Serie TV > Black Sails
Segui la storia  |       
Autore: StregaDAutunno    02/04/2019    1 recensioni
"Ti sei unito alla ciurma della Walrus John Silver, siamo pirati, siamo fratelli, e se ce lo permetterai ti prometto che non ti lasceremo combattere da solo, mai più."
1715, ex colonia britannica di Nassau.
John Silver si unisce alla ciurma della Walrus, nave pirata guidata dal misterioso capitano James Flint.
Le parole pronunciate dal medico di bordo Leni Morgan seppur sincere si scontrano con la realtà dei fatti, in una trama fitta di segreti e tradimenti, e risvolti che neppure lei dopo tanti anni a Nassau poteva prevedere.
La salvezza forse risiede in un consiglio che lei stessa ha dato al nuovo arrivato: "Qui contano solo due cose. Rispetto e lealtà. Concedile alle persone giuste e loro le concederanno a te."
Storia ispirata alla serie Black Sails.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Billy Bones, James Flint, John Silver, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Miranda non era mai stata sulla Walrus. 
Flint aveva tenuto separate le sue due nature, quella del pirata e quella del gentiluomo inglese, e ora, dopo 10 anni, esse erano destinate a intrecciarsi.
La donna non aveva ancora parlato, aveva lasciato che fosse Jack Rackham a raccontare.
"Da quando siete partiti la situazione è drasticamente cambiata a Nassau." stava dicendo.
Nella sua cabina Flint sedeva alla scrivania, come un re sul trono.
Dietro di lui Gates, accanto a lui vicino al muro Billy, Leni e John.
Di fronte a lui Charles Vane, seduto su una sedia, e Rackham, in piedi. 
In un angolo, guardinga, c'era Annie Bonny.
Miranda era seduta sulla panca appesa al soffitto che fungeva da tavolo e da letto.
"E purtroppo è cambiata in peggio." continuò, e li aggiornò sugli ultimi avvenimenti.
Alla fine del racconto Flint commentò: "Quindi Hornigold è una delle autorità a Nassau e il tesoro è al sicuro nel suo forte, e un governatore sta per giungere sull'isola."
"Esatto. Woodes Rogers, così si chiama. Pare sia piuttosto famoso, ha scritto un libro se non sbaglio. Il suo intento è quello di debellare ogni traffico illegale e combattere ogni forma di pirateria per rendere Nassau una colonia civile e libera da ogni indecenza."
Siamo una razza che sta per estinguersi, verranno a sterminarci, la voce di Dufresne rimbombò nella testa di Flint.
"Inoltre al suo arrivo cominceranno a concedere l'amnistia a chiunque sia intenzionato a cambiare vita." 
"E Eleonor ha pensato bene di andare a Charleston per incontrarlo e fare un patto col diavolo." sibilò Flint.
"Come ti ho detto non ha avuto molta scelta. Il tesoro ormai è a Nassau, e se vuole disporne deve fare qualche sacrificio. Almeno ci ha mandati ad avvisarvi."
"E io cosa diamine dovrei farci, col suo avvertimento?" Flint si alzò di scatto e battè un pugno sulla scrivania, infuriato.
"Scappare il più lontano possibile da Nassau, ecco cosa dovrai fare, così come faremo noi." rispose Charles "Non ti concederanno mai un perdono, anche se alla tua amica hanno promesso il contrario." disse sarcastico guardando Miranda "Hornigold ti farà uccidere non appena metterai piede a Nassau, Eleonor ci ha mandati per risparmiarti l'orribile fine che quel vecchio stronzo ha già riservato agli uomini della Diamond. Ha detto che te lo doveva in fondo."
Una soluzione, doveva trovare una soluzione a quel pasticcio, questo si ripeteva Flint nella sua testa, ma in quel momento vedeva solo un ingarbugliato insieme di pensieri, di furia e di delusione.
Si limitò ad annuire: "Ne discuteremo a mente fredda. Ora per favore, lasciateci soli." disse, e posò gli occhi su Miranda.
