì a concentrarsi ben poco, non faceva che
guardare l'orario in
continuazione sentendosi sempre più in ansia man mano che si
avvicinavano le
ore 14.
A pranzo
infatti non riuscì quasi a toccare cibo. "Farai
così ogni volta che lo
vedi?" la rimproverò la sua collega Sara. "Devi essere
indifferente,
Cè" ribadì per l'ennesima volta il concetto.
Cecilia annuì,
sapeva che aveva ragione che doveva sforzarsi per ignorarlo ma le era
impossibile. Probabilmente a renderle così complicato
l'essergli indifferente
era il fatto che rispettava davvero tutti i canoni di bellezza di
Cecilia
quindi ogni volta che lo vedeva, non poteva fare a meno di provare il
solito
sfarfallio allo stomaco; sfarfallio che si accentuava anche al pensiero
di quel
bacio che si erano scambiati qualche mese fa.
Tornata dalla
pausa pranzo, si sedette alla scrivania e provò a liberare
la mente per
calmarsi prima dell'arrivo di Lorenzo.
Era quasi
riuscita a rilassarsi del tutto quando il suo telefono fisso
squillò per
avvertirla che il suo ospite era giù.
Il cuore
iniziò a battere forte, era più forte di lei.
Sapere che lo avrebbe visto di lì
a poco, la destabilizzava del tutto.
Inspirò per
farsi coraggio e andò in reception a recuperare il suo
ospite per quella
giornata.
Mentre scendeva
le scale lo intravide di spalle intento a scambiare qualche chiacchiera
con la
receptionist e finì per sentire il solito cedimento alle
gambe. "Ciao
Lorenzo" lo salutò e lui si girò rivolgendole un
sorriso che provocò un
ulteriore mancamento in Cecilia. Era sempre un tuffo al cuore vederlo
sorridere.
"Ciao"
rispose a sua volta e afferrò il pass che la receptionist
gli allungò,
seguendola lungo le scale.
Nonostante
Lorenzo continuasse a tentare di intraprendere un minimo di
conversazione,
Cecilia si impose di evitare di parlarci di qualsiasi cosa non fosse
inerente
al lavoro.
Fu così che
per non cadere in tentazione decise di abbandonarlo nella saletta e
andò alla
ricerca del suo capo.
Anche se si
vergognava ad ammetterlo, sperava che non fosse molto bravo; in quel
caso, il
suo capo avrebbe limitato i contatti a cose più pratiche e
lei avrebbe lavorato
con altri.
Durante tutta
la presentazione, durata più di un'ora, continuò
a sperarci ma Lorenzo si
rivelò incredibilmente all'altezza del compito assegnatogli,
beccandosi i
complimenti sia di Jonathan che di Daniel.
I tre uomini
si dirissero verso l'area relax per offrire un caffè a
Lorenzo e Cecilia li
seguì a malincuore. Tuttavia, non voleva risultare
maleducata mollandoli lì con
la scusa del lavoro.
"Are you
going back to Zenith?" chiese Daniel cambiando argomento.
"Well, I
should. I have some work to do" rispose il giovane mentre sorseggiava
la
calda bevanda nera.
"You can
stay here if you wish to. It's almost 4 so it would be a waste of time
going
back, I guess" gli propose l'altro caldeggiato da Jonathan che
invitò il
suo ospite ad accomodarsi ad una delle tante scrivanie libere del primo
piano.
"Oh,
that's perfect. Thanks!" accettò la proposta e Cecilia
deglutì tentando di
non farsi notare. Sapeva che non avrebbe potuto evitare riunioni con
lui,
soprattutto dopo la performance di poco prima, ma non si aspettava che
addirittura venisse invitato a restare.
Per sua
fortuna, Daniel si offrì di accompagnarlo a sistemarsi e lei
fu libera di
tornare alla sua scrivania, dopo aver salutato velocemente Lorenzo con
una
stretta di mano.
***
Nelle due ore
successive, per sua fortuna ebbe molto da fare quindi non ci fu tempo
per
pensare ad altro e, nello specifico, a Lorenzo.
Fu talmente
tanto impegnata che si dimenticò della sua controparte al
piano di sotto.
Uscì dal suo
ufficio, che era quasi deserto, e andò con calma verso la
metro godendosi
l'aria fresca.
Il tempo era
ormai cambiato e non faceva più molto freddo, nonostante
continuasse a fare
qualche sporadica giornata di maltempo.
Stava
scendendo lungo le scale mobili quando sentì una mano
posarsi sulle sue spalle.
Nel voltarsi
per capire di chi fosse la mano che si era posata sulla spalla destra,
intravide il profilo del suo "gradito" ospite.
"Anche
qua?" pensò senza tuttavia dirlo. Non voleva concedergli la
soddisfazione
di capire che la sua presenza provocava qualche reazione diversa
dall'indifferenza in lei.
"Ciao di
nuovo" disse lui scendendo di un gradino per starle ancora
più vicino.
Cecilia gli
sorrise. "Già" rispose in un secondo momento.
"Stai
andando a casa?" le domandò in seguito e la giovane
annuì.
"Stai
sempre ad Hammersmith?" fu la seconda domanda che le fece e ancora una
volta Cecilia annuì.
"Sì,
abito ancora nella stessa casa" confermò senza
però allungare la
conversazione facendo domande a sua volta.
