Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Mr Lavottino    09/04/2019    1 recensioni
Zoey è stata appena lasciata da Mike, suo ragazzo storico. A farne le spese è Gwen, sua amica, la quale riceve ogni giorno chiamate da parte sua, durante le quali lei non fa altro che piangere e lamentarsi. Così una sera decide di far uscire l'amica di casa.
Nel bel mezzo della serata, Gwen decide di lasciare la rossa da sola per provarci con un ragazzo e lei, arrabbiata, alza un po' troppo il gomito.
Per una serie di coincidenze, Zoey verrà rapita da Duncan, autore di una rapina e fuggitivo, e da quel momento la rossa diverrà ostaggio del punk.
DAL TESTO:
"Zoey non sapeva precisamente come era finita in quella situazione. Una marea di ipotesi, tutte piuttosto irrilevanti, le attraversarono la mente venendo però immediatamente accantonate da quella parte di buon senso a cui si sentiva ancora strettamente legata.
Era a lei che si affidava ogni qual volta un dubbio le sfiorava la mente. Riflettendoci con calma, e con la dovuta attenzione, riusciva sempre a trovare una soluzione che le andasse bene, eppure questa volta era diverso. Sentiva in cuor suo che, qualunque fosse stata la sua mossa, avrebbe sbagliato comunque.
Com'era cominciato tutto? Con un sbronza."
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris McLean, Duncan, Noah, Scott, Zoey | Coppie: Bridgette/Geoff
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
- Mi ha lasciata. Lasciata, capisci? Stavamo insieme da più di tre anni! Ed io adesso che faccio?- urla, schiamazzi, lamenti, piagnistei e, soprattutto, lacrime. Ecco ciò che Gwen sentiva durante le telefonate di Zoey.
Ovviamente capiva le emozioni che l'amica stava provando, ma mai si sarebbe aspettata che le avrebbe amplificate ad una tale potenza. In alcuni momenti aveva avuto paura che tentasse il suicidio, tanto che per precauzione si era salvata il numero di un centro assistenza nella rubrica.
Ma, precisamente, cosa aveva ridotto Zoey Smith in quelle condizioni? La risposta aveva un nome, Mike, ed un cognome fin troppo strano per poter essere anche solo nominato, uno di quelli che terminano per -man e sono in tutto e per tutto adatti ai maschilisti con manie di protagonismo.
E la povera rossa aveva avuto la sfortuna di imbattersi in un tipo del genere, conosciuto in tutto il vicinato per essere uno schizzato con crisi di personalità multiple che alternava momenti di normalità ad attimi di squilibrio più totale.
Ed ora era lì, a casa da più di due settimane e con il credito telefonico pari, se non addirittura inferiore, allo zero. Ogni giorno chiamava, dalle due alle sei volte, la dark per ricordarle quando, come e perché Mike l'avesse bidonata.
Le prime volte, ovvero l'arco delle prime cinque chiamate, aveva cercato di dimostrarsi la più comprensibile possibile, ma a lungo andare avrebbe preferito tagliarsi le vene con un coltello che parlare con Zoey riguardo "il bastardo", nomignolo tutt'altro che affettuoso che la rossa aveva dedicato all'ex.
Poi, dopo essersi definitivamente stancata di vedere l'amica in quelle condizioni, e anche di sentire vibrare ogni tre per due il suo cellulare, decise di fare qualcosa. Che poi, tutto sommato, era un tentativo che avrebbe potuto fare tempo prima però la distanza tra le due, una di residenza nella parte est di Toronto mentre l'altra nella ovest, non era stata d'aiuto.
- Senti Zoey, stasera usciamo. Ti passo a prendere io alle ventidue in punto.- non aveva ammesso obiezioni. La rossa aveva tentato, invano, di far valere la propria opinione, ma alla fine non era stato difficile sovrastarla, anche per via del suo carattere fin troppo taciturno e gentile.
Si era vestita di tutto punto, arrivando perfino a truccarsi per l'occasione. Dentro di sé si chiedeva se quella serata servisse più alla sua amica o a lei. Il continuo lavoro l'aveva sciupata e le aveva vietato l'occasione di farsi un nuovo fidanzato.
Il suo entusiasmo, misto anche a del timore, venne completamente annientato alla vista della rossa. Una maglietta dello stesso colore dei suoi capelli, un paio di jeans grigiastri e le sue solite scarpe aperte. Completamente il suo opposto.
