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Autore: QueensOfFandom94    02/04/2019    1 recensioni
Dean Winchester è un detective della polizia di New York, che malgrado le privazioni a cui l'ha vita l'ha sottoposto fin da piccolo può dirsi felice: ha un lavoro che lo riempie di soddisfazioni, e un fratello minore che è tutta la sua vita.
Ma un giorno, questi, durante una vacanza a Londra, viene rapito da alcuni trafficanti. Senza perdere tempo, il poliziotto si mette in azioni per salvare il fratello, con l'aiuto del suo migliore amico ed avvocato Castiel Novak. Tra depistaggi, poliziotti corrotti e poco consci di quanto è accaduto, Dean si ritroverà da solo contro tutti e con solo 96 ore per riprendersi il pezzo più importante del suo cuore.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Subito dopo quella telefonata orribile, Dean prese il suo borsone che usava quando doveva fare un appostamento che durava tutta la notte.
Di nuovo aggiunse solo il passaporto.
Non sapeva con chi aveva a che fare e perchè ma una cosa la sapeva. Volava subito a Londra.
Odiava volare, non gli piaceva passare del tempo con i piedi per aria, e aveva sempre paura che l'aereo si schiantasse, ma l'idea di perdere il suo fratellino lo terrorizzava molto di più.
Poi sfrecciò a tutta velocità verso la casa dei suoi ''zii''. Così chiamava Robert Singer e la sua nuova moglie, Jody Mills.
Erano loro che si erano occupati di lui e di Sammy, quando erano bambini.
Erano passati molti anni infatti, da quel maledetto 2 Novembre 1983. All'epoca, vivevano in una bella casa, con un bel giardino e Dean era sul punto di compiere dieci anni, Sam invece aveva solo pochi mesi quando scoppiò un terribile incendio.
In quel terribile rogo, perse la vita la loro madre Mary. Il loro padre tentò di salvarla, ma l'incedio era divampato troppo in fretta, ed in quel momento non ebbe che un pensiero: mettere in salvo i suoi figli.
Secondo il rapporto dei vigili del fuoco, la miccia dell'incendio era un cortocircuito dell'impianto elettrico, che non era a norma.
John Winchester fece causa all'azienza che l'aveva installato, riuscendo a farli condannare per omicidio colposo... ma ormai non provava quasi nessun interesse per la vita, ed era stato sul punto di lasciarsi andare, a rifugiarsi nell'alcool, e l'avrebbe fatto se non fosse stato per i suoi due figli.
Aveva trovato un impiego, ma purtroppo era costretto a passare buona parte del tempo fuori città, la vita del pendolare era stancante, così per comodità aveva preso in affitto una camera in una mezza pensione e aveva affidato i due bambini al suo migliore amico in attesa di mettere a posto le cose, di rimettere in sesto la sua vita...
Solo che alla fine aveva vinto la paura, la rabbia di aver perso sua moglie, il senso di inadeguatezza verso i due bambini.... e un giorno non si presentò al lavoro.
Il suo capo, dopo una settimana di assenza, chiamò Bobby per avere notizie... ma nè lui ne Jody seppero dargli una spiegazione.
Spiegazione che venne riferita dal padrone della pensione in cui John alloggiava. Aveva lasciato i soldi per tutta la durata del pernottamento, preso le sue cose e lasciato un biglietto in cui dichiarava di non essere capace di fare il padre e che era certo che sarebbero stati meglio con un padre presente, senza che qualcuno dovesse spostarli come pacchi da una città all'altra e lasciarli soli in un appartamento per ore, magati con una sedicente babysitter alcolizzata che li lasciava da soli per ore per farsi gli affari suoi.
Da quel momento rimasero veramente soli.
Bobby e sua moglie Jody avevano fatto di tutto per essere dei genitori presenti per i due '' nipotini'', ma il loro unico punto di riferimento erano loro, l'uno per l'altro.
Le cose erano rimaste così, fino a quando Dean non compì diciotto anni. Fino ad allora si era preso cura di Sammy quando Bobby non poteva e lo aveva aiutato in officina.
