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Autore: killian44peeta    07/04/2019    0 recensioni
Da Capitolo 28
- Ha provocato l'effetto farfalla. Un unica scelta che ha già scombussolato l'intero sistema-
-Scusami- faccio, abbastanza seccato, davanti allo stregone albino -Ma di cosa cavolo stai parlando? Effetto farfalla? E come mai anche tu sai e non hai mai fatto niente?-
-Non ho mai potuto. Ma ora tutto è cambiato.-
-Io non vedo nessun cambiamento, se devo dirlo- asserisco con stizza, facendo ruotare nella mia mano il coltello di riserva che avevo, fin dall'inizio, nascosto nella tasca.
"Avrò mandato al diavolo il fucile, la pistola e molto altro, ma almeno questo c'è ancora"
- Te le cedo-
-Cosa mi cedi? Potresti essere leggermente più chiaro invece di farmi scannare la testa con le tue frasi da... Visionario? No, cioè, seriamente! Non sono stupido, magari un po' giù di testa, ma non stupido... Però non ci capisco un fico secco di quello che stai dicendo, davvero. Perciò, vorresti farmi cortesemente il piacere di tradurre?-
Genere: Azione, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Natalie
 

" Che ore saranno mai?" Pensai, alzandomi dal letto, ancora assonnata, soprattutto dopo aver passato una nottata a dir poco insonne per fare delle sorte di 'ricapitolamento giornaliero'.

"Aaah... Mi gira un po' la testa. Orologio, orologio... Sette e cinquantotto? Però. Non è un orario neanche poi così male"

Mi decisi a cercare di fare una colazione decente appena vidi il cinquantotto mutare nel numero che lo seguiva.

Non dovevo perdere tempo, non dovevo assolutamente perdere tempo: volevo giocare il più tempo possibile.

Raggiunsi la cucina: afferrai due fette di pane ai cinque cereali, delle fette di prosciutto cotto, le scaldai tutte insieme, già chiuse a panino e corsi in camera come un cane, con le fette strette tra i denti, smangiucchiandole con attenzione, evitando così che potessero staccarsi dei pezzi.

Fu uno di quei momenti in cui divorare una colazione divenne una vera e propria prova di velocità, prova di velocità in cui fissavo insistentemente l'orario, pronta ad iniziare una nuova, entusiasmante giornata di route.

Lo conclusi con una certa fretta che erano arrivate le otto e sette, inghiottendo l'ultimo boccone, afferrando il casco, indossandolo e attivando così ancora una volta il gioco, ritrovandomi nuovamente nella mia stanza di salvataggio, sempre con quella sensazione di torpore addosso.

Mi lavai lí, indossando una maglia verde e dei jeans strappati, accompagnandoli con una coda di cavallo, siccome non avevo voglia di tenerli slegati.

La maglia verde la avevo scelta senza indugio, era stata la prima cosa che mi era venuto in mente di indossare.

"Ecco. Ora credo che possa anche..  andare?"

Mi ritrovai a fissare la borsa, borsa che di colpo emetteva strane, stranissime luci gialle, come quando il telefono ti avvisava di una notifica.

Mi avvicinai e la aprii, rivelando il quaderno delle missioni con la copertina illuminata che andava ad intermittenza.

Sinceramente? Ero abbastanza indecisa se aprirlo oppure no.

Dopotutto fino a ieri il quaderno era stato drasticamente vuoto, perché avrebbe dovuto interessarmi della nuova missione?

Nonostante tutti i pensieri da 'ragazza offesa' , aprii comunque il 'manuale', curiosa di sapere cosa avessero tirato fuori, così di colpo.

All'inizio mi parve di aver letto male, difatti lo rilessi quasi otto volte di fila, le ultime due stropicciandomi gli occhi come non mai, quasi per sicurezza che non fosse un qualsiasi scherzo del cervello.

Eppure era reale, quella scritta... Era reale, davvero.

"Stiamo... Stiamo scherzando? Di già?... "

Il quaderno delle missioni, chiaramente, diceva ' Confessa i tuoi sentimenti entro le otto e mezza'

- M...Ma stiamo scherzando?  Sono le ... Le e un quarto! Ho a malapena altri quindici minuti! Merda!"

Mi ritrovai ad uscire di casa di corsa, prendendo letteralmente a correre fuori, stringendo a me il quaderno con un ansia tremenda, osservando costantemente la pagina delle missioni, pagina che mi diceva anche il momentaneo orario e che sotto aveva perfino il countdown.