- Ehi, Zoey! Ti trovo... bene.- mentì spudoratamente senza nemmeno provare a palesarsi nel personaggio. Aveva gli occhi rossi, tipici di un pianto, e due enormi occhiaie che rimandavano alle notte insonne passate a versare lacrime per Mike, che in quel momento era chissà dove a spassarsela.
- Ciao, Gwen. Anche tu. - ridacchiò nel modo che era solita fare quando era triste e tutto ciò non piacque per nulla alla dark. Era passato un sacco di tempo da quando era stata lasciata ed ancora non aveva superato il trauma.
- Su, sali che partiamo subito!- la invitò dentro con un gesto della mano mentre un sorriso finto le apparve come per magia sulle labbra.
Durante il viaggio nessuna delle due spicciò parola. Quel silenzio imbarazzante le accompagnò per tutto il tragitto provocando un'irritazione alla dark, fin troppo poco abituata a vedere l'amica in quello stato.
Il locale che aveva scelto si chiamava "Wawanakwa" ed era uno dei più chic della zona, o almeno il depliant lo definiva così. Visto da fuori sembrava più un negozio di pesca, probabilmente per colpa dell'insegna dell'isola posta sopra il tetto.
La dark parcheggiò la sua auto nel parcheggio, dopodiché le due si diressero verso l'entrata. Gwen decise di pagare per entrambe e dopo ordinarono qualche drink, rigorosamente alcolico seppur Zoey avesse tentato di chiedere solamente una cola.
Presero posto ad un tavolino all'estrema destra del locale, più precisamente in un punto in cui la musica proveniente dalla stanza accanto non rischiasse di distruggere i loro timpani. Le due ci misero un po' a sbloccarsi, ma alla fine Gwen, piena fino all'orlo di quel silenzio, aprì la conversazione andando dritta al punto.
- Senti Zoey, capisco che tu possa starci male, ma non devi abbatterti fino a questo punto.- non era proprio una cima nel consolare le altre persone e se ne rendeva perfettamente conto. L'espressione della rossa non lasciava trasparire alcune emozione, eccezion fatta per la tristezza ovviamente. Si limitò a guardarla negli occhi come se non avesse capito quello che le era stato appena detto.
- Mi ha lasciata, Gwen. Capisci?- le lacrime presero lentamente a scendere dai suoi occhi. La dark cadde per un istante nel panico e fu quasi tentata di lasciarla lì per scappare da un'altra parte qualsiasi.
- Sì, capisco. Però devi... andare avanti.- assunse un tono più calmo e controllato con il fine di sembrarle meno distaccata possibile.
- E come?- Gwen sapeva che le avrebbe rivolto quella domanda eppure non era riuscita a prepararsi una risposta adeguata. Ripensò rapidamente a tutte le sue relazioni amorose e a come fossero finito, il più della metà con delle risse quasi sfiorate, e giunse poi ad una conclusione che le sembrò potesse avere un qualche effetto.
- Odialo! Trasforma la tua tristezza in odio. - in quel momento le bevute, due boccali medi di birra, arrivarono al loro tavolo.  Il cameriere appoggiò i due boccali e si allontanò ritornando al bancone con fare piuttosto occupato.
- Ma io non sono capace di odiare. Lo sai benissimo, finisco sempre per perdonare tutti.- quello era un grosso scoglio che non aveva pensato come scalare. Il difetto più grande della rossa era senza alcun dubbio la sua infinità bontà che spesso e volentieri la portava a cadere più volte nello stesso tranello.
- Ma sì che lo sei!- disse quelle parole senza risultare molto convincente - Devi solo... crederci. È un po' come... come...- si perse per qualche istante nella ricerca di un qualcosa che potesse essere impossibile da non odiare e, dopo qualche secondo, la risposta più palese le si presentò su un piatto d'argento - È come quando devi nuotare con un costume a due pezzi!- la rossa spalancò gli occhi come se avesse visto un fantasma.
- È così semplice?-  domandò con un pizzico di delusione negli occhi. Ogni volta che doveva andare in piscina e vedeva qualcuno con un costume a due pezzi sentiva lo stomaco andarle sottosopra, quindi per fare come le aveva detto Gwen non doveva far altro che trasformare la sua tristezza in vomito.
