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Autore: Yellow Daffodil    10/04/2019    3 recensioni
Hera ed Hestia. Con la H.
Due gemelle così diverse da poter essere paragonate al diavolo e l'acqua santa.
Diverse, sì, ma le differenze possono essere facilmente superate quando nel quadro generale entra anche lui. Lui... che è innamorato perso di Hera. Lui... per cui Hestia ha una cotta secolare. Lui... Tommaso D'Angelo.
Quale occasione per sfruttare al meglio la gemellanza, se non questa? E quali altri guai combineranno Hera ed Hestia, assieme a un amico dalla sessualità ambigua, un'improvvisata psicologa e un compagno di ricerche punk?
Storia a 4 mani di Yellow Daffodil e cioccolatomalik
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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21. Zero occhi neri

Hera

La festa di questa sera è paragonabile a un piccolo Apocalisse studentesco, nel quale le uniche vittime siamo io e mia sorella.

Se volete la mia opinione, credo che le persone siano troppo sensibili di questi tempi. Sì, insomma, è vero che io ed Hestia abbiamo manipolato il mondo intero facendogli credere di essere una al posto dell'altra, ma non è nulla di così grave!

Chi non avrebbe fatto lo stesso, avendone l'occasione?

"Mi stai facendo male." Borbotta il punk non più punk seduto davanti a me negli spogliatoi femminili del Petrarca. Sto cercando di fargli passare l'occhio nero e non è un compito semplice se lui continua a lamentarsi.

"Scusa." Ribatto, continuando comunque a spingergli il sacchetto di plastica pieno di ghiaccio secco sullo zigomo. "D'Angelo è più stupido di quanto avessi immaginato." E, credetemi, era davvero difficile superare il livello che avevo messo in conto.

Punkie sbuffa e rimane in silenzio per un po'. Sembra piuttosto arrabbiato e questo spegne in me qualunque tentativo di sdrammatizzare. Non avevo previsto che la serata avrebbe avuto un esito così negativo e sono quasi dispiaciuta.

"Tieni questo." Gli ordino, affidandogli la medicazione di fortuna che ho trovato al tavolo del rinfresco, sotto al quale Giulio Cesare ha nascosto un minifrigo dal quale attingere in caso di emergenza. Sospetto lo abbia fatto consapevole della mia presenza alla festa.

"Senti, mi dispiace." Dico dopo un altro interminabile minuto di silenzio. Mi alzo per andarmi a sedere accanto a lui sulla panca di legno. "Smettila di ignorarmi."

"Se ti avessi ignorata da molto prima, adesso non avrei un occhio nero, Hera." Mi fa notare, il che non è totalmente sbagliato. Ma sono convinta che la sua vita sarebbe terribilmente triste senza di me a portare un po' di caos. Triste e piena di sacrifici. Letteralmente.

"Ne avresti due, visto quanto ami la matita nera." Replico senza pensare. "Vuoi che chieda a Tommy di rimediare?"

Osservo gli angoli delle sue labbra piegarsi in un sorriso, per tornare poi in meno di un secondo a essere una stretta linea retta. "Non sei divertente."

"Stavi sorridendo." Puntualizzo. Gli circondo le spalle con un braccio e appoggio la testa su una di queste. Non so perché io lo stia facendo. Ma non so nemmeno perché questa sera l'abbia baciato per ben due volte, perciò quello che sta succedendo ora è decisamente meno grave. "Sono super divertente, io."

"Sei super psicopatica." Mi contraddice lui. Il suo tono di voce si è ammorbidito appena, segno che le mie moine stanno almeno in parte funzionando. "Ti rendi conto del casino che hai combinato con lo scambio?"

"Se non fosse stato per lo scambio, tu non avresti mai conosciuto le mie dolcissime labbra alla ciliegia." Scommetto che il rimorso lo avrebbe divorato per il resto della vita. "Dovresti essermi grato."

