Capitolo 6: Stelle
Una settimana dopo mi ritrovai nel solito giardinetto.
“ e con questo abbiamo finito un’altra lezione” soffiò con stanchezza “Sesshomaru a che pensi?” notò il mio sguardo assente. Non capii come potesse essere tanto calma nonostante quello che successe pochi giorni prima.
“ Sono sicura che tuo padre sia molto fiero di te” mi disse sorridendo e stringendo la mia mano. “ e che ti veda da lassù esattamente come il mio “
“ ha meritato la sua morte” gli presi il collo con rabbia. “ gli esseri umani sono inutili” dissi avvicinandola al mio viso.
“ nessuno è utile a questo mondo “ mi disse con straordinaria freddezza. “ nemmeno tu “
“Ehi “ mi si mise davanti alla faccia. “ Avanti vieni !“ mi disse Kagome facendo un cenno con la sua mano.
“ Non hai paura di quello che potrebbero dirti ? “ mi riferiti a tutto coloro che la conoscevano.
“ Non mi diranno nulla “ proseguí facendomi strada“ non avrai paura ?“ rise voltandosi un secondo verso di me.
“ Sei tu ad essere in compagnia di un demone “ le ricordai sentendo qualcosa solleticarmi lo stomaco.
“ Hai ragione “ mi ridiede nuovamente le spalle. “Eccoci qui!” spostò un ramo. “ Non è bello ?” fu sopra un’altura e a pochi passi vi fu un enorme strapiombo. “ qui la notte si vedono tutte le stelle “ si sedette su di una pietra. “ e se… sta notte ci ritrovassimo qui?” mi chiese guardando alla sua sinistra.
“ e perchè mai?” non capii di cosa stesse parlando.
“ perchè da qui si vedono le stelle e poi potremmo fare una lezione extra” mi guardò con un tenue sorriso dipinto sul volto.
“ non credo sia una buona idea” le spiegai dandogli le spalle.
“ quando la luna sarà alta nel cielo, non prima non dopo” soffiò quella povera sciocca “ ti aspetto “ tra le sue risate andai via di lì. Dopo essermi occupato delle mie mansioni invece di dormire nel mio letto sgattaiolai via come un ladro. Arrivato la trovai lì seduta.
“ eccoti finalmente, pensavo non venissi” accanto a sè ebbe una lanterna “ quella è Cassiopea e quella “ guardò il cielo indicando una stella.
“ Andromeda “ dissi io annoiato
“ Le conosci anche tu ?”si stupì.
“ solo perchè sono un demone non posso conoscere le stelle?” le domandai quasi infastidito.
“no “ scosse il capo “ Quando ero piccola le vedevo con mio padre e lui mi ha insegnato tutto “ mi spiegò ridendo.
“ È stata mia madre “ dissi freddamente.
“ Davvero ?” domandò incuriosito.
“ Si “ chiusi gli occhi.
“ Tua madre è una persona molto severa, vero? “ chiese molto preoccupata “ ma sono sicura che ti voglia bene , nonostante tutto “ ri-osservò il cielo stellato. “ guarda, una stella cadente “ indicò il cielo.
“ Kagome “ la chiamai per nome.
“ Dimmi “ unì le mani in segno di preghiera.
“ Perché ti sei allontanata da Inuyasha ?” domandai ancora una volta.
“ A-ah… “ abbassò lo sguardo “ perché ti interessa ?” guardò alla sua sinistra.
“ perchè dovresti essere con lui adesso e non con me “ dissi la verità.
“ Forse o forse è giusto che io stia con te “ mi guardò negli occhi “ Kikyo non ha mai lasciato il suo cuore...“proseguì chiando il capo “ e per quanto lo possa amare per lui non sarà mai abbastanza “ soffiò appena “ è per questo che sono scappata da lui e da tutto “ strinse le sue mani “ non posso tornare a vivere una vita non mia “ mi spiegò finalmente “ io non voglio…” trattenne le lacrime“ E tu… perché sei qui con me Sesshomaru?” domandò aspettando da me qualcosa.
“ per il nostro patto “ fu in parte vero ma la vidi chinare il capo.
“ S-si… “ pianse gli strinsi le spalle e la portai al mio petto. “ Che… “
“ Non è così che fate voi umani per placare una persona che piange ?” gli chiesi non sapendo se avessi fatto la cosa giusta o meno.
“ S-si… “ disse appena. “ grazie Sesshomaru “ gli accarezzai i capelli.
‘ per favore non piangere più ‘ pensai
“ grazie “ mi strinse a sua volta
“ Fa silenzio “ avrei voluto solo stringerla ancora e ancora. Mentre lei pianse più forte qualcosa nel petto bruciava.
“ Perdonami, non dovevo sfogarmi in quel modo “ mi spinse via tutto ad un tratto.
‘ Già, ha ragione ‘ pensai nel silenzio della notte.
“ devo andare, perdonami Sesshomaru” si alzò fuggendo via da me.
‘ cosa sto facendo ?’