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Autore: Yellow Daffodil    07/04/2019    1 recensioni
Hera ed Hestia. Con la H.
Due gemelle così diverse da poter essere paragonate al diavolo e l'acqua santa.
Diverse, sì, ma le differenze possono essere facilmente superate quando nel quadro generale entra anche lui. Lui... che è innamorato perso di Hera. Lui... per cui Hestia ha una cotta secolare. Lui... Tommaso D'Angelo.
Quale occasione per sfruttare al meglio la gemellanza, se non questa? E quali altri guai combineranno Hera ed Hestia, assieme a un amico dalla sessualità ambigua, un'improvvisata psicologa e un compagno di ricerche punk?
Storia a 4 mani di Yellow Daffodil e cioccolatomalik
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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20. Zero zotico

Hestia

Seduta sul divano a guardare passivamente i colori della tv, senza rendermi conto di essere su Real Time, risulto di spalle a mia mamma e quindi mi scambia per Hera.

"Hera, tesoro! Non ti prepari per la festa?"

La mia spiegazione non è necessaria. Dalle scale scende una figura mitologica che porta un denso profumo di zucchero: se vi sembra di non averla mai studiata a scuola, è perché è di nuova generazione. Di quelle che usano lo schermo dell'iPhone come specchio e pubblicano i loro incantesimi sotto forma di caption latine nelle foto di Instagram.

Brutta razza, io vi avverto.

"Io sono nata pronta, cara mammina."

"Ah, mi era preso un colpo. Pensavo fossi lei."

"A quanto pare ultimamente lo pensano tutti." 

Presente le dee di Hercules che intonano frasi allusive verso Meg, giusto per farla sentire ancora un po' più in colpa? Ecco, Hera ci delizia con tali divini canti, mentre fluttua davanti allo specchio in entrata e controlla la luminosità del suo petto cosparso di brillantini. Quando sei troppo figa, lo schermo dell'iPhone non basta.

Guardo l'ora e mi sento di intervenire con tono da oltretomba, giusto perché gli dei non sarebbero nessuno senza Ade come nemico: "Mancano ancora due ore alla festa. Cosa fai, nel frattempo? Aspetti che ti si sedimentino i neuroni, dopo aver scosso la testa per far risultare più vamp la messa in piega?"

Hera stacca i suoi occhietti vanesi solo per rivolgermi un sorriso malizioso: "È unicamente in questi tuoi rari casi di acume che sento di essere tua parente. Brava, sorellina, così acida ti voglio."

"Non parlare di acume, tu. La cosa più acuta che hai è la voce quando cacci i gridolini di fronte ai video di cuccioli allattati con il biberon."

"Uff!" Hera si sventola profumando l'ambiente. "Quanta pesantezza! Ma', io vado da Giulia! Se rimango qui anche un minuto di più rischio che mi si afflosci per davvero la messa in piega, subito dopo l'umore, naturalmente. Ciao ciao!"

"Ok, tesoro." Sorride mamma, intenta a ripiegare vestiti. "Divertiti e non fare tardi."

"Ok, mammina! A dopo! Hes, ci vediamo in palestra, bye bye!"

"Sì sì sì..." Faccio un'onda con la mano e ignoro la pazza. Ovviamente non ci andrò in palestra, alla festa del secolo. Ma neanche sotto tortura.

La porta si richiude con delicatezza e io torno a fissare Real Time. Vorrei deprimermi indisturbata, ma purtroppo Hera non è l'unica parente che mi rende la vita difficile.

"Tesoro." Esordisce mia madre. "Tu quand'è che ti prepari? Mancano solo due ore."

Evito di girarmi verso di lei perché leggerebbe nei miei occhi le mie vere intenzioni (pigiama nero, horror scaricato illegalmente e bambole voodoo da infilzare). Mi limito a vedere il televisore e strascicare un: "Boh, dopo vediamo."

"Non hai intenzione di andare?"

Wow, mamma è The Mentalist.

"No."

"Teso-"

"Sh-sh." Chiudo la mia mano come se fosse il becco di un'anatra, in modo da farle capire che sarebbe meglio se si zittisse. "Niente discorsi motivazionali, la risposta è no comunque."

Mia madre sospira, assieme allo sbuffo del ferro da stiro che sta maneggiando con fare esperto: "Ok... se comunque cambi idea, ti ho appena stirato il tuo vestitino zotico preferito."

 gotico, non zotico." La correggo inacidita. "Comunque grazie, ma no."

"Beh, almeno ci andrà tua sorella e non ci andrà con quel motociclista zotico. Zotico sul serio, questa volta. Sono felice che si siano lasciati."

"Tommy non è uno zotico." commento a fior di labbra.

"Ah no? Ha una tale espressione rimbambita, l'aria da chi apprezza solo le cose superficiali della vita e non andrebbe mai nel profondo di qualcuno, a meno che non si trattasse di andarci letteralmente, a livello fisico."

"Mamma!" 

"Che c'è, per caso lui ed Hera l'hanno fatto?"

Ok, questa è l'occasione giusta per alzarsi dal divano ed indignarsi.