"Posso restare?" chiese Leni, intuendo di cosa avrebbero parlato.
"Avrai modo di chiarire con lei più tardi ma ora ti prego, lasciaci." rispose Flint, e Leni non obiettò.
 
 
"Ogni volta che risolviamo un problema se ne presenta un altro più grande, che scalogna." commentò Gates una volta tornati sul ponte.
"Come reagiranno gli uomini?" chiese John comprensibilmente preoccupato.
Hal scosse la testa: "Non la prenderanno bene, questo è sicuro. E una volta saputa la verità dovranno fare una scelta difficile."
"Scegliere cosa?" chiese John.
"Se accettare o meno l'amnistia, per esempio." intervenne Rackham "In molti a Nassau hanno già dichiarato di essere favorevoli a questa proposta."
"E coloro che non accetteranno un perdono?"
"Si uniranno ad altri equipaggi, se ne formeranno di nuovi, e salperanno verso lidi più sicuri, come Tortuga o Ocracoke." rispose Rackham "Noi ad esempio è lì che andremo."
Gates scoppiò a ridere: "Grande idea! Sono sicuro che Barbanera vi accoglierà a braccia aperte dopo lo scherzetto che gli avete fatto anni addietro!" 
"È stato molto tempo fa, gli sarà passata ormai." sbuffò Charles.
"A chi? A Edward Teach?" Gates rise più forte "Ammiro la tua sicurezza ragazzo." 
"Dovreste considerare anche voi questa possibilità." continuò Charles, guardò Billy e Leni "Ho perso il conto di quante volte vi ho chiesto di unirvi a noi, e ho sempre compreso le vostre perplessità a riguardo, ma forse adesso siete più bendisposti a cambiare scenario."
"Non ti vergogni a corteggiarli in maniera così spudorata, qui, sulla Walrus?" ridacchiò Gates.
Charles gli mise una mano sulla spalla: "L'offerta è valida anche per te, vecchio lupo di mare. Sai che poche persone godono della mia stima, e voi siete tra queste. Coraggiosi, leali, dei pirati veri e propri. Sarei onorato di avervi sulla Ranger."
Leni gli sorrise: "Ti ringrazio per la stima Charles ma per ora non intendo prendere nessuna decisione, cerchiamo di risolvere una cosa alla volta, sai come si dice, se metti troppa carne al fuoco alla fine si brucia tutto." e si allontanò per scendere sotto coperta.
Gates e John tornarono le loro mansioni, Charles approfittò di quel momento per parlare a quattr'occhi con Billy.
"Dovresti parlare alla tua donna, falle capire che la mia è un'ottima proposta."
"Dai per scontato che io pensi che lo sia." gli rispose Billy.
Charles lo guardò dritto negli occhi: "Ho visto la tua espressione poco fa, l'hai considerata."
"Considerare non vuol dire accettare Charles."
"No, certo, ma se l'hai presa in considerazione vuol dire che forse l'idea di mollare Flint non ti dispiace così tanto. Ho indovinato, vero?" lo stuzzicò "Non so cosa tu pensi di lui, io credo che sia un miracolo che non siate già tutti morti a causa sua."
Billy distolse lo sguardo, e Vane comprese che aveva centrato in pieno i dubbi del nostromo della Walrus, e allora sorrise soddisfatto.
"Parlane con Leni e fammi sapere, noi non ripartiremo prima di domani con la giusta marea." gli disse prima di allontanarsi.
Billy scosse e la testa, si girò per tornare al lavoro e si trovò davanti Gates.
"Gesù Hal mi hai fatto prendere un colpo!" sussultò.
"Non dare retta a Charles Vane."
Billy gli sorrise: "Non sto pensando di lasciare la Walrus."
"Non raccontarmi stronzate, certo che lo hai pensato. E non hai tutti i torti."
Bones lo guardò stupito.
"Vuoi il mio consiglio? Te lo do anche se non me lo chiedi. Tu e Leni dovete andare a Nassau, accettate quel maledetto perdono e andarvene." gli disse Gates.
