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Autore: katerina_21    22/07/2009    2 recensioni
Le sorelle Gautier abitano nella campagna parigina. Sono ricche di sorprese, hanno caratteri molto diversi e forza da vendere ma sono molto unite. Danielle è un'appassionata del teatro ed è eternamente innamorata, Evelyne è intelligente e dolce mentre Clarisse adora il rischio e gli sport estremi. Se queste tre ragazze così particolari incontrassero i Jonas Brothers...cosa succederebbe?
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oddio stavolta ho superato davvero il limite. Ma proprio non ci riesco ad essere puntuale! E' più forte di me!
Be' credo che dovrete rileggervi tutta la storia per capire a che punto eravate arrivate xD probabilmente vi sarete scordate tutta la storia, proprio come me!
Un bacio... con la speranza che non mi odiate troppo per i miei terribili ritardi.
Vostra Cate.

Ps. Questo non è un capitolo molto lungo...


-Capitolo Quindici-

Non sarai mai sola.


Ho camminato con la testa piena di te. il tuo ritratto e l’inebriante serata trascorsa insieme ieri mi hanno lasciato i sensi in subbuglio.
Dolce, incomparabile, quale strano effetto hai sul mio cuore!
Ma cosa mi resta ancora quando dalle tue labbra e dal tuo cuore traggo un amore che mi consuma come il fuoco?
[Napoleone a Giuseppina]

Danielle aveva deciso: era inutile continuare con questa storia, doveva prendere in mano le redini della situazione e sistemare il guaio che aveva combinato. Solo lei poteva farlo, non Joe nè Colette.
Danielle sobbalzò al vibrare del suo cellulare. Lo afferrò e lesse il messaggio appena ricevuto.

Alle 9.00 vieni a casa mia.
Ti devo parlare, Col.

Adesso iniziava davvero a sentirsi male. Cosa mai le doveva dire di tanto importante e con tanta urgenza? Aveva deciso Colette per lei e voleva mettere fine alla loro amicizia? Non lo sapeva, era diventato difficile capire cosa pensassero gli altri. Forse era cieca. Forse non era abbastanza sensibile per rendersi conto delle sue azioni e di ciò che provocavano. Era una persona cattiva mentre Eve e Clarisse erano le ragazze più buone che avesse mai conosciuto.
Forse era stata adottata.
Sospirò e si buttò sul suo letto, tra riviste e vestiti. Non poteva non pensare che una volta tanto sarebbe rimasta davvero sola. E se lo meritava.

- Okay. Sono pronta. -
L'esaminatore sorrise gentile e annuì.
Evelyne sospirò confortata. Almeno non era Kevin, che le trasmetteva ansia appena poggiava le mani sul volante.
Iniziò a guidare seguendo le istruzioni che le dava l'istruttore. Ma in realtà con la mente era lontana, viaggiava e viaggiava, ma soprattutto pensava a Kevin, ai suoi occhi, al loro bacio in bagno, alle sue parole e... a Meg.
Ma soprattutto pensò all'ultimo loro incontro, nella macchina di Julie.
- Mio dio Eve, sii un po' più sicura! Guidi troppo a scatti! -
Evelyne si era sentita offesa come non mai. Come osava rivolgersi a lei con quel tono, quando era talmente triste da non riuscire nemmeno a spiccicare una parola?! Ma soprattutto come faceva a fare finta di niente dopo quel bacio?!
- Forza, metti la prima. -
- Adesso basta! - aveva urlato Eve all'ennesimo ordine. - Non ce la faccio più a fare finta di niente! -
Aveva accostato ed era rimasta ferma con le mani strette sul volante.
Doveva assolutamente sfogarsi, dire a Kevin tutto quello che era nel suo cuore.
- Non posso continuare così! Non riesco a capire come tu ci riesca quindi PER FAVORE, dimmi almeno come diamine fai a ignorare i miei ed i tuoi sentimenti! Come fai a continuare a stare con una ragazza che non ami?! Ma soprattutto perchè mi tratti in questo modo?! Proprio non lo sopporto!-
Le lacrime ormai scorrevano tranquille, sotto lo sguardo colpevole di Kevin, che non spiccicava una parola.
Eve lo aveva guardato con odio, poi con la manica del giubbotto jeans si era asciugata le lacrime ed aveva infine fatto inversione per tornare a casa.
Le lacrime le pungevano gli occhi, aveva tanto bisogno di piangere. E pensare che non era mai stata una persona dalla lacrima facile, quella era Danielle.
Forse stava finalmente imparando a sfogarsi, a piangere. Ad amare.