"Ma no!" Esclamo rianimandomi e saltando sui cuscini. "Ma ti sembra?! Tommy non usciva con lei solo per questo, ci usciva perché..."

"Perché?" Incalza mamma, mentre produce biancheria pulita con crescente pathos.

Abbasso gli occhi: "Perché è bella."

"Vedi che ho ragione?" gioisce sparando condensa dal ferro. "Da tipi così meglio starci a distanza di sicurezza. Sempre."

Eh come no, madre! Saggissima. 

Sbuffo, sconfitta dalla vita: mamma ha ragione, Tommy è una brutta persona e io ancora di più. Quando, cinque secondi dopo, suona il campanello, penso che sia venuta a prendermi la morte. Sarebbe anche ora.

"APRI TU!" tuona mia madre da sotto la montagna di vestiti.

Io mi trascino solcando il parquet e decido di non chiedere nemmeno l'identità dell'ospite. Se fosse un malintenzionato, lo saprei per tempo e non potrei lasciarmi cogliere di sorpresa dalla fine delle mie sofferenze. Che poi, al massimo sarà Hera che ha dimenticato il cervello.

Invece apro e alla porta c'è un ragazzo mezzo nudo.

Di bene in meglio, stasera, sul serio.

Fisso il giovane con grande perplessità, mentre costui si gonfia il petto (nudo) e sorride.

"Allora." mi chiede, entusiasta. "Chi sono?"

"Un uomo confuso?"

"No, dai, all'interno della civiltà romana... chi rappresento?"

"Un romano confuso?"

"Hestia, dai!"

Do un'ulteriore occhiata a Ste, più approfondita ma non troppo, in quanto non mi sembra consono indugiare sulle nudità del mio migliore amico: "Ste, perdonami, ma, uhm... non saprei proprio."

"Uno schiavo!" Rivela, con un'ovvietà che comprende solo lui.

"Ah, bello. Originale."

"Andiamo, ci ho lavorato un sacco!"

Mi indica il lenzuolo avvolto al bacino con tanto di strascico nel mezzo, poi l'asta che porta sulla schiena con appesi alle estremità due cesti di vimini. Stima totale del tempo impiegato per la preparazione: tre minuti. Risultato: orrendo. Poi si è dimenticato pure gli occhiali da vista, lo schiavo.

"Entra, per favore." Concludo, esaminando i dintorni del quartiere. "Sembriamo idioti."

Faccio accomodare Ste, non senza che lui si incastri sullo stipite, a causa dell'asta di bambù che lo supera in larghezza. Pensavo di aver visto il peggio quando Hera è apparsa un giorno cosparsa integralmente di fango anticellulite a base di alghe, ma adesso che c'è uno Ste a dimenare il suo busto magrolino sulla porta di casa mia con un lenzuolo che gli pende dal pacco... beh, i miei incubi non saranno più gli stessi.

"Ciao, Stefano caro!" Cinguetta mamma. "Che carino che sei! Schiavo romano?"

Ste si disincastra dall'uscio e mi lancia un'occhiatina significativa: "Ovviamente."

"Fantastico! Ti dona proprio, sai? Spero tu sia venuto per convincere la signorina qui a fare qualcosa di utile della sua vita, dato che a quanto pare ha intenzione di essere la Cenerentola di turno e non andare al ballo."

"Non si preoccupi." Sorride Ste, spingendomi per le scale, in cui finiscono per dissiparsi tutte le mie lamentele contro l'ingrata genitrice. "Ci penso io."

Io e Ste saliamo al piano superiore e lui decide, senza troppi indugi e complimenti, di spingermi in bagno, nel quale imprigiona entrambi ricordandosi pure di girare la manovella per chiudere a chiave, giusto per sicurezza. Deduco che dovrebbe essere un sequestro di persona, solo che Ste, semplicemente, non è capace. Anzi, stasera mi pare del tutto uscito di senno.

"Ti prego, Hestia." Con mia crescente incredulità, Ste si getta in ginocchio sulle piastrelle del bagno, unendo le mani e sembrando ancora più schiavo. "Vieni alla festa."

Ah, è così che pensa di convincermi? Grande.

"Santo cielo, che visione sconcertante." Roteo gli occhi e faccio direttamente per uscire, così risparmio a me un'inutile perdita di tempo e a lui dell'inutile perdita di dignità. Non so che gli prenda, ma di sicuro non voglio essere coinvolta nel suo disagio.

"No, veramente, ti prego!" Stefano allora afferra i pantaloni della mia tuta, distendendosi completamente sul pavimento e tirando la stoffa come un bimbo che si aggrappa alla sottana della maestra.

"Ma sei scemo? Sei nudo e strisci per terra? E poi, che diavolo ti prende?! Mollami subito!" Scuoto la gamba, manco stessi cercando di liberarmi di un segugio attaccato agli stinchi. Ma il problema è che lui non demorde; è veramente un segugio!

"Non voglio andarci da solo! Ho paura!"

"Eh?"

