Panchine
Yamato
e Sora
17
dicembre.
“Scusami
per il ritardo.”
Un’ultima
foglia pertinace, che è riuscita a resistere all’avanzante inverno, decide oggi
di morire.
Yamato
la raccoglie, distratto.
Non
è un bell’auspicio.
“Yama?”
La ragazza gli passa una mano, delicatamente, di fronte agli occhi.
Yamato
si riscuote improvvisamente.
Comincia
bene.
“Scusami
tu, sono un po’…sovrappensiero.”
“L’avevo
notato” risponde lei con allegria. “E’ una cosa lunga quella che mi devi dire?”
Yamato spera che quel rossore sia invisibile, o meglio, che lei lo imputi al
freddo.
“Bè…Sì,
Sora, forse è meglio se ti siedi qui, sulla panchina.”
Sora
si accomoda, sorridente.
Yamato
le ha mandato un messaggio, chiedendole di vedersi. Diceva che aveva una
stupidaggine da raccontarle.
Non
ti preoccupare, non ci metterò molto, è davvero una sciocchezza.
Però
a Sora non è mai sembrato così serio e grave.
Yamato
si inumidisce le labbra, maledicendosi.
“Though I've tried before
to tell her
Of the feelings I have for her in my heart
Every time that I come near her
I just lose my nerve
As I've done from the start”
“Dai, Yama, che c’è di tanto urgente?”
Lei sorride ancora.
Quant’è bello il suo sorriso, lui lo farà svanire?
“Fa pure freddo…”
“Se vuoi, possiamo rimandare, te l’ho detto, non è mica…”
“No, dai, posso resistere. Allora, che succede?”
Digiworld, che li ha fatti incontrare, con le sue
battaglie e le sue difficoltà, sembra in questo momento una passeggiata per
attempate signore, rispetto a quello che lui sta per compiere ora.
“Onestamente, pensavo lo avessi capito, sai?”
Decide di buttarla così, sul vago.
“Capire cosa?”
“Io…io…”
Yamato fissa un bambino a pochi metri da loro,
mentre viene fotografato dalla madre. Lui non può sapere cos’è l’amore.
Incrocia per un momento lo sguardo caldo di Sora.
No, non può riuscirci, non può rovinare la loro amicizia, quegli occhi castano
chiaro sono troppo…
“Io sono…”
“Sì?”
Con un coraggio che in fondo non gli appartiene,
Yamato sostiene il suo sguardo.
“Io sono…innamorato di te.”
Yamato sorride quasi. Certo, quell’” innamorato di
te” è stato detto con una frenesia eccessiva, forse lei non ha capito.
Invece no, Yamato riesce a leggere negli occhi di
Sora tante emozioni diverse: uno stupore iniziale, una gioia di piacere, un
sentimento crescente di ansia.
“Oh.”
Lei distoglie lo sguardo, ora non ce la fa ad
affrontare quegli occhi ghiacciati, color del cielo.
“Non l’avevi capito?”
Ora è tutto più semplice.
“No, Yamato, no.”
“E’ quasi un anno. Meno male che voi ragazze siete
sveglie, per quanto riguarda l’amore. Tu sei anche la digiprescelta
dell’amore.”
Yamato, è raro che lo chiami così.
“Un anno…?”
Lei boccheggia. Non può essere così tanto.
“E poi… Oh, Yamato, sai meglio di me che non sempre
le digipietre sono state assegnate a ragione. Ti ricordi quando tu ti chiedevi
perché, perché a te, fosse capitata quella dell’amicizia?”
Sora respira piano. Rossa in viso, piccata per quell’accenno al suo scarso
intuito femminile.
Yamato la guarda ancora negli occhi.
Però Sora sorride nello sguardo.
E lui non può fare a meno di sorriderle a sua
volta.
Tutto sommato, è una dolce sensazione, un limbo, la
quiete prima della tempesta.
“Oh, Yamato, e adesso che succede?”
Ecco la tempesta.
