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Autore: Scaramouch_e    04/04/2019    4 recensioni
[Maylor, Jim x Fred altre varie ed eventuali]
Dicembre 2014: quando in Inghilterra entra in vigore la legge per la quale le coppie gay si possono sposare, Freddie Mercury e Jim Hutton, tramite rito civile convolano a nozze.
Brian May e Roger Taylor partecipano al matrimonio anche se adesso, per ragioni sconosciute ai più, si odiano.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, Jim Hutton, Roger Taylor
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Wedding Queen
 

Disclaimer: Dichiaro che i Queen non mi appartengo, appartengono solo a loro stessi, e che le cose descritte all'interno della fanfic sono di pura fantasia.
Ringraziamenti: 
 Ringrazio tantissimo per la betatura evelyn80 e inoltre devo ringraziare tantissimo anche ninfetta per avermi aiutato in questo capitolo: grazie mille per la pazienza e la gentilezza che avete con me.
Buona lettura. 
 
Capitolo III
 

Freddie aveva deciso di trasformare il ricevimento in una carnevalata: era stata un'idea dell'ultimo minuto eppure Roger, conoscendolo, avrebbe potuto prevedere questa scelta. E invece si era trovato senza un completo adatto ad una festa del genere.
Grazie ad Alice aveva risolto: una giacca color avorio con una stampa floreale dal gusto delle stampe botaniche orientali, una camicia bianca rigorosamente aperta di qualche bottone fino a metà petto e dei jeans stretti. Aveva scelto quell’outfit ispirandosi alla maschera scelta, tutta bianca con una leggera sfumatura sui toni del blu e oro, che gli copriva metà viso dal naso in su. Pagò il taxi e si sistemò la giacca quando scese, cominciando ad inoltrarsi nel giardino della villa di Freddie e Jim. Garden Logde era stata decorata, sia dentro che fuori, nello stile del proprietario: opulento, eccentrico e assolutamente scenografico. Il gran giardino per l'occasione era abbellito da ampi banchetti e vasche idromassaggio in cui Roger vide già diverse coppiette occasionali fare l'amore.
Dopo essersi guardato intorno per vedere se c'era qualcuno che conosceva, decise di entrare in casa, incrociando camerieri e domestici che si davano un gran da fare per occuparsi al meglio degli invitati. Roger dovette ammettere di trovare molto piacevole quella festa: ad una prima impressione gli parve abbastanza moderata rispetto alle feste e ai party a cui avevano partecipato dopo i concerti. Non c'erano gli eccessi delle feste private di Freddie, a parte quelle coppiette nelle vasche da bagno.
Vide addirittura i gatti andare e venire liberamente ed essere accarezzati dalle ragazze presenti. “Jim ti ha cambiato, amico mio” pensò malinconicamente Roger. Gli dispiaceva di non essere stato con Freddie durante quegli anni importanti per l'amico.
Ma forse poteva migliorare.
Forse potevano ritornare a essere amici.
Con questi pensieri si inoltrò nella casa, notando che i costumi degli altri invitati erano veramente impressionanti: sontuosi e bellissimi, lo facevano quasi sfigurare se messi di fronte alla sua maschera così semplice.