"Hal ma cosa stai dicendo..."
"Con l'amnistia il vostro nome sarà pulito e potrete andare dove volete." continuò Hal "Sono serio Billy. Siete giovani, potete costruire una vita insieme, è la vostra occasione." 
"È quello che farai tu?" gli chiese Billy.
Gates gli regalò un caldo sorriso: "Navigo da quando avevo 13 anni Billy, non conosco altra vita se non questa. Più di 40 anni per mare, ci credi? È tardi per me. Mi godrò un meritato riposo tra qualche anno, a Tortuga o a Haiti, sperperando i miei risparmi in birra e con qualche bella ragazza mulatta. Ma tu e Leni meritate di più di questa vita incerta e sanguinosa. Riflettici bene figliolo." gli batté una pacca sulla spalla mentre si congedava.
Gates spesso gli ricordava suo padre, ma mai in modo così vivido come in quel momento, e Billy sentì come un tuffo al cuore.
 
 
 
Nella cabina del capitano Miranda Barlow cercava in silenzio le parole da proferire, ma fu Flint a parlare per primo.
Si appoggiò alla scrivania, incrociò le braccia sul petto e la guardò: "Quando ho letto la lettera ho sperato che fosse un falso, che ti avessero costretta a scriverla. Ci ho voluto credere fino all'ultimo. Ci conosciamo da tanto tempo io e te, vero Miranda?"
"Piu di 10 anni." mormorò lei.
"Esatto. E quando conosciuto te e Thomas anni fa, ecco, non ho provato per nessuno ciò che ho provato per voi."
"Per lui, James."
"Per voi." insistette Flint "Non dubitare dei miei sentimenti, tu sei stata importante quanto lui."
"Quasi quanto lui." replicò lei, ma lo fece sorridendo "Ci siamo amati molto, noi tre, ma sapevo che tu e Thomas stavate condividendo qualcosa di speciale. A Nassau ho compreso che non avrei mai potuto eguagliare mio marito nel tuo cuore. Ci ho provato, sono stata la tua amante appassionata e un'amica con cui confidarti, ma non era abbastanza."
Flint abbassò lo sguardo: "Ero io a non volermi accontentare in realtà. Non era mia intenzione farti sentire così. Se ti hanno ingannata in fondo è anche colpa mia."
"No, sono stata cieca e ingenua, e non incolpo altri se non me stessa per questo. Ti chiedo scusa James. Avevi ragione, tu non hai nulla per cui chiedere perdono." disse Miranda "Non so come affronterai questa nuova minaccia ma io sarò al tuo fianco, se mi vorrai."
Flint le sorrise, si avvicinò a lei e la strinse, le baciò la fronte.
In quel momento sentirono bussare, Leni entrò senza aspettare il permesso per farlo.
"Interrompo qualcosa?" chiese ironica.
"Ti avevo detto di aspettare..." le disse Flint staccandosi da Miranda.
"È nel mio diritto parlare con lei. E credo sia il caso che tu sia presente." replicò Leni.
"James è stato molto comprensivo..." intervenne Miranda.
"Buon per te." rispose Leni.
"Elaine...io...mi dispiace. Ho detto delle cose orribili quella sera a casa mia. Ero accecata dal mio egoismo, ma non ero io, era una donna frivola e sciocca a parlare. Ma ora sono tornata in me, e come ho detto a James farò di tutto per farmi perdonare." le disse Miranda.
"Hai scritto una lettera a mio nonno, Miranda, a mio nonno, gli hai detto che sono viva e pronta a tornare a casa." le disse Leni.
"Mi dispiace..." ripetè Miranda.
"Lo sai cosa poteva causare quella lettera se non l'avessimo recuperata in tempo? Abbiamo rischiato un ammutinamento, e se avesse funzionato saremmo stati consegnati alla Marina e impiccati...oh, ma aspetta, tu eri d'accordo con questo." le disse Leni con amaro sarcasmo.
"Non esagerare Leni." la ammonì Flint.