Lui si guarda intorno. Manca una settimana alla vigilia di Natale, e tutti sono in piena crisi
per i regali.
“Hai già finito di comprare i regali per Natale?”
Lei lo guarda spaesata, confusa; si guarda attorno,
per cercare di capire. Ma è solo un tentativo di deviare il corso della
conversazione, perché tutta la cascata della sua dichiarazione non gli crolli
addosso.
Sora si morde un labbro.
“No. Ne manca solo uno.”
“Sarei troppo indiscreto, vero, se ti chiedessi per chi è?”
“A dirla tutta, è per te.”
“Bè, ammetto di essere di gusti difficili.”
“Effettivamente.”
“Adesso attaccheremo a
parlare del tempo.”
“O di quanto stiano cambiando le nuove generazioni.”
“Ah, vecchia mia, non
credo. Mio fratello fa gli stessi miei errori. È solo un po’ più fortunato in
amore.”
“Già, ho saputo che ora lui
e Hikari stanno insieme. I più piccoli, i più precoci.”
“Every little thing she
does is magic
Everything she do just turns me on
Even though my life before was tragic
Now I know my love for her goes on”
“Dev’essere stato Taichi a dirtelo, no?”
“D’accordo, si vede lontano un miglio che è geloso
e iperprotettivo nei confronti della sua sorellina…Ma, per quanto tu possa
dubitarne, no, l’avevo capito da sola.”
“Guarda che non intendevo offenderti, con quella storia delle digipietre. Digiworld
ha fatto tanto per noi; è solo che a volte non so cos’aspettarmi. E non so se
quel mondo rispetta regole logiche.”
“Sicuramente più del nostro. Digiworld ci ha fatto incontrare; è una bella
cosa, non credi?”
Prima che il cervello faccia da filtro, Yamato non può fare a meno di esclamare
con ardore: “Stupenda.”
“Buffo come io abbia osservato e annotato su un
taccuino invisibile ogni mossa di Takeru e Hikari, confrontato le loro paure, sentito
le versioni di entrambi…E poi non…”
Sora arrossisce, compiendo una strana voluta con la
mano.
“Devo dedurne che sono un ottimo attore. E che
Taichi ha tenuto la lingua a freno per qualche giorno.”
“Taichi lo sapeva?”
“È il mio migliore amico. L’ha scoperto proprio su
questa panchina. Non hai idea della faccia che ha fatto. Ma è davvero così
strano che io…che insomma, io sia innamorato?”
“Taichi non concepisce ancora l’amore come qualcosa
di totalizzante. Sicuramente è ancora troppo presto, per il suo stomaco,
chiudersi a causa di qualcuno.”
“Anche se non me l’ha voluto dire, mi è parso di
capire che gli piacevi.”
Sora si gira di scatto verso di lui, con una strana
espressione.
“Taichi? No. Gli sarà solo sembrato strano che tu…”
Si ferma, incerta. Un ciglio biondo si deposita
sulla guancia di lui.
Lei la rimuove, delicatamente, ed è come una scossa
di magnitudo immensa che riesce a sentire solo lui. Se lei soltanto sentisse anche un lieve tremore.
“Do I have to tell the
story
Of a thousand rainy days since we first met
It's a big enough umbrella
But it's always me that ends up getting wet”
“E’ che…non me l’aspettavo. Però…non hai idea di
quanto mi faccia piacere.”
Sora si arriccia una ciocca di capelli, timida.
Yamato sospira pesantemente.
“Pensavo la prendessi peggio.”
“Cioè? Che razza di reazione mi hai attribuito?”
“Bè, non è che ti ho chiesto se ti va qualcosa da
bere. È per questo che ti chiedo di prenderti più tempo possibile. Non darmi
risposte affrettate. Se devi farmi soffrire,
aspetta ancora un po’.”
“Non voglio ferirti. Non lo vorrei mai.”
Sora sfiora dolcemente la sua guancia, ancora una
volta.
Yamato chiude gli occhi, inconsciamente, per
riaprirli un secondo dopo, col fiato corto.
“Non lo fare. Ti prego, non lo fare.”
