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Autore: paige95    06/04/2019    3 recensioni
Quante volte è necessario toccare il fondo per poter rialzarsi più forti di prima? E quante volte è necessario attraversare il buio per raggiungere una luce che nemmeno si sapeva potesse esistere?
Riscoprire l’amore nei momenti più delicati può essere il miglior modo per affrontare le difficoltà e le incomprensioni.
In questo clima nascerà, inaspettatamente anche per loro, l'amore tra Pan e Trunks, proprio quando entrambi avranno bisogno di dare una svolta alla loro vita e di comprendere meglio se stessi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gohan, Pan, Trunks, Un po' tutti, Videl | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl , Pan/Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Primavera – Contenimento

 

 
Inaspettatamente anche per lei, l’aria nei polmoni diventò peggio di lame taglienti. Il sole anche sul pianeta di Lord Beerus sembrava essere tornato a risplendere dopo la neve abbonante di quei giorni e immaginò che sulla Terra ci fosse una situazione climatica simile, la stessa che stava vivendo Vegeta, ammesso che fosse ancora vivo. Bulma continuava a sentire un grande gelo nel cuore, una sensazione che non la fece ben sperare. Mostrava sempre tanta forza, ma come avrebbe potuto non trepidare per le sorti della sua famiglia. Si sentì un’ingenua a credere che suo marito non avesse più alcuna difficoltà a confidare a lei tutti i suoi pensieri. Si sentì tradita, in un secondo non era più certa dell’uomo che Vegeta era diventato in quegli ultimi anni, ma soprattutto del legame che con fatica loro avevano costruito. Si era tutto sbriciolato subito dopo le parole di Baba. Vegeta era coinvolto e mille domande avevano iniziato a viaggiare per la mente della scienziata. Non si era fermata a raccogliere qualche informazione in più, gli era stato sufficiente essere a conoscenza di quel coinvolgimento per capire che la situazione non aveva preso una bella piega. Se solo avesse immaginato, non lo avrebbe mai lasciato tornare sulla Terra, ma ormai non poteva più rimediare. Un misto di rabbia e desolazione si fece largo del suo petto, in quel momento avrebbe desiderato la sua sopravvivenza solo per farlo fuori con le sue mani. Nuove questioni si erano frapposte tra loro ed erano entrate senza alcun ritegno nel loro rapporto. Era tutta colpa di quello stupido scimmione, che si atteggiava con altezzosità al livello di un principe. Se fosse stato nobile non le avrebbe mai mentito, se lo fosse stato non avrebbe mai messo a repentaglio la vita della sua famiglia. Bulma aveva anche l’atroce timore che in quegli anni lo spirito eroico che aveva maturato potesse spingerlo a provare sensi di colpa e a sacrificarsi per i suoi cari, pur di rimediare. Per quanto Vegeta lo negasse, l’amicizia con Goku lo aveva segnato profondamente nell’animo. Suo marito si era ormai rassegnato che non esistesse più Kaaroth, ma che fosse rimasto solo Goku, per quanto per abitudine continuasse a chiamarlo con il suo nome sayan. Davvero tante cose erano cambiate in quegli anni, eppure in quel preciso momento, in quell’angolo di pianeta dove la scienziata si era ritagliata uno spazio di solitudine, le parve che fossero tornati indietro nel tempo, a quando Vegeta non era altro che un mostro privo di anima che ammazzava senza il minimo rimorso.
 
«Bulma!»
 
La voce di Videl si insinuò prepotentemente tra i suoi pensieri. Quella giovane donna doveva averla seguita, ma lei, troppo presa dagli ultimi eventi a cui era venuta a conoscenza, non l’aveva notata. Trovò Bulma all’ombra di un edificio con le spalle contro al muro e lo sguardo rivolto al cielo, intenta a riprendere fiato. Era palese il tentativo della turchina di nascondere i suoi sentimenti da occhi indiscreti, per quella ragione Videl fu tentata svariate volte di ritornare sui suoi passi. Sapeva che Bulma aveva un carattere forte e proprio per quel motivo non gradiva mostrarsi vulnerabile. Era però facilmente intuibile per chi le era accanto che la notizia da parte della veggente riguardante il marito potesse averla scossa. Si convinse che abbandonarla a quello stato d’animo non fosse la decisione migliore, soprattutto perché lei avrebbe potuto comprenderla, anche suo marito e sua figlia infondo, volente o nolente, si trovavano proprio in quegli istante sul campo di battaglia o comunque in procinto di raggiungerlo una volta usciti dalla Stanza dello Spirito e del Tempo.
 
