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Autore: JoJCho    09/04/2019    1 recensioni
Maybe I, I can never fly
I can’t fly like the flower petals over there
Or as though I have wings
Maybe I, I can’t touch the sky
Still, I want to stretch my hand out
I want to run, just a bit more
[One shot: Namjin]
Genere: Fluff, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Maybe I, I can never fly
I can’t fly like the flower petals over there
Or as though I have wings
Maybe I, I can’t touch the sky
Still, I want to stretch my hand out
I want to run, just a bit more
 
Non ce la faceva più, per quanto avrebbe dovuto comportarsi da idiota nonostante la sua età? Per quanto avrebbero continuato a trattarlo come un bambino o come una bambola? A pettinarlo, a vestirlo, a dirgli cosa fare, come comportarsi. Era troppo grande per tutto quello, era stanco, stanco dei tour, delle promozioni, delle folle in delirio, dei litigi all’interno del gruppo. Era stufo di tingersi i capelli, di mettere vestiti non suoi, di essere lontano da casa, di non avere uno spazio suo dove stare solo e in pace. Voleva crescere, avere una famiglia, finire il master in pace, studiare ancora o magari trovare un vero lavoro. Voleva smettere di fare finta che tutto quello gli stesse bene, non gli stava bene all’inizio, ora era diventato quasi insopportabile. Si sentiva solo. Solo e vecchio, scrisse quella parola calcandola più delle altre. Vecchio. Quelli della sua età si sposavano, lui non poteva nemmeno rendere pubblica la sua relazione, dovevano nascondersi, recitare. Doveva essere bello, bravo, talentuoso e perfetto. In ogni momento. Doveva essere l’ancora degli altri, farli ridere, farli stare tranquilli, fare il pagliaccio, farsi trattare come un pagliaccio. Era davvero stanco. Stanco di tenersi tutto dentro per il bene degli altri. Stanco di essersi auto imposto quel ruolo anni prima solo perché pensava di non essere buono in nessuna altra cosa. Si odiava. Odiava quello che era diventato, odiava il modo in cui rideva, odiava il suo viso allo specchio che gli chiedeva ogni giorno: “Per quanto ancora?”. Per quanto ancora?
Mentre Jin scriveva i suoi pensieri alla scrivania della sua camera, RM entrò bussando piano, gli aveva detto che doveva studiare e non voleva disturbarlo: -Scusa, credo di aver lasciato qui il mio carica batterie- disse sottovoce.
Jin lo sentì muoversi alle sue spalle, sussultò quando l’altro lo avvolse fra le braccia dandogli un bacio in testa, il fiato che sapeva di caffè: -è difficile quello che stai studiando?- chiese dolcemente.
Jin aveva istintivamente posato una mano a nascondere il foglio che stava scrivendo, scosse la testa.
-Se hai bisogno di qualcosa chiamami- disse Namjoon, stringendolo forte un’ultima volta prima di dirigersi verso la porta.
-Joonie- lo fermò Jin chiamandolo -grazie- gli disse con un sorriso. RM gli sorrise a sua volta prima di chiudersi la porta alle spalle, le fossette sempre al loro posto sulle sue guance.
Qualche giorno dopo
-Ehi, che fine hai fatto? Dobbiamo anda… Cosa succede?- Jin era tornato in camera a dire a Namjoon di sbrigarsi, erano in ritardo per il volo per l’America, ma quando aveva aperto la porta l’aveva trovato in lacrime seduto sul letto.
-Joonie, cosa succede?- si agitò andandogli vicino e prendendogli il viso tra le mani -Joonie?- ripeté con l’ansia che gli soffocava il cuore.
RM in risposta sollevò un foglio davanti al suo viso. Jin lo riconobbe subito, era il foglio su cui aveva scritto i suoi pensieri qualche giorno prima. Jin glielo strappò dalle mani con una risata e lo accartocciò in fretta, come se facendo sparire le parole inchiostrate potesse cancellarle dalla mente del suo ragazzo.
-Non ti preoccupare Joonie, volevo solo scrivere una canzone profonda come quelle che scrivi tu, ma non credo sia nelle mie corde…-
-Smettila- gli ordinò RM con un singhiozzo -Smettila di fare finta che vada tutto bene-.
-Ma Joonie, va tutto bene. Sul serio. Io sto bene, tu stai bene, stiamo tutti bene. Non staremo più bene se il manager si accorge che non siamo pronti per andare- disse ridendo e cercando di sollevare l’altro per un braccio.
-Smettila di ridere!- gli urlò RM alzandosi di colpo e fronteggiandolo dai suoi pochi centimetri in più e dalla sua rabbia che in quel momento lo facevano sembrare più grande e vecchio di quanto era Jin.
-Ti prego, smettila- ripeté con un singhiozzo che gli fece tremare il petto. Il sorriso di Jin si lavò via dalla sua faccia, gli occhi gli si inumidirono, ma non poteva permettersi di piangere.
-Da quanto ti senti così? Perché non me ne hai mai parlato? Perché sei sempre l’unico che deve soffrire da solo?- gli urlò Namjoon.
Jin si strinse nelle spalle, tenendo le labbra serrate. Va tutto bene, pensò, anche questa si risolverà, andrà tutto bene, rideremo di nuovo.
-Perché pensi di non avere il diritto di essere consolato? Solo perché ti sei preso cura di me, di noi, non vuol dire che noi non possiamo capirti e farti sentire meglio- continuò RM cercando di calmarsi, nonostante gli tremassero le spalle.
Jin distolse lo sguardo da lui: -Dobbiamo andare- disse con il tono che usava sempre quando gli scherzi dei più giovani andavano troppo oltre.
-Parlami Jin, ti prego- supplicò Namjoon -Ti prego, pensa a come staresti tu se io non ti avessi mai detto nulla di quello che sto passando, come ti sentiresti?-
-Dobbiamo andare- ripeté Jin con lo stesso tono, come se non lo stesse nemmeno ascoltando.
RM lo spinse prendendolo per la maglietta fino alla parete della camera, Jin sussultò quando la sua schiena sbatté contro il muro.
-Io ti amo, ma se non vuoi aprirmi il tuo cuore e vuoi affrontare la tua vita da solo forse dovresti chiederti perché stiamo insieme- gli ringhiò sulle labbra prima di uscire a passo svelto dalla camera sbattendo la porta.
Jin sentì fuori dalla porta Jungkook che chiedeva al leader cosa era successo. Sospirò, si guardò allo specchio e premette forte le dita sugli occhi, la sua faccia era un disastro nonostante fosse truccato e avesse fatto di tutto per non piangere. Prima di uscire si infilò un paio di occhiali da sole e una mascherina. Ne prese un paio anche per Namjoon e si diresse verso la macchina.
Jin sentiva RM andare a fuoco per il nervoso sul sedile accanto a lui, le loro braccia si sfioravano. Gli posò sulle gambe la mascherina e gli occhiali da sole per invitarlo a coprire i segni del pianto. L’altro li prese controvoglia, ma li prese comunque e fece come Jin gli aveva detto, lo faceva sempre.
Jin si appoggiò alla sua spalla, facendolo irrigidire, ma quando Namjoon sentì una lacrima cadergli sul braccio, lo guardò sorpreso. Jin piangeva in silenzio, dietro agli occhiali e alla mascherina. RM gli prese la mano e si chinò a dargli un bacio lieve sulle labbra.
-Sono qui, sono qui amore mio- sussurrò nelle orecchie di Jin come una cantilena, lasciandosi bagnare la maglietta e stringendolo forte -Non sei solo, ci sono io. Ci sarò per sempre. Per sempre-.
  
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