"Allora
mi sa che faremo un bel pezzo di strada insieme" affermò
Lorenzo e a
Cecilia sembrò quasi entusiasta della cosa. "Sto andando da
un mio amico a
Baron's court" spiegò poi.
"Capito!"
fu il commento di Cecilia. Non aveva idea di quanto quella notizia le
avesse
dato noia.
Nel frattempo
erano arrivati al binario e Lorenzo seguì la ragazza, posizionandosi accanto a lei; aveva
davvero intenzione di fare quel viaggio insieme.
"Cosa ne
pensi quindi della presentazione?" chiese mentre aspettavano l'arrivo
della metro. A quella domanda non avrebbe potuto rispondere a
monosillabi,
principale motivo che portò Lorenzo a farla.
Durante la
presentazione aveva fatto pochissimi commenti e non era riuscito a
capire se la
qualità del suo lavoro fosse stata di suo gradimento.
"Ci sono
alcuni spunti sicuramente interessanti. Alcuni delle raccomandazioni
fatte da
te dovrebbero sicuramente essere messe in pratica, come quella di utilizzare la
componente video con obiettivi diversi da quello di mera copertura"
sciorinò lei d'un fiato.
"Ma come
ti dicevano, tantissimi A/B testing non possono essere fatti per
questioni di
budget quindi dovremmo ottimizzare in maniera più
focalizzata" concluse e
in quel momento il trenò arrivò.
Trovarono due
sedili o meglio Cecilia si sedette e Lorenzo scelse il sedile
più vicino a lei
sistemandosi in quello alla sua sinistra.
Non si dissero
molto altro durante il viaggio; ci fu più di un tentativo di
stabilire una
conversazione da parte di Lorenzo ma tutti fallirono e finì
per rinunciare.
Arrivato alla
fermata precedente alla sua destinazione, la salutò e
Cecilia gli rivolse un
"ciao" decisamente freddo che lasciò il ragazzo un po' con
l'amaro in
bocca.
***
Mentre
camminava verso casa dell'amico continuava a pensare a Cecilia, non
riusciva a
farne a meno.
Era
consapevole che non si fosse comportato benissimo, ma non pensava di
averla
ferita.
Ripensando al
modo in cui si erano svolti gli eventi, capiva però che
forse aveva creato in
Cecilia un'aspettativa che aveva disatteso in un modo alquanto
maleducato.
Voleva davvero
rimediare ma non sapeva cosa per fare di preciso e chiedere delle
banali scuse
sembrava alquanto scontato.
Tuttavia, era
la miglior opzione allo stato dei fatti, per cui tirò fuori
dalla tasca il suo
smartphone e cercò la chat con Cecilia sull'app di WhatsApp.
Provò a
digitare più volte senza sapere bene cosa scrivere e alla
fine, optò per le
parole più semplici che conosceva.
"Ciao..
mi dispiace davvero per quello che ho fatto. È stato stupido
e infantile"
concluse il messaggio e inviò.
A quel punto,
era arrivato a casa dell'amico e provò a dimenticarsi della
faccenda, aiutato
dalla prospettiva di qualche birra per cena.
Non guardò il
cellulare per tutta la serata prendendolo soltanto quando fu di nuovo
di
ritorno verso casa.
Con sua
sorpresa trovò un messaggio di Cecilia. "Non devi chiedere scusa"
fu
la risposta secca della giovane.
Non dava
spazio ad alcun altro commento, nulla a cui appigliarsi per continuare
la
conversazione, perché sì, Lorenzo si rese conto
di volerla continuare.
Avrebbe voluto
parlare ancora con lei, come amico, nulla di più.
Era impressa
nella sua memoria la facilità con cui gli argomenti si
susseguivano senza
bisogno di alcun aiuto durante le loro conversazioni, anche se avevano
in
verità parlato in concreto due volte.
Di fronte a
quel messaggio piuttosto freddo, decise però di assumersi le
sue responsabilità
e provò ad insistere.
"E
invece
sì, insomma, non sarei dovuto sparire
così"
Avrebbe voluto
aggiungere che era consapevole che non se lo meritava ma non lo
fece.
Come durante
il primo scambio di messaggi, Cecilia rispose poco dopo: "Non è stato
molto carino, però è successo tempo fa ormai
quindi va bene così" lo
rassicurò.
Lorenzo lesse
quel messaggio e sorrise credendo che la giovane non fosse
così arrabbiata come
lui pensava. Aveva solo bisogno di sciogliersi.
"Mi
farò
perdonare" le scrisse in risposta.
A quel
messaggio Cecilia non rispose, ma non ci badò moltissimo
pensando che fosse
normale che la ragazza avesse troncato la conversazione in quel punto e
convinto
di aver ottenuto quasi il perdono della ragazza, si disse soddisfatto
chiudendo
la chat di WhatsApp.
Angolo dell'autrice
Ciao! Scusate, avevo promesso un aggionramento anticipato ma alla fine, non ce l'ho fatta! Fra l'altro, sono un po, indietro con la stesura ma spero di recuperare in queste due settimane che non ci sentiremo - il mio viaggio si avvicina (yay!)
Comunque come vedete, c'è un vero little progress - Lorenzo però è sempre più into Ceci, come direbbero gli inglesi! Deve però ammetterlo con sè stesso (la parte più difficile..)
Ma Ceci? Lei ci sta pensando di nuovo? Sembrerebbe di sì, no? Sta sul punto di ricaderci? Lo scopriremo prossimamente!
Grazie per seguirmi,
Anto