'' Gli affari vanno bene, e ho preso un socio per l'officina.''- gli aveva detto Bobby -'' posso occuparmi io di lui. Tu adesso pensa all'università. Scegli cosa vuoi fare e pensa anche a te stesso.''
All'inizio si era rifiutato, ma poi si lasciò convincere ed intraprese la carriera universitaria, laureandosi prima in legge e poi fece un concorso per entrare in polizia.
Detective Dean Winchester, sezione omicidi. Quando era andato via di casa, Sam aveva insistito per andare con lui. E non avrebbe potuto esserne più felice.
Come ora non avrebbe potuto essere più disperato.
Per questo aveva bisogno di Bobby e Jody.
Lui aveva aveva una laurea ad Harward in Antropologia, ed aveva girato tutto il mondo, conosceva usi, costumi, e sapeva molte lingue.
Ma come purtroppo capitava spesso, Bobby era solo una delle tante, menti brillanti a cui non era stata data l'occasione di dar prova delle sue capacità, e alla fine aveva dovuto accontentarsi di un lavoro che non aveva nulla a che vedere con gli anni spesi a studiare, mentre Jody era stata  una poliziotta caparbia e testarda fino all'inverosimile ma che dopo aver visto quanto marcio poteva essere il sistema, si era ritirata e lavorava come detective privato.
Solo loro potevano aiutarlo a salvare Sam.
...
...
...
- L'hanno rapito.- fece Dean entrando in casa. Gli aveva aperto Jody, in camicia da notte.
- Che stai dicendo...?- fece Jody che mandò il sonno che ancora aveva addosso a farsi benedire nel sentire che il '' piccolo'' Sammy era stato portato via a forza.
- Dean, calmati e spiegati...- fece Bobby afferrandolo per le braccia.
- Eravamo al telefono....c'erano degli uomini nell'appartamento, e hanno rapito sia lui che il suo amico.
- Oddio...- fece Jody mentre Dean porgeva a Bobby il suo cellulare - ho registrato la telefonata... uno dei rapitori ha parlato, mi serve che tu mi dica tutto quello che sai.-
 Bobby corse subito nel suo '' laboratorio'' dove teneva tutti i suoi libri, l'attrezzatura informatica, e tutto il materiale che aveva raccolto nei suoi viaggi.
Dean era rimasto seduto sul divano, pensieroso.
Jody gli porse un bicchiere d'acqua, per aiutarlo a calmarsi.
- Manda giù.- fece Jody.
- Non ne ho bisogno.- fece Dean - sono calmo. Sto solo pensando a come torturare quei bastardi una volta che avrò messo loro le mani addosso!- aveva una voglia matta di fare del male a qualcuno.
Di prendere a ceffoni Brady per aver trascinato Sam in quella situazione da schifo... quei bastardi per essersi permessi di toccare il suo fratellino... e sì, voleva spaccarsi la testa contro qualcosa.
Perchè era stata colpa sua.
- Ma a che diavolo stavo pensando quando gli ho dato il permesso di trascorrere le vacanze a Londra...- fece Dean - sono stato uno stupido... avrei dovuto farmi dare il numero di quel tizio, per sapere se era vero che...-
- Dean.- fece Jody mettendogli una mano sulla spalla - Non è stata colpa tua. Non potevi sapere cosa sarebbe successo.-
- Ma avrei dovuto.- fece Dean - Quale fratello maggiore che si rispetti lascia che il fratello minore vada in una casa, senza sapere nulla del padrone di casa.... oddio, che stupido....- fece Dean coprendosi la faccia con le mani.
-Ehyeheyehy.- fece Jody - Guardami. Non è colpa tua e lo sai benissimo. Come sai che darti la colpa per quello che è successo non ti farà stare meglio.
