Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: ValeriaLupin    04/04/2019    1 recensioni
Raccolta di one-shot ispirate da canzoni, interviste, sguardi, riflessioni, fantasie.
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1. Love you (even) when I am drunk
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«Le due e quaranta» gli rispose. Mika lo guardò confuso poi riportò l'attenzione sul suo cellulare e notò che in effetti l'orario era scritto anche lì, come sempre.
Perché Andy lo chiamava a quell'ora? Sentì una morsa allo stomaco che, questa volta, poco riguardava tutto l'alcol che aveva ingurgitato.
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2. Over my shoulder
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«Ragazzi» lo sentì dire poi ai suoi amici «mai toccare la ragazza del frocio». Il tremolio d'astio nella voce di quel ragazzo suonava come un presagio. Gli fece entrare un gelo nelle ossa che aveva assaggiato già tante volte.
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3. Ocean eyes
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Quale magia possedevano quegli occhi per poter leggere così a fondo nello sguardo di un altro uomo? Come poteva somigliare all'atto di dipingere quel suo modo di esprimersi?
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4. Invisible
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Dopo anni, scopriva che nulla era cambiato: giocava ancora a nascondino, questa volta con i sentimenti, e pareva fosse destinato a vincere.
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5. Make you happy
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S’imbatté, fra mille di quelle memorie delicate, in una più fragile delle altre: un segreto.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Dermanis
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Bozze


From: andreas.dermanis@gmail.com
To: michaelmikapenniman@gmail.com

Ho passato ore nel parco, c’era una luce bianca accecante, mi ci sono immerso da capo a piedi come in una piscina colma di vernice candida. Avevo la compagnia di un vecchio libro di papà che puzzava d’inchiostro eppure il cigolio degli alberi che accennavano rispettosi inchini al vento mi raccontava una storia mille volte più bella e dolce e veritiera. Così li ho ascoltati parlare la loro lingua di sussurri, ho chiuso gli occhi e ho quasi potuto avvertire l’odore di quella vernice incolore e la sua consistenza densa farsi strada nelle narici e nella bocca, lungo la laringe e nei polmoni. Per qualche secondo, o qualche ora, non saprei dire, mi sono come sentito parte di quella luce: non c’era tempo, non c’erano vite oltre a quelle silenziose degli alberi, né c’era pensiero che potesse sfiorarmi la mente. È stato un tempo infinito e nullo, il più prezioso che abbia vissuto nelle ultime settimane.
 

From: andreas.dermanis@gmail.com
To: michaelmikapenniman@gmail.com

Non facevo che guardare volti di sconosciuti, un miliardo di specchi su cui rimbalzavano le mie stesse espressioni cupe e vuote. Credevo mi sarebbe stato utile lambire il mondo di altri, invece mi ero trascinato dietro il mio come un tozzo di carbone in mani bianco latte, trasparenti. Lasciavo impronte di vernice ovunque posassi anche solo lo sguardo. Mi portavo addosso la voglia di scomparire e potevo usarla contro gli altri, loro avevano paura di me, di quello che vedevano nei miei occhi, di poter essere macchiati dal mio pallore.
Le persone, per quanto ottuse, sono animali: fiutano la morte e ne stanno lontani e io ero come un cadavere. Non sono mai stato così vicino alla morte in vita mia. Non sapevo che sul punto di spirare si potesse provare tanta rabbia. Un’ira così intensa per tutto quel che vive che lentamente si tramuta in odio, ma io non voglio inghiottire parole d’odio e gonfiarmene il ventre. Ti capisco ora, ho voglia di scappare anch’io, ma non serve a nulla se la mia valigia rimane quel tozzo di carbone. Sono stufo di avere il volto ricoperto di cenere e lo sguardo ingabbiato da un pennacchio di fumo. E non lo so, perché sto qui a scriverti cose che non esistono e che non leggerai mai, ma è come se le vedessi, come se me le sentissi addosso.
 
 
From: andreas.dermanis@gmail.com
To: michaelmikapenniman@gmail.com

Non ascolto più musica: ho paura di leggerti nel testo di una canzone, di svegliare memorie intrise del tuo profumo, ho il terrore di ascoltare per sbaglio la tua voce, una tua melodia.
Tu non ci sei e la tua voce non saprebbe che ingannarmi, sarebbe come usare una lama affilata sulla pelle.
 