"Hera." Pronuncia il mio nome accompagnandolo con un sospiro. Alzo la testa per guardarlo e lui ne approfitta per allontanarsi da me. Questo non promette niente di buono. "Sono serio. Hai ferito quattro persone con il tuo stupido piano. Me, tua sorella, Tommy e te stessa."

No, si sbaglia.

"Io sto benissimo così." Gli assicuro. E se Tommy avesse avuto un minimo di materia grigia, non ci sarebbero state altre vittime. "Non ho detto io a mia sorella di non confessare subito la verità a Tommy. E tu l'hai saputa molto prima, perciò..."

"Quindi a te va bene così? Non pensi di dover delle scuse a nessuno?" Mi accusa. I suoi occhi puntati nei miei tentano di farmi sentire in colpa, ma non ci riescono. "Non pensi di doverti scusare con me?"

"Tommy dovrebbe scusarsi con te, non io!" È stato lui a rovinare tutto questa sera! Se non fosse comparso dal nulla per comportarsi da scimmione geloso, adesso io e Domenico staremmo facendo ben altro nello spogliatoio. Ve lo posso assicurare. "Tu ti sei preso gioco di me allo stesso modo qualche giorno fa al cinema, noi due siamo pari, Satana."

"Satana." Ripete lui, alzandosi in piedi per guardarmi dall'alto del suo metro e settanta. "Tu sei il demonio in persona, Felici, e hai il coraggio di accusare me."

Anche io mi sollevo dalla panca e incrocio le braccia al petto. Ora che indosso le scarpe col tacco, le nostre pupille si trovano esattamente nella stessa traiettoria. "Non ho mai negato di esserlo, Punkie. Non sono per niente dispiaciuta per quello che è successo in questi due mesi. Solo per quello che è successo stasera. E sai cosa? Se ti dispiace di avermi baciato, non posso che essere d'accordo con te."

"Non ho parlato di quel bacio. Forse sei tu ad essertene pentita. Preferiresti qualcuno come D'Angelo, troppo stupido per accorgersi dei tuoi errori e farteli notare?" Replica.

Decido di rimanere in silenzio e di tornare a sedermi. Domenico mi sta ancora fissando, forse in attesa di un segno di cedimento da parte mia. "Non ho voglia di discutere." Gli spiego. "Non penso di aver commesso errori stasera, perciò puoi sederti qui con me e smetterla di puntarmi il dito contro, oppure puoi andartene."

"Bene." Conclude lui, afferrando la giacca di pelle che si è sfilato non appena siamo entrati. La indossa in tutta calma, mi lancia un'ultima occhiata e poi esce, lasciandomi sola ad ascoltare la musica proveniente dalla palestra, dove la festa è ripresa come se nulla fosse successo.

*

"Alzati, andiamo a casa." Ordino a mia sorella dopo averla raggiunta sulle gradinate. È insieme a Ste, che smette di parlare nell'istante stesso in cui io li raggiungo. "Mi dispiace, Ranocchio, la principessa torna al castello insieme a me." Gli dico, accennando un leggero sorriso di circostanza.

Ho l'umore così sotto ai piedi da non riuscire nemmeno a sparare qualche cattiveria gratuita. Sento gli sguardi degli altri studenti su di me, e in fondo posso capirli. Anche io mi incanterei a guardarmi, se mi passassi davanti. Deve essere davvero una vista sublime.

Aspetto che Hestia abbia recuperato le sue cose e poi esco dalla palestra senza nemmeno controllare dove si trovi Giulia. Probabilmente lei e il suo irritante blocchetto degli appunti stanno psicanalizzando quel povero mentecatto di Tommaso D'Angelo. Vorrà di certo chiedergli come si sente dopo aver realizzato di essere stato vittima di noi due arpie.

Stasera non ne posso più delle relazioni sociali. Comincio a capire Hestia e il suo odio verso il mondo.

