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Autore: Sinden    12/04/2019    1 recensioni
FF basata su film Il Signore degli Anelli - Le due Torri, genere fantasy/avventuroso
Storia di un esercito mercenario di Uomini dell'Est, comandati da una donna senza passato e senza scrupoli. Il suo arrivo nel regno di Rohan, oppresso da Saruman, porterà molte cose alla luce...non solo sul suo passato.
Estratto:
"Taci." le disse Éomer. "O i tuoi soldati non ti vedranno mai più."
"Spiacente, figlio di Éomund. Non mi impressioni. Non hai credibilità se lasci quel plebeo untuoso guidare il vostro reame. Ora sei tu il principe, non è cosí? Bene, guarda i tuoi sudditi." gli disse Goneril, indicando con un dito inanellato le abitazioni tutt'intorno. "È tua precisa responsabilità proteggerli. Per prima cosa, dovresti andare là dentro e mandare all'altro mondo quel Grima, o farlo imprigionare. Poi, dovresti galoppare con i tuoi Rohirrim verso Isengard, e spedire anche quel vecchio incartapecorito di Saruman dritto da Eru, e che se la veda lui. Allora tuo zio sarà libero, e anche tutti voi. Ma non farai né una, né l'altra cosa." Goneril fece una smorfia di disprezzo. "Invece, prendertela con una donna é più facile. Meno pericoloso."
⚜️⚜️⚜️
Capitolo conclusivo della saga Roswehn/Thranduil
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Gandalf, Legolas
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hammon osservava il simbolo sul suo scudo. Un cerchio perfetto, mezza luna e mezzo sole uniti.

Asad, uno dei veterani, che prima di darsi alla guerra era stato pittore e intagliatore, aveva passato tre settimane a ornare tutti i loro scudi con quella raffigurazione. Goneril l'aveva ideato: quell'immagine stava a significare che la loro compagine poteva combattere alla luce del sole, ma anche nelle tenebre.

Il giovane capitano non si era capacitato della sua improvvisa fuga.

Li aveva lasciati a Rohan senza preavviso, di notte, ed era sparita.

Li aveva gabbati come Degarre aveva provato a fare con lei.

Hammon si era sentito terribilmente in colpa per quella faccenda...per quel tentato tradimento. Quando il suo pari grado gli aveva proposto di mettersi in marcia per Gran Burrone, dopo il loro ritorno dalla foresta di Fangorn con Lassalle moribondo, inizialmente si era opposto. Aveva convinto Degarre ad aspettare un giorno in più, gli aveva detto che era loro dovere rimanere in attesa del Generale. Gli aveva detto che gli ordini dello Stregone erano stati quelli di aspettare all'accampamento, e che Goneril sarebbe arrivata presto.

Degarre aveva riso. Lo aveva preso in giro. "Hammon, tu sei uno sciocco. L'hai sentita: vuole andare a Isengard da sola, vuole uccidere Saruman...come fosse facile. Te lo dico io, la donna infine è impazzita del tutto. Sapevo sarebbe successo, era questione di tempo." gli aveva detto. "Quel vecchio deve averla uccisa."

"No. Non credo. L'hai detto anche tu, lo Stregone bianco non sembrava malvagio. E ha salvato la vita a Lassalle, non dimenticarlo." aveva ribattuto Hammon.

"Questa era solo una mia sensazione. Potrebbe averci convinti della sua buona fede per far sì che ci togliessimo dai piedi. Voleva rimanere solo con Goneril, forse per eliminarla dopo aver sentito del suo progetto di andare a Isengard a cercare Saruman. Gli Stregoni fanno tutti parte di un Ordine, e proprio Saruman è il loro capo. Quel vecchio che abbiamo incontrato nel bosco è soggetto a lui, e avrà tentato di difenderlo, uccidendo chi lo stava minacciando. Cioè...la nostra cara Generalessa." aveva spiegato Degarre.