 
From: andreas.dermanis@gmail.com
To: michaelmikapenniman@gmail.com

La notte scorsa c’era la nostra casa in sogno, non era che un cumulo di macerie. Io vi ero intrappolato sotto, schiacciato dal peso di migliaia di frammenti e schegge di devastazione. C’eri anche tu sotto le macerie, non vedevo che i tuoi piedi, continuavi a tirarmi calci sul petto come a volermi strappare l’ultimo respiro dal corpo. Ad ogni pedata sentivo il rumore delle ossa che s’incrinavano.
Non c’era fuoco, ma uno strano lezzo di fumo, un pugno di cenere fra i denti che s’impastava alla saliva e al sangue. La terra sembrava ancora tremare, il terremoto che aveva fatto crollare la casa era ancora lì a perseguitarmi e tu sembravi quasi esserne l’origine. Smettesti di muoverti e tutto si fece immobile, anche la terra, anche il mio cuore. Mi sono svegliato con la sensazione di sostenere ancora su di me la pesante carcassa della nostra vita passata, colpito dalla certezza d’essere anch’io un cadavere. Sono saltato a sedere nel tentativo di riprendere aria, di accogliere nuova vita nei polmoni. Un dolore acuto al costato mi appannava lo sguardo.
 
 
From: andreas.dermanis@gmail.com
To: michaelmikapenniman@gmail.com

Andavano bene le cose, vanno ancora bene. Stavo preparando della zuppa per pranzo, ero sereno come non mi capitava da tempo. Sai bene quanto mi piaccia cucinare, quanto abbia il potere di catturare i miei pensieri. Ero libero come un’aria placida, era come essere in una di quelle piacevoli ore che prima trascorrevo fra le mura di un’altra casa. Quando mi sono accorto di averne fatta troppa, “ne porterò un po’ a Mika” ho pensato, ho persino sorriso.
Le lacrime sono giunte per la prima volta solo per quel pensiero ingenuamente dolce. Non posso smettere… come dovessi piangere quelle che in questi mesi mi sono tenuto dentro. Se bussassi ora alla mia porta, ti lascerei entrare. Mi troveresti seduto a terra con la faccia bagnata, gli occhi come due bruciature da sigaretta, poco più grandi ma della stessa morta cupezza, indifeso come mai mi avevi visto. Immagino potrebbe farti piacere saperlo se calpestassi il mio ultimo briciolo di dignità, inviandoti queste mail. No, non sei così crudele, ne rimarresti solo indifferente: ora per te non sono niente, se sono mai stato qualcosa. Fa male dubitare di ciò che è stato, ma quale altra scelta ho?
 
 
From: andreas.dermanis@gmail.com
To: michaelmikapenniman@gmail.com

Fortunè è venuto a trovarmi due ore fa, ha bussato per quasi venti minuti, ripetendo che sapeva fossi dentro. Io non ho detto una sola parola, la sua voce aveva la tua impronta, il tuo stesso sapore. Era già troppo da sopportare, non sarei riuscito a guardarlo in quegli occhi così simili ai tuoi. “Cosa sta succedendo?” mi ha anche chiesto. Avrei voluto urlargli che non sapevo niente, che io ho solo domande e le risposte le hai tu, te le tieni strette, ma ho taciuto ancora e poi gli ho chiesto di andarsene via.
Se n’è andato.
S’è lasciato dietro un silenzio così tonante, prima non l’avevo neanche notato per quanto era divenuto parte di me. Allora ho sentito il bisogno di una presenza amica, silenziosa e affettuosa. Per un po’ non avevo saputo prendermene cura e l’avevo affidata a Sam, penso che ora sia il momento di riportare Mel a casa.
 
 
 
 
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To: michaelmikapenniman@gmail.com

Non possiamo continuare a parlare. So che non lo stiamo facendo, ma io ti dico tanto di me anche se non puoi saperlo. Non mi fa bene, tu non meriti tutte le mie lacrime, il mio sonno, neanche queste mie parole, le mie mezze confessioni. Tutte queste lettere mai spedite sono patetiche e piene d’amore, ma non è amore che voglio darti. Te ne sei andato e hai lasciato dietro polvere e ricordi, nient’altro. Una scia di dolore che io ho percorso come un sentiero ben tracciato in questi mesi. Non posso più pensarti, pensarti lontano con qualcun’altro, pensarti felice di avermi superato, pensarti e credere che non sia ancora tutto finito. Basta, basta, basta!
Ne ho abbastanza di continuare a mentirmi, di continuare ad esserti fedele, ne ho abbastanza di te. Continuerò a camminare sapendo di non poter mai vivere qualcosa di altrettanto totalizzante, vivido. Devo smetterla di scriverti cose che non leggerai, pensieri che non ti interessa conoscere. La smetto, lo giuro. Ti odio, lo sai.

 






Note: Ciao!
Scusate i tempi lunghi ma... a dire il vero questo capitolo era già pronto da circa due settimane ma non mi convinceva abbastanza da pubblicarlo, l'ispirazione comincia un po' a scemare e ho anche molto da fare ultimamente. Questo capitolo in realtà tutt'ora non mi piace. Lo trovo troppo calcato e stupido in un certo senso e sto cominciando a pensare che anche tutto il resto di quel che ho scritto per questa raccolta sia stupido e brutto. Perdonatemi ma forse per un po' non scriverò... non lo so, il tempo mi chiarirà le idee. Spero che vi abbia fatto piacere leggere questo, ovviamente gli indirizzi sono inventati ahah.
Baci.
   
 
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