Torniamo a casa dopo aver chiamato papà, che coglie subito l'atmosfera e non pone domande sulla festa. Una volta arrivata a destinazione, mi sciacquo il viso per eliminare il trucco, seguo i soliti sette passi della mia skincare notturna e infine indosso il pigiama.

"Nessuno ti ha insegnato a bussare?"

"Zitta, Melanzana, fammi spazio."

Mi infilo sotto il piumone con i teschi e inizio a fissare il soffitto con uno sguardo così truce, che potrebbe farlo sbiancare ancora di più per la paura. Sto ancora ribollendo di rabbia.

"Mi servono le tue bamboline voodoo, ho bisogno di infilzare qualcosa." Mi metto seduta e mi guardo intorno, per poi accorgermi che i pupazzetti sui quali la mia gemella sfoga la sua frustrazione sono abbandonati a loro stessi sul comodino. Ne prendo uno e comincio a pugnalarlo con uno spillo della dimensione del mio dito mignolo.

"La stai uccidendo così." La voce di Hestia è ancora più piatta rispetto a prima che io uscissi di casa, il che significa che D'Angelo l'ha ferita non poco. E questo, a sua volta, mi fa sperare che i colpi che sto infliggendo al bambolotto arrivino dritti a lui. Non si infanga in questo modo il nome delle Felici.

"Bene." Ringhio. "Andrà presto a riunirsi con Cuzco."

"Hai per caso litigato con Punkie?" Mi punta gli occhi pieni di kajal addosso - quante volte le ho ripetuto di struccarsi prima di andare a letto?! - e mi fissa con fare indagatore. "Sembri un po' nervosa."

"Non sono nervosa!" Strillo, puntando dritto al cuore di D'Angelo, il peluche di pezza. "Ho solo voglia di sofferenza e morte. Mi hai contagiata. Che schifo!"

"Hera. Dammi la bambolina voodoo." Ordina. "La povera Erica ha già sofferto abbastanza."

"Chi è Erica?"

"La bambolina. L'ho chiamata come la bambina che mi ha chiesto in prestito il pennarello nero in seconda elementare e non me l'ha più restituito. L'altra è Matilde, come..."

Alzo una mano per farla smettere di blaterare. Non ho tempo per la sua stranezza. Ci scambiamo uno sguardo, poi riprendo imperterrita a martoriare le mie vittime.

Dovrei anch'io procurarmi degli oggetti del genere. Ovvio, le mie barbie voodoo sarebbero molto più stilose e meno macabre. Il Ken, invece, avrebbe in tutto e per tutto le sembianze di Tommy, che somiglia di per sé a un biondo ossigenato e stereotipato. Non sarebbe così difficile reperirlo, di certo ne farebbe un'accurata rappresentazione delle sue facoltà intellettive.

"Hera, posso chiederti perché stai infestando il mio umile giaciglio per la notte?"

Vuole che infilzi anche lei?

"Cos'ha che non va in quel cervello pieno di piercing?" Strillo, passando a punzecchiare con la punta di metallo la morbida scatola cranica di Erica (o Matilde?).

"Hai litigato con Mimmo." Sentenzia mia sorella con un sospiro. "Per colpa di Tommy. Ossia per colpa mia. E cioè per colpa tua, che hai messo in moto il domino di catastrofi che ci ha travolti tutti."

"Per l'ultima volta, figlia illegittima dell'angelo che Dio ha sbattuto fuori dal paradiso, non è stata colpa mia!" Chiarisco, alzando lo spillo e puntandolo nella sua direzione come fosse una spada laser. "E, comunque, tra Tommy e noi due Felici era tutto finito mentre io stasera conoscevo territori inesplorati tra le labbra di Punkie. Era tutto finito!"

"Il pensiero di te e Domenico insieme mi dà i brividi." Commenta lei. "Siete due esseri malvagi e privi di scrupoli."