- Sì, è una delle cose più semplici del mondo.- asserì, portando il suo boccale in alto. Per lei era più che naturale provare rancore contro i suoi ex ragazzi, indipendentemente da come questi si fossero comportati nei suoi confronti.
Per la prima volta in quella serata vide un accenno di sorriso sul suo volto e ciò la portò ad abbandonarsi ad un lungo respiro di sollievo. Era riuscita nella sua prima missione pertanto adesso poteva dedicarsi a quella secondaria che si prefissata per la serata: rimorchiare un ragazzo.
Voltò numerose volte lo sguardo verso la sala finché non riuscì a trovare la preda perfetta. Vide un punk che, in maniera piuttosto sospetta, stava ordinando qualcosa al bar e, per quanto il suo aspetto la invitava parecchio, decise di non immischiarsi negli affari di un ragazzaccio. Il secondo uomo che ebbe la "fortuna" di capitarle sotto tiro sembrava, a tutti gli effetti, un buon samaritano. Era l'unico del suo gruppo ad avere ordinato una coca e oltretutto era decisamente carino: occhi verdi, capelli neri e un modo di parlare, per quel poco che riusciva a sentire, tranquillo e posato. In poche parole il suo contrario.
Attese quel tanto che bastasse perché i suoi amici lo lasciassero solo per poi avventarsi verso di lui per attaccare bottone.
- Scusami Zoey, ho da fare per un po'. Tu ordina pure tutto ciò che vuoi, pago io. - detto questo si alzò dalla sedia e, ignorando la voce della rossa, si diresse verso la sua preda.
E così la povera ragazza rimase sola, con un bicchiere di birra nella mano destra e tanti pensieri nella testa.
Ripensò a ciò che la dark le aveva detto riguardo al tramutare la sua tristezza in rabbia e più ci pensava e più l'idea le sembrava allettante. Probabilmente buona parte della colpa era anche dell'alcol, che stava trangugiando sorsata dopo sorsata senza nemmeno rendersene conto.
Richiamò l'attenzione del barista e, dopo averlo guardato per qualche istante negli occhi, ordinò tre birre grandi. Tanto il conto era a spesa di Gwen, quindi poteva svagarsi come meglio preferiva.
Nel giro di mezz'ora bevve tutte le birre, arrivando ad uno stato di lucidità pari, se non addirittura inferiore, a zero. Vedeva tutto intorno a lei muoversi, come se stesse facendo un giro sulla montagne russe. Gettò una rapida occhiata al tavolo dove la dark si era fermata e notò, con suo grande sconforto, che era vuoto.
In quel momento desiderava solamente prendersi una boccata d'aria, motivo per cui uscì dal locale tracollando. Si chiuse la porta alle spalle e successivamente, senza sapere bene come, si ritrovò nel parcheggio del locale alla ricerca della macchina di Gwen. L'impresa si rivelò più difficile del previsto per colpa della sua vista che le rendeva impossibile capire quale fosse un'auto e quale una semplice allucinazione creata dalla sua mente.
Mise un piede male e per poco non cadde, riuscendo ad aggrapparsi ad una maniglia di una vettura che, improvvisamente, si aprì. Esitò un po' però, viste le sue condizioni, decise di entrare per potersi mettere a sedere e riposare. Da sobria non si sarebbe mai sognata di fare una cosa del genere, ma da ubriaca aveva anche una "valida" scusante.
Accostò lo sportello e tentò di sdraiarsi, cosa che un oggetto duro e dalle discrete dimensioni le impedì. Una valigia grigia, puramente in metallo, era appoggiata sul sedile. Senza pensarci troppo sbloccò la sicura e la aprì, rimanendo a bocca aperta davanti al suo contenuto. Un tappeto verde, composto da banconote da cinquecento dollari, le illuminò il volto. Rimase paralizzata per qualche secondo finché il suo piede non entrò in contatto con qualcosa. Si abbassò, con molte difficoltà, e raccolse l'oggetto.
Era un portafoglio. Ormai aveva già compiuto due crimini, pertanto non ci pensò troppo prima di compierne un terzo. Lo aprì e al suo interno trovò solamente dei vecchi documenti tutti stracciati. Ne estrasse uno e lo lesse ad alta voce, rischiando quasi di vomitare per via dello sforzo.
