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Autore: Dreamer47    11/04/2019    1 recensioni
Seguito di Heartbeat: ambientato all'inizio della sesta stagione.
Dal testo:
"Un po’ stordito aprì gli occhi trovandosi disteso su di un divano a lui sconosciuto: mise a fuoco la stanza intorno a se, non riconoscendola, finché una figura comparve e si diresse nella sua direzione.
“Sei sveglio finalmente, raggio di sole!” Scherzò una voce femminile a lui davvero familiare, sedendosi.
“Hailey?” Biascicò il ragazzo ancora molto confuso, passandosi una mano sul viso e sedendosi. “Dove mi trovo?”.
“Al sicuro” disse una voce ancora più familiare di quella della ragazza davanti a se. “Ciao Dean”.
Il ragazzo alzò lo sguardo, chiedendosi se fosse solo un sogno o se fosse la realtà, ma quando incrociò il suo sguardo, si riprese del tutto e sgranò gli occhi.
“Sam..?!” Chiese scosso, alternando lo sguardo incredulo fra i due.
[...]
Dean sentí gli occhi pizzicare ed il suo cuore esplodere di felicità.
Fece un balzo in avanti e si avvicinò velocemente al fratello, stringendolo tra le braccia. Come poteva essere tornato? Quando era uscito dalla gabbia?
Lasciò le domande per dopo, si strinse al suo fratellino godendosi il momento, mentre la felicità si impossessò di lui e si lasciò invadere da un senso di pace.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione, Più stagioni
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Family don't end with blood'
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Capitolo 7.
I was born to love You (Parte II).




I fari di un’auto illuminarono il parcheggio del motel, arrivando proprio vicino alle stanze dei ragazzi, finché chiunque fosse alla guida spense il motore posteggiandosi in doppia fila.
Dopo pochi minuti, Dean vide uscire dall’auto Katherine e chiudersi lo sportello dietro di se con arroganza, per poi dirigersi verso la sua stanza con passo svelto; immediatamente il ragazzo si scostò dalle tende, non avendo neanche la minima intenzione di farle intuire ciò che avesse fatto da quando si erano separati a scuola: il maggiore dei Winchester aveva trascorso l’intera serata attendendo con ansia di vedere un’auto giungere nel parcheggio e di vedere Katherine scendere sana e salva come sempre, controllando ogni trenta secondi dal suo cellulare la posizione gps della donna.
Accese di colpo la televisione, fregandosene di che canale fosse apparso sullo schermo, e si sentì ancora molto turbato dal fatto che la ragazza avesse accettato di uscire con quel professore da strapazzo, non pensando assolutamente che avrebbe mai potuto accettare di cenare con uno come lui. 
Cercò di calmarsi tutta la sera, ripentendosi che la ragazza volesse solamente saperne di più sul caso del liceo.
Alle 22:37 Dean sentì la chiave girare la toppa e aprire la porta, e quando Katherine entrò, lo trovò appoggiato con le spalle sulla testiera del letto e le braccia conserte, intento a guardare una delle fiction che tanto gli piacevano, ma che tanto negava di vedere. 
“Ciao..” sussurrò la ragazza entrando nella stanza con un mezzo sorriso, chiudendosi la porta alle spalle e togliendosi la giacca di pelle nera. 
Dean la guardò per qualche secondo, studiandola e notando i suoi capelli un po’ in disordine, dato che lo chignon si era allentato dopo tutta la giornata, lasciando delle ciocche libere sfiorarle il viso. Il trucco della mattina era ancora intatto, persino il rossetto manteneva la sua tonalità rossastra dopo tutto il giorno, e ciò gli fece tirare un respiro di sollievo.
Se aveva imparato qualcosa durante i suoi anni giovanili e non, era che ogni qualvolta avesse fatto sesso con una ragazza, il suo trucco si sbavava o si rimuoveva del tutto.
Vedere Katherine ancora quasi perfettamente pettinata e truccata lo fece sentire leggermente meglio.
“Ciao..” rispose Dean sorridendo amaramente dopo l’attenta analisi, alzandosi ed andandole in contro. “Com’è andata?”.
“Bene! Robert mi ha raccontato che nel 1955 c’è stata una famosa coppia del liceo, formata da un allievo e un’insegnante” disse Katherine sorridendo e facendo spallucce. “La professoressa lasciò il ragazzo e lui per vendetta la uccise la sera del giovedì 25 ottobre. Hanno poi trovato il suo cervello spappolato dentro l’aula di musica”.
Dean storse il naso quando sentì la donna chiamarlo Robert e non più professor Brednson, ma cercò di passarci su e si avvicinò di qualche passo a Katherine che stava ancora appoggiata alla sedia sulla quale aveva posato la sua giacca; la guardò in viso e la vide molto stanca, facendogli tenerezza.
Mise la mano sinistra nella tasca anteriore dei suoi jeans, favorendo l’apertura della camicia e la guardò ancora, sospirando, mentre con l’altra mano gesticolava nervosamente, cercando di camuffare il suo fastidio.
“Tutto qui?” Chiese il ragazzo ridendo inquieto. “Questo lo avremmo potuto scoprire anche noi frugando tra gli archivi della polizia!”.
Katherine sollevò un sopracciglio e si voltò completamente a guardarlo con aria di sfida, riservandogli un’occhiataccia; si guardò attorno e non notò alcun libro aperto, ne alcuna ricerca al pc. Come poteva criticarla?
“Infatti vedo che ti sei messo subito a cercare in ogni parte!” Esclamò la ragazza ridendo appena, indicando con lo sguardo la televisione accesa ed allungando una mano verso di lui, tenendosi al suo braccio mentre con uno scatto dell'altra mano apriva la zip del suo stivale destro e se lo tolse.
“Poi?”.
Il ragazzo non le diede retta, non continuando il suo discorso, ma tornando a battere su ciò che gli interessasse davvero. La vide sorridere appena, per poi abbassare lo sguardo nel tentativo di nascondergli qualcosa, ma Dean la conosceva troppo bene per farsi fregare.
“Non c’è nient’altro..” sussurrò Katherine continuandosi a reggere al suo braccio, togliendo lo stivale destro e rimanendo scalza davanti a lui.
Dean dovette abbassare lo sguardo, notando quanto si evincesse la loro differenza di altezza una volta tolte le scarpe; dodici o tredici centimetri a occhio e croce.
“Quindi avete solo cenato e nient’altro?”.
“Sei geloso Dean?” Chiese Katherine a brucia pelo, sollevando lo sguardo e fissandolo nel suo, cercando di capire cosa pensasse veramente dentro quella sua testolina.
L’uomo sospirò, serrando la mascella ma non distogliendo mai gli occhi dai suoi, lanciandole un'occhiata di fuoco; si, era geloso marcio, aveva sentito il cuore scoppiargli quel pomeriggio quando lei aveva accettato di uscire con il professore, e poi di nuovo, quando era dovuto salire sull’Impala per tornare al motel senza di lei.
Sapeva benissimo che Brednson fosse il tipo di Katherine, conosceva i suoi gusti, e nonostante sapesse in cuor suo che lei non avrebbe mai fatto nulla con un tizio appena conosciuto, sapeva anche che stesse cercando un modo per fargliela pagare per quello che aveva fatto. Lo aveva capito benissimo.
Non sapeva quindi fino a che punto si sarebbe spinta.
“È stato solo lavoro, Dean” sussurrò Katherine prendendo di nuovo la parola, dato che il ragazzo non diede segni di risposta.
Distolse lo sguardo e lo sorpassò, avanzando nella stanza ed estraendo dal borsone i vestiti con i quali dormiva: una vecchia tuta nera in pail, che le permetteva di non morire assiderata durante la notte.
“Pensi che non mi sia accorto di come ti ha guardata tutto il giorno?” Chiede Dean sentendo la gelosia e la rabbia montare dentro di lui, seguendola con lo sguardo. “Non ti staccava gli occhi di dosso neanche un minuto e io conosco benissimo quello sguardo! Non ci ha provato con te ?”.