"Oh, non nominarlo nemmeno!" Va bene, ora ha un occhio nero, ma solitamente se li scurisce di proposito, quindi che differenza fa? Ha solo voluto reagire da ragazzino ferito e scaricare tutta la responsabilità su di me, che sono innocente. "E poi non stiamo insieme!"

"Per l'amor delle mie povere orecchie, la vuoi finire di gridare?" Sbuffa. "Vuoi che mamma e papà ci sentano e ci mettano lo zampino? Credimi, non vuoi."

Sbuffo e tiro via le coperte da entrambe senza troppa delicatezza, poi mi alzo e marcio fino alla cucina. Quel maledetto shinigami con le sopracciglia metalliche mi ha messo voglia di zuccheri per addolcire questa serata dal finale tragico. Recupero una vaschetta formato famiglia di gelato alla stracciatella dal freezer, prendo due cucchiai dal cassetto e faccio ritorno all'inferno formato camera di Hestia.

"E non dire che sono egoista." Mormoro. O per meglio dire, minaccio. Tutto ciò che esce dalla mia bocca stasera sembra una sentenza di morte e non solo ne sono consapevole, ma ne sono anche quasi compiaciuta. Ad ogni modo, consegno la posata a mia sorella e subito dopo inizio a ingurgitare la crema di latte senza un briciolo di dignità.

"Tommy non vorrà vedermi mai più, vero?" Piagnucola la mia gemella al mio fianco, la vitalità simile a quella di un'ameba gravemente malata. "Avresti dovuto dirmelo che l'amore fa schifo."

"Hestia." Sospiro io, presa da improvvisa ispirazione per rilasciare una delle mie massime di vita. "L'amore non fa schifo. Quello è Tommaso D'Angelo."

"Smettila." I suoi occhi lanciano saette che io schivo sapientemente. "Tu non hai mai capito che Tommy è speciale."

Dovete credermi quando dico che sto provando davvero a essere comprensiva verso i problemi di Dracula, ma non posso riuscirci se lei mi fornisce spunti di questo genere. "So che Tommy è speciale, Hes. Non potrei utilizzare termine più delicato per descrivere la sua totale stupidità."

"Non è stupido!" Protesta lei, anche se sa che ho ragione. Chiunque abbia una conversazione di almeno due battute con lui si rende conto che ha l'intelletto di una seppia. Beh, almeno le seppie hanno un ruolo nella società. "È solo incompreso."

"È solo un po' più carino della media. E se tu andassi oltre questo aspetto, cara sorellina gotica, capiresti anche tu quanto in realtà sia un essere totalmente inutile." E tutta questa saggezza da dove arriva? "A lui piace Hera. Non la sottoscritta. Semplicemente l'idea che si è fatto di me. Gli piace l'involucro, non il contenuto."

Lei abbassa lo sguardo. Non ha ancora toccato la sua metà di gelato e questo la dice lunga. Se non provassi ribrezzo al solo pensiero di dimostrarle fisicamente il mio affetto, tenterei persino di metterle un braccio intorno alle spalle. Ma non succederà, tranquilli.

"Non azzardarti a piangere di nuovo per lui!" La minaccio di nuovo, questa volta puntandole in faccia il manico del cucchiaio. "Non gli piacerai mai, così come nemmeno io gli piacerei mai se andasse a fondo."

Circa quattro secondi dopo aver parlato, mi trovo la fronte di mia sorella appiccicata al braccio. Le sue lacrime amare mi bagnano il pigiama di Gucci e a me non resta che sperare che il naso non inizi a colarle. Un lungo sospiro da parte mia sovrasta per un istante i singhiozzi, mentre Hestia prende la forma di un salice piangente.

"Cosa..." sniff "è successo" sniff "con Mimmo?"

Sento un'irrefrenabile bisogno di mandare giù un'altra cucchiaiata di gelato. Sarò brufolosa entro domani mattina e questo non mi piace per niente. Brufolosa e piena di moccio di mia sorella.

"Non te lo dico finché non smetti di lagnarti per Cervello da criceto."