Dovevo confessarmi? Dovevo davvero confessare il fatto che lui mi piacesse? Ma era a malapena il secondo giorno, per non dire quasi ancora il primo, siccome io ero entrata nel gioco, nella route di Max proprio... Proprio alle otto e mezza.

Erano passate a malapena ventiquattro ore e già pretendevano che riuscissi ad esporre i sentimenti nei suoi confronti, come se il gioco sapesse che li provavo.

"Idea stupida. È solo un gioco"

Continuai a correre per quelle che parvero ore, ma che in realtà furono dieci minuti scarsi, i quali erano già due terzi del tempo a disposizione.

L'ansia che provavo era enorme, tremenda e devastante mentre il mio stomaco pareva sfarfallare per la tensione e per il timore.

"Cazzo, cazzo, cazzo!"

Riuscii ad evitare di cadere per un pelo in una curva, quasi andando addosso ad una donna, la quale mi guardò malissimo.

"Dove sei... Dove sei? Ti prego, dimmi che sei appena uscito per correre e che non sei nella parte opposta della città!"

L'agitazione, il tempo che scorreva ad una velocità impressionante: era strano che neppure all'inizio della giornata, dopo un risveglio abbastanza tranquillo, mi trovassi a correre sgraziatamente con un agitazione tremenda che iniziava a scorrermi per le vene al posto del sangue.

"E ventisette... E ventotto... Mancano due minuti, merda"

-Max! Max, dove sei?!- urlai a squarciagola, cercando di trattenere i battiti cardiaci che sbalzavano mentre correvo.

Mancava così poco, così poco...

Ce la potevo fare? O no? Sarebbe cambiato qualcosa se non avessi adempiuto la missione? Non sarebbe successo nulla di grave, vero? Per qualche motivo non volevo saperlo sul serio, speravo solo di arrivare in tempo.

Il fiato pareva essere completamente sparito dai miei polmoni mentre la disperazione mi portava a cercarlo, il cuore che batteva anche nelle mie orecchie oltre che nel mio petto e nei miei polsi.

Sentivo il suo sbattere nelle tempie, rumoroso, assordante come solo quello stramaledetto muscolo pulsante poteva essere.

-Max!- urlai con tutta la voce che possedevo, facendo risultare il mio chiamare una sorta di strillo disperato.

"Un minuto... Merda! Il tempo è contro di me!"

Svoltai l'angolo, trovandolo praticamente davanti a me, o comunque poco lontano, lo riconoscevo, era di profilo, con i due bambini affianco a lui che si guardavano attorno con parecchia confusione.

-Max!- urlai di gioia, continuando a correre in sua direzione, portandolo a girarsi e a guardarmi, inizialmente turbato.

-Nat?...- fece, le sopracciglia inarcate, l'espressione incuriosita.

-Max, io... Tu...-

"Oddio, sto morendo dentro! Devo dirglielo davvero così?! Urlato? Davanti ai bambini? Stiamo scherzando?"

-Max, tu... Tu mi... Pia...-

Una scossa elettrica mi percorse dalla testa ai piedi prima che potessi concludere la frase, facendomi perdere totalmente l'uso delle gambe, portandomi a ruzzolare a terra.

-Nat!- Maximilian fece per correre in mia direzione, ma qualcosa lo bloccò in precedenza, strappandogli un sussulto.

Soprattutto negli istanti in cui ero a terra non riuscii a comprendere.

Non riuscii a comprendere assolutamente cosa stesse accadendo.

Sollevandomi sui gomiti, invece, tutto si fece leggermente più chiaro, accompagnato da uno sgomento assurdo: la sensazione che non potesse essere vero.

Il quaderno delle missioni era davanti a me, il quaderno mostrava il timer, l'orario delle sette e mezza e la scritta 'missione fallita'.

La cosa peggiore però era una.

Sul petto di Maximilian vi era una macchia di sangue che si espandeva man mano, diventando sempre più larga.

Lo vidi crollare al suolo, con un proiettile incastrato nella schiena, mentre tutto prendeva a tremolare con del frenetico, accompagnato da continue scritte 'error' e da una, molto più grande: 'Game Over'.

Fu questione di istanti, istanti in cui corsi in sua direzione, ma non riuscii neppure a sfiorarlo con un dito, siccome i pixel saltarono, rimandandomi nella pagina delle route.

Inizialmente non riuscii a fare nulla, forse per via dei fremiti, poi gli occhi presero a bruciarmi tremendamente e l'istinto mi chiese di fare solo una cosa.

Urlai.

  
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