Roger era sicuro di aver individuato un gruppetto di ragazzi molto giovani letteralmente vestiti come loro negli anni 70 che se la ridevano e spassavano vicino al bancone del bar. Il biondo non si accorse di aver urtato sovrappensiero un ragazzino giovane, così simile a sé stesso, fin quando il ragazzino gli sorrise abbassando appena le palpebre su quei bellissimi occhioni azzurri. Roger notò come il fisico del ragazzo fosse in contrasto col suo viso d’angelo: la maglietta alla marinara che indossava ne accentuava gli evidenti muscoli.
“Hey”. Il ragazzino gli parlò con tono alto, per farsi sentire al di sopra della musica. “Mi chiamo Benjamin” gli mormorò all’orecchio, probabilmente riconoscendolo nonostante la maschera, e Roger lo guardò sorpreso da tanta sfacciataggine, ma anche commosso perché voleva dire che la loro musica non era mai passata di moda.
Stava per rispondere quando la musica cambiò improvvisamente, scemando lentamente verso il suono inconfondibile del pianoforte di Freddie.
Roger si girò incuriosito, come il resto degli invitati – compreso il ragazzino che in un batter di ciglio scomparve in mezzo alla folla.-
Gli altri gli lasciarono un breve spazio per permettergli di osservare l’amico seduto al suo strumento prediletto. Un lungo e opulento mantello rosso dai bordi in pelliccia bianca gli scivolava dalle spalle arrivando fino a metà della sala da ballo, così lungo da fare quasi il giro attorno al pianoforte. Indossava la tuta arlecchino nei colori bianco e nero e in testa sfoggiava una preziosa corona da Regina. Jim, che era vestito come un cavaliere medievale con un'armatura di cuoio a coprirgli il corpo, una spada in vita e lo scudo in mano, lo raggiunse qualche istante dopo appoggiando la mano destra al pianoforte e osservando con occhi pieni d’amore il suo compagno. Freddie gli regalò una strizzata d'occhi e Jim sorrise, un sorriso così genuino che Roger ne fu quasi invidioso: avrebbe tanto voluto che un altro paio d'occhi, magari di un bellissimo verde scuro, guardassero lui come Jim guardava Freddie.
Freddie suonò una canzone d'amore, scritta appositamente per quella festa – come aveva sentito dire da una ragazza al suo fianco – e fu abbastanza inevitabile la commozione generale, terminata con un fragoroso applauso per elogiare i due sposi.
Roger si mosse per avvicinarsi all’amico come il resto degli invitati, ma la sua attenzione fu catturata da un’altra persona che lui sapeva perfettamente essere presente ma che per tutta la serata, forse, non aveva voluto cercare. Brian spiccava sul resto degli invitati perché non aveva scelto nulla di appariscente o eccentrico ma che, anzi, lo rendeva semplicemente… affascinante come lo era sempre stato.
Roger si ritrovò ad indulgere fin troppo su quel completo nero, dal gusto che richiamava molto il look scelto per il video di “The Invisible Man”. Il fatto che il chitarrista, alla sua età, scegliesse di non abbottonarsi i primi bottoni della camicia, lo rendeva ancora più provocante e fece in modo che Roger non riuscisse a distogliere lo sguardo dal petto di Brian, la cui leggera abbronzatura era in lieve contrasto con la camicia nera che l'uomo indossava.