"Ti prego, Hes, vieni con me, accompagnami, ti scongiuro!"

"Stefano!" Finalmente me lo scrollo di dosso con un movimento deciso. "Mettiti in piedi come una persona normale e spiegami che diavolo di problema hai! Subito! E senza piagnucolare!"

Ste, intimorito dal mio tono, obbedisce agli ordini e mi si mette di fronte, la pancia arrossata e le mani unite in grembo, insicure: "Recentemente mi sono detto che non voglio più farmi trattare male dalle persone."

"Ah e lo dimostri rotolandoti per terra e aggrappandoti ai loro piedi? Ottima procedura."

"Zitta tu." Rimbecca puntandomi il dito contro. "Che sei la prima a fare come me; predichi sempre bene e razzoli sempre male. E non interrompermi!"

Alzo le sopracciglia. Incrocio le braccia. Ah, sì? Facciamo i duri? 

"Dicevo." Tossicchia allora, riprendendo il filo. "Ho avuto una specie di... litigio? Diverbio? Un piccolo confronto con Doppia G."

"Un confronto, eh?"

Ste mi fulmina, e capisco che dovrei veramente starmene zitta. Forse sta avendo un momento di autodeterminazione e ha solo bisogno di qualcuno che stia ad ascoltarlo. Conserverò le risate per dopo.

"Parlando con lei ho capito che, effettivamente, io sono migliore di tante persone." Postula lui, concentrato. "E che non mi serve dimostrarlo per saperlo. Però, sai, c'è sempre chi al mondo è disposto a giudicare e farti sentire male."

Com'era? Ah sì, Hestia è la copia in bianco e nero venuta male di Hera. Sì, forse posso capire il discorso.

"Perciò mi sono chiesto che cosa dovrei fare per smetterla di sentirmi così." 

Stefano alza gli occhi e me li ritrovo sorprendentemente un po' troppo vicini. Sono molto meno d'impatto del blu elettrico di Tommy. Molto più piccoli. Molto più comuni. Ma mi fanno ugualmente arrossire.

"Perché sei arrossita?"

"Sto pensando che sei vestito da schiavo, che sei imbarazzante e che forse non è il modo giusto per smetterla di sentirti così."

"Invece lo è." Mi corregge lui, con convinzione. "Posso essere chi voglio, se accanto a me c'è qualcuno che mi stima comunque, e che mi vorrà bene indipendentemente da come mi vesto e da quanto mosciamente dirò ramarro marrone." A questo punto mi scappa una risata, e Ste fa una smorfia: "Avrei voluto dire che quella persona sei tu, ma forse mi sbaglio."

"Ste, tu sei fuori di testa!" Gli do un leggero pugno sulla spalla, ridendo, e ne approfitto per togliermi da così vicino a lui. Abbiamo dormito appiccicati e quasi non me ne sono accorta, ma oggi tra l'outfit da schiavo romano e il mio cervello fuso, sembro avere qualche disfunzione fisiologica. Dai che la morte è vicina, dai!

"È ovvio che puoi contare su di me!" Garantisco. "Voglio dire... da quanto tempo ci conosciamo?"

"Cinque anni."

"Ecco, allora cinque anni fa ci siamo scelti proprio perché ci stimiamo come amici e come persone. Gli altri non hanno il diritto di dirti come devi essere e se pensi di non piacere a nessuno, beh..." Beh? "Beh, forse è vero. Ma comunque non piaci a nessuno, tranne me."

Oh ma che carina che sono! Ho detto una cosa bellissima!

Oddio, che mostro sono diventata? penso, inorridendomi. Hera mi ha cambiata. Quella strega! Ha fatto di me un'amica smielata! Che poi, beh... gran discorso, Hestia, ma quando è ora di applicarle su di te, queste perle, che facciamo? Le diamo ai porci?

"Perfetto." Ste incrocia le braccia e sorride. "Allora mi accompagni alla festa."

"Certo!" Esclamo. "Che no!" Completo poi, dopo neanche mezzo secondo, con altrettanta enfasi.

"Eddai!" Mugola lui, seguendomi fino alla doccia, dove intendo chiudermi per sempre e, possibilmente, annegare sigillando le porte con la colla a caldo. Ma Ste prosegue imperturbabile la predica: "Sento che stasera Giulia potrebbe dirmi qualcosa riguardo a quel... ehm, confronto. Se fosse qualcosa di bello, non ce la farei a gestirlo da solo e rischierei di rovinare tutto. Se fosse qualcosa di brutto, avrei bisogno di una spalla amica su cui piangere. Se non fosse nulla, avrei bisogno esattamente e unicamente di te."

Le sue parole sono anche troppo lusinghiere: "Spiacente, ma non ci vengo. Non farei che soffrire per Hera che fa la padrona del mondo e Tommy che le sbava dietro."

"Devi dire a Tommy la verità."

"Non ho bisogno di un altro psicologo stile Doppia G, grazie."

"Doppia G ha ragione."

"Sì, perché ti piace."