«Sto bene, ora mi passa. Dammi solo qualche minuto»
 
«Bulma. Non è necessario che superi da sola ciò che ti fa soffrire, puoi contare sulle tue amiche, lo sai»
 
Videl vide indugiare la scienziata, sembrava essere indecisa sull’esternare o meno i suoi sentimenti. Non era solo fisicamente spalle al muro, si avvertiva una certa rassegnazione anche nell’aria che la circondava. Non voleva forzarla a confidarsi, così decise di lasciarle il tempo necessario a riordinare i pensieri. Inaspettatamente per la giovane non passò nemmeno un minuto e Bulma con un commosso filo di voce si rivolse a lei.
 
«È solo che … ogni volta sentir parlare di Vegeta in quelle vesti è un colpo al cuore. Mi fa male e mi riporta …»
 
«… indietro nel tempo?»
 
La sorprese la comprensione di Videl, tanto che finalmente posò gli occhi su di lei. Le pupille chiare di Bulma divennero lucide, così abbassò le palpebre qualche istante per camuffare la sua tristezza. Videl aveva espresso al suo posto una triste verità, in pochi istante il vecchio Vegeta tornò vivido davanti a lei e Bulma poteva solo immaginare i rapporti che intercorressero tra lui e quel nemico o quanti crimini insieme avessero commesso. Baba non aveva tentato nemmeno di nasconderle la verità ed era stata piuttosto sincera, quel genere di coinvolgimento lasciava poco spazio alla positività e per la precisione riguardava il passato di suo marito che non aveva mai brillato, ma anzi era solo una grande macchia nera che nessuno avrebbe mai potuto cancellare. Chissà se lui, capito di conoscere quel nemico, abbia pensato a lei e magari si sia vergognato per ciò che sua moglie avrebbe scoperto.
 
«Mi fido di lui, so che non tradirebbe mai la fiducia … non più perlomeno»
 
«Forse prima di fare qualsiasi ipotesi dovremmo ascoltare meglio Baba, non credi?»
 
Non voleva smontare l’ottimismo dell’amica, ma nemmeno assecondare così esplicitamente il suo sconforto. Dopotutto stavano parlando di passato e non di presente, un passato che da tempo lei aveva accettato e lui si impegnava di farle dimenticare. Forse era partito alla volta della Terra solo ed esclusivamente per rimediare ai suoi errori passati e non per sacrificarsi, solo per regalare alla sua famiglia un futuro migliore insieme a lui. Sperò almeno che non dimenticasse più di avere un cuore che pulsava nel petto e che soprattutto batteva per persone che lo amavano immensamente. Pregò che non avesse più la malsana idea di macchiare la sua anima, ma che la preservasse limpida come in quegli anni era riuscito a fare e che tornasse da loro sano e salvo. Chichi l’accusava dicendole che provava solo entusiasmo per le doti di suo marito, ma la verità era un’altra, lei era terribilmente spaventata proprio per colpa della sua forza.
 
«Mi credi se ti dico che ho paura di saperne di più?»
 
«Ti credo, sì. Ma è l’unico modo che abbiamo per conoscere la verità»
 
La scienziata si staccò con un po’ più di convinzione dalla parete che la sorreggeva, credendo per prima di non poter più attendere. Doveva ricercare il coraggio che la contraddistinse in diverse occasioni della sua vita e doveva farlo subito.
 
«Bulma, qualsiasi cosa ti mostri Baba, abbi fiducia in Vegeta, è l’unica certezza che hai e nulla potrà portatela via»
 
Se non avesse avuto fiducia in lui e nel suo buon cuore, lei non se ne sarebbe mai innamorata.
 