- Duncan... N-Nelson...- rimase imbambolata ad osservare quel documento per quasi cinquanta secondi. A distoglierle la sua attenzione dal foglio, fu un rumore alle sue spalle che, facendola spagliare, la costrinse a voltarsi.
Si ritrovò una torcia, di un cellulare, sparata contro gli occhi, impedendole quindi di capire cosa stesse succedendo di preciso. Per un attimo pensò si trattasse della polizia e si maledì per essersi introdotta in quella dannata macchina dalla dubbia provenienza.
- E tu chi cazzo sei?- una voce roca e decisamente poco gentile le entrò nelle orecchie costringendola ad interrompere ogni suo pensiero. Il ragazzo abbassò la luminosità della torcia e le rivolse un'occhiata mista tra rabbia e panico.
- Ecco... io...- non riusciva a parlare per via del mal di testa e, come se non bastasse, non era sicura di saper controllare le sue parole.
- Che diamine ci fai qui!?- strillò, mantenendo però un tono di voce che non permettesse ad altri di udirli. Lentamente portò il suo sguardo sulla valigia aperta e subito dopo sul documento nelle mani di Zoey. Il colore del suo volto cambiò da rosa a bianco in nemmeno dieci secondi. La mano che teneva la luce iniziò a tremare, portando la rossa a doversi coprire la faccia con entrambe le mani.
- Non u-urlare... ti sento lo s-stesso.- dalla sua bocca non uscì che un lamento soffocato dal quale il punk capì lo stato della ragazza - Tu... hai fatto qualcosa di... di brutto! Devo chiamare... la polizia...- tentò di indicarlo con un dito, ma non sapeva quale dei tre fosse quello vero per colpa dell'assurda quantità di alcol ingerita, perciò si limitò a muovere l'indice a casaccio.
- Cazzo! E adesso che faccio!?- sussurrò sottovoce mentre il suo sguardo era puntato contro l'intrusa che, molto probabilmente, avrebbe mandato all'aria i suoi piani.
- C-Costituisciti.- suggerì Zoey, che nel frattempo era stata colpita da un attacco di ridarella.
- Devo lasciarla da qualche parte. Ma se poi andasse davvero dalla polizia?- il ragazzo si portò le mani sulla fronte nel tentativo di riflettere più lucidamente sul da farsi.
- Lasciarmi? E-Ecco, v-voi uomini s-siete tutti u-uguali!- urlò, rischiando di distruggere un timpano all'altro che, preso dal panico, iniziò a guardarsi intorno per vedere se qualcuno aveva sentito quel grido.
Notò un gruppo di ragazzini che stavano lasciando il locale e, preoccupato che potessero sentire i deliri della rossa, chiuse lo sportello senza pensarci e montò sulla macchina. La accese e, in dieci secondi  raggiunse l'uscita del parcheggio. Gettò uno sguardo verso la ragazza, stesa sui sedili dietro, e si accorse che si era addormentata. Per un attimo pensò di fermarsi per poterla lasciare da qualche parte, ma la paura di venir tracciato prese il sopravvento.
Prese il cellulare dalla tasca e digitò rapidamente un numero attendendo la risposta.
- Pronto?- emise un sospiro di sollievo non appena udì quella voce dopodiché, senza lasciar nemmeno il tempo di rispondere, disse qualche parola sconnessa per far intendere la situazione.
- Geoff c'è stato un intoppo. Ti richiamo io. - abbassò la telefonata ed accelerò seguendo la via principale. In meno di due ore sarebbe dovuto arrivare alla strada che lo avrebbe portato a Montreal, poi da lì, assieme a Geoff, avrebbero deciso cosa farne dell'"ostaggio".
 
 
ANGOLO AUTORE:
Ed ecco a voi il primo capitolo della storia. L'ho scritto più di un anno fa e ricordo di aver provato un fortissimo senso di appagamento nel farlo.
I titoli dei capitoli sono tutti ispirati da nomi di canzoni che ascolto, in questo caso "Encore" dei Red Hot Chilli Peppers, che è anche la canzone che mi ha aiutato a gettare le basi per questa storia.
I capitoli usciranno, almeno per ora, ogni martedì. Quando poi avrò completato la storia i giorni d'uscita saranno martedì e giovedì.
Vi ringrazio per aver letto il capitolo, spero vivamente vi sia piaciuto!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Mr Lavottino