"No, perché ha ragione." Non mi sarei aspettata che Ste aprisse le porte della doccia, invece mi stupisce di nuovo e infrange la mia privacy. "Stasera io e te tiriamo fuori le palle."

"Ah, per te è facile, basta alzare quella tenda che hai addosso."

Ste ringhia, e mi ricorda un po' Hera, il che è strano perché se di lei ho costanti incubi, lui prima d'ora non mi aveva mai fatto paura, semmai solo pena. Insomma: Hera si innamora, Giulia mi dà consigli amichevoli e Ste diventa un uomo... ditemelo che sta arrivando la fine del mondo!

"Dobbiamo fare qualcosa! Dobbiamo reagire! Hestia, per la miseria, fai qualcosa!"

Per evitare di soccombere alla pressione morale del mio 'migliore amico', lascio che il mio sguardo scivoli oltre lui, verso la specchiera, verso le mensole più alte e impolverate, dove ci sono tutti quei prodotti che non utilizziamo da un po'.

A un tratto incrocio un paio di flaconi familiari; quelli che usai secoli fa per sperimentare la tinta su Cuzco. Volevo farlo meshato di viola e di blu, ma avevo sbagliato a mescolare i colori ed è uscito solamente un bel nero pece che, seppur sbagliato, lo rendeva comunque un cricetino ribelle e aerodinamico. 

Ste è molto più attento di quanto io abbia osservato nella media maschile finora. Così segue il mio sguardo e dice: "Sì... sì, è perfetto! Tingiti i capelli!"

Ciò che segue è un lunghissimo battibecco principalmente composto dall'opposizione di 'sì' e 'no' e qualche grido selvaggio di mia madre dal piano terra. Dopodiché, Ste decide di giocare una carta vincente: un discorsetto motivazionale che nessuno e dico veramente nessuno, men che meno la mia genitrice, sarebbe riuscito a propinarmi con successo.

Ma lui... ma lui sì. Lui ci riesce. 

E alla fine aggiunge pure un "Ti prego!" che funge da scossa al mio cuoricino deceduto, per cui decido di accompagnarlo e pure di tingermi.

...e io che fino ad oggi ero convinta che Ste fosse solamente un po' meno antipatico del resto del mondo.

*

Esco di casa bardata come una ladra. Mamma, troppo felice che io infine abbia ceduto, non si accorge di nulla. Hera nota il tutto unicamente dal mio sguardo e appena ci ritroviamo in palestra, senza che nemmeno io mi sia tolta il cappuccio, mi dice: "Santo cielo, sembri quel quadro dove c'è la faccia di un tizio composta di sole verdure. E ovviamente quella che hai in testa è una rigogliosa melanzana viola... adesso sì che sei sexy."

Ho scelto il viola perché mi ricordava i cuoricini di Tommy. E anche perché era quello dei due scaduto da meno tempo. Ora inizio a pentirmi non solo perché mi potrebbero cadere tutti capelli da un momento all'altro, ma anche perché, obiettivamente, faccio schifo.

L'entrata per Hera è sommamente teatrale, con la platea che l'ammira e per poco non le fa un applauso. Io e Ste ci limitiamo a farle da ombra finché non ci trascina vicino agli spalti, dove c'è Giulia.

E da lì comincia la serata più lunga della mia vita.

Per i primi abbondanti minuti me ne sto in silenzio raggomitolata nel mio outfit con cappuccio da rapper. Sì, ho messo il vestito gotico, ma mi sentivo più a mio agio coprendolo con un felpone zotico e corredandolo con i cari vecchi anfibi. Se qualcuno mi si dovesse approcciare per chiedermi chi sono, risponderei Ade, senza esitazione.

Invece, a un certo punto, mentre mi sto fissando le scarpe seduta sul bordo delle gradinate, qualcuno me lo domanda sul serio, e io non riesco a rispondere.

Davanti a me si è manifestata una visione gloriosa: Tommy D'Angelo, coperto da una corazza di metallo e un mantello color porpora, mi sorride come Maximum de Il Gladiatore dopo aver vinto la battaglia nell'arena.

"Ciao, Hestia, sei venuta alla fine. Da chi ti sei travestita?"

Il mio cervello ripete all'infinito: Da tua moglie, da tua moglie, da tua moglie. Ma infine raccolgo tutte le energie che possiedo per sussurrare un: "Boh... Ade? Credo."

E improvvisamente sono convinta che nemmeno venire sia stata una buona idea. Lo penso ancora di più quando Tommy mi abbassa il cappuccio e controlla la pettinatura, corrucciato. Ecco, lo sapevo, non gli piacciono. Dovevo restarmene a casa. Stefano è un idiota!

"Ma Ade non ce li aveva blu i capelli?" chiede semplicemente, probabilmente non ricordandosi nemmeno che fino a due ore fa ce li avevo castani. Va beh, è un gladiatore. Non è che si può pretendere.

La mia risposta consiste in una risatina da oca e nient'altro. Grazie a Dio lui mi ha portato un bicchiere di cartone rosso pieno di caffè (è la bevanda più trasgre che ci è concessa stasera), così lo ingurgito per non dover parlare.