∞∞∞
 
A svariati chilometri di distanza dalla sua meta, Gohan aveva percepito un’aura strana. Si concentrò maggiormente e individuò suo padre, Vegeta, Inazuma e una quarta persona, ma si rifiutava di credere che potesse essere davvero lui. Si spaventò alla sola idea, ma non poteva sbagliarsi, la Stanza dello Spirito e del Tempo aveva affinato in breve tempo le sue abilità. Si bloccò a mezz’aria, chiuse gli occhi e riscoprì tutta la sua attenzione. Fu impossibile per lui confondere l’uomo che lo aveva rapito in tenera età e aveva tentato di uccidere suo padre. Era morto, cosa diavolo faceva sulla Terra? Aveva paura a scoprirlo, ma probabilmente quello era solo uno sporco piano di Inazuma, Gohan aveva intuito una possibile collaborazione tra lui e i sayan da diverse ore ormai. Non indugiò oltre, avrebbe presto scoperto la verità dal diretto interessato, così aumentò la velocità e non si fermò finché non ebbe raggiunto la sua destinazione. Nel tragitto aveva notato una costante variazione nell’aura del principe, quindi non ebbe alcuna sorpresa nel trovare uno scontro in corso tra lui e Inazuma. Benché fosse ormai certa la presenza di Radish, vederlo con i propri occhi fu tutt’altra storia. Fece appena in tempo a toccare il suolo con i piedi e il penetrante sguardo di quello pseudo-zio si posò su di lui. Si rivolse a Goku senza togliere di occhi da quel sayan che sarebbe dovuto essere ovunque meno che davanti a lui.
 
«Quello è …»
 
«Gohan»
 
Il ragazzo fece mezzo passo indietro, la certezza che fosse lui gli mozzò il fiato. Non era sintomo di paura, ma il ricordo del passato era ancora vivo nella sua mente. La voce pacata del padre provò nuovamente ad attirare la sua attenzione, tentativo che fino a quel momento era andato miseramente a vuoto.
 
«Figliolo, è più complicato di quello che sembra»
 
Goku intuì facilmente i pensieri del giovane, era probabilmente deluso, Baba infondo lo aveva avvertito che sarebbe stata una mossa avventata e alquanto discutibile. A quelle parole lo sguardo incredulo di Gohan si spostò da Radish al padre.
 
«Sei stato tu, vero? Ma che cavolo ti è saltato in mente, papà?! Che senso ha la sua presenza?? Perché ritieni sia così necessaria?»
 
Indugiò a rispondere, suo figlio aveva capito subito chi era stato l’artefice di quella malsana idea e quelle accuse sfiorarono persino il sarcasmo. Goku si ritrovò persino a ringraziare Inazuma, quando un colpo nello stomaco ben assestato aveva lanciato Vegeta a pochi metri da loro, almeno fino a quando le poche forze che erano rimaste al principe non gli fecero perdere l’occasione di unirsi al coro dei rimproveri.
 
«I-il ragazzo non ha tutti i torti, Kaaroth. Dovrai dare un paio di spiegazioni anche a me. Ti sembra il caso di resuscitare altri nemici??»
 
«Non c’è tempo per le spiegazioni. Vegeta, se non te ne fossi accorto, ti sta sconfiggendo»
 
Lo stato del principe, che a fatica cercò di rimettersi in piedi, non attenuò la rabbia di Gohan, anzi il passato tornò alla memoria, come se fossero passati solo un paio d’anni. Tutta la desolazione che in quel momento c’era a Satan City, lo sconforto nei loro cuori e la sofferenza fisica aveva una sola causa: Son Goku. Suo padre era sempre stato all’origine delle loro disgrazie e continuava imperterrito ad esserlo, provocando male su male, senza mai riuscire a trovare una soluzione che non comportasse altro dolore. Vegeta stava replicando all’affronto che Goku gli aveva fatto, quando Gohan con un tono profondamente deluso riuscì ad anticiparlo.
 
