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Autore: Lady Brandon    02/04/2019    1 recensioni
Appena terminata la guerra magica forse c'è ancora l'opportunità di salvare qualcuno e dargli la possibilità di vivere un'altra vita e veder sbocciare un altro amore anche se trovare la serenità non sarà semplice..
Questa storia è già stata pubblicata su Wattpad, la pubblicazione su EFP vedrà alcuni capitoli raggruppati.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Furono quarantotto ore lunghissime, Hermione davanti a Severus fingeva una tranquilità che in realtà non provava, lui invece era completamente apatico, si limitava a rispondere a monosillabi ma doveva ammettere che almeno si sentiva meglio e la ferita aveva smesso di sanguinare.
La mattina del terzo  giorno finalmente Gregor tornò, si presentò in camera serio ma calmo, prese una sedia e si accomodò di fianco al letto, Hermione rimase in piedi sul lato opposto.
"Allora" si schiarì la voce: "Ho parlato coi colleghi francesi e fatto qualche ricerca. Il veleno del serpente era senza dubbio vettore di una maledizione oscura, in pratica se il malcapitato non moriva per il morso sarebbe stata la maledizione a mandarlo al creatore".
Severus lo fulminò con lo sguardo: "Visto che il malcapitato in questione sono io la pregherei di arrivare al punto".
"Certo, mi scusi, ora ci arrivo" si allargò il colletto: "Lei è vittima di un animus deprecatio. Un'antica maledizione celtica senza ritorno".
"Senza ritorno" ripeté la strega sconvolta.
Severus la guardò prima di tornare con gli occhi su Gregor e sentenziare: "Non si torna più indietro, non c'è rimedio, si muore".
Hermione sbiancò e si mise sul letto accanto a lui che le prese la mano.
Gregor si strofinò gli occhi: "Lei è aggiornato? Nel senso, conosce l'evoluzione degli studi su queste magie oscure?".
"In realtà no" rispose secco.
"Sono incantesimi antichi e complessi, molto rari fortunatamente ma non dimenticati, soprattutto dagli studiosi che li analizzano per comprenderli ed annullarli. Questo ammetto che è particolarmente subdolo, degno di Voldemort".
"Spiegati meglio" disse Hermione.
"In pratica è la vittima stessa a rendere potente la maledizione, infatti questa si alimenta con la paura" spiegò il medimago.
"Se ho ben capito mi sta dicendo che ogni volta che ero preda delle mie paure la maledizione mi colpiva nuovamente?" Chiese Severus.
"Sì,  ogni volta che la sua anima cede a sentimenti negativi la maledizione si alimenta e la colpisce di nuovo".
"Possibile che non ci sia una contromaledizione" Hermione si torceva nervosamente le mani.
"No" Gregor increspò le labbra  leggendo il tormento negli occhi dell'amica: "Ma una cosa per renderla molto meno offensiva, neutralizzarla quasi si potrebbe tentare".
"Tenterò  tutto il possibile" disse Severus  incatenando i suoi occhi a quelli della donna che amava, non sopportava di vederla così a causa sua, avrebbe fatto l'impossibile per vivere, per lei.
"Intanto devo preparare del bezoar e potenziarlo con una goccia di Felix felicis e una goccia di sangue di unicorno. Poi tre maghi legati indissolubilmente a lei devono scagliarle un animus salus...e il gioco è fatto" fece una smorfia divertente.
Gli occhi di Hermione si illuminarono e sorrise.
"Dottore. Non dimentichiamo che farlo non è come dirlo" Severus aveva il suo tono strascicato.
Gregor sospirò alzandosi: "Bhe si...purtroppo il sangue di unicorno non è facilmente reperibile".
"E l'animus salus  richiede tanta di quella energia magica da rendere chi lo pratica incapace di praticare incantesimi per mesi, forse anni" disse lapidario Severus. 

Quella sera Hermione non trovò Severus in camera, si diresse con calma verso l'unico luogo dove poteva essere, voleva dargli un po' di tempo immaginava quanto fosse preoccupato, in balìa dei suoi demoni che nel suo caso erano particolarmente pericolosi.
Salì le scale che conducevano alla torre di astronomia e lo trovò lì che fissava la foresta sottostante illuminata solo dalla luna.
Lo raggiunse, in silenzio e rimase accanto a lui, si tirò le maniche del maglione fin sulle mani per ripararsi dal freddo.
Severus che fino a quel momento pareva non averla notata se la tirò vicino e abbracciandola da dietro la avvolse nel mantello.
Lei appoggiò la testa sul suo petto beandosi in quel tepore e godendo del suo abbraccio, desiderò che quel momento non finisse mai, loro due soli con due mondi alle spalle ma pronti a librarsi nell'universo forti dell'amore che li univa.
"Hermione mi dispiace, avrei voluto renderti felice invece non ne sono capace" la voce gli tremava.
Lei si voltò e lo abbracciò, le piaceva ascoltare il suo cuore, aspirare il suo odore che ricordava vagamente la menta: "Tu mi rendi felice, ogni giorno. Vedrai si sistemerà tutto".
La strinse più forte, il viso affondato nei suoi capelli: "Siete dei ragazzini, non sapete a cosa andate incontro,  non posso permettervi di praticare un incantesimo così pericoloso. Tu e Gregor rischiate di perdere tutta la vostra energia magica".
La strega ispirò, salda nel suo abbraccio: "L'animus salus lo faremo io, Harry e Priscilla. Gregor si sta occupando della pozione e della formula corretta dell'incantesimo".
Lui tentò di allontanarla: "No. Non acconsentirò mai".
Lei lo guardava serena: "È già tutto deciso. Noi vogliamo farlo, non abbiamo paura, lo facciamo perché ti vogliamo bene".
Severus sbarrò gli occhi, era una cosa nuova per lui, nella sua vita era sempre stato odiato, temuto, malvisto non avrebbe mai creduto possibile che tre persone fossero pronte a rischiare tanto per lui, fra l'altro tre persone a cui per motivi diversi aveva fatto del male. Questa era davvero un'altra vita, forse aveva ragione Hermione e sarebbe andato tutto bene. Le prese il viso fra le mani e la baciò con foga, quando si staccò da lei aveva il respiro affannato mentre le diceva: "Mai nessuno aveva fatto tanto per me. Ragionevolmente non dovrei permettervelo ma... mi fido di voi. Voglio vivere, voglio te".
"Per una volta da retta al tuo cuore, andrà tutto bene" gli sorrise "Anch'io voglio te" lo guardava e lo amava.
Restava solo la maledizione a frapporsi fra loro e la felicità.

  
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