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Autore: Alecs Brazz    07/04/2019    0 recensioni
Alla vigilia della leggendaria Battaglia di Endor, una visione della Forza mostra a Luke Skywalker come cambiare le sorti dello scontro finale contro il malvagio imperatore Palpatine e salvare suo padre da morte certa. Il jedi modificherà la storia, con conseguenze inimmaginabili.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
 
Mentre i turbo ascensori lo portavano silenziosamente all’ultimo piano della seconda morte nera, in compagnia di suo padre Darth Vader, Luke ripensò al sogno rivelatore che aveva avuto la notte prima di consegnarsi agli imperiali. Un sogno che gli aveva concesso di vedere il futuro, ne era convinto. Aveva visto la sconfitta dell’imperatore per conto di suo padre e la conseguente morte di quest’ultimo, che si era sacrificato per far vivere lui; suo figlio. In un ultimo gesto di redenzione, Darth Vader era tornato Anakin Skywalker, il cavaliere jedi, e aveva finalmente portato a compimento la profezia che lo riguardava, salvando la galassia e uccidendo il signore dei sith. Il prezzo di quella scelta, tuttavia, era stato mortale anche per il redento jedi. Luke, dopo aver finalmente ritrovato suo padre, lo aveva perso di nuovo. Nel più crudele dei fati. La visione diventava, infine, nera, come una notte senza luna, e una voce sconosciuta e femminile gli sussurrava un’ultima parola prima di interrompersi. Un nome. Leia. Poi tutto era finito e Luke si era ritrovato all’interno della sua palafitta, costruita sulla cima di uno dei tanti alberi millenari nella luna boscosa di Endor. Niente di quello che aveva visto era ancora successo, eppure gli fu chiaro fin da subito che quello appena avuto non era stato un semplice sogno. Poteva essere quella una visione della Forza così potente da avergli mostrato l’esatto percorso delle sue scelte e di quelle di suo padre? Poteva un nome sussurrato nel pieno di una notte, alla vigilia di una battaglia decisiva, poter cambiare le sorti della galassia intera e della loro famiglia?
 
Quando le porte scorrevoli si aprirono sull’atrio della sala del trono, padre e figlio, superarono le due guardie imperiali e raggiunsero il trono. L’imperatore li attendeva, con il suo volto sfigurato e il sorriso di chi aveva già vinto.
“Benvenuto, giovane Skywalker. Ti stavo aspettando”.
Palpatine congedò le due guardie imperiali e con un solo gesto della mano lo liberò dalle manette che gli ufficiali imperiali gli avevano chiuso ai polsi fin dalla sua consegna spontanea e da quel momento in poi, tutto quello che Luke aveva visto in sogno su Endor, semplicemente si ripeté.
Il duello con suo padre accadde nell’esatta sequenza che ricordava. Le mosse stesse erano impresse nella sua mente, come se stesse rivivendo qualcosa; Eppure era la prima volta. Nascosto nella penombra di un ponte comandi, tuttavia, si rese conto che qualcosa stava effettivamente cambiando. L’attacco della flotta dell’Alleanza Ribelle contro la stazione delle morte dell’impero era in corso, ma l’alleanza non avrebbe mai trovato campo libero per penetrare il deflettore che difendeva la morte nera. Quest’ultimo non sarebbe mai stato compromesso dalla squadra di ribelli su Endor; quella di Han, Ciube e Leia. Perché era proprio questo che Luke aveva modificato appena qualche ora prima, dopo la sua visione. Han e Leia, assieme ad una task force dei migliori agenti ribelli, si erano infiltrati efficacemente nelle strutture imperiali e proprio in quel momento erano a bordo della stazione spaziale. O così sperava.
 