A volte purtroppo accadono cose che noi non possiamo controllare.-
- Già, ma per colpa della mia negligenza adesso Sam è in pericolo.-
- Non è vero.- fece Jody - Sarebbe successo comunque. Poteva anche essere sorvegliato ventiquattro ore al giorno, ma se era stato preso di mira.... prima o poi sarebbe avvenuto. In casa, mentre era in giro.... certe cose succedono e basta. E tu non puoi fare nulla per impedirlo...-
- Forse. Ma io riuscirò a riportarlo a casa, a costo di smontare pezzo per pezzo Buckingham Palace e di vendere l'anima al demonio.- fece Dean con uno sguardo che Jody conosceva bene.
Lo sguardo di qualcuno che era disposto a tutto pur di avere quello che voleva. E non era la prima volta che glielo vedeva.
Bobby li raggiunse. Con una faccia che non prometteva niente di buono.
Dean si alzò di scatto.
- Allora?- fece Dean - chi devo cercare?-
Bobby gli mise una mano sulla spalla - Ascolta... forse è meglio se prima ti faccio un tè...-
- Non tempo per la tisana della buonanotte.- fece Dean - riformulo la domanda, chi è il figlio di puttana che ha preso Sam e  che presto avrà il culo rotto?-
- Dean...- fece Bobby - è una cosa grossa, e se prima non ti calmi non sarai d'aiuto a nessuno.-
...
...
...
Alla fine cedette.
Mandò giù il tè verde che lo zio gli aveva preparato tutto d'un fiato, infischiandosi del fatto che fosse bollente e mise la tazzina sul piattino.
- Ok, ora le mie informazioni. Ti assicuro che ora sono molto calmo.-
Tutti e tre sapevano che era una balla colossale, ma il tempo di procrastinare era finito.
- Va bene.- fece Bobby bevendo a sua volta un sorso di tè per calmarsi - Parlano in albanese. Stando all'accento e alla pronuncia possiamo restringere il campo alla città di Tropoja.-
- Ne ho sentito parlare.- fece Jody  - Quel posto è una fabbrica di delinquenti, persino i russi sanno che è meglio non andare a disturbare quella gente.-
- Il tatuaggio che ha descritto Sammy?- fece Dean.
- E' indicativo di un gruppo.- fece Bobby - Non esiste un modo delicato per dirtelo, ragazzo mio...  ho la certezza che si tratti di un gruppo appartenente alla mafia specializzato in traffico di organi e schiavitù sessuale.-
Il cuore di Dean smise di battere in quel momento, sentiva i conati di vomito salire, ed era certo di essere sull'orlo del collasso.
E sarebbe svenuto quasi certamente se Jody  non lo avesse afferrato saldamente per le spalle.
Da quel momento poteva ricostruire da solo... funzionava come una qualunque tratta. Le organizzazioni criminali mandavano una sorta di selezionatore, quasi certamente quella ragazza, Ruby, a cercare vittime proponendo loro lavori ben pagati, vitto e alloggio nei paesi occidentali, una sorta di '' terra promessa'', procuravano alle vittime dei documenti fasulli e appena arrivati... per quei poveri diavoli iniziava un calvario senza fine.
- E' più economico...- fece Dean allentandosi la cravatta cercando di respirare - se te la prendi con qualcuno che già è arrivato per conto suo.... i costi di trasporto e quelli per i documenti sono un bel risparmio....-
Intorno all'aereoporto giravano dei selezionatori... quella Ruby doveva essersi avvicinata a Sam e Brady, un paio di moine, due paroline dolci... non gli era difficile credere che potessero essersi fidati di una bella ragazza, ma quello che non riusciva a credere era che suo fratello fosse finito in un simile inferno.
Avrebbe venduto l'anima al diavolo, cento, mille, diecimila volte se questo gli avesse garantito che poi il suo fratellino sarebbe stato al sicuro.
- C'è altro?- fece Dean.
-  Abbiamo circa  quattro giorni, massimo cinque,  dal momento del rapimento.- fece Bobby.
Dean si alzò di scatto - Ok, io vado a Londra e me lo riprendo.- fece guadagnando l'uscita.
