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Autore: ONLYKORINE    01/04/2019    0 recensioni
Contest ad introduzione comune. Mi è stato dato l'incipit (parte verde del prologo) e io continuerò la storia.
Nicole ha iniziato ad avere dei Flashback di cui non si ricorda. Sta diventando pazza? La sua miglior amica la crederà pazza? Cosa succederà? E poi, perché ha questi flashback?
Genere: Fantasy, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il ticchettio della pioggia

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“Si può sapere dove cazzo sei sparita?”

La voce di mia sorella mi rimbomba nelle orecchie. Dovrei sgridarla per aver detto una parolaccia, ma taccio. Allungo la mano nella tasca della giacca posata di fianco a me e tiro fuori il telefono. Ho diciotto chiamate perse da Cristina. Cavolo! Non me ne sono accorta.

“Scusa, Cristina, non ho sentito il telefono…” inizio a scusarmi, ma lei mi interrompe subito: “Sei fortunata che sono venuta io in camera tua e non la mamma, altrimenti sai che casino sarebbe scoppiato?” Mia sorella sospira e io capisco che un po’ si è preoccupata davvero. “Cosa le hai detto?” mi informo, prima di chiedere qualsiasi altra cosa.

Cristina si scandalizza e grida: “Ma niente! Ti ho parato il culo, Nicole! Anzi, dovresti ringraziarmi” Ok, ha perfettamente ragione. “Oh, certo. Grazie, io…” il mio tono si abbassa un po’ e cerco quasi di nascondermi mentre le parlo. Lancio un’occhiata a Leo, ma lui si finge interessato al cartoncino del menù e non mi guarda. Chissà se lo sta facendo perché sa che mi sentirei in imbarazzo se mi guardasse…

“Ascolta, non so cosa potrebbe succedere se la mamma decidesse di entrare in camera tua, perciò vedi di tornare subito a casa, ok? Io non ti copro più” Va bene, va bene. Chiudo la telefonata promettendole di tornare presto e restituisco il telefono a Leo. “Ora devo proprio andare” Mi alzo dal tavolo e afferro la giacca.

Lui si alza con me. “Ti accompagno” Non dico di no, perché effettivamente, se mi accompagnasse lui, arriverei a casa in poco tempo e non posso permettermi di perdere questo lusso, così annuisco. “Grazie”.

Quando usciamo dal pub, ci rendiamo conto che ha iniziato a piovere e siamo tutti e due senza ombrello. Decidiamo di fare una corsa fino alla macchina e saliamo in macchina eccitati e zuppi d’acqua. Lui mette in moto mentre io ancora ridacchio un po’ istericamente e guardo fuori dal finestrino, mentre l’auto lascia il parcheggio.

“Dove abiti?” mi chiede, voltandosi verso di me. Glielo spiego e lui gira in una via sulla destra. In meno di dieci minuti siamo sotto casa mia. Sta ancora piovendo e mando un messaggio a mia sorella per dirle che sono sotto la finestra e le chiedo di aprirmela. Mentre aspetto la sua risposta Leo mi chiede se è tutto confermato per domani. “Certo” dico, cercando di tirarmi su il cappuccio della felpa visto che fuori piove ancora.

Il cellulare che ho appoggiato sul cruscotto vibra, segno che Cristina mi ha risposto e tutti e due ci allunghiamo a prenderlo. Quando quasi ci scontriamo, lo afferro velocemente e Leo si scusa. Cavolo com’è gentile, altro che i ragazzi in classe da me! Alzo gli occhi su di lui e sono così contenta che ci sia tutto questo buio, perché sento le guance scaldarsi. Sto arrossendo. No, no, no. Cavolo, no.

Leo non se ne accorge, perché mi guarda intensamente e per un attimo, visto che siamo ancora così vicini, penso voglia baciarmi. Siamo a un soffio l’uno dall’altra e non è che me lo immagino per niente, visto che lui si avvicina ancora. Quando è così vicino da non poter far nient’altro, io sono completamente imbambolata.

Niente e nessuno potrebbe distrarmi da questo ragazzo, penso mentre il ticchettio della pioggia sul vetro mi coccola come la colonna sonora di un film romantico. Sto per chiudere gli occhi mentre il mio cuore si dibatte furiosamente come se volesse scappare dal mio petto, quando il mio telefono vibra ancora e cavolo, sembra più rumoroso di un terremoto. Apro gli occhi e vedo Leo farsi indietro. No, no! Cavolo!

“Mmm” mormoro, cercando di togliermi dall’imbarazzo guardando il telefono e odiando profondamente Cristina. “A domani?” mi chiede lui, visibilmente a disagio. Annuisco senza dire niente e lo saluto prima di scappare dall’auto, perché è proprio quello che faccio, scappare, tanto che non sento neanche la sua risposta.

Arrivo davanti alla mia finestra e vedo mia sorella affacciata con una faccia strana. Salgo mettendo un piede sulla finestra della cantina e mi tiro su. “Eri con Leo? Vi siete baciati?” mi chiede lei appena mi siedo sul letto per togliermi le scarpe. Ma come fa saperlo? Sono talmente sbalordita che non mi trattengo: “E tu come lo sai? Mi hai spiato?” lei ridacchia e mi indica “No, piove così forte che non si vede niente, ho tirato ad indovinare perché sei tutta rossa” Ride ancora e questa volta vorrei strozzarla, mentre sento ancora calore sulle guance.