“… Così hai una sorella gemella”.  La voce metallica di Darth Vader lo riportò al momento presente. Le sue preoccupazioni avevano vinto per un attimo la sua mente e suo padre ne aveva approfittato per captare i suoi pensieri.
“Se tu non passerai al lato oscuro, forse lei lo farà!”.
A quel punto qualcosa di terribile si scatenò in lui. Qualcosa di selvaggio e lontano da ciò che aveva promesso di essere.
“NO!”. Urlò e si scaraventò contro suo padre.
Il combattimento selvaggio che ne scaturì fu un’altra prova che Luke aveva già vissuto quella storia. Lo aveva fatto solo mentalmente, eppure a sufficienza per averne consapevolezza. E fu proprio in quel momento che la sentì di nuovo: la voce. Luke si rese conto che suo padre non stava combattendo per attaccarlo, ma solo per difendersi. L’ira era tutta sua e lo stava portando esattamente dove l’imperatore voleva. Non doveva cedere. Non poteva uccidere suo padre. Non sarebbe passato al lato oscuro. E fu con quell’ultima scelta, che infine, il destino mutò. Luke colpì Vader al fianco, con un miracoloso zampillo di lucidità, proprio mentre stava per arrendersi al suo destino. Con un calcio fece volare la spada laser di suo padre oltre il ponte e Darth Vader cadde, disarmato, sul pavimento. Quando l’imperatore Palpatine si alzò dal suo scranno, non aveva più alcuna voglia di sorridere. Forse anche lui, inconsciamente, aveva captato che qualcosa non stesse andando come avrebbe dovuto.
“Davvero notevole, mio giovane, nuovo, apprendista. Davvero”.
La maschera tumefatta del sith era, se possibile, ancora più orrenda. Distorta dall’odio e dalla malvagità.
“Ora finiscilo e regnerai con me. Vendicati di tuo padre. Poni fine alla sua grottesca esistenza”.
“No. Mai”. Furono le semplici, inflessibili parole di Luke.
Palpatine tornò ad esibire una risata, ma questa volta suonò come un latrato terribile. Come qualcosa di mortale.
“Come vuoi stolto ragazzo. Allora ucciderò entrambi e farò di tua sorella la mia degna apprendista”.
Dei fulmini si generarono dalle sue mani e si scaraventarono contro di lui e contro Vader. Luke riuscì a parare quelli destinati contro di lui con la sua spada, ma non poté nulla contro i fulmini che raggiunsero suo padre. La scarica di energia investì Vader e s’insinuarono, devastanti, contro la sua corazza, perforandola. Non sentì le grida di suo padre, ma solo i respiri affannati che produceva il suo respiratore. E poi sentì dell’altro: La voce di Anakin Skywalker si propagò nella sua mente come già era accaduto su Bespin, in una comunicazione mentale. La voce era calma e pura, senza alcuna traccia di dolore. Era la voce di un jedi redento.
“Lasciami andare Luke. E’ la tua unica speranza. Lasciami morire”.
“NOOOOOOO!”. Ancora una volta perse il controllo. Con ferocia riuscì a deviare la scarica di energia statica che Palpatine gli stava scaraventando contro e a deviarla lontano.  D’istinto lanciò contro il signore sith la sua spada, che si indirizzò dritta verso il suo bersaglio. L’imperatore dovette interrompere la scarica di fulmini per dirigerla verso l’arma e proteggersi dalla lama laser di quest’ultima. Quel frangente di tempo guadagnato fu abbastanza per Luke, che prese il suo posto davanti a suo padre. Se la visione della Forza lo aveva indotto a modificare gli eventi per consentirgli di morire insieme a lui, avrebbe accettato quel destino.
“Non passerò mai al lato oscuro. Mai. Uccidimi ora e avrai perso”.
Darth Sidious era di nuovo davanti a loro e sembrava che nulla di tutto ciò che fosse accaduto lo avesse scalfito più di tanto. Le porte degli ascensori si aprirono e fecero entrare nella sala del trono le due guardie imperiali di Palpatine. Entrambe con dei curiosi danni da blaster impressi sulla corazza rossa, malamente celati. Si avvicinarono all’imperatore, pronte a dargli sostegno.
“Come già detto, avrò una nuova apprendista. Più potente, più facile a cadere. Addio miei jedi”.
Il sith alzò le mani e le puntò contro i due Skywalker, ma non riuscì mai a scatenare contro di loro i fulmini. Si sentì un colpo, seguito da un grido strozzato. Palpatine si guardò, sorpreso, il torace, da dove affiorava la punta di una lancia, che lo trapassava da parte a parte. L’imperatore si girò a fatica, verso le sue guardie personali. Per la prima volta nella sua vita sembrò debole e morente. Fece per parlare. Non ci riuscì. La seconda guardia aveva alzato nel frattempo un blaster piuttosto famigliare e lo aveva colpito alla testa con un unico, preciso colpo. Sheev Palpatine sembrò impiegare molto tempo a cadere, ma quando lo fece, non si rialzò mai più. Darth Sidious era stato sconfitto. Le due guardie si tolsero i loro caschi, rivelando le espressioni gravi di Leia Organa e Han Solo. Fu il suo amico a parlare per primo, rivolgendo a Luke un sorprendente e irritante, sorriso.
“Beh ragazzo, non c’è di che. Ancora”.
E così il destino era stato cambiato. Le conseguenze sarebbero state catastrofiche, ma ancora nessuno di loro poteva saperlo.
   
 
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