- Dean, aspetta. Cerca di ragionare....- fece Bobby - Non puoi andare a Londra a sventolare il distintivo.-
- No, quello che non posso è permettere che facciano del male a Sam, che lo svendano pezzo per pezzo o che so io... non posso e soprattutto non voglio che se ne occupi un poliziotto che tutto quello che sa fare è rassicurarmi e intanto magari....- fece Dean sull'orlo di una crisi di nervi.
- Ehy.- fece Jody prendendolo per le spalle - Calmati. Respira....-
- Io non ti ho detto di startene buono ad aspettare.- fece Bobby - ma in un simile contesto la forza e la caparbietà sono inutili senza la diplomazia.-
- E quindi?-
- E quindi.... dovrai chiedere alla diplomazia un piccolo favore.-
...
...
...
Il piccolo favore da chiedere era infatti una cortesia che solo Castiel poteva. Infatti, l'avvocato con gli occhi azzurri che faceva sbavare le sue colleghe ( e anche i colleghi) veniva da una famiglia ricca e benestante e di conseguenza conosceva molte persone di rilievo.
Mentre Dean era sulla strada per l'aereoporto telefonò all'amico per raccontargli tutto e chiedergli di intercedere per lui.
'' Ce l'hai ancora quell'amica in Inghilterra che lavora per l'ambasciata americana?''
'' Ovvio''
'' Ottimo. Chiamala e raccontale tutto, e dille di mettersi in contatto con Scotland Yard, di riferire che è una cosa grossa. Se riesco ad avere un pista appena arrivo risparmio tempo''
Castiel aveva accettato, ma nulla avrebbe preparato Dean a quello che sarebbe successo sull'aereo.
Di solito, nelle rare occasioni in cui si faceva convincere a salire su quelle trappole traballanti che lo portavano a stare 3000 metri d'altezza, cercava di ignorare la morsa allo stomaco canticchiando le canzoni dei Metallica per rilassarsi.... ma non era quello a fargli paura in quel momento. In quel momento voleva solo avere la certezza di riavere indietro Sammy.
Nemmeno fare da cuscino per il tizio che si era addormentato di fianco a lui ed essere preso a calci dal marmocchio che sedeva dietro di lui  e sopportare il pianto isterico di un neonato era così male.... ad un certo punto, un'hostess lo scosse dai suoi pensieri e gli disse che poteva trasferirsi in prima classe.
Dean era scioccato ma non si fece troppe domande.... in fin dei conti, aveva bisogno di pensare, ed un posto più tranquillo della turistica non poteva che aiutarlo.... ma non si sarebbe mai aspettato di trovarci Castiel.
- E tu che ci fai qui...?- fece Dean.
- Mi pare ovvio. Vengo con te.- fece Castiel invitandolo a sedersi per poi chiedere ad un'hostess - ci porta due caffè, per favore?-
Dean si sedette - Cass... apprezzo il tuo interessamento, ma devi stare fuori da questa storia ok? Non gioco in casa, non posso avere rinforzi o collaboratori a Londra...-
- Ecco perchè io non ti mollo.- fece Castiel - Come hai appena detto, andiamo in un posto in cui non hai alcuna giuridisdizione, e conoscendoti... ma soprattutto capendo i tuoi motivi... andrai a cacciarti in un mare di guai. Ti servirà un avvocato. E Anna ci coprirà con il consolato.-
- Scusa, ma tu tra un paio di giorni non hai un processo che...-
- Che vada a farsi fottere.- fece Castiel guadagnandosi un'occhiata di sottecchi da Dean e dal passaggero che sedeva nella fila attigua alla loro, entrambi poco abituati a sentire Castiel esprimersi in quel modo.
Il primo perchè da come conosceva Cass lo aveva più volte definito un '' chirichetto'' e '' angioletto'', l'altro perchè non era abituato a sentire gente del suo stesso ''rango'' esprimersi così.
- Di occasioni per fare carriera, sai quante ce ne sono? Tante, e non sono nemmeno certo di volerle.- fece Castiel - ma di famiglia ce n'è una sola. Tu e Sam siete la mia famiglia, e non ho intenzione di perdervi.
Io vengo con te.-
...
...
...
