Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Arashi_art    03/04/2019    4 recensioni
Diana è una ragazza dalle origini italiane che ha vissuto a Busan, il suo migliore amico si chiamava Jimin e la abbandonò all'età di 15 anni per inseguire il suo sogno a Seoul. Tra varie peripezie, i due non hanno più notizie e si rincontreranno 6 anni dopo per caso o per volere del destino? Diana non sa che lui è diventato un idol di fama internazionale e quale sarà la sua reazione?
Si creeranno situazioni ambigue e scopriranno entrambi a loro spese quanto siano cambiati in questi anni.
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Seokjin/ Jin, Kim Taehyung/ V, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Dentro una Bugia

2018

{Diana}
 

Era tutto così strano.

Avevo vissuto fino a quel momento con la convinzione che Jimin mi sarebbe sempre rimasto accanto come migliore amico. In quelle tre settimane mi era mancato un po' quel rapporto di complicità che avevamo prima del nostro bacio, ma dovevo solo metabolizzare il cambiamento. Anche se, in fondo, non era cambiato molto da allora. Il nostro legame si era rafforzato ed eravamo entrambi felici, quello contava più di ogni altra cosa.

Mia mamma era letteralmente impazzita, quando l'avevo aggiornata, ed aveva subito fantasticato sul futuro.

- Almeno tre nipoti! - mi aveva urlato al telefono in prenda alla gioia.

Invece Arianna sbuffò esasperata, rimproverandomi di averci impiegato una vita per quel passo avanti ed era convinta che fossimo fatti l'uno per l'altra.

Risi appena mentre eravamo sul nostro amato divano, sdraiati l’uno accanto all’altro sotto il pile caldo. Alzai lo sguardo per osservare i fiocchi di neve che scendevano pigri sotto le luci della città, quella sera era particolarmente freddo. Con quella tacita scusa, mi portai sopra di lui lentamente per inglobare le sue labbra nelle mie: erano morbide e bollenti. Inspirò gonfiando il petto sotto il mio peso e mi strinse le cosce con forza. Indugiai un momento sulla sua bocca, non mi stancavo mai del suo tocco dolce e sensuale allo stesso tempo. Mentre il nostro bacio diventava più passionale, la sue mani sgattaiolarono sul mio fondoschiena, come faceva spesso.

- Ti stai prendendo un po’ troppe libertà. - dissi tra un piccolo bacio e l'altro.

- Sono anni che mi tocchi la schiena, adesso è il mio turno. - rispose con una risatina.

- Potevi scegliere un’altra parte. -

Si allontanò leggermente ed alzò un sopracciglio, poi arricciò la bocca in un sorriso malizioso.

- Fai tanto la simpatica, ma in realtà so che ti piace. - mi impedì di replicare coprendomi la bocca con un bacio. - Ah, aspetta un momento. -

Mi lasciò sul divano per andare in camera sua e tornare con un piccolo libro tra le mani. Riconobbi subito la copertina, così lo raccolsi tra le mani come un piccolo tesoro prezioso. Non sapevo che lo avesse ancora, perchè l’aveva sempre tenuto nascosto nel cassetto senza dirmi nulla.

- Tutte le notti, prima di addormentarmi, leggevo un racconto. Quando arrivai alla storia della Città di Smeraldo rimasi incantata, non conoscevo una storia così bella. Mi ricordo che te ne parlai subito quel pomeriggio di pioggia sul divano di casa tua. Avevamo scattato una foto con la tua amata polaroid e ti avevo persino chiesto di baciarmi. - risi e poi mi resi conto di ciò che avevo appena detto.

Istintivamente mi tappai la bocca con le mani, ma così facendo, mi smascherai da sola. Jimin mi guardava con gli occhi sgranati, seduto di fronte a me. Dopo un silenzio che parve infinito, si schiarì la gola e sembrò interrogarmi con lo sguardo.

- Perché non mi hai detto che hai recuperato i ricordi? - chiese con la voce fin troppo calma.

- Io... - ormai dovevo dirgli la verità, così mi arresi. - Perché sono tornati un po’ di tempo fa. -

- Quanto tempo fa? -

- Prima che tornassi dall’Italia, quando ho ascoltato The Truth Untold per la prima volta. - confessai con un sussurro e non riuscii a sostenere il suo sguardo.

Mi sentivo pessima, egoista e bugiarda.

Dopo il nostro bacio al mare avevo persino dimenticato quella questione in sospeso, avevo accantonato tutto in angolo della mia mente.

Soprattutto avevo paura.

Temevo che avesse imparato ad amare la nuova Diana e quindi nel suo cuore non poteva esserci spazio per quella vecchia. In realtà non avevo capito niente, non avevo capito quanto Jimin mi amasse a prescindere dai miei ricordi.

Si alzò senza proferire una sola parola, mentre continuavo a fissare il tappeto, e lo sentii infilarsi le scarpe. Allora corsi verso di lui e lo bloccai vicino alla porta, come lui aveva fatto con me il giorno dell’incidente.

- Dove stai andando? - chiesi preoccupata.

- Lontano da qui. - mi rispose con la voce piatta.

- Aspetta, che significa? Io non...-

- Perché mi hai mentito? - mi interruppe all’improvviso.

Cercai delle parole giuste per dargli una spiegazione valida, ma la mia mente non voleva ragionare.

- Perché? - mi urlò in faccia.

Quella reazione mi spaventò facendomi indietreggiare un poco e sentii i miei polmoni soffrire sotto un enorme macigno. Avrei dovuto dare retta a Taehyung, invece avevo sbagliato tutto e ne pagavo le conseguenze.

I suoi occhi erano roventi, potevo vedere la fiamma della rabbia danzare nelle sue iridi scure. Non lo avevo mai visto così ed era solo colpa mia.

- Jimin, ascolta. Volevo dirtelo a Parigi, ma... - mi fermai quando lui liberò la mia stretta sul suo polso con uno scatto.

- Hai solo finto con me, vero? Ti sei divertita abbastanza? Ti è piaciuto giocare alla fidanzatina desiderata? - alzò il tono in preda all’ira.

- Non è vero. Non ho mai finto con te, giuro. - lo implorai sull’orlo del pianto.

Ma lui aprì la porta di casa, sorpassò la soglia con un piede e poi si voltò con un espressione piena di disprezzo.

- Come faccio a fidarmi di una persona che mi ha mentito per così tanto tempo? - la sua voce si incrinò appena, quando i suoi occhi divennero lucidi.

Mi prosciugò ogni parola come un fiume durante un periodo di siccità estrema. Deluso dal mio silenzio, chiuse la porta lasciandomi sola nel mio pianto pieno di dolore.

 

"Who the heck are you?" - Fake Love









 

Eccomiiii
Il fatidico momento della verità è arrivato, nel peggiore dei modi però ahahhah
Diana si è fregata con le sue stesse mani e, in questo modo, non riesce a 
spiegare bene le sue ragioni..anche se le scuse servono a poco. 
In realtà non voleva fargli del male, aveva solo delle paure "stupide" che 
l'hanno fata agire nel modo sbagliato (esperienza personale, purtroppo).
Errare è umano, no?
Jimin ovviamente non l'ha presa bene, vedremo come reagirà nel prossimo capitolo ;)
Ultimamente sto avendo il dubbio che la mia storia cominci ad annoiare, forse
mi sto dilungando un po' troppo e sto pensando di accorciarla...
Non so cosa fare sinceramente, nel frattempo grazie a tutti quelli che spendono il loro 
tempo per leggere ancora questi capitoli <3
A presto! 

-Arashi- 

 

   
 
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