«Hai ragione, non mi devi alcuna spiegazione, ma a me hanno davvero stufato i tuoi sporchi tentativi di giustificarti»
 
«Gohan, avrai tutto il tempo di prendertela con me, ma ora quel tempo ci manca. Ti prego, cerca di capirlo»
 
«Non voglio nemmeno ascoltarti»
 
Il giovane Son spiccò il volo, non sentiva il desiderio di ricevere nuove scuse da parte di suo padre, anzi lo avrebbe solo infastidito e gli avrebbero fatto perdere la pazienza che era sull’orlo di esplodere. Radish aveva seguito silenziosamente quel battibecco e dalla somiglianza di quel giovane uomo con il bambino che aveva rapito anni fa, si rese conto chi doveva essere l’ultimo arrivato.
 
«Quello era tuo figlio?»
 
«Sì e non gli fai un bell’effetto»
 
Non poteva permettersi di abbandonare quello scontro per gettarsi all’inseguimento di Gohan, anche se avrebbe volentieri chiarito con lui. Inazuma aveva raggiunto i tre sayan, atterrando con leggiadria davanti a loro. Vegeta lo aveva messo a dura prova, il suo fiato era corto, ma cercò di non mostrare affaticamento e tanto meno debolezza ai suoi nemici.
 
«Bé, non sei l’unico ad avere attriti con tuo figlio. Vero, papà?»
 
Lanciò un’occhiata di disprezzo e provocazione verso Radish e quest’ultimo comprese subito che un nuovo incontro stava per iniziare, oltre ad un doloroso viaggio nei ricordi.
 
∞∞∞
 
Pan era ancora frastornata dal bacio che Trunks le aveva rubato. Prima di entrare nella Stanza dello Spirito e del tempo, quando le loro guance si era appena sfiorate, le era dispiaciuto che lui si fosse fermato, in quel momento però non era riuscita a decifrare pienamente i suoi sentimenti. Forse era tutta colpa dell’astio che aveva mostrato suo padre, diversamente lei non avrebbe mai bloccato quel secondo bacio. Trunks aveva ragione, era totalmente inopportuno tra loro, ricordava proprio che lui avesse detto qualcosa di simile, o si stava sbagliando? Era confusa. Si bloccò a mezz’aria indecisa sulla direzione da prendere. Non riusciva a togliersi dalla mente le labbra di quel ragazzo sulle sue e ovviamente tutte le sensazioni che le aveva provocato, perciò non era in grado di concentrarsi sull’aura di suo nonno per correre in suo aiuto. Fece un tentativo trasformandosi in super sayan. Non padroneggiava ancora bene quella forma, faceva molta fatica a mantenere la concentrazione per convogliare l’energia necessaria. Stavolta però non fu il pensiero del ragazzo di cui si era scoperta innamorata a distrarla, anzi percepì in avvicinamento l’aura di suo padre. Vide un puntino confuso all’orizzonte, che con la forte luce del sole sembrava ancora più sbiadito. La distanza tra loro diminuì rapidamente e prima che lei potesse accorgersene, Gohan le era passato fulmineo accanto e aveva proseguito il suo tragitto, spostando l’aria ad una velocità tale da rischiare di farle perdere in volo l’equilibrio. Pan non seppe cosa fare, era azzardata di seguire suo padre per capire cosa fosse successo, ma la tentazione di prendere la direzione da dove lui era appena giunto era molto forte. Alla fine scelse proprio quell’ultima possibilità. Più si avvicinava al campo di battaglia e più le furono familiari le aure, tranne una. Ritentò la trasformazione, quando ormai era prossima all’atterraggio. Fece buon uso degli insegnamenti di suo padre e quando i suoi piedi toccarono terra, i suoi occhi azzurro-cielo non fecero nemmeno caso alle palesi condizioni di Vegeta, reduce da uno spietato scontro. Nel suo obiettivo c’era solo quel nemico ormai conosciuto, dell’uomo che stava combattendo contro di lui poco le importava. Stava spiccando nuovamente il volo per mettere alla prova la sua nuova forza, ma Goku, intuite le intenzioni della nipote, si frappose tra lei e Inazuma afferrandola saldamente per le spalle, impedendole così di attaccare incoscientemente il nemico. Forse era la giovane età a spingerla a gran velocità verso la morte, ma lui, che era sicuramente più saggio, doveva evitare a qualunque costo quel gesto avventato.
 