"Comunque, Hera è bellissima stasera." La osserva da distante, rapito. "Proprio come avevamo predetto, eh?"

Avevamo... beh.

"Credi che riuscirò a strapparle una foto insieme? Anche solo una selfie per le stories?"

Inarco un sopracciglio: "Non saprei... Mi sembra più interessata a fotografarsi da sola..." Ipotizzo, studiando il modo in cui sta socchiudendo gli occhi e protraendo le labbra mentre gira su se stessa per catturare la luce migliore. Ma così a intuito, eh...

"Ah, è incredibile." Maximum qui scuote la testa, non capacitandosi. "Lei è così... la sento così... vicina, eppure sempre così distante. Sai, come se fosse due persone contemporaneamente. Penserai che sono pazzo."

"No no." Mi strozzo col caffè. Funzioni respiratorie irreversibilmente compromesse.

Tommy fissa la sua bevanda e sorride tra sé: "Sono innamorato perso del suo carattere, ma anche del suo aspetto. Però c'è una maledizione: non posso avere entrambi allo stesso tempo. Se tu potessi scegliere, quale dei due preferiresti avere? Un bel carattere o un bell'aspetto?"

Ora fa scivolare le iridi su di me e io sprofondo nel baratro di me stessa, sicura che qualcuno mi stia facendo avere questa conversazione apposta per prendermi in giro: "Il carattere." balbetto.

Lui recepisce annuendo in silenzio, così uso la spinta della caffeina per suicidarmi del tutto: "E tu? Se potessi seriamente avere solo una delle due cose, quale terresti?"

Tommy scuote la testa: "O tutto o niente. Sono fatto così."

Bene, quindi mi sono innamorata di un bigamo. Perfetto.

Mentre mi affloscio come un fiorellino appassito in mezzo al deserto, incrocio gli occhi di Ste da distante. Mi sta controllando dal suo posticino accanto a Doppia G, che, in effetti, non gli ha ancora rivolto la parola. Capisco si stia alquanto annoiando, o deprimendo, quindi si è messo a seguire la mia love story e dagli spasmi che sta avendo alle braccia, deduco mi voglia incoraggiare a sputare il rospo. Sembra una cheer-leader che non ci ha creduto abbastanza, ma apprezzo il gesto e credo che abbia ragione. Se me lo dice lui, vuol dire che questo è veramente il momento. 

"Tommy." Annuncio, inspirando un metro cubo d'ossigeno e continuando a guardare Ste da distante per darmi la forza. "Senti, so che forse ti dirò qualcosa che non ti aspettavi di sentire o che, comunque, non vorresti sentire, ma la verità è che sono ormai due mesi che io e mia sorella Hera ti stiamo nascondiamo segreto." Ste si agita ancora di più, stavolta sembra praticamente una medusa in preda alla corrente del Golfo, ma io annuisco nella sua direzione, determinata più che mai a far tesoro del suo incoraggiamento. "Esatto, un grandissimo segreto che molto probabilmente ti farà arrabbiare, ma che comunque prima o poi saresti venuto a sapere. Quindi stavolta, sul serio, sono qui per rivelarti la verità. E la verità, Tommy, è che..." Finalmente prendo il necessario coraggio per guardarlo negli occhi e affrontare le mie paure.

Ma appena lo faccio, mi rendo conto che lui non c'è più. 

Se n'è andato. 

Per salutare un suo compagno di passaggio, con un grandioso: "Ehi, bella Francy!"

Ritorno su Ste e finalmente capisco che stava cercando di mimarmi un 'Guarda che stai parlando da sola, cretina!'. Ora ha la testa fra le mani e la sta scuotendo, arreso. Io non posso che imitarlo, e devolvere il resto della serata a compiangere la mia dipartita vita sociale.

*

Sia io che il mio migliore amico schiavo stiamo avendo il ballo più schifoso della nostra vita. E considerando che è il primo, ne abbiamo di strada da fare. Rimaniamo silenziosi e depressi per tutto il tempo, fino a che Hera non ritorna a casa base per sfottere un po'.

Per quanto mi scocci ammetterlo, mia sorella e i suoi deliri di autocelebrazione sono l'intrattenimento più divertente che stia avendo. Prima della sua venuta, ho tentato di far parlare Giulia con Ste, ma l'unica abilità che quell'arpia possiede è di sputare risentimento attraverso termini filosofici. 

Quello che Ste ha interpretato come 'confronto' è stato in realtà un ulteriore peggioramento della loro inesistente relazione. Non so se lui si aspettasse che lei gli si gettasse addosso come nelle più floride commedie di amore-odio, fatto sta che in lei riconosco solo più odio di prima e l'unico senso in cui vorrebbe saltargli al collo è per strozzarlo. Il problema è che Ste si è dichiarato - lo so perché li ho spiati - e quindi ora sta soffrendo molto più di ciò che lasci intravedere.