"E allora perché non ha fatto fuori anche noi, o non ci ha trasformati in sassi o piante o in qualche maledetto animale del bosco?" aveva chiesto Hammon, perplesso. "Quello Stregone ha detto che Saruman é stato destituito. Non é più il capo di quell'Ordine, non avrebbe avuto motivo di proteggerlo. No Degarre, c'è qualcosa che non torna in tutta questa storia."

"Hammon, dammi retta. Goneril è andata, è bella che morta ormai. Per mano di quel Gandalf o di qualche Orco...è sotto terra adesso. E l'oro è a Gran Burrone. Andiamo a prendercelo, è nostro. Dopo, quando le tue tasche si riempiranno di piccole monete tintinnanti, non penserai più a Goneril te lo garantisco." aveva ghignato Degarre.

Ma Hammon aveva scosso la testa. "Non sappiamo se è morta!" aveva sbottato. "Potrebbe tornare. Potrebbe tornare e se vedrà che siamo spariti...il cielo ci aiuti, allora."

"Te la fai sotto come un lattante." aveva riso l'altro. "Sei ancora giovane, amico mio, capisco le tue preoccupazioni...ma io non ho passato gli ultimi dieci anni della mia infame vita a lavorare per la gloria. Ricordi cosa prometteva Goneril? Che con quei soldi avrebbe costruito un regno...tutte baggianate, follie di una donna consumata dal desiderio di vendetta. Quella aveva venduto la sua anima alla morte, Hammon, per motivi che non ci ha mai spiegato. Ma cento casse d'oro non sono baggianate. Esistono e sono là, nella valle di Imladris. E sono lì per noi, adesso."

"Sono anche sue. Se è viva, e se noi ci impossessiamo di quelle monete senza il suo consenso, verrà a cercarci. Rifletti ti prego..." erano state le parole di Hammon.

Preghiere inutili, perchè dopo alcune ore, Degarre aveva dato ordine alla legione di smontare tende, raccogliere gli indumenti, slegare i cavalli e rimettersi in marcia. In direzione di Imladris.

Due giorni dopo avevano incontrato di nuovo lo Stregone in una radura del Mark. Era all'affannosa ricerca di Eomer, nipote di Theoden, e aveva invece trovato loro. Hammon si era goduto l'espressione atterrita di Degarre, quando Gandalf lo aveva informato che Goneril si era volontariamente messa al servizio del regno di Rohan. E che era viva.

In tutta fretta, avevano informato i legionari del cambio di programma, cioé che la scampagnata verso Rivendell per mettere le mani sul loro tesoro si sarebbe trasformata invece in una corsa all'impazzata al Fosso di Helm ad affrontare un oceano di Orchi e Uruk-Hai piuttosto inferociti. Perché il loro Generale era lì, e dovevano andare da lei.

Adesso la faccenda si era ribaltata.

Adesso era Goneril ad essere sparita e, con tutta probabilità, si stava dirigendo con il cavallo di Rohan verso Gran Burrone. Certo, da sola non avrebbe potuto portare via cento casse pesanti come macigni. Senza dubbio avrebbe chiesto aiuto agli Elfi di Rivendell, dietro promessa di spartirsi quella grande ricchezza proprio con loro.

"Ma perché?" mormorò Hammon, osservando il suo scudo. "E perché hai abbandonato anche me? Cosa ho fatto per meritare questo...."

"Perché quella è pazza, te l'ho detto." sentì una voce. Degarre era dietro di lui.

Due giorni prima, avevano deciso di stanziare a Rohan con i loro soldati, dopo che Thèoden, suo nipote e i loro cavalieri si erano allontanati in direzione di Gondor. Con loro c'erano anche il Nano e l'Elfo, oltre a quel guerriero chiamato Aragorn. Hammon aveva il sospetto che quell'Uomo misterioso fosse il discendente di qualche importante linea di sangue. Trasudava carisma.

Prima della partenza, il Re aveva chiesto a Degarre di unire la legione al suo esercito, ma il capitano aveva rifiutato. "...non è la nostra guerra, Maestà. Noi abbiamo svolto un lavoro per voi, ma il nostro impegno finisce qui. E vi ricordo, che dovete ancora pagarci, Re Thèoden."