«Pan, assolutamente no!»
 
«Nonno, sei forse impazzito?»
 
La prese totalmente alla sprovvista. Era diventata forte, possibile che lui non lo avesse notato?
 
«Ho bisogno di tempo, piccola»
 
Era chiaramente una scusa, alle spalle di suo nonno due combattenti più esperti di lei stavano diffondendo nell’aria un’enorme quantità di energia. Tornò poco dopo a concentrarsi su Goku, che non sembrava per nulla intenzionato a mollare la presa sulla nipote, rischiando che le potesse sfuggire dalle mani. Lo sguardo del nonno era triste, ma lei non riuscì ad interpretare la ragione.
 
«Non ricominciare con la tua clemenza ora, non mi sembra il caso»
 
«Non è clemenza, ma se lo sconfiggiamo prima che Radish torni negli Inferi, siamo nei guai, anzi io sono nei guai. Ti prego, Pan, aiutami. Sei diventata più forte, ma devo chiederti di trattenerti ancora un po’»
 
La ragazza lo guardò quasi spaventata. Era chiaro che cercasse ogni possibile modo per non farle correre alcun pericolo, ma quelle parole non poterono non allarmarla.
 
«Nonno, che cosa stai cercando di dirmi? Perché sei nei guai?»
 
«Pan, è una lunga storia che ora io non ho il tempo di raccontarti»
 
Vennero distratti da un forte boato. Goku si voltò, spaventato per l’incolumità della nipote, che, per quanto fosse diventata sorprendentemente potente in poche ore nella Stanza dello Spirito e del Tempo, non sembrava comunque essere in grado di gestire le infinite risorse di Inazuma. La nube di polvere che si era alzata in prossimità di un edificio indicò a Goku il punto esatto dove era stato scagliato Radish. Inazuma ignorò totalmente gli altri tre sayan presenti, tutta la sua attenzione era rivolta al contendente e Goku poté anche immaginare il motivo. Per infiniti istanti Goku non riuscì a percepire l’aura di Radish, ma lui era già morto, non poteva essere ucciso una seconda volta. Lo vide alzarsi all’improvviso in volo, confermando così l’ipotesi della sua incolumità. Se prima Radish era alla ricerca di un dialogo con suo figlio, ora la sua espressione non ammetteva alcun atto di comprensione. Goku si pentì amaramente di aver concesso a Radish quelle ore per tornare sulla Terra, prevedeva l’apocalisse e vittima innocente sarebbe stato il povero pianeta Terra. Non pensò a nient’altro, se non alla sua nipotina, a cui per alcuna ragione sarebbe dovuto capitare qualcosa.
 
«Pan. Sei diventata davvero fortissima ed io sono orgoglioso si te, non sono però sicuro sia sufficiente»
 
«Posso trasformarmi, nonno, hai visto. Sono d’accordo con te sul fatto che avrò bisogno di altro allenamento, non riesco a mantenere la trasformazione per lunghi periodi, ma …»
 
«Pan, non te lo ripeto più, oggi tu non combatti»
 
Era serio e inquietantemente pacato. Continuava a concentrarsi lo scontro che era diventato presto quasi impercettibile persino ai suoi occhi. Fu in quel momento che la trasformazione della ragazza si sciolse sia per mancata esperienza sia per l’assenza di motivazione da parte di Goku. All’improvviso trasparì tanta delusione nella voce di Pan. Non era quello il modo di proteggerla, lui lo sapeva bene, ma si ostinava imperterrito ad escluderla.
 
 
«Ma, nonno, io e papà ci siamo allenati per …»
 
«Tuo padre è già abbastanza infuriato con me»
 
«Quindi i problemi con papà li risolvi escludendo me dalla battaglia?!»
 
«Non ho voglia di litigare anche con lui e figuriamoci con te, Pan!»
 