Lo capisco al cento per cento: come me, è stato ingannato dalla speranza, ma ora non ne è rimasta nemmeno un goccio per nessuno. Infatti, per quanto mi riguarda, tocco il fondo della tristezza quando Hera mi inganna e finge di mettersi con Tommy. Per lei sarebbe facile dire la verità e sistemare tutto, ma dopo la scenetta di poco fa sono ancora meno motivata di sempre. Quindi lascio semplicemente che l'ultimo barlume di autostima si infranga, quando Tommy non esita a urlare un decisissimo 'sì'!

Anche se poi scopro che era tutta una farsa, sono comunque sicura di non poter competere con lei. E anche se fosse, Tommy l'ha detto: 'voglio tutto o niente', voglio sia Hera che Hestia, non una sola delle due.

"Si può sapere chi ti ha dato il permesso di posare quelle tue sudice manacce addosso a me?" Sta gracchiando Giulia, dopo che le ho dato uno schiaffettino innocente sul braccio. Insomma, sta sempre a trattare male Ste, senza capire quanto ogni sua singola parola lo ferisca il doppio di quanto faccia normalmente un'offesa. È proprio una gallina, travestita da psicologa, travestita da console romano. Anche se la maggior parte delle volte ha ragione.

Ste, in realtà, sta ignorando la simpaticona, per fissare invece me: "Davvero pensavo fossi tu quella a baciare Punkie l'altro giorno."

"Io? Sei matto?" Mi perplimo, riferendomi al quid pro quo insinuato da Hera. "Innanzitutto te l'avrei detto."

"Ovviamente." Commenta Giulia, che non sentiva la propria voce da ben tre secondi.

"E poi Punkie non mi piace!" Asserisco dispiacendomi per Mimmo, ma tenendoci a mettere le cose in chiaro. Sono anche stanca che la gente continui a supporre che io e Punkie dovremmo stare insieme solo perché ci vestiamo e pettiniamo in modo simile. Beh stasera lui sembra molto più normale e carino del solito, ma comunque resta il fatto che non mi piace. Il bambolotto che occupa il mio cuore per ora si chiama Tommaso D'Angelo. Non c'è nessun altro all'infuori di lui. Assolutamente.

"Strano, avete così tanto in comune." Continua, appunto, a blaterare Doppia G. "Il nero dei vestiti, il viola dei capelli, che, a tal proposito, così fanno davvero schifo."

"Non potresti tacere un solo secondo, tu?" La rimprovera Ste. "Quelli di Punkie sono fucsia, quelli di Hes viola, e le stanno molto bene. Comunque-" Torna a guardare me, che nel frattempo mi sono sentita anche troppo lusingata dal complimento. "Ora mi spiego tutto. Mi ero fatto un mega viaggio mentale dove tu baciavi Punkie per far ingelosire Tommy e poi speravi che magari lui gli tirasse un bel pugno e..."

Interrompo Ste, guardandolo con fare stupito, mentre fermo il suo gesticolare confuso con una mano: "Ste, credi davvero che sia il tipo di persona?"

"Beh, sei il tipo di persona che ha ingannato il ragazzo che le piace per mesi, quindi..."

Questa frase mi ferisce moltissimo. Molto più di quanto abbiano fatto i rifiuti di Tommy. Io... una persona così? Agli occhi di Ste?

"Scusa." Il mio amico si ravvede prontamente, prendendo la mano che ho ritratto tra le sue. "Non volevo proprio dire che..."

Lo sbuffo di Doppia G si riprende il ruolo di protagonista, attirando tutta l'attenzione su di sé: "Avete rotto. Siete patetici. Ditevi che siete gelosi l'uno dell'altra e facciamola finita, ok?"

"Cosa?!" sbottiamo entrambi, voltandoci con fare sconvolto, e mano nella mano, verso di lei.

Ma in quell'esatto istante, prima di una qualche risposta rivelatrice di Doppia G, qualcosa in fondo alla palestra suscita l'interesse dell'intero corpo studentesco. Dalla nostra posizione in alto sulle gradinate riusciamo ad avere una prospettiva privilegiata e proprio quando ci alziamo per capire che sta succedendo, il pugno da gladiatore forzuto di Tommy si spiaccica contro la guancetta pulita di Punkie, avverando le profezie di Ste lo sciamano indù.

Vedo rabbia trasudare dall'espressione di Tommy. Vedo risentimento accrescere nel petto di Punkie. Vedo lingue di fuoco uscire dagli occhi di mia sorella.

Chi è il vero Ade, ora?

*

Quando il danno si è fatto irreversibile, Hera ovviamente ha deciso di passare la patata bollente a me. Mi sono ritrovata faccia a faccia con Tommy D'angelo, nuda di maschere e delle solite bugie, in mezzo alla folla di studenti pronti a giudicare.

E Tommy ovviamente non ha capito.

Ho tentato di spiegargli, ma era come se nemmeno gli stessi parlando. Guardava oltre me, guardava Hera, che nel frattempo si stava occupando dell'occhio nero di Punkie assieme ad altri ragazzi, poco distante da noi.

Così mi è montata dentro una rabbia assurda, ho fatto un passo in avanti e gli ho schioccato le dita a un centimetro dalla faccia: "Ehi! Risvegliati da quel coma!" 

