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Autore: DanieldervUniverse    11/04/2019    4 recensioni
Una breve storia alternativa, Drizzt non riesce a fuggire da Mezzoberranzan e si risveglia legato all'altare della sua famiglia...
Questa storia partecipa al contest per il nono anniversario del XIII Order Forum.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Drizzt riprese i sensi con qualche difficoltà. Aveva la bocca impastata, le membra doloranti e la mente appannata. Non era abbastanza cosciente da capire cosa succedeva con chiarezza o per muoversi ma il suo corpo era tranquillamente in grado di sentire tutto il resto: l’odore del sangue, il freddo del piedistallo di marmo nero, e il canto delle sacerdotesse di Lloth attorno all’altare.
-Figlio- disse sua madre, Malice Do’Urden, entrando nel suo campo visivo -Come ti senti?
-Ferito- rispose lui, stringendo i denti -Cosa vorresti sentirmi dire, madre? Che ti sputi il mio disprezzo addosso? Che ti preghi in ginocchio di risparmiarmi?
La sua voce era incerta e sicuramente appariva stridula, ma non voleva smettere di lottare.
-Tenace fino alla fine- commentò la drow -Sei proprio come Zaknafein, in tutto e per tutto. Lo stesso cuore, la stessa forza, e la stessa vergogna.
-Non parlare di mio padre in quel…- una fitta di dolore strozzò le sue parole. Il canto delle sacerdotesse calò poco a poco, mentre Malice faceva un giro attorno all’altare con sguardo rapace. Drizzt sapeva di essere in trappola, impotente, e che nonostante il suo desiderio di vendicare suo padre e fuggire da Mezzoberranzan non era arrivato molto lontano: era stato trattenuto da due maghi di una famiglia rivale e quando era riuscito a sbarazzarsene, con l’aiuto della sua pantera astrale Guenhwywar, le sue sorelle l’avevano raggiunto e catturato. Non ricordava molto altro dopo il suo mal di testa.
Malice iniziò a cantare le sue lodi alla dea, sollevando un coltello verso l’alto in gesto rituale. Il giovane drow aveva già capito che sarebbe morto come suo padre: sacrificato alla dea Lloth per permettere alla famiglia di vivere nel suo favore ripulendo col sangue l’offesa da lui compiuta. Un atto di compassione, un rifiuto di accettare le regole imposte da Lloth e dalle sue sacerdotesse, per salvare una vita. Suo padre si era sacrificato per lui, cercando di proteggerlo, e ora lui si trovava sullo stesso altare.
-Sai perché sei qui, ragazzo?- domandò Malice, una volta finito il suo canto. Drizzt guardò la lama torreggiare sopra di lui, ma si sorprese ad ammettere di non avere alcuna paura del suo destino.
-Perché ho scelto la vita sopra la morte- replicò lui, cercando di mostrarsi risoluto.
-Ingenuo- disse sua madre, con un ghigno -Sei qui perché sei uno stolto e hai violato la legge della tua gente. E ora devi pagare con la tua vita.
-Non puoi vincere madre- rispose -Se mi abbatti, mi renderai libero.
-Ah! Questo è quello che speri. Come tuo padre marcirai prigioniero della dea e delle sue torture in eterno- disse sua madre, ghignando.
-È un peccato- continuò Malice, abbassando le braccia -Saresti stato un grandissimo maestro d’armi, il migliore di tutto Mezzoberranzan. E invece hai dovuto rovinare tutto, anche quando ho dovuto offrire il cuore di tuo padre alla dea, per risparmiarti.
-Non mi vincerai così.
-Non mi serve ragazzo, hai già perso- la lama del pugnale si posò sul suo collo, accarezzandolo dolcemente.
-Ti ho in pugno Drizzt Do’Urden, la tua vita mi appartiene, anche nella morte. Non sei stato migliore di tuo padre, e dopo quello che hai fatto alla nostra famiglia meriteresti di passare il resto dei tuoi giorni a servirmi al suo posto: sono sicura che soffriresti di più.
-Peccato che la tua dea ti costringa ad uccidermi, allora- disse Drizzt, facendo appello a tutta la sua sfrontatezza.
-Shhhh, non sforzarti figlio mio- lo zittì Malice -Presto sarai con tuo padre. È quasi ironico che tu abbia causato la morte del tuo caro genitore e che ora ne paghi le conseguenze.
-Non pensare di poter incolpare me per la morte di Zaknafein.
-E invece sì ragazzo- replicò la madre -È stata solo colpa tua se la furia di Lloth si è abbattuta sulla nostra famiglia, è solo colpa tua se tuo padre ha dovuto sacrificarsi per te.
Drizzt non batté ciglio di fronte al sorriso di sua madre, ma non ribatté. Sapeva che suo padre era stato ucciso per colpa di Lloth, ma la causa diretta della sua morte era stato lui. E non era neanche riuscito nel suo atto di vendetta finale, per cui non gli restava niente per ringraziare suo padre del suo sacrificio. Almeno non sarebbero stati separati dalla morte. Malice sollevò il coltello e si preparò a trafiggerlo.

Nota finale: questo è un universo alternativo dove Drizzt Do’Urden non riesce a scappare dalla sua famiglia dopo che questa ha sacrificato suo padre Zaknafein alla dea per riparare all’oltraggio del figlio che invece di uccidere una bambina elfica la coprì con il sangue della madre e le salvò la vita. Se vi rassicura saperlo, Drizzt sarà soccorso all’ultimo momento da Gandalf, Albus Silente, Magnus Bane e qualche altro personaggio leggendario del fantasy odierno.

  
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