Cas e Dean arrivarono a Londra dopo un volo di almeno dodici ore, all'aereoporto di Heatrow.
Da lì presero un taxi che li portò alla sede londinese di Scotland Yard.
Appena entrati, Dean stoppò un agente per farsi dire chi era che comandava. Il poliziotto li spedì nell'ufficio dell'ispettore capo Victor Henrickesen. Un uomo alto, sui quarant'anni, pelato, barba, dalla pelle scusa e vestito elegantemente.
Appena entrato, Dean tirò fuori il distintivo.
- Oh... Detective Winchester...- fece Victor - Lei dev'essere l'avvocato Novak invece...-
- Ora che abbiamo finito con i salamecchi inutili, potrebbe darmi un 411 sull'indagine che le abbiamo segnalato?- fece Dean.
- Ah, si...- fece Victor - Beh, signori, non c'è molto da dire. Anzi, penso che non ci sia proprio nulla.-
- Cosa vorrebbe dire?- fece l'avvocato Novak.
- Subito dopo essere stato contattato dal funzionario diplomatico Anna Milton ho subito mandato una pattuglia all'indirizzo che mi avete dato.- fece l'ispettore - quando sono arrivati, sembrava che ci fosse appena stata una festa.
I vicini inoltre, si sono lamentati con i miei agenti per disturbo della quiete pubblica.- nel dir così mostrò a Dean e Castiel le foto scattate al soggiorno. Vasi, tavolino da caffè, poltrone, due trolley da viaggio erano rovescati per terra.
C'erano anche due birre rovesciate per terra e qualche sacchetto di patatine e pop-corn.
- Lo stereo era al massimo volume.- fece Victor - fa pensare tutto ad un pomeriggio di ragazzi che fanno baldoria, francamente non mi pare che ci siano gli estremi per...-
- No, mi ascolti.- fece Dean - Uno dei ragazzi che era in quella casa, è mio fratello minore.- fece Dean prendendo il portafoglio per tirar fuori una foto che ritraeva lui e Sammy ad un tavolo della catena di ristoranti Biggerson - erano appena arrivati a Londra... la casa è del cugino di un amico di mio fratello...
Quando mio fratello si è accorto che c'era qualcosa che non andava mi ha chiamato al cellulare e mi ha descritto la situazione in tempo reale.-
- Va bene...- fece il poliziotto - dove possiamo trovare il vero padrone di casa? Vorrei fargli qualche domanda.-
- In Spagna.-
Victor Henrickesen sgranò gli occhi - Mi faccia capire... lei ha mandato suo fratello, da solo, all'estero... senza assicurarsi la supervisione di un adulto? Ma che razza di tutore legale è?-
Dean fece per dirgliene quattro, quando si bloccò. In fin dei conti, c'era del vero in quello che aveva detto quel tizio.
Avrebbe dovuto chiamare i genitori di Brady , per chiedere loro che tipo era il nipote, dato  che '' i ragazzi sarebbero stati da lui'', avrebbe potuto salvare il fratello già diversi mesi prima, si, forse lo avrebbe deluso, forse Sam gli avrebbe tenuto il broncio per una settimana, un mese... ma almeno sarebbe stato a casa, al sicuro, e non avrebbe rischiato di finire fatto a pezzi.
Perciò non preferì parola.
Castiel però aveva molto da dire - Il detective Winchester sapeva che il fratello sarebbe stato sotto la supervisione di un adulto per il suo soggiorno a Londra. Non poteva immaginare che l'amico del fratello si fosse inventato tutto di sana pianta per convincere Sam a seguirlo.
Lo ha saputo solo perchè il fratello glielo ha raccontato al telefono poco prima del fattaccio.-
- Ho capito tutto.- fece l'ispettore - Detective Winchester, non si deve assolutamente preoccupare.-
Dean lo guardò sorridente - Quindi ci aiuterete?-
- Non c'è nessun caso, nessuno rapimento.- fece il poliziotto  con una risata- Probabilmente suo fratello ha temuto che si arrabbiasse per la bugia detta, così ha inscenato il rapimento per evitare la giusta ramanzina.-
- Cosa....?- fece Dean che non riusciva a credere alle sue orecchie. Guardò Castiel, nella speranza che gli dicesse che aveva capito male, che probabilmente si era scolato qualche birra e non se lo ricordava e che quindi capiva fischi per fiaschi... ma l'espressione basita e allo stesso tempo scandalizzata del suo amico non lasciava spazio per equivoci.