Tutta la scuola ha sussultato: come osa una creatura del male come me mancare di rispetto a Tommaso il dio D'Angelo? Come osa anche solo rivolgergli la parola mentre lui è coinvolto in tutt'altro dramma? Ma il dramma è esattamente lo stesso per entrambi, e chi diavolo se ne importa se ora tutti mi odiano.

Mi sono alzata sulle punte dei piedi e ho cercato di fronteggiare il più possibile quel biondo vestito da gladiatore, dicendogli: "Non è lei quella con cui sei uscito in questi mesi. Non è lei che hai portato a cena fuori e poi a pranzo da Burger King. Non è lei che è stata in sella alla tua moto fino a quel giardino sul Tevere. Non è lei che ha ascoltato i tuoi sogni e che poi ti ha baciato... Sono io."

Finalmente lo sguardo di Tommy si è posato su di me ed è stato come se mi avesse visto per la prima volta. Le sue pupille si sono ristrette mentre l'esondazione di scomode verità lo prendeva in pieno e lo trascinava nel fiume di imbarazzo in cui tutti i nostri compagni già sguazzavano con commenti e risatine.

Tommy era incredulo: "...tu? Hestia?"

"Sì..." Ho annuito, le guance roventi e gli occhi lucidi. "Hestia con la H."

A quelle parole lo sguardo di Tommy si è fatto gelido, puro ghiaccio ai vertici di un monte irraggiungibile. Ha fissato prima me, poi Hera, poi la folla tutt'intorno. Infine, ha sussurrato un: "Siete due stronze. Due grandissime stronze." E se n'è andato nel religioso e adorante silenzio della massa.

Neanche a dirlo, a seguito del loro Maximum ferito, tutti si sono scagliati contro noi sorelle Felici con epiteti cattivi, insulti e considerazioni le quali nessuno vorrebbe mai sentir dire su di sé. Punkie ha circondato le braccia di Hera e l'ha allontanata dal caos, facendo da scudo per lei. Io, invece, sono rimasta in mezzo al ballo per subire tutto quello che mi meritavo: la sfigata, l'emarginata ribelle, l'asociale inghiottita dalla sua paura più grande; gli altri. Gli altri che la odiano e che lei odia.

D'altronde l'aveva detto anche Tommy: non è che un sentimento reciproco.

Alla fine, anche io sono stata salvata dai miei amici. 

Stefano e Giulia mi hanno accompagnato di fuori e dopo la doverosa predica di Doppia G su quanto avesse da sempre avuto ragione, anche lei ci ha lasciati soli per andare in soccorso della sua amica del cuore.

Ora sono già almeno venti minuti che io e Ste siamo seduti sui gradini di marmo del retro della palestra e nessuno ha ancora proferito verbo. Almeno, la festa all'interno è ripresa con tanto di musica e grida che giungono ovattate fino a qui, a rendere un po' meno deprimente questa dolorosa sconfitta.

"L'avevo detto che questo giochetto avrebbe fatto stare male un sacco di gente." 

Mi volto, cadaverica, verso Ste: "Anche tu? Sei serio?"

Lui alza le mani: "Io l'avevo detto ancora prima di Doppia G. Era per farti notare che anche se non mi lancio in sermoni aristotelici, sono saggio anche io, a volte."

Annuisco, guardando il terriccio umido di questa serata di maggio, pigiando i miei anfibi contro di esso per vedere le impronte che vi rimangono impresse: "Avrei dovuto ascoltarvi. Non l'ho fatto e ora eccoci qua... è la giusta conclusione di una bugia tirata troppo per le lunghe."

"D'altronde capisco perché non ci hai ascoltato."

"Perché?" Domando, nella speranza che dica qualcosa di risollevate, che scacci un po' il senso di colpa.

"Perché eri soggiogata da Addominali."

Appunto.

Faccio una smorfia: "Detta così fa molto battutina acida di Hera."

Ste ridacchia: "Hera ne pagherà le conseguenze tanto quanto te. Almeno il lato positivo di essere gemelle è che vi potete dividere a metà il disagio."

Sospiro, guardando il cielo buio e apprezzando almeno quello in tutto l'ecosistema. Non so come se la stia spassando Hera, ma di sicuro non bene. Non avrebbe voluto finire in mezzo a certe figuracce, non avrebbe voluto che Punkie ne uscisse con un occhio nero... e ora chissà come la prederà lui, se si arrabbierà, se non vorrà più saperne né di me né di mia sorella, come anche tutto il resto del mondo, d'altronde.

"Ti conviene andare da Doppia G." Suggerisco a Ste, per salvare almeno lui. "Se non ne approfitti adesso, la serata si concluderà da schifo anche per te."

"Di cosa dovrei approfittare?" Si domanda, interrogando in primis se stesso, mentre posa il piede sul terreno, accanto al mio, lasciando traccia dei suoi sandali da età della pietra. Accanto a quella dei miei anfibi, la sua impronta sembra quasi la prova dell'evoluzione darwiniana. "Chissà di cosa mi ero illuso dopo il nostro confronto."

