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Autore: ArrowVI    10/04/2019    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 5-7: Phoenix



Phoenix, uno degli spiriti più potenti che sia mai apparso su Gaia. Non si conosce molto riguardo al suo passato, non avendolo mai rivelato a nessuno dei suoi padroni, ma gode nonostante ciò comunque di una grossa fama derivata non solo dalle sue fantastiche doti curative, ma anche quelle offensive che era in grado di mettere in campo.

Di norma sono gli esseri umani a trovare e stringere patti con gli Spiriti, ma Phoenix era una delle poche eccezioni: non erano gli umani a scegliere lei, nel suo caso era lei che decideva chi fosse degno dei suoi poteri.


"Incontrai quell'uomo pochi mesi dopo che diventai un membro delle Quattro Galassie. 
Mi rivelò di essere il precedente possessore di Phoenix e che che avesse deciso di parlarmi non appena venne a sapere che io fossi la sua nuova posseditrice.


All'inizio, mi fu difficile credere a quelle sue parole, ma con il tempo cominciai a farlo.
Fu grazie ai suoi consigli, infatti, che imparai come usare Phoenix, e tutt'ora gliene sono grata.

Quando gli chiesi il motivo per cui avesse rotto il contratto con Phoenix, lui mi sorrise.

"Ho, ormai, raggiunto il mio obiettivo tanto tempo fa."
Mi disse.

"Lei mi propose di aiutarmi nella mia missione, e io accettai: sarebbe stato egoista però, da parte mia, tenerla al mio fianco senza più un valido motivo. Quindi ruppi il contratto, permettendole di andare via con la convinzione che avrebbe sicuramente trovato qualcun'altro che necessitasse del suo aiuto più di me... E non mi sbagliavo. "

Quella sua espressione non era falsa, lo capii all'istante.
Non ho mai scoperto il motivo per cui accettò l'aiuto di Phoenix, e credo che non lo saprò mai... Sono passati anni, ormai, dall'ultima volta che vidi quell'uomo.

Fu lui che mi parlò di quel Rituale.


Quando mi disse che ci fossero alcune cose che neanche Phoenix poteva curare, con i metodi normali, mi colse completamente alla sprovvista.
Gli domandai cosa volesse dire: dopotutto, lui stesso mi disse che quelle sue fiamme fossero in grado di curare praticamente qualunque cosa.

Ma era proprio quella la parola importante: "praticamente".
C'erano alcune cose che neanche Phoenix poteva curare... Senza andare più "in profondità".

In questi casi, Phoenix doveva agire dall'interno, e non dall'esterno come suo solito.
Di norma, infatti, bastava che le sue fiamme toccassero le ferite, ad esempio, per farle rimarginare in pochi istanti.

In altri casi, però, quello non bastava.
Ed era proprio in questi casi che il "Rituale" diventava necessario.

Me ne spiegò il funzionamento, mostrandomi anche un esempio pratico, seppur non completo. Mi spiegò cosa fare nel dettaglio, e cosa dire alle persone su cui l'avrei fatto.
Non sapeva se un giorno mi sarebbe servito o meno, ma preferì comunque spiegarmi come funzionasse, per sicurezza.

Il principio era molto basilare e il fatto che Phoenix fosse uno dei pochi spiriti "senzienti" semplificava il tutto ancora di più.
A me sarebbe bastavo evocarla, avvolgere sia il mio corpo che quello del bersaglio con le sue fiamme, e poi al resto ci avrebbe pensato lei.

Le sue fiamme avrebbero instaurato una specie di "connessione" tra me e il bersaglio, permettendo a Phoenix di raggiungere il corpo di quest'ultimo e di curarlo dall'interno.
Quella "connessione" non era fisica, ma mentale: Phoenix mi avrebbe, infatti, permesso di sentire quale fosse lo stato d'animo del bersaglio, per evitare che qualcosa potesse andare storto.

Il bersaglio, infatti, doveva assolutamente rimanere immobile e calmo. Qualunque movimento improvviso o cambiamento di umore avrebbe potuto danneggiare la connessione o rendere il lavoro di Phoenix più difficile.
E se questo fosse accaduto... Il Rituale non sarebbe andato a buon fine.
Quell'uomo non scese nei dettagli, ma mi disse che una delle persone che provò ad aiutare perse un braccio perché non riuscì a calmarsi, danneggiando la connessione tra loro due e impedendo involontariamente a Phoenix di svolgere il suo lavoro nel migliore dei modi.
Tirai un sospiro di sollievo, però, quando aggiunse che fosse "Meglio perdere un braccio, che la vita", facendomi capire che, nonostante tutto, non fu letale. "



Stavolta fu Vermilion a dover vestire i panni di quell'uomo: adesso era compito suo, e capì ben presto l'ansia e le preoccupazioni che sicuramente lui provò quando dovette svolgere quel Rituale.
Più volte pensò di tirarsi indietro e interromperlo, ma capì che non poteva permetterselo.