“Non ho fatto nulla, Yamato.”
“Perché continui a chiamarmi Yamato?”
“Credevo
fosse il tuo nome.”sussurra, divertita.
Idiota. “S-sì, naturalmente,
ma…”
“Yamato a me piace più di Yama, o Yama-kun. Ma come preferisci, Yama.”
“Yamato andrà
benissimo.”
“Every little thing she
does is magic
Everything she do just turns me on
Even though my life before was tragic
Now I know my love for her goes on”
Sora sospira
pesantemente.
“Ti racconterò una storia, Yamato. Tanto tempo fa, ero una digiprescelta. Ero una delle più
grandi, e sentivo una grande responsabilità addosso. Uno dei più piccoli una
volta mi disse: “Non andare, mi ricordi tanto la mia mamma.” In quel momento mi
sentii orgogliosa e stupida. Perché non potevo fare la madre, non io che ero così
testarda.”
“Era mio fratello...”
“Litigavo spesso con un altro ragazzino, testardo
anche lui, e in fondo buono. Il mio migliore
amico. Forse, il
mio primo amore.”
Sora prende gentilmente le mani di Yamato.
“Lui aveva un rivale, che poi si rivelò quasi un
fratello. Quando lui partì, abbandonando il gruppo, la desolazione s’impadronì
di noi. Quando io impazzii e questo ragazzino venne a salvarmi, io non avrei
desiderato nessun altro. Quando lui era lontano, io pregavo ogni giorno che
tornasse.”
Lo sguardo di lei momentaneamente si appanna, perso
in ricordi lontani.
“Il ragazzo non sapeva di aver causato tanto
dolore.”mormora Yamato.
“Io non sapevo di averti cambiato la vita.”
Yamato sorride.
“Non l’ho
mai detta in questi termini.”
“Oh sì, lo stai comunicando adesso, con i tuoi
occhi. Mai come in questo momento sono pieni di speranza.”
“E di terrore.”
“Sai, dopo un po’ ci si fa l’abitudine a convivere
con sentimenti contrastanti.”
“Tipo?”
“Come l’assurdo desiderio di piangere e ridere allo
stesso tempo.”
Una lacrima scivola furtiva dagli occhi di Sora.
È talmente bella anche quando piange.
Quasi paralizzato, Yamato si risolve ad asciugarla
con un dito, simulando la stessa delicatezza che ha usato lei.
“Perché…perché non me l’hai
detto prima?”
“Ti è sempre piaciuto Taichi.”
“E cosa ti fa credere che io sia così come credi? Tu sei veramente…veramente
innamorato di me?”
La lacrima non s’è certo sentita sola.
“Farei qualsiasi cosa ora, perché non piangessi.”
“Cos’ho di tanto speciale io?”
Yamato si alza, alterato.
“Non capisci, Sora? Tutte le mie fan più sfegatate,
messe insieme, non danno che un briciolo di te. Tutte conoscono la mia data di
nascita, i miei gusti, che vivo solo con mio padre, che ho un fratello, che
appartengo a quella strana setta dei digiprescelti…Ma
quante sanno io cosa provo tutti i giorni nel vederti? Quanti sanno quanto
invidiavo Taichi perché ti era già amico? Che avrei praticato uno sport solo
per sentirti più vicina? Di quante avrei scritto il numero di telefono mille
volte solo per sentire la loro voce nella segreteria? Chi ha visto tutte le
prove per il discorso di adesso? Conoscono a memoria le mie canzoni, credono di
sapere tutto di me. E non sanno che ti amo, e che lo griderei adesso al mondo intero…Se solo bastasse a convincerti.”
“I resolve to call her up a
thousand times a day
And ask her if she'll marry me in some old fashioned way
But my silent fears have gripped me
Long before I reach the phone
Long before my tongue has tripped me
Must I always be alone?”
Sora è silenziosa, su quella panchina.
Si sente
così piccola.
“Allora sono io
a non aver capito niente dell’amore, Yamato.”