“Come hai fatto a chiamare Leo?” le chiedo, mentre metto le scarpe nell’armadio e mi giro verso di lei quando sento che si schiarisce la voce. Ha in mano il bigliettino che mi ha scritto Leo alla sala da tè e mi guarda con uno sguardo sornione. Devo averlo scordato sul letto nella fretta di uscire. Già, sono proprio brava, penso ironica. Sbuffo e mi siedo sul letto. Quando Cristina si siede vicino a me, mi chiede, più seria: “Sicura di stare bene?” No, Cristina, sono perfettamente sicura del contrario.

Mi sdraio mentre mi confido con mia sorella. Non le nascondo niente della storia di Celeste, forse per via della stanchezza fisica o forse per via dello stress psicologico che mi sento addosso, così, quando lei, alla fine del mio discorso, mi fa la domanda, mi trova totalmente impreparata: “Non c’era una telecamera per poter vedere quello che è successo? Molti negozi le installano per la sorveglianza, lì non ce n’era neanche una?”

Come? Come? Mi tiro a sedere tutta d’un colpo e la guardo. È seria, non mi sta prendendo in giro. “Una telecamera?” Ma se ci fosse stata una telecamera, la polizia avrebbe di sicuro richiesto il video. O no? Glielo dico, ma lei alza le spalle. “Dipende. Magari lo fanno solo se chi investe scappa via o se le testimonianze non coincidono. Tu sai cosa è stato detto alla polizia?” No. Non lo so.

Ma come fa Cristina a sapere queste cose? La guardo alzando un sopracciglio e lei alza le spalle, come se avesse già capito la mia domanda. “Mi piacciono le serie tv” Sospiro. Dovrei dirle tantissime cose, ma in questo momento non ci riesco. Sto ancora pensando alla storia delle telecamere e della polizia.

Claudia lavora in polizia. Di sicuro lei, alla telecamera, ci avrà pensato. Beh, lo spero, almeno. Magari… guardo il telefono che ho appoggiato sul cuscino: dovrei scrivere a Leo? Dovrei chiederglielo? Dopo quello che è successo in macchina? Mi sento ancora in imbarazzo, cavolo. Probabilmente ogni volta che sentirò il ticchettio della pioggia sui vetri, penserò a quell’imbarazzante momento.

Poi il mio cellulare vibra e sullo schermo appare un messaggio di Leo in cui mi chiede se sto già dormendo. Sorrido. Cristina guarda il telefono e poi guarda me. “Vabbè, dai, io vado a letto” La saluto mentre penso a cosa rispondere a Leo. Prendo il cellulare e apro la chat, ma mi rendo conto che non so cosa scrivere.

Vorrà parlare di quello che è successo prima? Io però vorrei parlargli della storia della telecamera. In fin dei conti, domani potremmo andare là dove Celeste è stata investita. Sento un formicolio al petto e capisco che potrebbe essere una cosa buona. Sto per scrivergli, decisa come non mai, quando il mio telefono inizia a vibrare per l’arrivo di una chiamata. È lui. Oh. E ora che faccio, rispondo? Certo, certo che devi rispondere, Nicole!

Rispondo mentre mi ristendo sul letto. “Pronto?” tengo un tono di voce basso per paura che mi possano sentire i miei genitori che di sicuro non approverebbero che io sia al telefono a quest’ora e sorrido al soffitto. “Lo sai che si vede quando sei online, vero?” Esordisce lui. Oddio! Scoppio a ridere e non riesco più a contenermi.

 

***

 

Quando il giorno dopo Leo mi viene a prendere vicino alla scuola, sono troppo euforica e non dovrebbe essere lo stato d’animo per quello che dobbiamo fare, ma non riesco a farci niente. Ieri sera abbiamo parlato al telefono di tante cose, oltre a Claudia e alla storia della telecamera e Leo mi piace sempre di più. Ha una voce così profonda… Però siamo qui per una cosa importante, visto che la nostra prima tappa è l’ospedale.

Dobbiamo riuscire a impedire a Stefano di andare da Celeste. Chissà cosa potrebbe succedere… Ora sono consapevole di quanto sia pericoloso. Leo ha già contattato Claudia per la storia della telecamera, ma gli ha risposto che deve informarsi perché non è lei a occuparsi delle indagini, così decidiamo di fare un salto sul luogo dell’incidente, dopo essere andati in ospedale. Devo ammettere che un po’ la cosa mi dà i brividi, ma cerco di non pensarci.

Per fortuna Lisa è al lavoro quando arriviamo in rianimazione. Le parliamo brevemente per il discorso di vietare a Stefano di vedere Celeste, ma senza spiegarle il motivo, visto che sarebbe troppo complicato e noi abbiamo altri giri da fare. Lisa ci dice che dobbiamo andare prima dalla caposala e lei ci informerà della procedura giusta. Viene con noi mentre ci dirigiamo verso la stanza occupata dalla caposala e intanto continua a spiegarci come funzionano le cose.

Quando arriviamo davanti alla porta della guardiola, si ferma e ci domanda: “E il ragazzo che viene all’ora di pranzo? Lui lo dobbiamo fare entrare o no?”

Guardo Leo, che guarda me con gli occhi sbarrati mentre scuote la testa. Oh, bene, siamo in due ad essere sorpresi, Leo, perché non ho la più pallida idea di chi stia parlando.

   
 
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