- Suvvia, non mi guardi così.- fece l'ispettore - Sono ragazzi. Si divertono così, e quando capiscono di aver esagerato le provano tutte per pararsi il culo.
- No, lei non ha capito.- fece Dean - Mio fratello è stato rapito.-
- Non è certo difficile mettere a soqquadro una casa, e con l'aiuto di un amico... si fidi, tra qualche giorno la chiamerà, le dirà che i '' rapitori lo hanno liberato''...-
Dean si alzò di scatto.
Sentiva che se non se ne andava in fretta da quell'ufficio avrebbe rotto qualcosa. Tipo la testa di quell'ispettore Gadget.
Non si meravigliava affatto che Scotland Yard non fosse mai riuscita a scoprire chi si nascondesse sotto l'identità di '' Jack The Ripper'', se i poliziotti inglesi erano tutti così....
Corse fino alla macchinetta del caffè, con Castiel alle calcagna.
- Dean...- fece l'avvocato che non sapeva da dove iniziare. Aveva contattato Anna, dandole tutti i particolari, perchè la polizia inglese iniziasse già le ricerche ed avere già un solido appiglio...
Invece niente. Quel caso per loro non esisteva. Era solo una bravata di due ragazzi che vistosi scoperti, avevano montato un sequestro per evitare la sgridata ed una punizione una volta riportati a casa.
- Dean, mi dispiace...- fece Cas - pensavo... pensavo che...-
- Non è colpa tua...- fece Dean - L'ho sempre detto io... se vuoi una cosa fatta bene, è sempre meglio pensarci da solo... Sammy mi ha dato l'indirizzo prima di partire... inizierò da lì.-
...
...
...
- Scusi...- s'intromise una ragazza bellissima, di circa ventitre anni, alta, snella, occhi verdi paragonabili e a scheggie di giada, capelli castani, lasciati morbidi sulle spale.
Indossava un elegante tailleur blu.
- Mi scusi, ma non ho potuto fare a meno di ascoltare...- fece la giovane - Sono il vice ispettore Bela Talbot. L'ho sentita parlare con il capo a proposito di un caso di rapimento... giusto?-
Dean annuì - Sì. Mio fratello ed un suo amico sono stati marcati da una selezionatrice all'aereoporto... sono in pericolo, e non abbiamo molto tempo, ma quell'idiota pensa che si tratti solo di una montatura di due ragazzini spiritosi.-
Bela sorrise sarcastica - Come ha fatto quell'uomo a diventare ispettore è un mistero paragonabile ai cerchi nel grano... ascolti, anch'io penso che le cose non siano facili come quello...- fece la donna indicando con lo sguardo l'ufficio del suo superiore - ritiene. Penso che lei abbia ragione, che la faccenda vada approfondita.-
- Quindi ci aiuterà?- fece Castiel speranzoso.
- Ovvio.- fece Bela sorridendo.
Dean giunse le mani, come se stesse pregando, prima di dire  - Grazie.-
- Si figuri. Tra colleghi...-  sorrise la donna.
...
...
...
Nel frattempo, Sam si trovava in una casa.... o in uno stabilimento abbandonato, non lo sapeva con precisione.... ma sapeva che quel posto puzzava di chiuso, di sudore e sangue rappreso. Non che la cosa lo toccasse più di tanto.
Si sentiva fiacco, debole e stanco, e gli sembrava di dover vomitare anche gli occhi.... si sentiva come quando un compagno di scuola lo aveva convinto a farsi un tiro di sigaretta.... era stato malissimo, ed aveva giurato che non avrebbe più toccato schifezze simili in vita sua.
Tentò comunque mettere a fuoco la vista, per capire dov'era e magari capire se c'era una via di fuga.