"Il vostro comandante è sparito. Io avevo preso accordi con lei, non con voi. A voi non devo niente." era stata la gelida risposta del Re di Rohan. "Dovreste vergognarvi. Il nostro mondo è sotto attacco, è ignobile che chiediate denaro per difenderlo."

Degarre quasi non aveva creduto alle sue orecchie. "Sire, l'unica cosa ignobile è che voi non onoriate i vostri debiti. Noi siamo professionisti, abbiamo perso trentadue dei nostri uomini per aiutare il vostro esercito. Abbiamo diritto a una ricompensa." aveva protestato.

"Volete una ricompensa?" era intervenuto Eomer. "Eccola: vi permettiamo di rimanere nei nostri confini, se non volete seguirci a Gondor. In considerazione di quello che avete fatto al Fosso di Helm, e solo in considerazione di quello, non vi scacceremo come cani dal nostro territorio. Ma oltre a ció, non avrete niente da noi."

Degarre non aveva ribattuto. Se la diatriba fosse proseguita, Theoden avrebbe anche potuto dare ordini di imprigionarli. Non era saggio mettersi contro un Re nel suo stesso reame. Aveva accettato l'umiliazione, ed erano rimasti, a rimuginare sul da farsi.

I soldati erano furiosi. Non solo il sogno di rotolarsi nella montagna d'oro era andato in pezzi, ma Goneril era fuggita, per la prima volta non erano stati pagati per un lavoro portato a termine, e i loro due capitani sembravano più frastornati di un topo centrato in pieno da un olifante.
"Sapete cosa dovremmo fare?" aveva proposto Aran, la cui cicatrice sulla guancia sinistra gli deformava il viso in un ghigno inquietante. "Dovremmo prendercela noi, la ricompensa. Qui a Rohan..."

"In che modo?" aveva chiesto un altro soldato.

"Guardatevi in giro..." aveva detto, indicando una ragazza che portava un cesto di verdura verso casa. "Guardate... è pieno di ricompense, qui...quella me la prenderei volentieri. Da quanto tempo non mi faccio una donna..."

"Bah...smettila." aveva detto l'altro soldato.

"Gli Uomini di Rohan sono lontani. Sono andati tutti a Gondor a combattere. Hanno lasciato qui bambini, vecchi, malati e ...ragazze." aveva ridacchiato Aran. "Io dico che dovremmo approfittarne."

"Vorresti aggredire la popolazione di questo posto? Hammon e Degarre te la faranno pagare se ci provi." aveva risposto il soldato. "Figurati... quei due sono più confusi di me e di te adesso. E Theoden se lo meriterebbe. Quel bugiardo...aveva promesso che ci avrebbe dato quello che ci spettava." era stata la risposta di Aran. "Sono stufo e arcistufo di vane promesse. Prima Goneril con le sue fantasie su una nuova nazione...ricordi? Dove avremmo vissuto in pace, spartendoci la ricchezza. E ora, siamo rimasti con un pugno di mosche in mano. No, a me non va giù amico. Non mi va giù per niente."

Hammon aveva intuito il malcontento dei soldati. Una frustrazione che poteva diventare molto pericolosa, perchè quella marmaglia di ex briganti in mancanza di altro avrebbe potuto pretendere comunque un pagamento. Di qualsiasi natura.

Degarre si avvicinó a Hammon, che sembrava ancora perso nei suoi dolorosi ragionamenti. "Non pensarci troppo. Goneril ha sempre avuto la mente avvelenata. Non avremmo dovuto lasciarle prendere il comando, dopo la morte di Mainard. Siamo stati degli ingenui a non opporci a lei quando potevamo farlo." si lamentò Degarre. Entrambi osservavano la legione, in attesa di ordini. "Ma ora so cosa fare."

Hammon lo guardò incuriosito. "Cioè?"

Degarre si avvicinò a lui. Gli occhi gli brillavano. "Mi è giunta notizia che tutti gli Uomini dell'Est, gli Orientali, stanno marciando verso Gondor. Perfino i Varyag del Khand." disse.

"Cosa? Stanno accorrendo tutti in difesa di Minas Tirith? Non credevo che Denethor avesse tanti alleati..." chiese Hammon.