“Oh si..” rispose Katherine con naturalezza, facendo spallucce, tornando a frugare nel suo borsone.
“Che ha fatto?” Chiede Dean stringendo con forza i pugni e serrando la mascella.
“Qualsiasi cosa sia successa fra me e Rob non sono affari tuoi!” Esclamò Katherine guardandolo in cagnesco, dicendo quelle parole sia per non lasciarlo tranquillo, sia per evitare che Dean l’indomani mattina facesse qualcosa di sbagliato, mandando tutto il caso al diavolo. “Noi non stiamo insieme, Dean!”.
Il ragazzo scosse la testa e si voltò immediatamente, sentendosi profondamente ferito dalle parole provocatrici della donna; tornò a sedersi sul letto, guardando con aria parecchio incazzata lo schermo e quella fiction che amava segretamente guardare.
Katherine notò quel cambiamento di umore e avrebbe tanto voluto rassicurarlo, ma l’orgoglio glielo impediva; voleva dirgli che non fosse successo assolutamente nulla con il professore, voleva fargli sapere che avrebbe preferito prendere un take away qualsiasi e cenare nella loro stanza malmessa, rimanendo però insieme.
Forse era troppo presto, forse era semplicemente ancora troppo difficile per lei; sospirò profondamente, chiedendosi quando avrebbe smesso di fargli la guerra, e si diresse in bagno per darsi una rinfrescata prima di infilare il pigiama e raggiungere il ragazzo a letto.
 
 
 
 
Erano ben un’ora e mezza che il professor Sambora, alias Dean, faceva correre e fare esercizi davvero faticosi ai ragazzi, colpendoli con delle palle da basket e terrorizzandoli ogni qualvolta sbagliassero.
Sam invece, che era stato assunto come professore di scienze, aveva appena finito una lezione a dei ragazzi del quinto anno, stimolandoli ad imparare e permettendo loro di interagire con la lezione; aveva deciso di passare a trovare suo fratello per osservare il suo modo di fare eseguire la ginnastica ai ragazzi, ma rimase molto sorpreso e sconvolto da ciò che vide.
“Dean!”.
Quando il maggiore si accorse del fratello, soffiò dentro al fischietto con tutta l’aria che avesse in corpo e diede cinque minuti di pausa ai ragazzi, che ne approfittarono per gettarsi sulle panche della palestra e riposare.
“Non starai un po’ esagerando?” Chiese Sam aggrottando le sopracciglia e guardandolo con disapprovazione.
“I ragazzi hanno bisogno di rimettersi in forma, Sam! Sono dei pappamolli!”.
Il minore scosse la testa, notando come gli alunni si lamentassero in silenzio, piagnucolando per la loro stanchezza, e sorrise.
“Comunque, ho parlato con Katherine..”.
Dean non cambiò espressione, ma continuò a fissare i suoi allievi, intimandogli di tornare in campo e riprendere ad allenarsi, prestando però attenzione alle parole del fratello.
“Ha un’idea su chi potrebbero essere i prossimi ad essere posseduti da questi fantasmi”.
“Gliel’ha detto Rob?” esclamò il maggiore facendo una smorfia disgustata, imitando la voce della ragazza.
“No, i ragazzi che vanno dalla psicologa!”.
Mentre Sam e Dean facevano lezione tutto il giorno a diverse classi, Katherine ricopriva il ruolo di psicologa, aiutando i ragazzi a parlare e a far uscire tutti i loro problemi per affrontarli.
C’era abituata con Judith, sicuramente avrebbe fatto un buon lavoro.
Dean fece spallucce e quando sentì la campanella suonare, vide gli alunni scattare in piedi ed uscire correndo dalla palestra, cercando di scappare il più velocemente possibile dal nuovo insegnate matto.
“Ci vediamo domani, branco di scansafatiche!!” Urlò il maggiore con aria seria, vedendolo scappare ancora più velocemente.
I due fratelli risero di quella reazione e uscirono insieme dalla palestra, dirigendosi alla mensa, dove incontrarono Katherine: quel giorno teneva i lunghi capelli mossi sciolti, optando per un completo leggermente più sobrio rispetto a quello del giorno precedente.
Un tailleur total black, indossando sotto alla giacca scura una camicia chiara, simile a quella del giorno precedente.
“Ciao..” sussurrò la ragazza non appena li vide, sorridendo nella loro direzione.
Notò Dean guardarla quasi con fastidio e accennarle un sorriso falso ricambiando il suo saluto, esattamente come quella mattina; non c’erano dubbi, era ancora arrabbiato per quanto successo la sera precedente.
Fecero la fila in silenzio, scambiandosi poche parole di circostanza, per poi sedersi su uno dei tavoli riservati agli insegnanti. Come il giorno precedente, occuparono un tavolo vuoto, evitando di sedersi con gli altri professori; erano lì per risolvere il caso, non per socializzare.
Cominciarono a mangiare e a Katherine scappò una risata quando vide entrare Robert dalla porta principale; Dean seguì il suo sguardo, vedendo l’uomo solamente dal lato destro, e lo vide mettersi in fila insieme agli altri insegnanti.
Il senso di fastidio crebbe dentro di lui, almeno fino a quando il professore afferò il suo vassoio solo con la mano destra e si diresse fino ai tavoli; quando vide i tre seduti insieme si irrigidì e sgranò gli occhi, e Katherine continuò a sorridere, sollevando un sopracciglio e guardandolo divertita.
“Ma cosa diavolo gli hai fatto?” Chiede Sam ridendo, fissandola con stupore dopo aver osservato il professore.
Dean seguì il suo sguardo, incuriosendosi, e capendo cosa intendesse suo fratello con quell’espressione e perché Katherine continuasse a guardarlo in quel modo: il professor Brednson indossava un tutore al braccio sinistro e non appena li vide, cambiò strada, sedendosi nel tavolo più lontano rispetto al loro.
“Gli ho solo detto gentilmente che lo avrei denunciato se avesse provato a toccarmi di nuovo..” sussurrò Katherine spostando il suo sguardo sui fratelli, per poi concentrandosi sul maggiore. “..e penso di avergli anche lussato la spalla”.
Per la prima volta durante quella giornata, Dean si rilassò dentro i suoi vestiti da insegnante e accennò un sorriso, capendo che ciò che gli avesse lasciato intendere Katherine la sera precedente fosse assolutamente falso.
“Avresti dovuto sapere che non sarebbe successo nulla” continuò la ragazza sorridendo, tornando a mangiare il suo pranzo.
Dean gli lanciò un ultimo sguardo, notando come l’uomo cercasse di non farsi intercettare da loro, e rise di cuore, scuotendo la testa.
Continuarono il pranzo con più serenità, concentrandosi su ciò che riguardasse il caso: Katherine aveva individuato due possibili vittime, due diciassettenni con una storia un po’ turbolenta alle spalle.
La ragazza, Allyson, era andata dalla psicologa nel tentativo di farsi aiutare nella sua relazione cn Taylor, così aprendosi aveva raccontato alla donna cosa avrebbe fatto, ovvero lasciarlo. Chi meglio di loro poteva impersonare quei due spiriti irrequieti?
Intanto nella stanza del motel Hailey cercò di rintracciare la posizione delle tombe dei due amanti morti nel 1955 per terminare quel caso bruciando le loro ossa, ma riuscì a scoprire l'unica informazione deleteria per un cacciatore a caccia di un fantasma: erano stati cremati entrambi.
La maggiore delle Collins impiegò tutta la giornata del Mercoledì a cercare qualcosa che fosse rimasto di loro a scuola o alle famiglie dei due spiriti, facendo solamente un grosso buco nell'acqua; non appena i ragazzi tornarono al motel, si recarono a cenare nella tavola calda dove avevano mangiato negli ultimi giorni, cominciando a parlare fra loro di cosa pensassero di quella caccia.
Quel caso gli sembrava davvero così strano e se non avessero trovato qualcosa che gli fosse appartenuto, non avrebbero avuto la minima idea di come fermali: spaventarli a morte, come avevano fatto quando Dean si era beccato la malattia del fantasma? Dargli quello che volevano, ovvero almeno la morte di uno dei due ragazzini?