"Cuzco!" Un'altra scossa di pianto le fa tremare le spalle e io sto per avere una crisi di nervi. Caro Cuzco, sono davvero dispiaciuta per la tua prematura dipartita, ma è il caso di finirla di apparire così subdolamente nelle nostre vite.

"Basta!" Esclamo, esasperata. Appoggio la vaschetta di plastica sul comodino e afferro invece il telefono di Hestia, abbandonato sullo stesso in attesa di un messaggio di redenzione da parte dell'origine di tutti i nostri mali. "Scrivi il suo nome su Death note mobile."

"Tu..." sniff "conosci..." sniff "Death note mobile?"

"Non fare domande." Le ordino. Lei annuisce incerta, ma poi esegue senza protestare. Noto che il mio nome compare più volte nella lista e non posso nascondervi che ne sono piuttosto felice. È un onore che Hestia mi auguri una morte tra atroci sofferenze, è il suo modo per dirmi che mi vuole bene.

Una volta compiuta la missione che le ho assegnato, la dea del focolare mi riconsegna il cellulare, che io provvedo a rimettere a posto.

"Punkie è arrabbiato con me per futili ragioni. Forse gli passerà, forse no. Non mi importa." Incrocio le braccia al petto e mi lascio andare a un lungo sbuffo. "Tutto qui. Non mi interessa."

"Hera." Mi chiama il panda qui a fianco, ha la faccia tutta sporca di kajal mischiato a lacrime. Potrebbero usare una sua istantanea per minacciare i bambini che non vogliono mangiare le verdure. "Secondo me ti interessa."

"Invece no." Nego.

"Sì."

"No!"

"Hera."

"Okay, sì, mi interessa!" Sbotto. "Dovrei chiedergli scusa?! Per cosa? Per aver cercato di aiutare mia sorella a uscire dalla sua inettitudine?"

"Dovresti chiedergli scusa per dimostrargli che non succederà mai più. E perché Mimmo ti piace. E tu piaci a Mimmo." Mi sorprendo che Hestia non aggiunga un che schifo! alla fine di tutto. "Sei l'unica a cui non è andata male. Io e Tommy. Ste e Giulia. Esiti disastrosi."

"Ste dovrebbe dimenticare Giulia. Le voglio bene, ma..." Mia sorella annuisce, il che mi fa dedurre che la mia espressione dica tutto. "Sai, Hestia, il segreto è cercare qualcuno con le stesse proprie tendenze demoniache. Guarda me e Punkie, ad esempio..." Mi fermo. Sospiro. "Guarda quanto siamo stupidi a non lasciar perdere la nostra testardaggine."

"La Felici rosa sta ammettendo i propri errori?" Si porta una mano al cuore, fingendosi stupita. Va bene, la preferivo piangente e disperata. "Trova il modo di farti perdonare."

Ritengo di non aver nulla da farmi perdonare, ma... "Come?"

"Ti cedo il mio posto per la presentazione del progetto di scienze." Replica prontamente lei, portandomi ad inarcare scettica un sopracciglio. "Per favore. Non ho le forze per tornare a scuola lunedì. So che a te non interessa nulla degli sguardi storti da parte di Tommy, ma io..."

Alzo gli occhi al cielo, scuotendo il capo. È vero, Tommy non mi provoca nessuna reazione se non quella che avrei alla vista di una mosca nel mio frullato avocado e lime. "Lo stai proponendo per tuo tornaconto personale o sei solo molto altruista?"

Lei fa spallucce e io mi limito ad accettare senza indagare ulteriormente, forse solo perché non so che altro fare per rimediare a ciò che è successo un paio di ore fa. "Ma questa è l'ultima volta. Okay?"

*

Da questa mattina mi aggiro per il Petrarca vestita a lutto, ma almeno stavolta lo sto facendo per una buona causa. Ho mantenuto un profilo così basso, da non essere nemmeno andata a prendere la mia solita cioccolata con lo zucchero al massimo alle macchinette.