"No, ha ragione James, è vero, ed è stato il pensiero più orribile che io abbia mai partorito, e non potrò mai cancellare la vergogna che provo per esso." le rispose Miranda.
"Guthrie lo sa, non è vero? Chi sono in realtà. Glielo hai sicuramente detto."
Miranda abbassò lo sguardo: "Aveva già sentito delle voci a riguardo."
"E tu le hai confermate." sospirò Leni.
"In molti a Nassau lo avevano capito. Tuo nonno aveva mandato degli investigatori a cercarti..." intervenne Flint.
"Lo so." tagliò corto Leni "Ma nessuno mi ha mai denunciata Miranda, in quattro anni mi hanno tenuta al sicuro. Sarebbe stato così facile vendermi per pochi spiccioli, invece gli uomini e le donne di Nassau mi hanno protetta. A te è bastata qualche moina di Guthrie per tradirmi." 
"Non era mia intenzione tradirti o venderti, io volevo che tu venissi con noi!"
"Ooh no no, tu mi hai usata Miranda!" rispose Leni alzando la voce "Ero la tua garanzia, non raccontiamoci stronzate! Sapevi che usando la mia storia avresti avuto la totale attenzione di mio nonno e la sua gratitudine."
Miranda sospirò: "Ammetto di averla considerata una facile scorciatoia, ma le mie intenzioni nei tuoi confronti erano sincere."
"E cosa ti ha fatto credere che io volessi tornare a casa?" le chiese.
A questo Miranda non poteva rispondere. Era vero, Leni era felice a Nassau, mai le aveva confidato di avere nostalgia di casa, di voler tornare alla sua vecchia vita.
"Forse ho sperato...Che senso aveva lasciare la mia vita solitaria a Nassau per poi ritrovarmi comunque da sola in un altro posto? Elaine, tu e James siete le uniche persone a cui tengo davvero, siete tutto ciò che ho. E ho sperato che entrambi voleste seguirmi. E lo so, è stato terribilmente egoistico da parte mia pensarlo, e cercare di realizzare questo mio desiderio."
Leni guardò Flint: "Tu l'hai perdonata? Sii sincero."
"Non credo di doverti dare delle spiegazioni." disse Flint innervosito.
"Sì che me le devi." rispose lei guardandolo negli occhi "Questa faccenda riguarda anche me e ho il diritto di sapere cosa intendi fare a riguardo."
Flint incrociò le braccia sul petto: "Sei proprio come tua madre."
Glielo aveva già detto quattro anni prima, quando si erano incontrati per la prima volta e lui aveva realizzato chi Leni fosse in realtà.
"Sei la figlia di Dominic." aveva decretato Flint a un certo punto.
Leni a quelle parole era sbiancata, ma non aveva saputo negarlo: "Sì, signore."
"Mi sembrava di averti già vista. Sei il ritratto di Agnes, se avessi i capelli rossi saresti identica a lei quando aveva la tua età."
"Me lo hanno detto in molti." aveva mormorato in risposta.
La sua famiglia era un argomento spinoso per Leni, e lui lo sapeva, e aveva deciso di usare quella sua debolezza contro di lei.
"Non parlare di mia madre, rispondimi." disse Leni cercando di rimanere calma.
"Sei testarda come lei, e indisponente come lei."
"James, smettila..." mormorò Miranda.
Ma Flint continuò e sorrise beffardo: "Riusciva a intimidire ufficiali della Marina con un solo sguardo, perfino tuo nonno cedeva a un certo punto, perché era estenuante discutere con lei . Con te è la stessa cosa, sei ostinata e alla fine fai sempre di testa tua."
"Allora sai che tergiversare è inutile." commentò Leni innervosita dalla sua scorrettezza.
"Vuoi sapere cosa intendo fare? Se perdonerò mai Miranda? Ho deciso di concederle la possibilità di riscattarsi, esattamente come Dominic fece con tua madre." le rispose con tono fermo.