Queste non potevano essere delle ipotesi plausibili, non avrebbero mai accettato che i fantasmi uccidessero ancora. Avrebbero dovuto trovare delle soluzioni in meno di ventiquattro ore o qualcun altro sarebbe morto.
Dopo quella cena, i quattro ragazzi si separarono, ritirandosi ognuno nella propria stanza per riposarsi a sufficienza: l'indomani avrebbero dovuto fare l'impossibile e avevano bisogno di tutta la luidità possibile.
Persino Dean aveva rinunciato al suo solito giro di birra serale, che negli ultimi anni era diventato un vero e proprio rituale.
Le porte d'acciaio si aprirono e Dean e Katherine uscirono dall'ascensore, dirigendosi a grandi passi verso la loro camera.
Il ragazzo uscì dalla tasca della sua giacca la chiave e la inserì all'interno della serratura, mentre con uno scatto la porta si aprì e Katherine accese la luce, per poi togliere i suoi amati stivali e buttarsi con poca grazia sul letto.
Sospirò rumorosamente e fissò il soffitto per qualche secondo, e a quella vista Dean sorrise sinceramente. Nessuna finzione, nessun fastidio.
"Mi hai mentito.." sussurrò Dean con tono cauto, chiudedo la porta e togliendosi di dosso la giacca.
"Ho semplicemente omesso di dire la verità" rispose Katherine sorridendo compiaciuta, sollevandosi con i gomiti sul letto e fissandolo di rimando.
".. che vuol dire mentire" rispose l'uomo ridendo leggermente, sedendosi su una delle sedie della stanza ed appoggiandosi con le caviglie sui bordi del tavolo.
"Chiamalo come ti pare.." sussurrò la ragazza facendo spallucce, tornando in posizione orizzontale sul letto.
Il silenzio e i loro pensieri frenarono la conversazione, ma Dean continuò a fissarla con insistenza e tristezza.
Doveva immaginare perchè si fosse comportata in quel modo, non aveva dubbi, eppure era diventato così difficile ultimamente interpretare i suoi pensieri e i suoi modi di agire; se solo la sera precedente gli avesse detto cosa aveva tentato di fare quel viscido del professor Brednson, sarebbe uscito dal motel per cercarlo e spaccargli la faccia con le sue stesse mani.
"Lo so che vuoi farmela pagare, che sei ancora furiosa con me" disse Dean incrociando le braccia al petto, guardandola con dispiacere fin quando anche lei alzò gli occhi verso di lui. "E mi dispiace davvero tanto".
Katherine si mise seduta, completamente spiazzata da quelle parole e strinse i denti, contraendo la mascella, sentendo i lunghi capelli coprirle la schiena e scaldarla in quella stanza fredda. 
Il suo sguardo era così sincero, così convincente, che la donna fece fatica a rimanere ancora arrabbiata; proprio com'era successo in macchina, costrinse se stessa ad abbassare lo sguardo e a non cedere a quelle belle parole.
Dean non sapeva come spiegarlo neanche a se stesso, ma per pochi secondi aveva ritrovato nel suo sguardo la vecchia Katherine, quella che si arrabbiava a morte con lui, ma che entro poche ore, un giorno massimo, sentiva il bisogno di fare pace stringendo forte e facendo l'amore.
Non sapeva se fosse cambiata davvero o se fosse semplicemente il suo modo di reagire a quella situazione, ma era sicuro che ci fosse qualcosa di diverso in lei.
Il fatto di essere diventata completamente umana per prima cosa, il fatto di non essere più la Cacciatrice e di sentire il sangue demoniaco scorrere dento di lei per secondo.
Non avevano affrontato ancora quel discorso, ma entrambi sapevano che avrebbero dovuto farlo prima o poi; mai avrebbe voluto vederla tornare con gli occhi neri e il cuore chiuso a qualsiasi sentimento.
Adesso che Sam era tornato tutto intero e che le cose fra loro due si stavano lentamente appianando, probabilmente avrebbero potuto trovare una soluzione.
"Grazie.." sussurrò la ragazza sorridendo amaramente, non avendo mai smesso di guardarlo negli occhi.
 
 

 
Il silenzio regnava nella camera del motel, ognuno perso nei propri pensieri.
Hailey stava in piedi davanti alla finestra, osservando le luci bianche delle macchine sfrecciare nel buio della superstrada li vicino, chiedendosi cosa davvero non andasse in lei; forse non poteva sembrare agli occhi dei suoi compagni di viaggio, ma si sentiva davvero una merda ad avere detto quelle cose a sua sorella.
Katherine non meritava quelle provocazioni e soprattutto non meritava di sentirsi dire che non la considerava davvero una sorella; quelle parole erano uscite dalla sua bocca senza che se ne rendesse conto, presa dalla furia per com'era.
Non pensava nulla di tutto ciò che avesse detto ben due sere fa e sapeva benissimo che avrebbe dovuto parlare con lei, scusarsi e cercare di trovare il suo perdono. Sperava solamente che Katherine lo accettasse.
"Vuoi parlarne?".
La voce di Sam giunse alle sue orecchie in maniera ovattata, risvegliandola da quei pensieri e facendola voltare; il ragazzo stava seduto sulla sedia della stanza, con la caviglia sinistra appoggiata al ginocchio destro, e la fissava con aria interrogativa.
"Parlare di cosa?" chiese Haiely accennando un sorriso imbarazzato, voltandosi completamente.
"Di quello che succede fra te e Katherine" rispose il ragazzo sospirando, sapendo benissimo che Hailey avrebbe fatto finta di nulla. "Non vi parlate da giorni".
"Lo so, penso di dovermi scusare, ma io detesto così tanto farlo!" esclamò la donna facendo spallucce ed allargando leggermente le braccia.
"Avete proprio lo stesso carattere tu e tua sorella.." sussurrò Sam ridendo di gusto, scuotendo leggermente la testa.
Haiely sorrise e si avvicinò, sedendosi sulla sedia di fronte al ragazzo ed abbassando lo sguardo; appoggiò i gomiti alle sue cosce e incrociò le mani, stringendo le labbra e sentendo il suo cuore battere in maniera irregolare.
"Credo di avere sbottato in quel modo con lei per gelosia perchè avrei voluto essere io quella che ti appoggiava, ma davvero non capivo le tue motivazioni.." sussurrò Haiely sollevando leggermente il capo, notando il suo sguardo sorpreso e stranito per quella confessione. "Voglio dire, tu non hai dovuto parlare con lei, ma lei ti ha capito al primo sguardo!".
Sam dovette riflettere almeno dieci secondi buoni, cercando di analizzare il problema della ragazza: come poteva pensare qualcosa del genere? Sapeva che preoccupazione si nascondesse dietro a quelle parole, ma non poteva esternarla soltanto adesso, dopo tutto quel tempo.
Il ragazzo sospirò rumorosamente, scendendo la gamba dall'altra e si appoggiò al tavolo con il braccio destro.
"Io tengo molto a Katherine, mi fido del suo giudizio, conosco ogni sfaccettatura del suo carattere, so ogni sguardo a che umore corrisponde. Ma non la amo più in quel modo se è questo che ti stai domandando dopo tutto questo tempo che stiamo insieme.." sussurrò il ragazzo sospirando ancora, fissandola con un sorriso.
Non riusciva a capacitarsi del motivo per cui ancora dopo quasi quattro anni dalla loro rottura, Hailey e, meno probabilmente, Dean avessero ancora dei dubbi di quel calibro; cosa avrebbe dovuto dire Sam di Gabriel che non le toglieva mai gli occhi di dosso ogni qualvolta li aiutasse?
Hailey abbassò lo sguardo, muovendosi irrequieta sulla sedia e sentendosi così vulnerabile e piena di paure; dentro di se sapeva che sua sorella non avrebbe mai fatto nulla di sbagliato, ma la paura che aveva provato quando Sam non si svegliava, dopo che Morte gli avesse messo la sua anima, l'aveva fatta uscire un pò di testa.