Le ho solo guardate da lontano, constatando che Tommaso D'Angelo oggi è venuto a scuola. Non sembra poi così scosso, al contrario di mia sorella, che è rimasta a casa a guardare Il giardino delle torture a ripetizione. Devo ammetterlo, mi fa un po' pena. Ho deciso che vendicherò l'onore di noi due Felici non appena rivestirò di nuovo i miei panni.

Allora sì che Tommy avrà qualcosa per cui essere arrabbiato.

Dopo il suono dell'ultima campanella, mi preparo ad andare nel laboratorio di scienze, dove finalmente metterò fine alla tortura che mi ha portata a conoscere Punkie. Spero solo di non dare a quest'ultimo nuovi motivi per odiarmi.

Hestia mi ha istruito a dovere ieri pomeriggio. Mi ha obbligata a ripetere la lezione per almeno cinquantacinque volte, e sarebbe andata avanti, se non la avessi minacciata con il tubetto di crema per opacizzare la zona T. Ha paura che io rovini ogni cosa. Pff.

Per ora è tutto sotto controllo, sono seduta in fondo all'aula e sgranocchio i miei crackers integrali e sorseggio il mio succo d'ananas. Non è quello con cui Hestia pranzerebbe, ma sono sicura non sia il mio cibo a fulminare Punkie sul posto non appena fa il suo ingresso nella stanza. 

Mi osserva per qualche secondo, poi sospira e scuote leggermente il capo. È tornato al suo solito look da disadattato, con l'aggiunta di alcuni segni violacei sullo zigomo destro. Non disprezzo. E questo è tutto ciò che dirò sulla faccenda.

"È uno scherzo?" Mi chiede in un sussurro dopo essersi seduto nel posto accanto al mio, estraendo dal suo zaino un panino con il salame. Mi chiedo come sia possibile che la sua pelle sia priva di imperfezioni con un'alimentazione così sregolata.

"Non so di cosa tu stia parlando." Ribatto, ricorrendo alle mie migliori doti recitative. "Spero tu abbia studiato i mitocondri ieri."

"Hera, dov'è Hestia?" Domenico mi punta gli occhi castani sulla faccia, dimostrando ancora una volta come sia più sveglio di D'Angelo in una sola, semplice frase. "Pensi non sia in grado di riconoscerti? Mi credi così stupido?"

"Abbassa la voce." Gli ordino, vedendo entrare alcuni compagni di corso. Se fa saltare la nostra copertura siamo finiti. Sospetto che, nonostante uno scambio tra gemelli non sia contemplato nel regolamento scolastico, possa essere motivo di sospensione. "Hestia è troppo depressa per vivere. Quindi eccomi qui. Sorpresa!"

"Hera, tu a malapena sai cos'è una cellula." Il suo sguardo si fissa su di me, che smorzo la tensione rinfrescandomi la gola con il succo. "Non puoi basare il tuo intervento sull'importanza di possedere almeno un paio di scarpe di Versace, lo sai?"

"Ho studiato, okay? Per mia sorella e per te, caro figlio del demonio, perché Hestia è troppo distrutta anche solo per esistere e per non lasciare che la tua media precipiti come il battito cardiaco di Cuzco. Perciò mi fai il favore di chiudere la bocca e fidarti di me. Tutto chiaro?"

Punkie non mi risponde, il che mi fa per un attimo desiderare che il pranzo gli vada di traverso. Alza le spalle e ruota di quarantacinque gradi sulla sua sedia per fissare la lavagna, ignorando, di conseguenza, la sottoscritta.

Bene. Che si comporti pure da bambino viziato. Questo non cambierà il fatto che non ho intenzione di fare brutta figura oggi.

Il suo atteggiamento mi dà la giusta spinta per affrontare l'interrogazione come farebbe Hestia, cioè con determinazione e voglia di morire. Riesco a rimediare un nove.

L'unico nove della mia vita e il merito andrà a Hestia.

