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Autore: QueensOfFandom94    04/04/2019    1 recensioni
Dean Winchester è un detective della polizia di New York, che malgrado le privazioni a cui l'ha vita l'ha sottoposto fin da piccolo può dirsi felice: ha un lavoro che lo riempie di soddisfazioni, e un fratello minore che è tutta la sua vita.
Ma un giorno, questi, durante una vacanza a Londra, viene rapito da alcuni trafficanti. Senza perdere tempo, il poliziotto si mette in azioni per salvare il fratello, con l'aiuto del suo migliore amico ed avvocato Castiel Novak. Tra depistaggi, poliziotti corrotti e poco consci di quanto è accaduto, Dean si ritroverà da solo contro tutti e con solo 96 ore per riprendersi il pezzo più importante del suo cuore.
Genere: Angst, Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Poco dopo, Dean giunse all'ambasciata con Emma, ferita e semi svenuta tra le braccia.
Venne accolto da Castiel e dal console Anna Milton.
- Oddio...- fece la diplomatica con i capelli rossi facendo loro strada verso le camere da letto.
- Ma che succede?- fece Castiel mentre Dean la adagiava sul letto, facendo tenendole il busto in alto per evitare che soffocasse nel suo stesso vomito.
- E' una vittima di Crowley. Adescata, drogata, rapita e venduta come prosituta.- fece Dean - ho seguito la traccia che quella stronza figlia di puttana mi ha dato prima di morire.-
- Oddio.... - fece Anna - ma è solo una bambina....-
Dean annuì.
- Si. Ha due anni meno di Sammy... delinquenti figli di puttana.- ringhiò Dean per poi uscire con l'amico avvocato lasciando Emma alle cure del medico, supervisionato da Anna.
...
...
...
Era riuscito a portarlo fino alla sua stanza, l'aveva messo a letto, proprio come se fosse un bambino e gli era stato accanto finchè non si era svegliato.
- Ehy, Dean...- fece Castiel scuotendolo con dolcezza.
- Oddio che ore sono...- fece Dean saltando in piedi. Non si era nemmeno svestito - devo andare a cercare Sam...-
- A proposito- La madre di Emma è appena arrivata da Cardiff. Vorrebbe ringraziarti.-
Per un attimo Dean fu tentato di dire che non aveva tempo.... poi ci ripensò. Non si sarebbe perso per nulla al mondo quello spettacolo.
Quello di una madre a cui restituivano la figlia illesa, sana e salva, con la consapevolezza che ormai quello che avevano vissuto era un brutto e lontano ricordo e il poter dire che quella gente ormai era innocua.
Dio solo sapeva quanto invidiasse Lidya Morrison.
Quando entrò in camera di Emma, la ragazzina era ancora sotto le coperte abbracciata ad una donna a cui somigliava tantissimo, giovane e bella, entrambe in preda ad un pianto liberatorio.
Emma lo salutò e la signora Morrison per tutta risposta lo baciò sulle labbra.
Dean commentò spiazzato.
- Bastava un grazie...-
- Oddio mi scusi.- fece Lydia - ma lei mi ha appena liberata da un incubo.... ancora fatico a crederci....-
- Ma è così.- fece Dean - e finirà ancora meglio, quando chi ha venduto Emma a quelli del PlayHouse non saranno più in condizione di nuocere....
Emma sei certa al cento per cento di non ricordare nulla della casa con la porta rossa?
Che so... un negozio con qualcosa che ti ha colpito, un nome...mi basta anche solo un indizio vago, poi mi arrangio da solo...-
Emma strinse gli occhi, come per cercare di ricordare.
Poi disse - C'era un negozio di tatuaggi, dall'altra parte della strada... l'insegna era una spada nera.-
Dean uscì dalla stanza.
Un negozio di tatuaggi. Non gli serviva sapere altro.
...
...
...
Trovare il negozio, e quindi la casa con la porta rossa non fu difficile. Il difficile era riuscire ad entrare.
Non poteva certo suonare al campanello e dire -'' Ciao, sono il fratello del ragazzo che avete rapito e sono venuto a farvi il culo.''
- Beh, a mali estremi... estremi rimedi.- fece Dean suonando il campanello.
'' Chi è?''
'' Cappuccetto rosso''- avrebbe voluto dire - Sono il cugino di Ruby, mi chiamo Mark Hallandar.-
Ad aprire venne un ragazzo alto, sui trent'anni, capelli ed occhi castani. Sul dorso della mano destra aveva un tatuaggio. Una luna e una stella.
- Posso aiutarla?- fece il ragazzo.
- Lo spero.- fece Dean -
...
...
...