Il ragazzo le afferrò delicatamente le braccia e la condusse sulle sue gambe, facendola sedere e sorridendole, per poi scostarle i capelli sul lato sinisteo ed afferrarle il viso fra le mani.
"Cosa c'è che non va, Hailey? Dimmelo" sussurrò Sam facendosi leggermente più serio. "Cos'è successo mentre non c'ero?".
La ragazza si sentì messa alle strette ed abbassò lo sguardo, incapace di mentirgli dritto in faccia, ma Sam le sollevò il viso, facendole alzare nuovamente gli occhi e puntandoli verso di sè.
"Niente Sam, davvero..".
"Non mentire, per favore, posso aiutarvi a trovare una soluzione.." sussurrò il ragazzo guardandola speranzoso, continuando a tenere il suo viso fra le mani. "Vi vedo, vi comportate in maniera strana con me. Qualcosa è successo e sapete che prima o poi lo scoprirò!".
"Se lo scoprirai, allora ne parleremo.." sussurrò la ragazza contraendo la mandibola, appoggiando la sua fronte contro quella dell'uomo davanti a se e sospirando rumorosamente. "Adesso andiamo a letto, è tardi..".
Sam scosse la testa, continuando a non capire e sentendosi leggermente irritato, così deglutì a fatica e la fece scendere dalle sue gambe, dirigendosi al bagno senza dire più una parola. 

 
 
 
 
Alle 6:30 del mattino la suoneria dalla sveglia del telefono del ragazzo si diffuse nella stanza e, come ogni mattina, Dean continuò a dormire e Katherine sbuffò perchè sarebbe stata costretta a staccarla per lui, per poi svegliarlo. Come sempre.
Quel giorno il risveglio fu diverso però: nonostante dormissero nello stesso letto quando i motel non avevano più camere libere, l'uno non invadeva mai lo spazio vitale dell'altra nelle ultime settimane; quella mattina però, quando Katheriena aprì gli occhi e cominciò la giornata maledicendo Dean e il fatto che si ostinasse a usare le canzoni dei Metallica come sveglia, si accorse di essere stretta in uno stretto abbraccio con Dean.
Entrambi erano sdraiati su un fianco e la donna aveva la testa appoggiata sull'avambraccio dell'uomo, mentre ognuno stringeva la vita dell'altro con il braccio libero; i volti erano così vicini che la ragazza poteva sentire il respiro di Dean sul suo volto.
Sorrise involontariamente davanti a quel grovigio di braccia e gambe che si era formato durante la notte e con delicatezza gli passò una mano sul viso, sentendolo con i polpastrelli leggermente barbuto.
Sentì il suo respiro cambiare, sintomo che si stesse per svegliare e ritirò la mano, chiudendo gli occhi perchè non aveva il coraggio di guardarlo dritto negli occhi in quel momento.
"Non ti fermare, continua.." sussurrò Dean lamentandosi con la voce ancora impastata dal sonno e con ancora gli occhi chiusi, tirandole la mano verso il suo viso.
La ragazza non si sarebbe aspettata un gesto del genere, così riaprì gli occhi e sorrise, notando come il cacciatore si stesse rilassando, tenendola stretta a se ed ascoltando la sua musica preferita.
Quando l'uomo aprì gli occhi e puntò su di lei il suo sguardo ancora assonnato e infastidito dalla luce che si faceva strada dalla finestra, le sorrise teneramente e strinse la presa su di lei un altro po, facendola avvicinare di più al suo viso.
“Ehii..” sussurrò la ragazza protestando e cercando di mettere un po’ di distanza, ma Dean glielo impedì e le fece appoggiare la testa sul suo petto.
“Fa silenzio! Mi è mancato tutto questo”.
Katherine non rispose a quelle frasi e rimase in silenzio, sentendo però una stretta al cuore sempre più forte; non ce la faceva a vivere così, non ce la faceva a stargli lontana, nonostante ci provasse con tutte le sue forze, con ogni singolo frammento del suo corpo.
Entrambi non erano esattamente il tipo da coccole senza sesso, eppure in quel momento non volevano assolutamente niente di più l’una dall’altro.
Il tepore delle coperte e dei loro corpi li accompagnava ancora nelle vie di Morfeo, tanto che Katherine scollegò il cervello e si appoggiò completamente al petto del ragazzo, circondandogli la vita con il braccio sinistro. 
Dean non si lasciò scalfire dalla stanchezza arretrata e dal sonno e le continuò a sfiorare i capelli con delicatezza e lentezza, volendo godersi quel momento a pieno e sorridendo, osservandola sprofondare di nuovo nel sonno.
“Kath..” sussurrò con voce bassa, scostandole i capelli dal viso con delicatezza, depositandole un bacio leggero sulla fronte.
Mmmh. La ragazza mugugnò con ancora gli occhi chiusi, rimanendo immobile, ma mettendo su un’espressione infastidita. Non voleva aprire gli occhi.
“Sei sveglia?”.
“Sto cercando di morire..” sussurrò la ragazza con la voce impastata dal sonno e si mise le mani sul viso, nascondendosi sul petto dell’uomo.
“Dobbiamo andare..” rispose Dean sorridendo intenerito, sentendo il cuore battere un po’ di più davanti a quella scena e chiedendosi se Katherine riuscisse a sentirlo.
La donna fece dei versi di protesta e si stiracchiò leggermente, sollevando il viso dal petto del cacciatore e guardandolo con occhi rossi e stanchi; si costrinse ad alzarsi e si sedette sul bordo del letto, non sentendosi completamente pronta per quella giornata.
“Se tu e le tue manacce non la smettete passerò tutta la giornata a letto a dormire” disse stiracchiando la schiena, osservandolo mentre si metteva una mano dietro la testa per sollevare il viso e guardarla meglio.
Di tutta risposta il ragazzo rise, mentre Katherine si alzò dal letto e prese il suo borsone: estrasse dei vestiti per quella giornata e tutto il necessario per sistemarsi prima di recarsi a scuola con l’entusiasmo pari allo 0, ma felice perché che entro quella notte avrebbero risolto il caso.
“Provo ad annegare nella doccia..” sussurrò con un sorriso dolce, prima di andare verso il bagno e dopo avergli lanciato un’ultima occhiata.
Quando chiuse la porta, sentì la risata del ragazzo ancora sdraiato a letto, e sorrise di rimando, sentendosi inspiegabilmente felice. 
 
 
 
 
“Che strazio i ragazzini..” sussurrò Hailey portandosi le mani alla faccia e sgranando gli occhi, osservando la moltitudine di adolescenti camminare fra i corridoi della scuola.
“Non sono così male” rispose Sam ridendo, passandole un braccio sopra le spalle mentre camminavano. “E poi su Judith non dici queste cose!”.
“È mia nipote, poteva solamente venire fantastica come me!” Esclamò la ragazza unendosi alla sua risata, facendo spallucce e strizzandogli l’occhio.
Era ormai da un’ora che giravano per la scuola, seguendo a distanza i due ragazzini adocchiati da Katherine come i più papabili per la possessione da parte di quei due spiriti che infestavano i locali scolastici; osservandoli, i due cacciatori si resero conto di quanto poco sembrassero una coppia sul procinto di lasciarsi.
Li sentirono persino darsi un'appuntamento per la fine delle lezioni, quando la scuola sarebbe stata completamente vuota e loro avrebbero potuto avere un luogo dove stare da soli; questo li insospsettì non poco, chiedendosi se il piano di Katherine avrebbe funzionato davvero.
Ai quattro ragazzi sembrò che quella giornata scorresse troppo velocemente, tanto che quando finirono il loro pranzo si resero conto che mancassero solmente due ore e mezza alla chiusura.
Dean continuò a sfinire i suo alunni con degli esercizi impossibili e punendoli con tre giri del campo esterno l'uno, facendoli quasi sentir male per il troppo sforzo; ciò naturalmente gli strappò un sorriso e lo incentivò a fermarsi una mezz'ora prima dal fischio della campanella. Li riunì in palestra, facendo loro un discorso su quanto fosse importante praticare un pò di attività finisica durante le giovinezza, dicendo che "Alle ragazze piacciono i tipi imuscolosi come lui" e facendo vedere loro i suoi bicipiti con un sorriso beffardo sul viso.