Con le maniche del cappotto, cerca di asciugarsi un’altra
cascata di verità.
“Sora, ti prego…Non piangere.”
Yamato si china, premuroso. Ha rovesciato tutta la
sua anima in poche frasi, e ora si sente stanco.
Lei lo guarda, impaurita.
“Non sono degna di essere la digiprescelta dell’amore.”
“Se ti può consolare, adesso c’è Miyako a darti una mano. Oserei dire che ti ha
rimpiazzata.”
“Scemo!”
Gli da un colpo sul petto, piano. Ma lui è stranamente
più veloce, lì, inginocchiato al freddo, le prende le mani.
“Ho bisogno di sapere, Sora, cosa provi per me. Se…se non mi vuoi, se non vuoi provare a…a
stare con me, dillo e…e io sparirò, per sempre; sarò
un amico e un ricordo. Mi trasferirò in Francia da mio nonno Michel e…Se…se invece…”
Yamato alza lo sguardo ansioso.
“…Diciamo che ti sarai
sbarazzata di un regalo per Natale.”
Sora ride.
“La vicinanza di Taichi ti fa male, tenti di
sdrammatizzare ogni cosa.”
“Quello dipende anche da Takeru, con le sue velleità da scrittore.”
Sora si alza sulla panchina, e Yamato la imita, rialzandosi, ma rimanendo a
terra.
“Sono
più alta di te.”
“Ti concedo l’ausilio di una panchina e di essere
più alta di me per una volta. Contenta?”
Sora scuote la testa, stringendogli le mani ancora di più.
“Bè, sai, non hai tutti i torti quando ammetti di
avere gusti difficili. E forse…in una settimana…in via, così, per la ressa che c’è ora nei negozi
io…potrei non…non trovare
il regalo giusto per te…E quindi…Cosa
c’è di meglio che un regalo che hai chiesto tu e…”
Sora non fa in tempo a concludere
la frase che Yamato la bacia rapidamente, prima che lei possa cambiare idea. Ma
lei, adesso, non sembra affatto restia a stare lì, in
piedi, scaldata da un sentimento nascente che fino ad ora ha sognato, letto,
ascoltato, visto e mai, mai provato;un sentimento che ora conosce nella sua
origine più remota, che irrompe nella forza del primo vero bacio e nella magia
di candidi fiocchi di neve che, in silenzio, circondano un nuovo amore.
“Every little thing she does
is magic
Everything she do just turns me on
Even though my life before was tragic
Now I know my love for
her goes on”
Naturale che so di essere spaventosamente in ritardo-
mettete insieme Esami di Stato, quiz per la patente e preparazione ai test d’ingresso
all’Università…Sfido chiunque ad aggiornare. u_u Sono quasi le 4 di notte-
mattina?- del 22 luglio e io sono stata presa da un’irrefrenabile voglia di scrivere d’amore a lieto fine xD Un po’ di sano Sorato, in più,
non ha mai rovinato nessuno…Quindi godetevi questo
piccolo e diabetico cap ;) Dedicato soprattutto a
Sora89, senza la quale io, molto probabilmente, non scriverei su questa coppia,
e a tutti coloro che hanno firmato le splendide recensioni che ogni volta mi
arrivano per questa fan fiction J La canzone è ancora dei Police-xD-, “Every little thing she
does is magic”…La traduzione è abbastanza semplice, ma se volete, non
avete che da chiedere ;) Come anticipavo in un’e-mail alla cara Elisa_, so perfettamente che cosa dovrei scrivere xD Di Panchine mancano tre capitoli…”Daisuke
e Takeru”, “Yamato e Daisuke” e infine un mini
epilogo. Salvo ulteriori esaurimenti nervosi, non
dovrei metterci poi molto a concluderla xD Certo, nel
prossimo dovrò far affrontare due rivali in amore, e la cosa potrebbe essere
difficile da trattare xD Ma sto sproloquiando o
sbaglio? :D Ragazziiiiiiii vi lascio…Alla
prossima-si spera relativamente presto-J.
HikariKanna