Roger prese da un cameriere di passaggio un bicchiere contenente liquore e uscì per andare a respirare aria fresca: lì dentro si soffocava ormai, molto probabilmente per il fatto che c'era troppa gente, o forse era stata la vista di Brian e del suo maledettissimo petto mezzo nudo a fargli sentire parecchio caldo.
Una volta fuori si guardò intorno e trovò un posticino tutto per sé dove scolarsi il suo liquore in santa pace. Si sentì subito meglio, sia per l'aria fresca sia perché non aveva più Brian davanti agli occhi. Si stava accedendo una sigaretta quando sentì un colpo di tosse e, voltandosi, si ritrovò a fissare proprio lui.
L'ex compagno era ancora più bello visto da vicino e il biondo si costrinse a non saltargli addosso per mantenere una certa dignità – e per non spaventare l'altro.
Brian sembrava, a sua volta, abbastanza a disagio e si guardava le scarpe che, Roger notò con un sorrisino divertito, erano proprio i suoi amati zoccoli bianchi. Il riccio quasi si costrinse a fissare il batterista i cui occhi troppo azzurri rischiarono di mandare all'aria tutto il discorso che si era preparato. “Ho lasciato Anita” annunciò tutto d'un tratto, dal nulla. Roger quasi si soffocò con la propria saliva: non aveva ancora acceso la sigaretta per rispetto dell'uomo che sapeva non gradire il fumo, e guardò Brian negli occhi chiedendogli spiegazioni con lo sguardo, che non tardarono ad arrivare. “L'ho lasciata venendo qui.”
Roger si mise a ridacchiare. “Scusami, ma non ti ci vedo proprio a mollare una donzella in mezzo alla strada” disse, ricevendo un'occhiataccia dal chitarrista. “E invece è così.” Roger giurò di vedere il volto di Brian farsi prima viola e poi rosso.
“È che... lei parlava, parlava e parlava ancora di fatti che a me non interessavano. Ho fermato la macchina e le ho detto: 'Cosa ci stiamo a fare, noi, ancora insieme?'... Parlando francamente, Roger, nella relazione tra me e Anita ci sono state delle incomprensioni, delle sensazioni spiacevoli, in particolare negli ultimi tempi, che il tuo bacio mi ha... sì, come si dice... ecco, diciamo aiutato a capire che lei non era fatta per me.” Roger aprì le labbra per protestare che lui non c'entrava nulla con il chitarrista e la sua donna, ma Brian mise le mani avanti.
“Con questo non voglio dire che è colpa tua, Rog: probabilmente saremmo scoppiati per altro, prima o poi. Ma fammi finire, per favore, e poi potrai dirmi tutto quello che vorrai.” Brian si fermò un'altra volta e Roger notò quanto fosse teso. Avrebbe tanto voluto raggiungerlo e prendergli le mani, ma non lo fece preferendo guardarlo con un sentimento di positività che il chitarrista apprezzò, perchè si umettò le labbra e continuò: “Lei si è messa a piangere e mi ha urlato contro cose che non ti dirò. Non si calmava più, allora sono sceso e le ho aperto la portiera... Mi ha guardato con il viso ricolmo di lacrime ma se ne è andata. Non ci siamo scambiati più nessuna parola e non so dove sia. Per tutta la strada ho avuto in mente solo te, e il bacio che ci siamo scambiati a questo dannato matrimonio...”. Brian si fermò, terminando il monologo con un sospiro di sollievo per essere riuscito a esprimere tutto quello che aveva da dire.
Roger non resistette oltre e raggiunse il riccio, alzandosi sulle punte dei piedi per trovarsi alla giusta altezza. Posò le sue labbra morbide sulla bocca di Brian, in un bacio che divenne ancora più dolce e armonioso quando l'altro lo strinse a sé lambendo le labbra del biondo amante. “Se vuoi, posso dartene altri mille, di baci, Bri” mormorò Roger staccandosi controvoglia dalle labbra del chitarrista. “Sì, si può fare” disse Brian, annuendo felicemente e scuotendo con vigore i suoi lunghi capelli neri. Roger rise di cuore e prese un riccio ribelle tra le mani.
In quel momento sentirono un colpo di tosse: entrambi si voltarono staccandosi leggermente, ma Brian cercò le mani di Roger e questo, per il biondo, significò tanto. Guardò il riccio con occhi pieni d'amore.
“Non voglio sapere cosa avete appena fatto nel mio giardino, cari” disse Freddie scuotendo la testa e fissando le mani dei due che si stringevano e si accarezzavano. Il cantante aveva le braccia sulle spalle di John che sorrideva a Brian e a Roger a trentadue denti, sorriso che venne subito ricambiato dal batterista.
“Ma sono contento di vedervi così, uniti.” Freddie riprese sghignazzando un po'. “Anche perché avrei una richiesta da farvi: vogliamo fare esibire nuovamente i Queen, solo per questa notte?” domandò fissando speranzoso gli ex compagni della band.

Note 
Wedding Queen sta quasi per finire: sono triste, ma soddisfatta, e spero che questo capitolo vi piaccia, a me è piaciuto scriverlo in particolare per la parte finale. (: 

 
   
 
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