Sam dovette ammettere a se stesso che un pò gli sarebbe mancato quel lavoro, dato che si stava cominciando ad affezionare a quella classe di ragazzi; prima che fosse l'ora di andare li guardò uno ad uno, dicendo loro che sarebbe andato via e che sicuramente avrebbero avuto un futuro brillante, consigliando a tutti loro di proseguire gli studi ed iscriversi al college.
Katherine aspettò con ansia che arrivasse la ragazza, Allyson, per sentirsi raccontate le ultime news sul suo rapporto con il suo ragazzo, Tayler, ma non si presentò; passò la mattina ad ascoltare i loro piccoli drammi adolescienzali e sorrise, pensando a quanto si trovava nei loro panni, indaffarata dietro agli studi, alla caccia e ai ragazzi; mentre la sorella, invece, perquisì la scuola, trovando i punti da cui sarebbero potuti entrare e da cui sarebbero potuti uscire in caso di necessità.
Le ore passarono in fretta, arrivando fino alle 6 del pomeriggio, quando il cielo prese a scurirsi e la sicurezza chiuse i cancelli della scuola, prima di salire sulla loro auto e andare via.
I quattro cacciatori erano riusciti a nascondersi senza farsi sentire da nessuno e si mosservo piano all'interno dei corridoi, chiedendosi da dove sarebbero entrati Allyson e Tayler, e cercando di capire come avrebbero potuto distruggere dei fantasmi senza bruciare i loro resti.
Si divisero: Dean e Katherine perquisirono il piano inferiore, mentre a Sam ed Hailey toccò il primo piano; il buio rendeva quella situazione molto strana, perchè nessuno di loro si sarebbe aspettato di seguire un caso come quello.
Controllarono ogni singola aula, ogni singolo sgabuzzino, laboratorio, biblioteca, ufficio e aule sotterranee che trovarono brandendo con una mano una pistola e con l'altra la loro torcia, fin quando udirono dei gemiti venire dall'interno dell'unica aula che nessuno di loro avesse ancora controllato; lentamente Dean fece segno loro di allontanarsi di qualche passo e aprì la porta di scatto, trovando davanti a se una scena che non si sarebbe mai immaginato. I tre ragazzi fecero dei passi avanti, trovando i due adolescenti dentro quella stanza: Allyson se ne stava seduta sulla cattedra, con la camicetta che indossava completamente sbottonata, mentre la maglia di Taylor si trovava già sul pavimento.
"Cosa sta succedendo qui dentro?!" Esclamò Dean usando un tono da genitore incazzato e nascondendo subito la pistola nella cintura dei suoi pantaloni.
I due ragazzi si rivestirono in fretta, diventando paonazzi dalla vergogna e tenendo lo sguardo incollato sul pavimento, sentendosi mortificati da ciò che stesse per accadere.
"Allyson.." sussurrò Katherine facendo qualche passo avanti e guardandola con aria sconvolta e sorpresa. "Ma avevi detto che volevi lasciarlo!".
"Cosa?!" esclamò il ragazzo voltandosi verso di lei e guardandola con occhi sgranati.
"Si, già, beh grazie per averlo detto prima di me, Signorina Grimes.." sussurrò la ragazza avanzando dentro la stanza e facendo per uscire, seguita da Taylor.
"Accompagnateli fuori, per favore.." disse Dean sospirando e scuotendo la testa, conscio che quei due ragazzini avrebbero solamente complicato le cose con la loro presenza.
Sam ed Hailey annuirono, ridendo sotto i baffi per quella situazione davvero assurda, e li spinsero leggermente per farsi seguire, cominciando a camminare nel lungo corridoio del piano di sotto che li avrebbe portati direttamente alle porte antipanico della scuola; Dean e Katherine una volta rimasti soli si lanciarono uno sguardo ironico, aspettandosi di tutto da quella sera, meno che quello. Ma che diavolo stava succedendo?
"Cosa facciamo?" chiese la ragazza sospirando, passando avanti al cacciatore ed entrando dentro l'aula, facendo spallucce e appoggiandosi alla cattedra. "Insomma non possiamo bruciare i resti e non sappiamo a cosa siano legati!".
Dean parve rifletterci qualche secondo in più sulle parole della ragazza, fissando un punto non definito e cercando dentro se stesso una risposta per la domanda della donna; cosa avrebbero pututo fare? Come avrebbero potuto risolvere quella faccenda una volta per tutte?
"Alla scuola, credo" rispose l'uomo facendo spallucce e tornando a guardare la donna con l'espressione più dubbiosa che fosse in grado di fare.
"Vuoi dare fuoco all’intero edificio?" chiese Katherine incrociando le braccia al petto e ridendo di gusto.
"Detta così non suona per niente bene.." rispose l'uomo sorridendo e facendo spallucce. "Non temere, qualcosa ci inventeremo".
Si fissarono ancora per qualche secondo e la donna serrò la mandibola, abbassando gli occhi ancora una volta e sentendosi molto vulnerabile; quando risollevò lo sguardo, trovò Dean con un'espressione strana, come se cercasse di dire qualcosa, ma fosse completamente bloccato.
Stavolta era bastato un solo sguardo per mandarli in tilt ed entrambi pensarono che, una volta risolto il caso, avrebbero dovuto trovare un modo per sistemare le cose fra di loro.
Un rumore forte, come di mille porte che sbattevano all'unisono, li fece sobbalzare e si guardarono con occhi sgranati, preoccupati per l'incolumità dei rispettivi fratelli; corsero immediatamente fuori dall'aula, cercando di raggiungere il più velocemente possibile le entrate, trovandole però tutte sbarrate.
Erano tutte porte antipanico, eppure i maniglioni non si abbassavano neanche, e i ragazzi si guardarono con un unico pensiero: erano rimasti chiusi li dentro.
"Dove sono Sam ed Hailey?!" chiese Katherine con tono agitato, continuando a provare ad apire le porte, fallendo miseramente.
"Non rispondono!" esclamò Dean quando chiuse di scatto il suo telefono, sporgendosi verso le vetrate e cercando di spaccarle con una sedia, non riuscendo neanche lui nella sua impresa.
Cercò di calmarsi e di mettere a fuoco nel buio della notte delle sagome che correvano verso di loro dall'esterno dell'edificio, ma non appena ci riuscì, tirò un respiro di sollievo: i loro fratelli stavano bene, erano fuori dalla scuola sani e salvi.
"Nel seminterrato c'è un cancello con delle sbarre! Incontriamoci lì e le faremo saltare!".
La voce dei due ragazzi giunse alle loro orecchie in maniera ovattata per via delle spesse lastre di vetro, ma Dean e Katherine riuscirono a sentire ed annuirono a quelle parole.
Impugarono di nuovo le loro armi e si diressero ancora una volta nel corridoio, in direzione del seminterrato; i locali scolastici erano completamente bui, la luce della luna che si infiltrava prepotente dalla finestra rappresentava l'unica fonte di luce.
Continuarono a camminare in silenzio, lanciandosi ogni tanto uno sguardo per assicurarsi che l'altro stesse bene, e a grandi passi si diressero verso la porta del seminterrato, che trovarono completamente sigillata ed impossibile da aprire. Ciò li amareggiò, chiedendosi come avrebbero fatto ad uscire da una situzaione come quella, con poche munizioni e senza sapere come fermarli.
L'attenzione della ragazza fu catturata da qualcosa che avanzava nella loro direzione, qualcosa che appariva e scompariva, ed in silenzio strattonò Dean per un braccio, che non si girò, perchè anche dalla sua parte avanzava quest'ombra nera con fare minaccioso; da quando i fantasmi apparivano come ombre scure?
Essi continuavano ad avanzare e i due ragazzi si misero spalla contro spalla e cominciarono a sparare, ma neanche le pallottele caricate a sale sembrarono scalfirli. Erano in trappola.