- Sìììì -
Julie e Clarisse corsero in ingresso, ritrovandosi davanti a una Evelyne in fibrillazione.
- Che è successo?! - domandò Julie un po' spaventata.
Eve le saltò addosso e l'abbracciò ridendo. - Mamma ce l'ho fatta! Mamma sono passata! -
Clarisse battè le mani entusiasta e l'abbracciò felicissima, mentre Julie sorrise raggiante.
- Be' allora bisogna proprio festeggiare! Vado a preparare la crostata con la marmellata di more, la tua preferita!-
Appena Julie sparì in cucina, dove probabilmente sarebbe rimasta per molto tempo, Eve rivolse alla sorella minore un'occhiata preoccupata.
- Dov'è Danielle? -

- Dov'è Colette, signora? -
- In camera sua, vai pure cara. -
Danielle sorrise alla mamma di Colette e salì le scale lentamente, preoccupata per come sarebbe stata accolta dall'amica.
Bussò.
- Avanti. - la voce era flebile, quasi un soffio.
Aprì la porta ed entrò, senza guardare la ragazza afflosciata sul letto. Poi però fu costretta ad alzare lo sguardo ed incontrò quello ferito di Colette.
Sobbalzò. Si era illusa che i giorni di attesa sarebbero riusciti a migliorare la situazione ma ormai aveva capito che il tempo non serviva a nulla. L'unica cosa che poteva fare era farle capire che le voleva bene e che nessun ragazzo avrebbe dovuto dividerle. Ma non era brava con le parole e proprio non riusciva a spiccicarne una davanti a quello sguardo deluso. Lo sguardo deluso di un'amica non era per niente incoraggiante per un discorso.
- Ciao. - mormorò. Non riusciva a non rivolgerle la parola se non con un tono di scusa.
Qualunque cosa avrebbe detto sarebbe suonata sempre come una domanda o una scusa. Non era così che parlavano le vere amiche.
- Ciao. - rispose semplicemente Colette.
Danielle aspettò qualche minuto, ma poichè nessuna delle due parlava, domandò il motivo del messaggio.
- Volevo parlarti, dopo quello che è successo. - Colette si alzò in piedi, come per farle intendere che non era diventata una depressa ma che riusciva ancora a camminare e reggersi in piedi. - Ormai ho rinunciato con Joe, naturalmente. Ma ho capito una cosa. - attese qualche minuto, poi continuò: - Non voglio fare la parte della maestrina ma so che l'amore non si ostacola. E quando vi ho visto baciarvi, quando ho notato il modo in cui ti sfiorava, il modo in cui ti guardava, ho capito che lui ti ama davvero. In realtà ho impiegato un bel po' di giorni per comprenderlo, ma mi perdonerai. Sai, non ero esattamente lucida.-
Ridacchiò. Ma non era una risata contenta, anzi.
- Non posso ostacolare la vostra relazione sia perchè il senso di colpa sarebbe duro da sopportare... - le lanciò un'occhiata e Danielle capì che la stava rimproverando.
- Ma anche perchè è così che fanno le amiche, quelle vere. Le amiche vere perdonano sempre, sanno sorriderti anche se dentro muoiono ogni giorno che passa... ma soprattutto non mettono al repentaglio un'amicizia importante per uno stupido ragazzo. -
Ormai Colette era in lacrime e un paio di volte aveva dovuto interrompere il suo discorso per i singhiozzi che le avevano mozzato il respiro.
Danielle la abbracciò e con sorpresa si accorse che l'amica non si era allontanata scocciata.
Insieme iniziarono a piangere. Ma non erano lacrime di rancore o rabbia o delusione. Erano lacrime di perdono, di felicità e soprattutto d'amicizia.

Clarisse, Eve e Julie erano sedute in cucina a chiacchierare e ridere spensierate.
Ad un tratto il campanello suonò. Julie andò ad aprire, mentre le due sorelle continuavano a sghignazzare ad a lanciarsi pezzi di crostata.
- Clarisse! E' George! -
La bionda saltò in piedi e sorrise raggiante. Poi corse incontro all'amico e lo abbracciò.
- Che ci fai qua? - domandò a pochi centimetri da lui.
- Volevo chiederti se non ti va di fare un po' di skate con il sottoscritto. Magari hai bisogno di qualche lezione di ripasso da un esperto... - rispose George ridacchiando.
- Alla faccia! Certo che sei un tipo modesto eh?! - scherzò Clarisse.
George sorrise, ma poi divenne serio e la guardò intensamente negli occhi. Si avvicinarono cautamente e alla fine le labbra si sfiorarono incerte.

Clarisse si allontanò allarmata e dopo essersi schiarita la voce mormorò imbarazzata: - Vado a prendere lo skate... -

I due non potevano sapere che qualcuno aveva assistito alla scena, abbastanza scosso.
Nick Jonas stava correndo lontano da casa Gautier, con un mazzo di fiori in una mano e gli occhi chiusi, nel tentativo di trattenere le lacrime.
- Ho visto abbastanza... - mormorò.
Ma si sbagliava perchè era corso via proprio prima che Clarisse si allontanasse dal biondo.
Si sà: gli occhi vedono solo quello che vogliono.


  
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