Fantastico.

Ad ogni modo, arrivati alla fine dell'ora, Domenico non mi rivolge ancora la parola. Mi aspetto almeno un saluto da parte sua, ma lui è in assoluto silenzio stampa.

Deduco che l'unica soluzione sia passare alle maniere forti.

Mi approprio della sua mano, lo trascino nel bagno delle ragazze e mi paro davanti a lui senza nessuna intenzione di farlo uscire fino a che non si sarà deciso a smettere di avercela con me.

Qualcuno dirà che si tratta di sequestro di persona, io lo chiamo semplicemente Metodo Felici.

"Smettila di avercela con me." Dico infatti, senza mezzi termini. Potrei anche sbattere i piedi per terra, se fosse necessario.

"Non sono arrabbiato con te, Hera."

Sta mentendo. Sta. Mentendo. Mi odia e non vuole ammetterlo.

"Non mi hai parlato per tutta la lezione. Vuoi che ti chieda scusa per quel che ho fatto a mia sorella, con la sua stessa complicità? Va bene. Scusami!" Sbuffo, esasperata. "Ma dacci un taglio, perché mi piaci. Ed Hera Felici ottiene sempre quello che vuole."

Un mezzo sorriso compare sulle sue labbra, facendomi istantaneamente distendere i muscoli. Da quando i miei muscoli dipendono tanto da quello che Punkie pensa di me? Quando mi sono rammollita così? Potrei essere degna concorrente di Stefano.

"Sembra che tu mi stia supplicando, Hera Felici." Il vampiro dai capelli fucsia è evidentemente contento di questa svolta nel nostro a malapena esistente rapporto. Comunque, per la cronaca, io non sto supplicando nessuno. "Non solo. Mi hai appena confessato che ti piaccio. Sarebbe un vero peccato se io non ricambiassi."

Ed è proprio questo il momento in cui ho la certezza che invece sia tutto il contrario. Ormai ti ho capito, Caruso. Noi siamo uguali.

Sono la ragazza perfetta per un ragazzo come te.

"Sì, me lo aspettavo. Nessun problema." Unisco le labbra in una linea dritta solo per fingermi amareggiata. Sospiro teatrale. Uscita di scena in tre... due... uno... "Beh, ci vediamo."

Cammino verso la porta a passo spedito, la consapevolezza di stargli rendendo difficile il suo stesso gioco.

Il mio piede tocca la fuga che separa le piastrelle del bagno da quelle del corridoio, l'odore di disinfettante per pavimenti mi travolge solo per un istante. Una mano scheletrica mi prende per il braccio e mi trascina di nuovo dentro, in un movimento abbastanza sicuro da essere stato chiaramente e accuratamente premeditato.

Ecco come Hera Felici gettò nello scarico la sua dignità e finì a baciare un punk psicopatico nel sudicio bagno di una scuola deserta.

Non male, eh?


***

ANGOLO AUTRICI

Ma... Ma... Ma che teneroni, questi due. 💜

Coraggio, fan, fatevi sentire per gli Hunkie, su le maniiii!

Ok, siamo troppo gasate.

Dobbiamo ammettere che questa coppia è nata e sbocciata su un terreno per nulla fertile, sorprendendo tutti con un piccolo, insperato miracolo. Ovviamente non sarà così facile per loro ammettere che sono, effettivamente, una coppia, ma mancano solo 4 capitoli alla fine, volete proprio che non ci diano questa gioia?

Magari sarà grazie al loro aiuto che la situazione con Tommy si risolverà ed entrambe le gemelle Felici saranno finalmente felici.

Seh, ma chi ci crede!

Restate sintonizzati su di noi, mi raccomando, e date sempre un'occhiata ad entrambi i nostri profili per trovare sempre storie nuove, o rivisitazioni di qualche perla antica. Siamo due autrici decisamente produttive, vero, C.?

Alla prossima!

Daffy e C.


   
 
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