Anche se dubitava di riuscirci... sentiva il freddo del metallo delle manette attorno ai polsi... e le sbarre.
Erano stati ingabbiati.
Quando finalmente si riprese un po' vide Brady  ammanettato e seduto vicino a lui.
- Moriremo... vero?- chiese Brady con la voce che tremava e l'impressione di non star troppo bene,
- Non dirlo nemmeno per scherzo.- fece Sam - Se ci volevano uccidere, eravamo già morti... ti pare?- cercava di essere ottimista, di dare una speranza all'amico nel tentativo di proteggerlo contro l'angoscia e di proteggere anche sè stesso magari...
Però i fatti erano chiari: era stata quella Ruby a '' venderli'', per chissà quale ragione, ma di certo non era un sequestro a fini di estorsione... anche se fosse stato così, presto avrebbero capito che ne Sam ne Brady venivano da famiglie ricche, quindi li avrebbero uccisi visto che erano inutili.
E poi.... c'erano un sacco di altri motivi per cui dei perfetti estranei venivano fatti sparire così nel nulla... ma gli veniva da vomitare al solo pensiero.
- E' colpa mia, perdonami...- fece Brady singhiozzando - non dovevo mentire e trascinare anche te in questo guaio...-
Sam si guardò intorno. C'erano altre gabbie piene di uomini, donne, ragazzi.... alcuni stavano in silenzio come già rassegnati, altri piangevano.
Si rivolse ad uno di loro.
- Ehy.- fece Sam.
- Sai dove siamo?-
- Da qualche parte alla periferia di Londra.-
Sam fece per chiedere altro ma vedendo il tremore di Brady provò a calmarlo.
-Mio fratello mi starà già cercando. Ci troverà, vedrai.-
- Non ci riuscirà. Siamo in mezzo al nulla, chissà dove.... cazzo. Io sono morto, tu sei morto, il tuo amico è morto. Tutti siamo morti.- fece l'uomo nell'altra gabbia.
Il pianto, la paura e la disperazione nella stanza aumentarono. Divennero così forti e palesi da poterli tagliare con un coltello.
- Non sei un gran negoziatore vero?-
- Dico solo la verità.- fece il tizio - anche se non mi piace.-
Sam notò che in tutte le gabbie c'erano ciotole con avanzi di cibo. Nella loro c'era del pane ed un paio di mele.
Perciò disse ad alta voce -Per favore, ascoltatemi. Ci portano da mangiare. Si prendono cura di noi. Non so ancora perchè siamo qui e cosa vogliono da noi... ma dobbiamo avere fiducia. Mio fratello è un agente di polizia, e prima di finire qui eravamo al telefono. In questo momento ci starà cercando. Dobbiamo solo resistere fino ad allora.-
Le sue parole calmarono un po' i prigionieri che però iniziarono ad urlare e piangere quando entrò entrò un uomo cheaprì la gabbia dei due ragazzi,  tolse le manette a Brady e lo costrinse ad alzarsi.
- Oddio... che vuoi fare... Sam aiuto, per favore!!!!- strillava mentre veniva portato via.
Sam cercò di fermare il loro aguzzino facendogli uno sgambetto, e lo costrinse a mollare la presa su Brady.
- Va via, presto!-
- Ma Sam...-
- FA COME TI HO DETTO, SCAPPA, VA A CERCARE AIUTO!-
Brady obbedì e corse via.
L'uomo usò un cellulare per dire qualcosa in una lingua che il più giovane dei Winchester non conosceva, prima di tirar fuori una siringa dalla tasca.
- Hai bisogno di una bella camomilla moccioso.-
Sam provò ad allontanarlo scalciando, ma non potè impedire che l'ago gli si piantasse nel collo.
- Shhh...- fece l'uomo con voce suadente - Rilassati.... lasciati andare.-
Sam provò a combattere la droga che ormai scorreva dentro di lui, ma fu tutto inutile.
A poco a poco, il buio lo ingoiò.
'' Dean... aiutami. Ti prego.''
   
 
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