In pochi secondi le ombre si trovarono a pochi centimetri da loro, raggiungendoli e mettendosi quasi a contatto con i loro visi; sembrava che li stessero studiando, quasi leggendo dentro di loro, e poi successe tutto in troppo poco tempo perchè i due cacciatori potessero capire: una luce bianca li investì in pieno e per i primi secondi fecero fatica a respirare, fin quando aprirono gli occhi completamente travolti da quegli esseri.
Dopo essersi dati un'occhiata veloce ed essersi accorti di essere rimasti completamente soli nel corridoio della loro amata scuola, si voltarono a guardarsi; gli occhi dell'uno cercarono gli occhi dell'altra e non riuscirono a credere a ciò che loro stessi vedevano.
Erano Grace e James, di nuovo. Ogni giovedì, giorno della loro morte, erano costretti a rivivere l'orrore di quanto successe quella notte, come se recitassero un copione o guardassero un film di cui già conoscessero il finare.
Grace, l'insegnante che aveva messo fine alla relazione con il suo alunno, James, durata per un anno pieno, aveva deciso di lasciarlo per il suo bene, per permettergli di stare con qualcuno della sua età. Non fu difficile capire quale corpo scelsero i due fantasmi per cominciare quell'orribile replica: Grace aveva scelto Dean come suo tramite, leggendo dentro di lui e riconoscendo quel grosso senso di colpa che da decenni ormai la tormentava, e James aveva scelto Katherine, riuscendo a capire quanto dolore avesse provato ad accettare la fine di quella relazione.
I due si guardarono dritti negli occhi e si avvicinarono lentamente l'uno all'altro, stringendosi in un abbraccio pieno di mancanza e di amore.
"Grace.." sussurrò James per bocca di Katherine, sciogliendo l'abbraccio e prendendole le mani con le sue.
"Non dovresti essere qui" disse Grace attraverso Dean, deglutendo a fatica e guardandolo con occhi carichi di dolore.
"Non potevo non venire.." sussurrò il ragazzo tramite la cacciatrice, avvicinandosi ancora e cercando di prendere il suo viso fra le mani, ma lei si scansò.
"Devi andartene!" esclamò perentoria l'insegnante, muovendo il corpo di Dean in maniera tale da scrollarsi di dosso la sua presa. "Noi non possiamo stare insieme".
"Invece si, possiamo, non importa il resto Grace!".
James cercò di riprendere le sue mani, ma la donna si scostò in fretta, approfittando della forza fisica del corpo che stesse possedendo, ovvero quello di un giovane cacciatore, e lo spinse via.
"Importa a me! La nostra storia è finita.." sussurrò la donna scuotendo la testa e sentendo gli occhi pungere, cercando di trattenere le lacrime. "Vedrai che prima o poi starai meglio, devi solo lasciarmi andare".
Grace si mosse tramite i piedi di Dean e camminò velocemente in cerca di un'uscita, non riuscendo più ad affrontare il ragazzo di cui era innamorata, ma che doveva lasciare andare per il suo bene.
No!!” Urlò James usando la voce di Katherine, inseguendolo e strattonandola per il giubotto, costringendola a guardarlo negli occhi. "Perché diavolo mi stai facendo questo?!".
"Voglio che tu abbia una vita normale, con qualcuno accanto che sia buono e che non ti faccia del male, mai. Non te lo meriti!" esclamò Grace muovendo le labbra di Dean, mentre delle lacrime presero a rigargli il volto, sentendosi in preda al dolore più totale.
"Non me ne frega un cazzo della vita normale!" Esclamò James sentendo le lacrime rigare anche il suo viso, supplicando l'insegnate con lo sguardo di fermarsi e continuando a tenere la presa sulle sue braccia massicce. "Io voglio te, sempre, smetto di vivere se non stai con me e so che per te è lo stesso!".
"Non importa quello che provo io..".
“Dimmi che non mi ami, Grace!" Esclamò Katherine, dando voce a James, subendo quella grossa tortura psicologica e non riuscendo completamente a reagire. "Dimmelo!".
Calò il silenzio per qualche secondo, ma i due amanti non persero mai il contatto visivo, continuando a studiare gli occhi dell'altro e provando contemporaneamente lo stesso dolore; nonostante Dean e Katherine fossero posseduti, non volevano riprendere il controllo della situazione poichè si stavano dicendo tutto ciò che tenevano dentro da mesi. Forse era stato un bene.
"Ti aiuterà ad andare avanti, James?" chiese Grace per bocca del cacciatore, sentendo il cuore battere sempre più forte ed avvertendo un dolore lancinante al petto. "Non ti amo, lasciami andare!".
James rimase immobile per qualche secondo e Grace ne approfittò per liberarsi dalla sua presa ed andare via, mentre la vista le si annebbiava e il dolore le impediva di respirare correttamente; il ragazzo non perse tempo e la inseguì, urlandole che non credeva ad una sola parola perchè stavano insieme ed avevano una relazione che li soddisfava appieno.
"Non ci si alza dal letto la mattina e si smette di amare una persona!" esclamò Katherine che prestò ancora una volta la voce a James, che tornò ad afferrare Grace dalle braccia per bloccarla.
"Ti prego, lasciami andare..".
In un momento di lucifità, Katherine pensò di non aver mai visto piangere Dean in quella maniera, scosso dai singhiozzi e dal senso di colpa che si palesava nel suo sguardo e nel modo di parlare; la donna riuscì a capire perfettamente il dolore di James e si chiese quanta disperazione lo avesse spinto a fare un gesto simile.
Infatti James la costrinse ad estrarre la sua pistola dalla cintura e gliela fece puntare verso Grace, che indietreggiò e sgranò gli occhi.
"Se non posso averti io, allora..".
"Calmati, James! Dammi la pistola.." sussurrò Grace annuendo e sorridendo con le labbra del cacciatore, avvicinandosi lentamente e cercando di rassicurarlo.
"Ferma! Non costringrmi!" urlò il ragazzo tramite la bocca della donna e Grace si fermò immediatamente. "Non puoi lasciarmi!".
"Non è questo che vuoi, ora dammi la pistola James.." sussurrò ancora l'insegnante sorridendogli, mentre altre calde lacrime rigavano il viso di Dean, inondandolo. "Andrà tutto bene!".
"No, non parlarmi come se fossi uno stupido!" Urlò ancora il ragazzo piangendo e sighiozzando e costrinse Katherine a sollevare la pistola.
James prese a tremare, scuotendo il corpo esile di Katherine, quando improvvisamente il cuore dei due giovani ragazzi si fermò per dei lunghissimi secondi; il ragazzò sparò involontariamente un colpo, che prese il corpo minuto di Grace e quello massiccio di Dean proprio al centro del petto, mozzandogli il respiro e facendoli cadere all'indietro.
La bocca di James e di Katherine si spalancò, in preda ad un mix di emozioni che lo fecero scoppiare ancora una volta in lacrime; non doveva andare così, doveva esserci un altro modo, almeno questa volta. La cacciatrice osservò Dean sdraiato a terra, immobile, con le mani al petto a coprire il punto in cui gli avevano appena sparato e un senso di disperazione l'assalì, così come James.
Lentamente la donna si lasciò trascinare da James, con sguardo vitreo e perso nel vuoto, verso un'aula ben precisa: quella in cui Grace e lui si incontravano in segreto, l'aula di musica.
Camminò lentamente lungo il corridoio, lasciando Grace e Dean sdraiati a terra ormai privi di vita, e tenne stretta fra le mani la sua pistola, trovandola come unica fonte di salvezza: aveva fatto una cosa orribile, uccidere colei che amava di più al mondo e a cui non avrebbe mai potuto fare del male.
Anche se con fatica, poteva accettare di non stare più insieme a lei, ma non poteva vivere in un mondo in cui Grace non esisteva.
Con lentezza e il cuore distrutto aprì la porta dell'aula ed accese la luce, respirando a fatica mentre ricordava tutto ciò che quel luogo comportasse: il primo bacio, la prima volta, la prima lite e la prima volta che facevano pace.
Non poteva credere che non l'avrebbe più vista.