- Quindi....- fece l'uomo versando una tazza di caffè al suo '' ospite''- La tua ragazza sta morendo e avrebbe bisogno di un cuore nuovo... ho capito bene?-
- Sì.- fece Dean.
Non aveva trovato altro modo per entrare senza farsi uccidere al primo colpo,se non quello di farsi passare per un potenziale cliente. E fare il nome dell'adescatrice gli aveva permesso di guadagnarsi la fiducia di quell'idiota.
- Sa, lei è... era... una campionessa dei cento metri.- fece Dean - stava per partire per Pechino per partecipare alle olimpiadi quando il cuore l'ha fregata.
E' stata inserita nella lista, con priorità assoluta... ma non si riesce a trovare un donatore compatibile... ne ho parlato con mia cugina al telefono e mi ha detto che qui potevano aiutarmi.-
- Beh, certo....- fece l'uomo sorseggiando distrattamente il suo caffè - mi rendo conto perfettamente della situazione... ma la invito a tenere presente che non siamo un ente di beneficienza.-
- Certo.- fece Dean - non sarei venuto qui altrimenti. I soldi non sono un problema.-
L'uomo sorrise e compose un numero con il suo cellulare, parlando in uan lingua che Dean non comprendeva, ma era abbastanza certo che fosse qualcosa tipo '' ho un affare sicuro per le mani, vieni qui''.
- Ho appena avvisato il mio datore di lavoro... sta arrivando per discutere i dettagli...- fece l'uomo - intanto direi di fissare un preventivo....-
Dean tirò fuori una pistola e gliela puntò contro.
L'uomo alzò le mani, spaventato.
- Ma cosa...?-
- Oh, scusi, non mi sono ancora presentato.... Detective Dean Winchester, New York, squadra omicidi.- fece il poliziotto.
L'uomo afferrò un coltello e provò a recidergli la giugulare, ma Dean fu più rapido e gli sparò allo stomaco.
Lo sparo, il caos, allertò tutti gli altri presenti nello stabile, che si precipitarono armati per controllare cosa stesse accadendo. Dean sparò a tutti quelli che si avvicinavano, ed in breve si ritrovò da solo, con dei cadaveri.
Almeno fino  a quando il '' capo'' non tornò a casa.
Era un uomo basso, robusto, tarchiato, con un accenno di barba, abito nero.
- Allora? Questo cliente....?- fece entrando nella stanza piena di cadaveri. Allarmato, l'uomo mise mano alla pistola, ma Dean fu più veloce e lo colpì alla testa con il calcio della pistola.
- E ora mi diverto io.-
...
...
...
Dopo averlo trascinato nello scantinato, il luogo più interrato di tutta la casa, lo aveva legato alla sedia con il nastro adesivo.
Aveva cercato in tutta la casa, ma di Sam non c'era nemmeno un segno.
Crowley era l'unico che poteva dirgli dov'era suo fratello, e gli serviva vivo... almeno per il momento.
E glielo avrebbe detto.
Con le buone o con le cattive.
- Buongiorno.- fece Dean quando l'uomo riprese i sensi - Ti ricordi di me? Sono sicuro di sì. Ci siamo parlati al telefono, quando... due giorni fa?- non sapeva dirlo con certezza. Per lui il tempo si era fermato a quando Sam gli aveva telefonato prima per dirgli che era arrivato a destinazione sano e salvo, e poi per chiedergli aiuto.
- Quindi... è vero...- fece Crowley.
- Sono un uomo di parola. Te l'avevo detto che ti avrei trovato.- fece Dean per poi tirar fuori una foto di Sam - Dov'è?-
- Ascolta...- fece Crowley ansimando - Non... non devi prendertela... erano solo affari... non mi ricordo nemmeno la sua faccia...-
Dean lo colpì con tutta la forza che aveva, spaccandogli il setto nasale.
Li odiava. Odiava quella gente che rapiva, massacrava e torturava, condannando alle pene dell'inferno loro e le famiglie delle loro vittime per... poche migliaia di dollari, ma non si ricordava nemmeno un particolare di quelle povere anime.
Lui invece le vittime se le ricordava tutte. Da quando era entrato in polizia non c'era stato un solo caso che gli fosse passato per le mani e che fosse finito nell'archivio come irrisolto.
'' Scusa Sammy, ma non ti permetterò di rovinarmi le statistiche.''
- Io invece mi ricordo tutto.- fece Dean - e sai cosa mi ricordo? Della mia promessa. Ti avevo offerto una chance, ricordi? Lasciaci in pace ed io non verrò a romperti il culo.
Non avevo intenzione di ammazzarti, ma tu mi hai fatto cambiare idea.- fece Dean afferrando delle riviste porno accatastate in un angolo.
