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Autore: Keinzo    02/04/2019    0 recensioni
“Hanno cominciato senza di me.”
Questa frase cambiò per sempre la mia vita e questo momento, dal quale giovane Mozart fuggiva stizzito, segnò il mio destino. Era Lui.
Quei occhi chiari e sorriso pazzerello sul viso così giovane potevano dare impressione di un bambino viziato, ma non di un genio insuperabile della musica.
Tornai quasi subito nella sala, assistendo a Lui, che dirigeva la Musica. E solo Dio sa, quanto era sublime e perfetta quella musica. Ogni nota aveva il suo posto, ogni strumento si susseguiva in modo ideale e se la serenata non aveva quella struttura, se mancava anche un solo piccolo dettaglio, crollava tutto.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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PROLOGO


 "Per Dio tutti gli uomini sono uguali," un giovane sacerdote seguì con lo sguardo perplesso il mutamento dell'espressione scettica dell'anziano Antonio Salieri "Si confessi, figliolo..."

 "Oh, non mi parli di Dio! Dio non offre la sua misericordia e doni a tutti!" compositore amareggiato, fece scorrere le proprie dita sui tasti del clavicembalo, spezzando il silenzio polveroso della stanza con una leggera e goiosa melodia "Ha detto che ha avuto l'occasione di studiare un pò di musica da giovane. Riconosce questa?"

Dopo una lunga pausa riempita solo dallo scorrere delle note, sacerdote mosse la testa in segno negativo. Sopracciglia bianche di Salieri si sono innalzate, ma il vecchio quasi subito riprese questa volta con un'altra melodia.

 "E questa? Questa deve saperla per forza!"

Il prete rimase senza parole per qualche minuto e con un'espressione di rimorso alla fine decise di ammettere che non riconosceva neanche quella. Questa risposta provocò in Salieri un infinità di emozioni impercettibili che si interusserò con la luce fantomatica che illuminò il viso del vecchio compositore.

Cost'ultimo si girò di nuovo verso lo strumento, questa volta riprendendo con una melodia un pò diversa. Si trattava di una canzoncina ampiamente conosciuta, Eine kleine Nachtmusik, e ai suoi primi accenni il viso del sacerdote finalmente si schiari dai pensieri perplessi.

 "Oh, questa la conosco! E' assolutamente sublime, non avevo idea che fossi sua..."

Salieri si fermò, guardando il prete. Le sue labbra erano incurvate come in una espressione giocosa, ma gli occhi di questo vecchio pazzo suggerivano che nel suo cuore si stava per scatenare una bufera.

 "Infatti, non mi appartiene. Questo era Mozart," dopo questa dichiarazione susseguì una lunga e amara pausa "Wolfgang Amadeus Mozart."

***

Partecipavo ad un pranzo nella corte del principe arcivescovo di Salisburgo. Sapevo che lo avrei trovato lì, nascosto tra le persone a contemplare il proprio genio. Sapevo della sua esistenza forse ancor prima di cominciare a camminare e già a quei tempi lo invidiavo. Non ho mai avuto la fortuna di avere il padre, che accontentasse la mia passione per la musica. Non ho mai avuto l'occasione di imparare a suonare contemporaneamente mentre imparavo a camminare. Non ho mai avuto l'occasione di suonare d'avanti ad un pubblico mentre ero ancora un giovinotto, ma nonostante tutto mi trovavo qui in attesa di entrare in contatto con il genio.

Mi consideravo ai suoi livelli, se non più alti dei suoi, ma lo ammiravo lo stesso. La sua musica lo precedeva e non potevo fare altro che pensare a come sarà Lui. Se sarà imponente, alto o basso, con una parrucca bianca incipriata di gesso o una castana. Se sembrerà più giovane della sua età o più anziano, se sarà appassionato di qualche altra materia tranne la musica...

E mentre io ero lì, perso tra le stanze della residenza, sbirciando dietro le porte attraverso le quali sfrecciava la servitù e vagheggiando tra i miei pensieri, lo vidi.

Anzi, prima di vederlo lo sentì. Sentì questa risata acuta e irritante, simile a quella di uno isterico rinchiuso in gabbia e mi rifiutavo quasi di crederci...No, no, no, non poteva essere quello Mozart. Non poteva essere quel ragazzino basso, con il colletto storto e parrucca rovinata che amoreggiava in modo volgare con una ragazza qualunque dietro le porte della cucina.

A primo impatto mi convinsi che stavo sbagliando. Per la mia mente era inconcepibile accettare il fatto che un tale essere esagitato e volgare era degno dell'ispirazione divina.

Ma in meno di un secondo la situazione cambiò...

Nelle stanze piene di ospiti della corte di arcivescovo risuonò la dolce melodia della serenata Gran Partita. E il rozzo giovane che un secondo fa si perdeva tra le grazie di una signorina si trasformò.

“Hanno cominciato senza di me.”

Questa frase cambiò per sempre la mia vita e questo momento, dal quale giovane Mozart fuggiva stizzito, segnò il mio destino. Era Lui.

Quei occhi chiari e sorriso pazzerello sul viso così giovane potevano dare impressione di un bambino viziato, ma non di un genio insuperabile della musica.

Tornai quasi subito nella sala, assistendo a Lui, che dirigeva la Musica. E solo Dio sa, quanto era sublime e perfetta quella musica. Ogni nota aveva il suo posto, ogni strumento si susseguiva in modo ideale e se la serenata non aveva quella struttura, se mancava anche un solo piccolo dettaglio, crollava tutto.

   
 
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