Leni scosse la testa e gli si avvicinò, puntandogli contro un dito in segno di minaccia: "Giuro su Dio capitano..."
Ma Flint continuò: "Ci volle del tempo, non fu semplice, ma alla fine lui la perdonò per essersi fatta mettere incinta da un altro uomo." 
Leni a quel punto scattò, alzò il braccio per schiaffeggiarlo ma Flint, che aveva intuito, le bloccò il polso poco prima che toccasse il suo viso. Con uno strattone la attirò ancora più vicina a sé, i loro volti a pochi centimetri l'uno dall'altro, lo sguardo glaciale di Flint contro quello adirato di Leni.
"Ti sto impartendo una lezione importante signorina, quindi prestami orecchio. Ci sono peccati veniali e peccati mortali a questo mondo, e in molti ti diranno che ciò che conta è la loro intrinseca natura, ma sbagliano." 
Leni, rabbiosa, provò a divincolarsi ma Flint la tenne più stretta, afferrandole anche l'altro braccio.
"Ciò che conta è chi ha commesso quel peccato Elaine, non puoi non tenere conto delle motivazioni, e sopratutto la volontà di riparare a tale errore. Io non posso cancellare l'affetto che provo per Miranda  e sono certo che in cuor tuo nemmeno tu vuoi farlo. Quindi smettila di fare la bambina spocchiosa e concedile di guadagnare quel perdono che sta disperatamente cercando di ottenere."
Leni non staccò mai gli occhi da quelli di Flint mentre lui parlava, sostenne quello sguardo con fierezza ma alla fine il suo respiro si fece più calmo e il suo corpo si rilassò nonostante la stretta delle sue dita. 
"Hai perdonato i tuoi genitori per averti mentito, vorrei che capissi che una volta messo da parte il tuo orgoglio riuscirai a fare lo stesso anche con Miranda." concluse Flint, e la lasciò andare.
"Senti chi parla di orgoglio." commentò Leni sarcastica facendo qualche passo indietro.
"Non intendo essere un maestro ipocrita infatti." rispose Flint.
"Questo che vorrebbe dire?"
"Che ho in mente un piano per riprenderci Nassau, e per farlo dovremo usare un approccio del tutto diverso dal solito."
 
 
 
"Quindi sai che Dominic non è..." 
"Sì, me lo ha scritto in una lettera prima di morire."
"E ti ha detto chi è tuo padre?" 
"No, credo che fosse difficile per lui parlarne, non so perché. Non sei tu, vero capitano?" Leni aveva riso all'idea.
Flint aveva sorriso e aveva scosso la testa: "No, su questo puoi stare certa, io e tua madre non siamo mai stati amanti."
Leni ripensò a quella conversazione mentre aspettavano che tutti gli uomini li raggiungessero sul ponte di coperta.
Flint aveva ragione, aveva perdonato i suoi genitori per quella bugia, ma era diverso. Loro avevano omesso un'informazione che poteva recare scandalo e perfino danneggiarla in certi ambienti, Miranda li aveva traditi.
Ma su una cosa il capitano aveva ragione, non poteva e non voleva smettere di volerle bene. 
John la raggiunse e appoggiò la schiena alla paratia, accanto a lei.
"Siete stati un bel po' nella cabina di Flint." commentò.
"Avevamo molto di cui discutere." 
"Mi è dispiaciuto non esserci, ma immagino che non essendoci più un tesoro da recuperare il mio ruolo sarà unicamente quello di cuoco e non sarò più ammesso a nessuna riunione segreta." sospirò.
Leni sorrise ma non disse nulla. Sapevano entrambi che John Silver non si sarebbe accontentato di svolgere quella mansione, la sua ambizione e la sua capacità di adattarsi lo avrebbero portato di nuovo nella cabina di Flint, su questo Leni ci avrebbe scommesso tutti i suoi guadagni.
Billy e Gates nel frattempo discutevano a voce bassa.
"È una follia." disse il secondo "Mi hai stupito, non pensavo l'avresti appoggiato."