Afferrò le pagine e le accartocciò, buttandole tutte attorno alla sedia. Giusto per fargli capire qual'era l'antifona.
- Ragioniamo... ti prego.- supplicò Crowley.
- Devono avertelo detto tante volte...- fece Dean - Che potevate mettervi d'accordo.  E fammi indovinare... '' niente di personale, sono solo affari''. Bene, ora tocca a te stare dall'altra parte della barricata.
Dimmi. Dov'è. Mio. Fratello.-
- Non lo so, te lo giuro.- fece Crowley.
Dean afferrò una tanica di benzina. Svitò il tappo ed iniziò a rovescarla addosso all'inglese. Questi, comprendendo che faceva sul serio, iniziò a spaventarsi seriamente.
- NO, ASPETTA! STAI CALMO!- urlò Crowley - POSSO DARTI UN NOME!-
- Bene.- fece Dean posando la tanica - Ti ascolto.-
- Il ragazzo... l'abbiamo venduto... si chiama Azazel.- fece Crowley - gestisce sottobanco un traffico di organi.
E' in contatto con diverse persone facoltose che vogliono comprare cuore, polmoni, fegato... noi gli procuriamo la merce, la consegnamo ad un intermediario, e ricaviamo il trenta per cento da ogni persona.-
- Dov'è questo tizio?- fece Dean - come lo trovo?-
- Non lo so. La consegna viene effettuata a mezzanotte dello stesso giorno in cui preleviamo la merce.-
- Dove avviene la consegna?- fece Dean.
- Sulla riva del fiume.- fece Crowley - Da lì non so dove finiscono.-
Dean annuì.
- Bene. Ti ringrazio per la tua collaborazione.- fece Dean prendendo l'accendino.
Gli occhi dell'inglese divennero grandi il doppio.
- NONONONONONO... TI GIURO TI HO DETTO TUTTO QUELLO CHE SO, LO GIURO!-
- Oh, ma io ti credo...- fece Dean  con un sorrisetto ironico- Solo che questo non ti salverà.-
E gettò l'accendino sulla benzina, che prese fuoco nell'immediato, ed uscì dalla stanza, chiudendo dietro di sè la porta, mentre l'edificio si riempiva delle urla agonizzanti del mafioso.
...
...
...
Quando la vice ispettrice Bela Talbot tornò a casa ed accese la luce quasi trasalì nel vedere che seduto sul suo divano di pelle c'era il detective Winchester.
- Dean...- sorrise la donna - mi hai spaventata a morte.-
- Suvvia, non esagerare....- fece Dean con un sorrisetto ironico - la fuori ci sono cose molto più spaventose, lo sai.-
- Come... come sei entrato?-
- Ho detto al portiere di essere il tuo fidanzato e di aver perso il mio mazzo di chiavi.-
- Beh...- fece Bela andando verso Dean con aria seducente - se avevi bisogno di distrarti, bastava dirlo.- nel dir così la poliziotta mise le braccia attorno al collo di Dean, iniziando a baciarlo sulle labbra, succhiando il labbro inferiore del poliziotto.
Dean però non rispondeva al bacio.
La allontanò bruscamente.
- Che... che succede?- fece Bela.
- La scorrettezza peggiore che si possa fare ad un collega è mentirgli.- fece Dean quasi apatico - so tutto. So cos'hai fatto.-
- Non capisco di cosa tu stia parlando...- fece Bela sorridendo.
- Ho chiesto ad un amico una ricerca.- fece Dean - e sai qual'è la cosa buffa? Che il tuo numero di previdenza sociale, sia lo stesso di una bambina morta a sei mesi a causa di un'encefalite provocata dal morbillo.-
Bela iniziò a preoccuparsi.
- Così ho iniziato a scavare... tu ti chiami Abigail Duncan, detta Abby. Sei rimasta orfana a quattordici anni, a causa di un misterioso incidente stradale. Forse i freni della macchina erano stati manomessi, ma nessuno ha mai potuto dimostrarlo.-
- Di che mi stai accusando, esattamente?-
- Tanto per cominciare di furto d'identità.- fece Dean - oltre che di omicidio, favoreggiamento, ed associazione a delinquere.-
- Tu sei pazzo.- fece Bela - forse dimentichi che da quando hai messo piede qui, io sono l'unica che ti ha dato credito.-
Dean sorrise ironicamente - Sì, lo ammetto. Davvero una mossa ben congegnata... avevi già messo in giro qualche voce su una festa nell'appartamento. Henrickesen ci ha creduto, e quando gli ho detto di cosa abbiamo parlato al telefono PRIMA del rapimento....