Passò davanti ad uno degli specchi della stanza e si osservò: il volto di James, come quello di Katherine, era rigato da un fiume di lacrime, e la sua espressione era la più addolorata che avesse mai visto.
James sapeva di poter fare soltanto una cosa dopo ciò che aveva appena fatto e prese un forte respiro, tirando su con il naso, mentre altre lacrime si fecero strada sul suo viso; lentamente sollevò la pistola fino alla sua tempia destra e deglutì a fatica: chiuse gli occhi e ripensò a tutti i momenti passati con Grace, a quanto lo facesse sentire unico e amato.
Era pronto per farla finita e premere il grilletto quando una presa sulla mano la fece desistere; spalancò gli occhi e tutto ciò che vide James fu solo lei.
"Grace?!" urlò il ragazzo per bocca della cacciatrice, sgranando gli occhi e lanciandosi immediatamente nella sua direzione, abbracciandola. "Ma io ti ho ucciso!!".
"E' stato un incidente, non è stata colpa tua.." sussurrò Grace avvicinandosi e lasciando che la pistola cadesse a terra, prendendogli il viso fra le mani.
"Mi dispiace, come ho potuto.." sussurrò Katherine prestando la voce a James, sentendo ancora delle lacrime uscire dai suoi occhi, scuotendo la testa.
"James io devo essere dispiaciuta: ti ho fatto credere che non ti amassi più, invce ti ho amato fino all’ultimo respiro.." sussurrò Grace tramite il cacciatore e fece per avvicinare i loro volti, ma Dean glielo impedì per dire ancora qualcos’altro. "La mia vita non ha senso se non stiamo insieme, ti amo!".
Il cacciatore lasciò che James e Grace si avvicinassero, avendo il loro lieto fine, e guardò negli occhi Katherine, prima di baciarla dolcemente: il sapore delle lacrime dei due si mischiò nel loro lungo bacio, in cui si strinsero, sussurrandosi con lo sguardo quanto ancora si amassero e quanto la loro storia non fosse finita.
L'insegnante ed il suo alunno si sorrisero, avendo trovato la pace grazie a quei due tramiti e alla pistola caricata a sale, e si presero per mano, uscendo dai corpi dei due cacciatori e divenendo di un bianco intenso, prima di sparire oltre il soffito; erano passati oltre e Dean e Katherine li avevano aiutati.
I due ragazzi si ritrovarono vicini e stretti in un abbraccio caloroso, i loro sguardi inchiodati l'uno nell'altro, mentre i loro cuori galoppavano su e giù per lo sterno: avevano appena provato un mix di emozioni che li aveva sfiniti, ma gli aveva fatto capire quanto ancora ci fosse di buono in loro.
Nessuno dei due riuscì a resistere al richiamo delle labbra dell'altro, specialmente dopo aver tirato fuori tutto quel dolore e quel dispiacere, rendendosi conto che non fossero solamente i fantasmi a parlare; si avventarono sulle rispettive bocche, baciandosi con tanto amore, ma anche tanta avidità.
Dean le passò le mani sotto il giubotto e l'avvicinò di più a se, mentre Katherine strinse le sue mani fra i suoi capelli; qualche lacrima sfuggì ancora al loro controllo, ma non aveva niente a che vedere con gli spiriti, ma unicamente con loro due.
Questa volta non cercarono di scappare imbarazzati e ancora bloccati nel dolore e nella paura, preferirono aggrovigliarsi in quel bacio così intenso, mentre un forte calore al petto prese a crescere in tutti e due.
Fu un bacio salato, bacio che sapeva di Amore.
Fu così intenso che non riuscirono a staccarsi per diversi minuti, non rendendosi neanche conto di ciò che potesse accadergli intorno; non sentirono neanche delle voci familiari chiamarli in lontananza, esistevano solamente loro.
Quando la porta di quell'aula si aprì, Sam ed Haiely non poterono aspettarsi una scena simile: sapevano che sarebbero stati posseduti dai fantasmi, chi meglio di loro poteva rappresentare quella storia?
Il minore dei Winchester e la maggiore delle Collins sorrisero di cuore, felici che finalmente le cose si fossero messe bene fra Dean e Katherine. Si meritavano un pò di felicità dopo quello che avevano passato.
I due cacciatori si staccarono leggermente per riprendere fiato e Katherine appoggiò la fronte contro quella di Dean, tenendo ancora gli occhi chiusi e le mani strette sul corpo dell'altro, quando sentirono qualcuno schiarirsi la voce proprio vicino a loro; si voltarono di scatto, mostrando i loro visi ancora bagnati dalle lacrime e sorrisero senza vergogna.
"Torniamo al motel, ragazzi.." sussurrò Sam facendo una pacca sulla spalla al fratello e un sorriso di felicità alla donna.
 


 
Il viaggio in macchina fu tranquillo più del solito e Dean lasciò che suo fratello guidasse la sua auto, essendo più interessato a stringere Katherine fra le sue braccia che a guidare la sua Baby; non durò molto, la desolazione stradale della sera gli venne complice. In meno di mezz'ora furono nelle proprie stanze dopo essersi salutati con la promessa di fare colazione tutti insieme l'indomani mattina.
Quando Dean e Katherine entrarono nella loro stanza, la ragazza si affrettò a chiudersi la porta alle spalle, prima di gettargli le braccia al collo e abbracciarlo.
"Mi dispiace di averti sparato".
"In realtà è stata la cosa migliore che potessi fare.." sussurrò il ragazzo sorridendo, prendendole il viso fra le mani e sistemandole alcune ciocche ribelli dietro l'orecchio.
Dean si fece serio e sospirò, carezzandole il viso con dolcezza. "Farmi odiare da te mi sembrava l’idea giusta per farti soffrire di meno.." .
"Le trovi sul manuale delle idee più stupide degli uomini? Vi riunite e vi confrontate per caso?".
Il tono che usò la ragazza fu quasi infastidito da quella conversazione e Dean abbassò lo sguardo, sentendo il cuore battere più forte e serrando forte la mandibola; Katherine sospirò e si avvicinò al suo viso, sollevandolo dal mento con due dita, per poi afferrare con forza la giacca.
Lo condusse su una delle due sedie della stanza e lo fece sedere, mentre lei si accomodava sull’altra non distogliendo mai lo sguardo e sorridendo esattamente come a scuola; gli carezzò il viso e sospirò ancora, sentendo il cuore battere all impazzata dentro il suo petto.
Quello che sentiva per il ragazzo era così forte, così potente e indescrivibile, che le veniva male descriverlo a parole, mentre Dean rimanesse fermo a guardarla in un’espressione sofferente, deciso ad assecondare ogni suo movimento.
Ti amo”.
Due parole, cinque lettere, ma un significato così importante che forse stavano capendo davvero solamente in quel momento; il ragazzo sgranò leggermente gli occhi, sentendo il suo cuore galoppare ed aprendo la bocca per rispondere, ma Katherine, che lo guardava in quel modo così intenso, non aveva ancora finito.
“Dal primo momento fino all’ultimo della mia vita, io ti amerò” disse la ragazza sorridendo e tenendo le sue mani strette tra le sue, che improvvisamente divennero fredde e sudate. “Lasciamo stare dolore, risentimenti, rabbia e ricominciamo. Io sono disposta a...”.
La frase della donna venne interrotta da un bacio irruento e improvviso da parte del Winchester, che le strinse il viso fra le mani e la baciò proprio come a scuola, lasciando che percepisse tutto il suo amore.
Quello era il suo modo di rispondere, il modo di dire di si; con un gesto veloce, scese le sue mani fino all’altezza dei fianchi della donna e con forza l’attirò verso di se, facendole aprire le gambe e facendola salire a cavalcioni su di lui.
Dean strinse il corpo minuto della donna fra le braccia, tirandola sempre più vicina e baciandola con sempre più passione, mentre Katherine smise di trattenere tutte le emozioni negative che l’avevano influenzata in tutto quel tempo e per la prima volta si lasciò andare.
Si mise in piedi, facendole arpionare i polpacci ai suoi fianchi e trattenendola per le natiche, e l’appoggiò con forza contro il tavolo, scendendo a baciarle il collo e facendole inclinare la testa all’indietro.