Fu allora che Goku smise finalmente di voltarle le spalle, le parole della nipote lo avevano deconcentrato dal cielo che si era trasformato ben presto in un ring e ciò che Pan incontrò fu uno sguardo che non le sembrava di aver mai visto sul volto del nonno. Era spaventoso come la fissava, era infuriato con lei, nemmeno sua nonna era mai stata tanto autoritaria. Doveva aver sicuramente imparato da lei, altrimenti non si spiegava come l’espressione amorevole e dolce che sempre le rivolgeva fosse scomparsa all’improvviso. Era davvero spaventato, aveva paura di perderla. Non durò però molto quel rimprovero così duro e cessò nell’esatto istante in cui Radish schivò velocemente un raggio di elettricità prodotto da Inazuma. Tolto l’ostacolo del sayan, la traiettoria di quell’attaccò poté proseguire indisturbata e prese di striscio il braccio di Pan, appena sopra le dita del nonno che ancora la stringevano. La ferita della ragazza iniziò a sanguinare sotto lo sguardo incredulo di Goku, che non era riuscito a intercettare in tempo quell’attacco per difendere la nipote. L’espressione di Goku si tramutò in sincero timore, quando vide il sangue di Pan colare sulla sua mano.
 
«Nonno, è solo un graffio, stai tranquillo»
 
Si era agitato e spaventato. Prima ancora di lasciare la presa sulla giovane, aveva già aumentato la sua aura. Pan aveva percepito chiaramente quella variazione, appena prima che sciogliesse quel contatto e si voltasse verso l’artefice. Si trasformò in super sayan, benché non stesse partecipando allo scontro. Quella storia stava durando fin troppo e lui si stava stufando.
 
«Questa me la paghi, mia nipote non si tocca. Vegeta, tienila d’occhio»
 
«Non faccio da balìa a nessuno, figuriamoci ad una mocciosa»
 
«Io non sono una mocciosa!»
 
La irritò profondamente l’arroganza di Vegeta, che non perdeva mai l’occasione di rimarcare la sua immaturità. Sapeva benissimo che non era forte come lui o come suo nonno, ricordarglielo non era necessario e proprio per quella ragione desiderava dimostrare i suoi progressi. Infondo se solo recentemente le era data la possibilità di allenarsi non era certo colpa sua, ma di suo padre e anche di suo nonno che non capiva quanto Gohan stesse sbagliando ad escluderla. Radish ignorò totalmente la presenza di Pan e si rivolse duramente al fratello. Non gli importò nulla di sapere chi fosse quella ragazzina con sangue chiaramente sayan nelle vene, di lei se ne sarebbe occupato più tardi, in quel momento il suo più grande problema era il figlio che non avrebbe creduto un giorno di rincontrare.
 
«Kaaroth. Non ti intromettere»
 
Goku inspiegabilmente lo ascoltò. Radish tornò in posizione di attacco, non voleva ferirlo, anche se Inazuma non aveva affatto sferrato colpi leggeri. Non era particolarmente in svantaggio fisicamente, ma colpire lui sarebbe stato come colpire se stesso. Si era perso un po’ troppo nei pensieri e si era deconcentrato, offrendo a lui la possibilità di avvicinarsi sorridendogli beffardo. Notò un particolare a cui probabilmente fino a quel momento non aveva ancora fatto caso. Gli occhi di Inazuma non gli erano per nulla sconosciuti, quelle iridi grandi che alla luce del sole assumevano una tonalità chiara di marrone appartenevano all’unica donna che lui avesse mai amato. Suo figlio fu spietato, non ebbe pietà nemmeno delle titubanze di Radish a ferirlo, gli tirò un forte pugno in volto, ma quando un ulteriore colpo era già pronto in direzione dello stomaco, lo sbloccò sfinito.
 
«Finiscila di comportarti da bambino, Inazuma»
 
«Per colpa tua io non sono mai stato un bambino»
 
Sfondò la resistenza del palmo del padre. La rabbia a seguito di quella notizia aveva aumentato tutta la sua potenza, che ora era diventata incontenibile. Radish per l’ennesima volta fu spazzato via. Colpì rovinosamente il terreno e Goku per la prima volta ebbe seriamente la tentazione di correre in suo soccorso. Inzuma aveva raggiunto il suo avversario con finta pacatezza e con la convinzione di avere finalmente la vittoria nelle mani, desiderava solo togliersi un dubbio prima di sferrare il colpo di grazia.
 