Il tuo capo ci ha creduto, ma io no. E ti sei messa in azione... mi hai avvicinato con la storiella dei tuoi genitori morti per mala giustizia, mi sei stata vicino... lo hai fatto per spillarmi informazioni da passare ai tuoi soci e per mettermi su una falsa pista.-
- Non hai prove di quello che dici.- tentò ancora Bela.
- Basterà guardare i tuoi conti correnti.- fece Dean - ho dato un'occhiata al tuo guardaroba. Solo una di quelle pellicce che hai vale ventimila sterline. Come può una poliziotta permettersi uno stile di vita così? Ti pagano per sviare le indagini, giusto?-
- E va bene.- fece Bela puntandogli contro una pistola - Hai ragione. I miei genitori sono morti in un incidente d'auto. Se lo sono meritato: mio padre mi picchiava ogni volta che aveva la luna storta, e mi ha violentata così tante volte che ho perso il conto.
E mia madre era troppo occupata a salvare alberi, balene ed ogni forma di vita per salvare sua figlia.-
- Perchè non sei andata a denunciarli alla polizia, allora?-
- L'ho fatto.- fece Bela - e mi hanno ignorato. Un po' come hanno fatto con te, quando hai chiesto aiuto per Sam...-
- Così hai manomesso i freni della macchina, l'auto è uscita di strada ed ecco che ti ritrovi sola, libera, e favolosamente ricca.- fece Dean - un bel salto di qualità.-
- Io volevo solo che mio padre la piantasse di riempirmi di botte e che lei pagasse per essere sempre stata a conoscenza del mio calvario e di non aver mai fatto nulla.- fece Bela - i soldi non erano previsti nel pacchetto, ma ho solo chiesto un tributo per le mie sofferenze.-
- Ed Emma, Brady, Sam e chissa quanti altri?- fece Dean furioso - Loro che ti avevano fatto? Perchè ti sei ridotta a fare la talpa?-
- Crowley. Stavo quasi per prenderlo, sai?- fece Bela - Stavo per mettergli le manette, ma lui conosceva il mio segreto.-
- E ti ha fatto un'offerta: se tu avessi mantenuto il silenzio sui suoi affari e coperto quando serviva... lui avrebbe mantenuto il tuo. E perchè si è sentito in dovere di pagarti, visto che ti stava già coprendo?- poi realizzò  - Oddio.... posso dirlo? Hai dei gusti orribili in fatto di uomini.-
- Peccato che tu la pensi così...- fece Bela - perchè quando ti ho visto la prima volta ho subito pensato che avremmo potuto fare sesso selvaggio.-
- Mi spiace deluderti, tesoro, ma non sono il tipo che allaccia storie sul posto di lavoro.... specie con i criminali già occupati.- fece Dean.
 Si sentiva sul punto di vomitare. Aveva avuto a che fare con parecchi criminali, e a volte pure con dei bastardi corrotti in uniforme, ma nessuno di loro era riuscito a disgustarlo tanto quanto Abigail Duncan, meglio nota come Bela Talbot.
- Mi fai schifo.- gli vomitò quasi in faccia.
- Non è gentile da dire ad una signora, sai?- fece Bela.
- Certo. Se ce ne fossero.- fece Dean - hai venduto, fatto uccidere degli innocenti e rovinato chissà quante vite. Tu non sei una persona. Non sei nemmeno un animale.
Sei un demone dell'inferno.-
 Beh, sai com'è tutti dobbiamo morire, prima o poi.- fece la donna - e a ben vedere, tu non farai una fine migliore.- nel dir così gli si avvicinò, gli puntò la pistola contro il cuore ed iniziò a spingere fino  a farlo sbattere contro il muro - ecco cos'è successo: sei venuto a casa mia, volevi conforto, eri distrutto per tuo fratello, ho tentato di aiutarti... ma tu eri troppo sconvolto per ragionare, così ha afferrato la pistola e ti sei sparato.-
- Ma che bella favoletta...- fece Dean - peccato che per te non ci sarà un lieto fine.-
Nel dir così, la porta si spalancò, e sotto gli occhi di una Bela confusa, spaventata, sorpresa e per certi versi arrabbiata, apparvero l'ispettore Capo Victor Henrickesen assieme all'avvocato Nnovak ed un paio di agenti.
I primi due la guardavano con disgusto e disprezzo.
- Ispettrice Bela Talbot.- fece Henrickesen - La dichiaro in arresto per associazione a delinquere.-
Bela riservò a Dean uno sguardo di fuoco, mentre lui le sorrideva.
- Regola numero uno: se vuoi scoprire chi è la talpa e non ci riesci.... prova a pensare a qualcuno che verrebbe volentieri a letto con te.-
   
 
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