"Aiutarlo è il mio compito"
Si disse.

"Se non l'aiutassi io, chi altro potrebbe farlo?"
Ottenne quei poteri per proteggere le persone. Se si fosse tirata indietro in quel momento non solo avrebbe macchiato la fiducia dell'uomo che le aveva permesso di diventare quello che era, ma avrebbe anche vanificato il motivo per cui Phoenix aveva deciso di aiutarla.



Michael non riuscì a credere alla scena che si ritrovò davanti agli occhi: tutto intorno a lui divenne improvvisamente silenzioso, quasi come se avesse fatto un tuffo nell'oceano.
L'unica cosa su cui riuscì a focalizzarsi, fu quella ragazza.
Non fu in grado di distogliere lo sguardo dai suoi occhi, nonostante lei avesse chiuso le palpebre, quantomeno di muovere un muscolo.

Provò infatti a muoversi, ma il suo corpo sembrò non rispondere ai suoi comandi: infatti, a malapena fu in grado di muovere leggermente le dita delle mani.

"Perché? Cosa succede?"
Si domandò, incredulo, mentre quella ragazza si posò delicatamente su di lui con una mano.

I suoi pensieri cominciarono a sovrapporsi l'uno con l'altro, il suo petto sembrò quasi gli potesse esplodere da un momento all'altro, mentre le sue gambe si fecero più deboli, riuscendo a malapena a reggersi in piedi.

Non riuscì a comprendere per quanto tempo le loro labbra si toccarono, quantomeno gli importò.
A lui sarebbe anche andato benissimo se quel momento non si fosse mai interrotto, dopotutto.

Ci mise qualche minuto per calmarsi e a realizzare cosa fosse effettivamente successo, minuti durante i quali rimase immobile come una statua a fissare quella ragazza senza proferire parola, con uno sguardo stordito.



<< E-Era davvero necessario?! >>
Esclamò Jessica, con una espressione mista tra imbarazzo e rabbia, alla ragazza davanti a lei.
Vermilion la guardò con uno sguardo confuso, sollevando un sopracciglio.

<< Se non lo fosse stato, non l'avrei fatto... Non credi? >>
Le rispose.

<< Dovevo far entrare le fiamme di Phoenix dentro il suo corpo, dopotutto. E grazie ai polmoni, Phoenix può spostarsi per tutto il suo corpo come se fosse l'ossigeno nel sangue... Se conosci come funziona il corpo umano, potrai comprendere cosa intendo dire. >>
Continuò, senza lasciare a Jessica neanche un secondo per risponderle.

Jessica non le rispose.
Abbassò lo sguardo, evitando quello deciso di Vermilion, borbottando tra se e se.

Seryu ridacchiò in silenzio sotto ai baffi.

<< Ora cosa accadrà? >>
Domandò alla ragazza dai capelli castani.

<< Aspettiamo, semplicemente. Ciò che accadrà ora dipende unicamente da ciò che Phoenix può fare nel suo corpo, non da me. >>
Gli rispose Vermilion, incrociando le braccia davanti al suo petto.

Quella risposta colse Seryu alla sprovvista.

<< Uh? Non puoi controllare il tuo Spirito? >>
Le chiese.

Vermilion gli rispose con un cenno negativo del capo.

<< No. Le fiamme che ora bruciano all'interno del corpo di Michael non sono più le mie: non posso più controllarle in alcun modo. >>
Gli rispose.

<< Non è normale che Michael stia li, immobile, come un palo, vero? >>
Domandò subito dopo Seryu, fissando il suo compagno con uno sguardo preoccupato.

<< Non ne ho idea, non ho mai visto cosa succede *se* il rituale va a buon fine, nonostante mi sia stato detto come può andare storto. >>
Rispose Vermilion, sollevando leggermente le spalle.

Seryu non sembrò convinto dalla sua risposta, e la fissò con uno sguardo sorpreso.

<< Dovrei... Sentirmi rassicurato? >>
Le domandò, confuso e preoccupato dalle sue parole.

<< L'unica cosa che so per certo, è che il Rituale sia andato a buon fine... >>
Disse subito dopo la ragazza, voltandosi verso Michael, il quale era ancora immobile a fissare il vuoto davanti a se.

<< ... E ora aspettiamo. >>
Aggiunse subito dopo.

< C'è qualcosa che non riesco a capire... Il suo Ki è stabile, ma c'è effettivamente un qualche genere d'interferenza... Mi chiedo se stia bene... >
Pensò Seryu, senza levare quel suo sguardo preoccupato dal suo compagno.