«Che fine hai fatto fare a mia madre?»
 
Il padre ci mise qualche istante a rispondergli.
 
«I-io non ho toccato tua madre … non avrei mai potuto farle del male»
 
«Dopo avermi mentito per anni, dovrei crederti?! Sei morto portando via con te la verità»
 
«Inazuma, io sono già morto, non puoi uccidermi di nuovo»
 
Suo figlio era diventato straordinariamente potente e lui non riusciva a contrastarlo in alcun modo. L’inferno che Radish aveva vissuto in quegli anni era nulla in confronto al dolore che aveva sofferto quando era solo un adolescente. Suo figlio era rimasto vittima di quei tristi anni. Chiuse gli in attesa del colpo, non aveva senso combattere quando sapeva perfettamente che il debole era lui. Non avrebbe mai attaccato fatalmente Inazuma. Kaaroth cercava un alleato per sconfiggerlo, credendo che lui, in quanto suo mentore, conoscesse i punti deboli di quella minaccia, ma inaspettata il figlio era diventato per Radish il punto debole.
 
 - Serleena, perdonami –
 
Ebbe la forza dopo anni di pensare al nome di quella donna, a cui sicuramente non era riuscito a risparmiare del dolore. Si accorse solo in quel momento di aver usato vigliaccamente Inazuma come capro espiatorio per il dolore di averla persa. Lo aveva salvato però da un destino atroce, quello era l’unico merito che Radish avrebbe potuto prendersi in tutta la vita che aveva vissuto. Avrebbe dato in cambio qualsiasi cosa per salvarla o anche solo per sapere se lei l’avesse perdonato dal paradiso. Si meritava ogni tipo di condanna, nulla era esagerato, le fiamme dell’inferno erano poco. La sua anima era diventata nera nell’esatto istante in cui l’aveva persa, per lui da quel momento non ci fu più scampo e non diede speranza neppure a suo figlio di essere una persona migliore, gli aveva salvato solo la vita, ma infondo lo aveva fatto ad un caro prezzo, Inazuma non aveva avuto la possibilità di riscoprire la bontà che caratterizzava l’animo di sua madre.
 
«Avevi detto di avermi salvato, ma tu mi hai solo risparmiato»
 
«Non è così. Ti ho odiato, ho sofferto per averla persa e me la sono presa con te, ma non ti avrei mai ucciso. Mi sono convinto di averlo fatto solo per sfruttare le tue abilità, ma la verità era che mi ricordavi troppo tua madre»
 
Non credeva ad una sola parola. I sayan erano noti per la loro brutalità e aveva conosciuto da vicino la crudeltà di Radish fin dalla più tenera età. Caricò un nuovo attacco, deciso più che mai a sferrarlo contro l’artefice di tutti i suoi mali, ma gli fu impedito, Goku si era teletrasportato deciso tra i due contendenti e lo fissava severo.
 
«Basta, Inazuma, tuo padre non si regge in piedi. Questo scontro non è regolare e tu sei sleale. Concedigli qualche ora per riprendere le forze, dopodiché torneremo a scontrarci»
 
Lanciò solo un’occhiata di sfida al padre, indeciso sul da farsi.
 
«Gli concedo solo un’ora, dopodiché avrò la mia vendetta su tutti voi»
 
Persino Pan finì nel mirino di quel mezzosayan, era chiaro che anche lei non avesse un buon destino per lui. Non appena ebbe solcato il cielo, Goku si voltò verso il fratello, preoccupato per le sue condizioni.
 
«E levati di mezzo, Kaaroth. Non ho bisogno della tua protezione»
 
«Devi spiegarmi per filo e per segno che cosa è successo con Inazuma. Ma prima hai bisogno di cure»
 
∞∞∞
 
L’aura del fratello sui Monti Paoz fece insospettire Goten, distraendolo totalmente dai suoi propositi. Vicino alla modesta villetta l’alterazione di Gohan era chiaramente percepibile, così il secondogenito di casa Son si alzò in volo e salì verso il cielo fino a raggiungere perplesso la finestra della camera dei loro genitori. Il fratello era completamente concentrato con lo sguardo rivolto ad una foto. Credeva di partecipare, magari con un’entrata ad effetto sul campo di battaglia, ma date le circostanze abbassò le difese e cercò di capire cosa passasse per la mente di Gohan.
 