Ma Degarre scosse la testa. "No...stanno marciando contro Gondor, capisci? Si sono alleati a Mordor." disse, emozionato.

Hammon non riuscì a crederci. "Cioè...vuoi dire...che gli Uomini si sono alleati agli Orchi?" chiese.

"Sì. E lo sai perché? Perché sanno che alla fine la vittoria sarà di Sauron. Il suo potere è troppo forte. Vogliono allearsi con il futuro padrone del mondo. In questo modo, non saranno suoi schiavi, ma sudditi, e godranno insieme del suo trionfo. Ho sentito che anche i Corsari di Umbar stanno inviando le loro flotte, anche loro hanno giurato fedeltà al Signore oscuro." disse Degarre. "Hammon, qui la faccenda è seria."

Il giovane capitano lo guardò, confuso. "Ma che vuoi dire, Degarre?"

"Che anche noi siamo chiamati a decidere da che parte stare. Anche noi siamo Orientali, e se i nostri fratelli di altre contrade hanno scelto Sauron, lo faremo anche noi. Questo voglio dire." spiegò Degarre. "Ho riflettuto. E ho capito che è l'unica alternativa. Diventare alleati di Sauron ci porterà innumerevoli privilegi, al cui confronto quelle casse d'oro sono briciole."

Hammon non poteva replicare. La lingua si era come immobilizzata nella sua bocca. Era esterrefatto. "Non puoi essere serio... vuoi schierarti con quel dèmone e con quegli esseri orribili che comanda? Con Uruk-hai e Orchi e Nazgul? Sei tu ad essere impazzito, non Goneril."

Degarre lo guardò male. "Meglio se apri le orecchie, Hammon. E già che ci sei, apri anche gli occhi. Il mondo sta per cambiare. Esiste un forza talmente potente da distruggerlo, e opporsi a quella forza è peggio che stupido, è futile...perché avrebbe un'unica conseguenza: l'annientamento. Dobbiamo giurare fedeltà a Mordor, come hanno già fatto i nostri fratelli dell'Est."

"No." rispose Hammon. "Io non sarò complice di questo. Mio nonno è stato leale servitore di Gondor, io non mi schiererò contro quel regno. Dovresti provare vergogna per ciò che hai appena detto."

Degarre a quel punto si avvicinò ancora di più al suo compagno d'armi. "Scegli Hammon: o stai con le forze di Mordor, o sei contro di loro. Io ho già deciso."

"Se questa è la scelta, sono contro di te, allora." replicò il capitano. I due uomini si fissavano senza parlarsi, come due gatti qualche attimo prima di azzuffarsi.

"In tal caso, ti consiglio di prendere il tuo cavallo e andartene alla svelta." ringhiò Degarre. "E non voltarti. I legionari seguiranno me a Minas Tirith. Tu...va' pure a cercare Goneril. E attendete insieme la fine." aggiunse Degarre, con un sorriso viscido.

"Questo è il peggiore dei tuoi tradimenti." disse Hammon, ancora incredulo. "Sei un lurido infame."

"Eru ci ha creati liberi di scegliere...fosti tu a dirlo. Pare proprio che ci sia della verità in quella filosofia. Ti saluto, Hammon." concluse il capitano. "A mai più rivederci."

Non ci furono altre parole fra i due. Due guerrieri che avevano condiviso dieci anni di avventure, che si erano salvati la pelle a vicenda innumerevoli volte e altrettante avevano affrontato la follia di Goneril, due uomini che con lealtà reciproca avevano condotto una legione di cinquecento soldati, si erano scoperti nemici.

Hammon era partito di gran carriera da Edoras, in direzione dell'unico luogo dove in quel momento sentiva di poter trovare rifugio. Avrebbe chiesto consiglio a chi da più di seimila anni calpestava il suolo di Arda ed era stato diretto testimone del primo grande tradimento degli Uomini, da cui era iniziato tutto quell'inferno che si stava scatenando.

Avrebbe chiesto aiuto a chi era lì, quando Isildur aveva fatto la sua scelta.
   
 
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