"Potrebbe essere la prima cosa sensata che Flint concepisce da mesi..." rispose Billy, ma Gates lo interruppe.
"Hai parlato con Leni?"
"Non ho avuto tempo di riferirle il tuo consiglio non richiesto." il nostromo cercò di scherzare.
Gates invece rimase serio: "Billy, questa è la guerra di Flint..."
"Non ci sarà nessuna guerra Hal..."
"E se vi fate coinvolgere diventerà anche la vostra, e allora non sarete più in grado di andarvene." gli bisbigliò.
Billy voleva controbattere per rassicurare Gates, ma Flint apparve sul ponte.
A quel punto sulla Walrus regnava un silenzio assoluto.
I pirati conoscevano già le tristi novità riguardo a Nassau, gli uomini della Ranger si erano lasciati sfuggire molti dettagli.
Al centro della plancia Flint, affiancato da Billy e Gates, illustrò il loro piano.
"Sapete tutti cosa sta succedendo a Nassau, e comprendo il vostro sgomento e la vostra preoccupazione. Sappiate che nessuno di voi è obbligato a restare con noi. Se avete deciso di accettare il perdono non vi fermeremo. Vi lasceremo al porto più vicino, e da lì potrete andare dove vorrete. Il capitano Vane" indicò Charles, che era in piedi in cima alla scala che portava a poppa "è pronto ad accogliere chiunque voglia unirsi al suo equipaggio, e a offrire un passaggio a chi vorrà lasciarci.
Chi vorrà restare invece dovrà prepararsi a un'impresa mai tentata prima. Come sapete Eleonor Guthrie è a Charleston per accordarsi con il nuovo governatore. Noi faremo lo stesso."
Si levò un mormorio stupiti tra i pirati.
"Noi e il governatore Woodes Rogers condividiamo un obiettivo, entrambi vogliamo fare di Nassau una colonia esemplare e pionieristica. Entrambi vogliamo cambiare le cose in meglio, e la Guthrie non può pensare di farlo senza coinvolgere noi, NOI, che siamo la linfa vitale di Nassau. È nostro diritto essere coinvolti in tali decisioni!"
Alcuni uomini risposero con grida di consenso.
"Noi abbiamo fatto in modo che Nassau prosperasse, senza di noi essa non può esistere! A Charleston faremo sentire la nostra voce, un tempo i pirati erano alleati della Corona, possono tornare ad esserlo!"
Quasi tutto l'equipaggio ormai acclamava Flint a gran voce.
"Partiremo domattina per Charleston, fate sapere al signor Gates e al signor Bones se avete deciso di andarvene o di salpare insieme a noi." concluse Flint, gli uomini batterono le nocche sul legno, qualcuno applaudì.
"Fino a mezz'ora fa la metà di loro era pronta a lasciare la Walrus e guardali adesso." commentò John "Nessuno se ne andrà, te lo dico io."  
"E tu che farai?" chiese Leni.
"Faccio parte della ciurma ormai, non posso andarmene, vi mancherei troppo." scherzò lui e si allontanò per raggiungere Flint.
Giunto al suo fianco lo informò che intendeva rimanere sulla Walrus: "Sempre se a te va bene capitano, e in caso sappi che puoi contare sul mio aiuto."
Flint lo guardò stupito: "Non credevo volessi restare, ma se è quello che hai deciso io non ti fermerò. Cosa ti ha spinto a fare questa scelta?"
John alzò le spalle: "Quando mi sono imbarcato Leni mi ha dato degli ottimi consigli. Osservare, imparare in fretta, ma credo che l'insegnamento più importante sia stato un altro. Capire a chi riservare la mia lealtà e il mio rispetto, e da parte mia credo che sarei un sciocco a non concederle a te, capitano."
Flint a quelle parole abbozzò un sorriso e annuì in segno di gratitudine.
Congedatosi da John salì le scale per raggiungere il timoniere per comunicargli la nuova rotta da seguire per raggiungere Charleston.
 
 
 
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Black Sails / Vai alla pagina dell'autore: StregaDAutunno