«Ehi, fratellone, che ci fai qui?»
 
«Potrei farti la stessa domanda. Non dovresti essere con la mamma?»
 
Impiegò un tono severo come se stesse rimproverando un bambino, come se Goten fosse ancora il suo fratellino.
 
«Mamma è al sicuro. Voglio aiutare papà»
 
«Come se lo meritasse»
 
Fece quella considerazione ad alta voce, ma senza la reale intenzione di farsi sentire da Goten. La rabbia per la discussione con suo padre era ancora viva dentro di lui e il cuore non riusciva a contenerla in silenzio. Goten sperò di aver capito male.
 
«Come?»
 
Gohan lo ignorò, non gli diede alcuna spiegazione e si limitò a prendere fra le mani la foto che sua madre teneva sul comodino, uno dei rari scatti in cui loro erano una famiglia riunita e felice. O almeno ad occhi estranei così potevano sembrare. Goten percepì l’aura del fratello aumentare per lui inspiegabilmente e subito dopo vide il vetro della cornice sbriciolarsi sotto quella forza. Gohan ignorò le schegge di vetro che si conficcarono nelle mani e il sangue che colava dalla sua pelle lacerata. Il fratello dopo quel gesto fu convinto del fatto che qualcosa non andasse. Dopo una reazione così esagerata Goten si fece particolarmente serio e temette seriamente fosse successo qualcosa di grave.
 
«Gohan. Cos’è successo?»
 
«Non gli permetterò più di farci del male»
 
Gli rispose a denti stretti, esternando tutto il disprezzo che aveva addosso. Lo spaventò, era sempre più nervoso e il ragazzo non riusciva a capirne il motivo.
 
«G-Gohan»
 
L’aura del fratello aumentò ancora e i suoi capelli emanarono incontrollate scintille di luce, segno che di lì a poco la sua potenza sarebbe esplosa.
 
«G-Gohan, così rischi di distruggere tutto. Mamma sgrida sempre papà quando si trasforma dentro ca …»
 
Si voltò furioso verso Goten e la sua espressione non ammetteva alcuna replica. Gli urlò contro, facendolo arretrare di qualche centimetro a mezz’aria.
 
«NON OSARE NOMINARLO. MAI PIÙ!»
 
«Gohan, calmati, cos’è successo con papà?»
 
Era estremamente serio, se aveva reagito così c’era sicuramente una ragione molto grave.
 
«Lui non è mio padre! Continua a fregarsene di …»
 
Non riuscì a terminare quella frase e non ebbe il tempo nemmeno di sfogare la sua rabbia, perché sentì spaventato l’aura di sua figlia sul campo di battaglia, proprio a pochi metri da una fonte di energia molto potente che attribuì senza troppa difficoltà a Inazuma.
 
«Dannazione! Avevo detto a Trunks di prendersi cura di Pan, possibile che non ci sia nessuno di cui mi possa fidare?! Se capita qualcosa a mia figlia, giuro che faccio fuori nostro padre con le mie mani, dopodiché rinchiudo Pan nella sua camera a vita. Vediamo se così ha ancora voglia di allenarsi o stare con Trunks»
 
Goten vide partire poco dopo il fratello senza capire ancora cosa fosse effettivamente successo. Gli rimbombarono però nella mente le parole di sua madre, quell’invito sofferto e istintivo a non fidarsi di suo padre era chiaro anche nelle parole di suo fratello.
 
 
 

 
Ciao ragazzi!
 
Scusate come sempre per il ritardo ☹
 
Sembra che Goku non ne combini mai una giusta, eppure crede fermamente che le sue ragioni siano fondate. Chissà se riuscirà a convincere anche suo figlio della bontà delle sue azioni e soprattutto riuscirà a sedare questo forte sentimento di vendetta che prova Inazuma.
 
Grazie di cuore per continuare a seguire questa storia! <3
 
Alla prossima!
Baci
-Vale
   
 
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