< V...Voglio farlo di nuovo... >
Pensò Michael, in quell'istante.



<< Quindi ora aspettiamo e basta... Giusto? Per quanto tempo? >>
Domandò Jessica alla ragazza, dopo qualche secondo di silenzio.

<< Non saprei. Potrebbero passare alcuni minuti, o ore. Dipende tutto da quali difficoltà troverà Phoenix, all'interno del suo corpo. >>
Annuì la ragazza.

<< Non dovrebbero essercene molte, comunq- >>
Aggiunse poco dopo.


In quell'istante Michael cominciò a sentire una strana fitta attraversargli il petto, e istintivamente se lo toccò con una mano.

< Cosa... Era quella sensazione? >
Si chiese, digrignando i denti.
Gli sembrò quasi che una lama l'avesse trapassato da parte a parte.

Improvvisamente quel dolore si fece ancora più intenso: stavolta, però, lo sentì provenire dal capo.
Il ragazzo si inginocchiò rapidamente nel terreno, digrignando i denti dal dolore e ansimando.

Era un dolore che mai aveva provato prima in vita sua.


<< Cosa sta succedendo?! >>
Esclamarono Seryu e Jessica, notando quella scena.
Vermilion li bloccò rapidamente con un cenno, fermandoli prima che potessero intervenire.

<< Mi sembrava di avervi detto di non intervenire! Lasciate che Phoenix faccia il suo lavoro! >>
Esclamò.

<< C'è qualcosa che non va, Vermilion! >>
Le rispose Seryu.
Quei suoi occhi illuminati di quel verde intenso colsero alla sprovvista anche la ragazza.


In quel preciso istante quell'atroce dolore cominciò a espandersi per tutto il suo corpo. Era una cosa infinitamente peggiore perfino dell'attacco che Seryu usò contro di lui durante l'esame di ammissione alla Star: gli sembrò quasi che lo stessero facendo a pezzi da vivo.

Si appoggiò dolorante al terreno, trattenendo a malapena le lacrime dal dolore, urlando a squarciagola.
La sua vista cominciò rapidamente ad appannarsi, mentre ogni singolo rumore intorno a lui si trasformò rapidamente in acuti fischi in grado di trapanargli le orecchie.

I tre ragazzi rimasero in silenzio a fissare inorriditi quella scena, mentre del sangue cominciò a uscire sia dalla bocca che dalle orecchie del loro compagno.


<< Cosa... Cosa sta succedendo? Il Rituale dovrebbe aver funzionato... Quindi perché? >>
Balbettò Vermilion, impallidendo davanti a quella scena.

Né Seryu né Jessica riuscirono a proferire parola.


Le urla di Michael continuarono a echeggiare per tutto il palazzo, trasformandosi ben presto negli stessi ruggiti furiosi che sentirono durante il suo scontro con Nergal e Asteroth.
Perfino il suo occhio destro assunse l'aspetto di quello sinistro e quei segni tribali di colore rosso e nero cominciarono ad apparire lentamente per tutto il suo corpo come se fossero marchi di fuoco.

Senza smettere neanche per un istante di ruggire, il ragazzo colpì improvvisamente con forza il terreno con entrambe le mani, lasciando un grosso cratere sotto di se.


<< Q-Quello non è un Ki normale... >>
Balbettò Seryu.
I presenti si voltarono verso di lui, sorpresi dalle sue parole.

Seryu era bianco in volto come la neve.
Tremava e sudava.

<< Quello... E' quello di di Azael... >>
Balbettò.



In quell'istante si afferrò la testa con entrambe le mani, agitandosi come un pazzo e continuando a ruggire sul posto, il tutto davanti ai suoi compagni inorriditi.



Anche altre persone stavano assistendo a quella scena, a loro insaputa.



Dopo qualche minuto, le fiamme di Phoenix cominciarono ad avvolgere il corpo del ragazzo, danzando gentilmente intorno a lui.
Quei segni tribali cominciarono lentamente a svanire come polvere al vento, e Michael sembrò lentamente calmarsi sempre di più.

Il suo respiro si fece sempre più lento, e il sangue smise di uscire dal suo corpo. 
Il ragazzo abbassò lo sguardo verso il terreno, fissando il vuoto davanti a se e, in un battito di ciglia, i suoi occhi tornarono alla normalità.

Subito dopo, esattamente come apparvero, quelle fiamme scomparvero nel nulla, e Michael cadde di petto nel terreno, privo di sensi.

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Fine del capitolo 5-7, grazie di avermi seguito e alla prossima con la fine del volume 5!


 

   
 
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