"Confronto." Ripeto nuovamente, sottolineando l'inadeguatezza del termine.

"Chissà che cosa ci ho visto in lei."

"Beh, Giulia ha delle qualità. Molto nascoste... profonde... ma le ha."

Ste scuote la testa: "Credo di avere il tuo stesso problema. E anche lo stesso problema di Tommy."

"Ossia?"

Ste alza gli occhi e mi guarda arrossendo leggermente: "Che mi sono fatto fregare dall'aspetto fisico."

Non mi aspettavo di certo questa spiegazione.

Ma Ste è piuttosto consapevole delle sue parole e me le illustra ulteriormente: "Il motivo per cui ti piaceva tanto Tommy era il suo aspetto, giusto? E a Tommy piace Hera per le stesse ragioni. A me piace Giulia perché è una ragazza super carina."

Aggrotto le sopracciglia: "Ma poi è sopraggiunto anche dell'altro."

"Certo! Ma la nostra percezione è fortemente ingannata da quel che passa attraverso gli occhi. Dalla reazione chimica del nostro corpo, a un corpo altrui."

"Quindi secondo te è questo?" Indago, per confermare di aver capito il ragionamento. "Semplice... attrazione della carne? Niente di più?"

Ste si chiude nelle spalle: "Sì."

"Ammazza." Commento, considerando che per essere tutto qui è comunque abbastanza potente come avvenimento. Uno dovrebbe girare con una benda sugli occhi, per essere sicuro.

"Alla fine si può dire di tutto su tua sorella Hera, ma è l'unica che si è presa con una persona per com'è dentro e non fuori." Osserva Ste. "Noi altri, invece, ci siamo lasciati fregare dalla superficialità, nonostante è lei che definiamo più spesso superficiale. Ammettilo, l'invaghimento per gli occhioni blu e i capelli dorati è stato l'intero movente della tua... 'trasformazione'."

"E della tua." Ribatto, provocatoria. "Prima del 'confronto', non ti saresti mai sognato di fare certi atti di coraggio."

"È vero. Forse ci serviva." Conclude, saggio. "Per ricordarci che siamo umani, con relativi pregi e difetti... non sempre visibili ad occhio nudo."

Apro la bocca, colta in contro piede da quest'osservazione: di una semplicità disarmante, ma allo stesso tempo assolutamente spiazzante. Ste si è mangiato un libro di psicologia, o direttamente Giulia Giuliani.

Lo vedo chiudersi nelle sue stesse braccia e rabbrividire per l'arietta. È ancora nudo, lo schiavo, così mi tiro giù la zip e mi sfilo la felpa.

"Tieni, va'. Fai lo schiavo alternativo." Ridendo per la sua poca credibilità, gli poso l'indumento sulle spalle e gli sorrido. Lui ricambia, sorpreso e un po' imbarazzato, specialmente quando nota il vestitino zotico.

"Bello." Commenta solamente, e di colpo mi sale un caldo esagerato.

Ma che vuole da me stasera?

"Grazie." Mi gratto il collo, non riuscendo a sostenere i suoi occhi dilatati dalle lenti da talpa. Certe volte si impegna proprio per essere imbarazzante, vero?

"Ma alla fine..." Si schiarisce la gola. "Tommy ti piace ancora?"

"Sì."

"Speri che ti perdonerà?"

"Sì." Ammetto, sapendo che però non accadrà mai e che mi odierà per tutta la vita. "E a te Giulia piace ancora?" Mi ritrovo a reciprocare la domanda, senza averla veramente processata nel cervello.

"Sì."

"Speri che ricambierà la tua dichiarazione?"

A questa domanda segue qualche secondo di silenzio, e poi...

"Quale dichiarazione?!" Ste esclama, sospettoso.

Quindi mi viene da ridere e mi alzo in piedi arruffandogli i capelli: "Ops."

Gli faccio la linguaccia e poi mi metto a correre verso l'uscita della scuola, dimenticandomi per un attimo tutta la tristezza che ho sempre provato nell'essere me.


***

ANGOLO AUTRICI

Buongiorno! :)

Finalmente siamo arrivati a questo capitolo! Personalmente, da portavoce ufficiale di Hestia, vi posso assicurare che NON VEDEVO L'ORA!

Questo capitolo è molto particolare: non so se abbia colto anche voi di sorpresa, ma a me è successo indubbiamente. Se chiedete a C. ve lo potrà confermare: all'interno di questo cap ci sono svolte assolutamente impreviste e non pianificate. E' successo così: un lampo d'idea, molto più simile a una realizzazione, o una presa di coscienza, come se ciò che sta vivendo Hes fosse davvero inaspettato anche per me.

A buon intenditore poche parole, ma voi le parole usatele pure, per dirci che ne pensate e quante teorie avete prodotto. Noi siamo emozionatissime 💜

Grazie mille per tutto il supporto che ci state dando e alla prossima, mercoledì, con un altro capitolo altrettanto intenso che vi farà battere il corazón!

Daffy e C.

   
 
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