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Autore: titania76    06/04/2019    1 recensioni
Questa è una raccolta eterogenea di mini-racconti scritti per le gare settimanali #fantastiche10 e #scrivilotu indette dal gruppo fb Letture Sale&Pepe. Racconti nei quali devono comparire dieci parole assegnate ogni settimana o usare una frase specifica come prompt fisso. Poche ore a disposizione per consegnarli.
Pubblicati prima su facebook, ora approdano anche qui su EFP.
Genere: Generale, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questa breve flashfic è stato il primo esperimento in cui mi sono cimentata nella gare delle #fantastiche10, ovvero scrivere in un mezzo pomeriggio un raccontino con 10 parole prestabilite. All'epoca non sapevo bene come funzionasse la cosa, ma il risultato non è stato malaccio. Scritta poco più di un anno fa, non l'ho più toccata da allora.
Buona lettura!





Il giorno dopo



(parole: 306)

Vedersi allo specchio quella mattina era come buttare del sale su una ferita aperta e, benché l'episodio fosse fumoso nella sua memoria, l'immagine che aveva davanti ai suoi occhi le ricordava la cazzata compiuta la sera prima; quando, già un po' brilla, aveva accettato la proposta.
Non era bastata la bella strigliata di spugna e sapone che si era data, né passare in abbondanza lo struccante, consumando dischetti su dischetti. Quei segni di pennarello sul suo viso erano ancora lì, indelebili, anche se un poco attenuati, ma con l'aggiunta di aloni rossastri a ingigantirne l'effetto.
Sbuffò, piegandosi di nuovo sul lavandino e strofinandosi con vigore con acqua e sapone. Il viso le faceva male, iniziava a bruciare.
Nelle orecchie aveva ancora il sommesso rumore dello sciabordare del Soave nel suo bicchiere ogni volta che Gianni glielo riempiva, incoraggiandola poi a buttarlo giù, tutto d'un fiato, neanche fosse stato uno shortino di vodka.
E come andava giù! Dopo il terzo, non ci aveva fatto più caso.
«Mai fidarsi di certi “amici”», borbottò, posando la punta delle dita sulle guance a nascondere quegli orribili baffi. «Altro che “bellissima pantera”», sbuffò ancora. Ora si sentiva un gattaccio di strada.
Quella sera, l'apprezzamento – anche se accompagnato da qualche mano un po' troppo lunga – l'aveva gradito; si era persino sentita lusingata e a suo agio. Strano per lei, che da tempo immemore non passava una bella serata in compagnia e, soprattutto, non si divertiva tanto.
Quando era stata l'ultima volta che aveva partecipato a una festa in maschera? Non ne aveva idea, ma l'album delle fotografie giù in cantina aveva almeno due dita di polvere.
Con la matita per gli occhi rinfrescò quei tratti neri, si passò sulle labbra il rossetto di bel colore passione e, preso il telefono cellulare, scattò un selfie.
Una cosa del genere andava immortalata!



Le parole assegnate:
SALE - PENNARELLO - TELEFONO - SCIABORDARE - SOAVE - PANTERA - POLVERE - FUMOSO - AMICI - IMMEMORE


   
 
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