Per qualche secondo si guardarono negli occhi e Dean sorrise audacemente, non sentendo più quel senso di limitazione con la cacciatrice, che tornò a baciarlo con forza, attirandolo sempre più vicino a se; le mani di Katherine vagarono sul corpo del cacciatore, sentendo sotto i suoi polpastrelli i suoi muscoli sempre tonici, e slacciò con forse troppa forza i bottoni della sua camicia, facendone saltare qualcuno, e Dean si ritrovò a fare lo stesso, togliendole completamente la maglia e sfiorando nuovamente la sua pelle con le dita.
Katherine aprí gli occhi quando sentì con la mano qualcosa spiccare sul collo del ragazzo e sorrise teneramente a quella vista: l’amuleto che gli aveva regalato Sam quando erano molto piccoli.
Lei strinse il ciondolo fra le le dita e si sentì felice di vederlo nuovamente al suo collo dopo tutto quel tempo che aveva smesso di portarlo, perché quello era il simbolo dell’unione fra lui e suo fratello.
Gli carezzò con delicatezza il viso barbuto e Dean ricambiò il sorriso, tornando ad insistere con le labbra e con la lingua sul suo collo e scese con prepotenza sui suoi seni, Katherine ansimò, mettendogli una mano fra i capelli ed appoggiandosi con il palmo dell’altra al tavolo per sorreggersi.
La ragazza fece lo stesso e poi gli aprì velocemente la cintura dei pantaloni, cercando di sfilarli il più velocemente possibile, mentre Dean glieli sfilò via con forse troppa forza, facendo sbattere il tavolo su cui era appoggiata contro il muro della stanza con un forte tonfo, facendoli sorridere.
Senza pensarci ancora, Dean l’afferrò di nuovo fra le braccia facendo entrare ogni centimetro della loro pelle in contatto e si diresse verso il letto alla cieca, colpendo le sedie con le gambe ed imprecando ad alta voce; si sedette sul bordo del letto, facendola mettere nuovamente a cavalcioni su di lui e strinse le mani sui suoi fianchi, respirando a fatica e abbassando di colpo il viso, sentendo il petto esplodere letteralmente dalla felicità.
“Che succede?” Chiede Katherine aggrottando le sopracciglia.
Dean sollevò il viso e deglutì a fatica, guardandola negli occhi con espressione penetrante, stringendo ancora la presa sulla sua pelle.
Era sempre stato difficile per lui esprimere a parole ciò che realmente sentisse per qualcuno: sia con suo padre, con suo fratello, Bobby e con chiunque avesse veramente contato qualcosa nella sua vita, ma mai lo era stato con Katherine.
Le aveva sempre detto quanto l’amasse e quanto non potesse vivere senza di lei senza vergogna, senza sentirsi schifosamente vulnerabile; sempre fino a quel momento.
Le parole gli morirono in gola ricordando ciò che le avesse fatto due anni prima e chiuse gli occhi, appoggiando con forza la fronte sulla sua.
“Va tutto bene..” sussurrò Katherine sorridendo, sfiorandogli il viso. “Sono qui con te”.
Lui riaprì gli occhi e la baciò lentamente per pochi secondi, per poi sollevare le mani verso il suo volto ed intrappolarlo con il suo sguardo.
Dean si tranquillizzò e decise che se Katherine avesse deciso di perdonarlo per ciò che aveva fatto, allora poteva farlo anche lui.
“Ti amo Katherine, l'ho sempre fatto”.
La ragazza sorrise a quelle parole e ricambiò la stretta, tenendogli il viso fra le mani e tornando a baciarlo dolcemente.
Katherine si lasciò sfilare l’intimo rimasto e fece lo stesso, per poi rimettersi a cavalcioni su di lui e lasciarlo entrare dentro di se con lentezza, osservando come il viso del cacciatore si fosse disteso completamente e come avesse chiuso gli occhi, stringendosi a lei con forza.
Goderono di ogni singolo secondo, ogni carezza, ogni bacio, ogni contatto fra di loro; si erano mancati da impazzire per così tanto tempo ed in quel momento ad entrambi sembrò di non essersi mai separati.
Forse Katherine si mosse troppo lentamente o forse Dean aveva troppa voglia di lei per resistere a quel movimento lento ma eccitante che la ragazza gli infliggeva come una tortura mentre sorrideva della sua condizione, così l’afferrò stretta dalla schiena, ribaltando le posizioni e sdraiandosi con forza sulla donna rimanendo sempre dentro di lei ed ansimando insieme.
Le spinte si fecero sempre più forti e frenetiche e i loro respiri e gemiti riempirono la stanza; Dean non smise neanche per un secondo di stringersi a lei e di baciarla ovunque, e Katherine si aggrappò salda alle sue spalle, baciandogli il collo.
Un'ultima spinta ed un ultimo gemito gli mozzò il respiro e Dean si fermò, riprendendo a respirare con fatica e passando una mano sul viso della ragazza, che vi si appoggiò e sorrise; l’uomo si sdraiò accanto a lei e l’attirò velocemente verso di se, facendole appoggiare la testa contro il suo petto nudo.
Il loro respiro ancora irregolare rimbombava nella stanza e Katherine cercò ancora più contatto con il cacciatore, arpionando le sue gambe contro la sua destra ed intrecciando una mano con la sua.
Dean se la portò alla labbra e la baciò sorridendo, portando lo sguardo su gli occhi della sua donna; non era di certo la prima volta che facevano sesso, ma quella notte fu così significativa che non l’avrebbero mai dimentica per il resto della vita.
Per tanto tempo entrambi erano rimasti col dubbio del ‘Chissà come sarebbe potuta andare’ e con tanti altri interrogativi, sperando di capire se avessero fatto la scelta giusta a lasciarsi andare; due anni prima erano ancora troppo feriti l’uno dall’altra, avevano perso la fiducia nel loro amore, nella loro storia e si erano persi, capendo che forse poteva andare meglio per loro se fossero rimasti lontani l’uno dall’altra.
Ma dopo essersi rivisti nella casa di Samuel, qualcosa era cambiato, erano guariti e qualcosa era scattato; una scintilla fra di loro era ripartita e non se ne erano neanche accorti.
Il tempo distanti li aveva resi più  maturi o magari si erano solamente resi conto che senza proprio non ci riuscivano a vivere.
Adesso che stavano di nuovo insieme avrebbero potuto affrontare anche un’altra apocalisse e qualsiasi casino gli riservasse la vita, ne erano certi.
Occhi negli occhi non riuscirono a negare all’altro i sentimenti che avevano rinchiuso nel più profondo di loro stessi e capirono quanto si fossero mancati e quanto siano stati stupidi ad essersi persi.
I due ragazzi annullarono di nuovo la distanza fra i loro visi con un bacio pieno di mancanza e di passione allo stesso tempo; li faceva sentire come se fossero tornati finalmente interi, come se fosse stato aggiunto l’ultimo pezzo del puzzle che componeva la loro vita.
“Non sono mai stata così felice..” sussurrò Katherine sorridendo, sentendo gli occhi divenire lucidi.
“Neanche io..” rispose Dean ricambiando il sorriso e sfiorandole il viso, prima di baciarla ancora una volta con delicatezza.
La cacciatrice tornò ad appoggiare la testa sul suo petto e sospirò di felicità, mentre il ragazzo allungò una mano e tirò le coperte su di loro, sorridendo, cosciente che per la prima volta dopo tanto tempo, che quella notte non avrebbe avuto più freddo. Ne mai più.




Note dell'autrice:
Buongiorno a tutti! :)
So di avere forse esagerato con la lunghezza del capitolo, ma non volevo fare una terza parte del capito 7!
Sono davvero entusiasta del risultato, personalmente amo questo capitolo!
Spero che sia stato di vostro gradimento! Ringrazio sempre i lettori silenziosi e quelli che invece hanno speso qualche minuto del loro tempo per darmi una loro opinione!
A presto, buona giornata! :) 



 
  
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