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Autore: Walt96    13/04/2019    3 recensioni
Dopo mesi di viaggio tra i mondi, il passato di Walt viene rivelato e le tenebre più oscure che hanno spezzato la sua vecchia vita sembrano man mano riaffiorare.
I Referenti, i più potenti combattenti in nome della Luce di ogni mondo, stanno finalmente per riunirsi per fronteggiare l'immensa minaccia che incombe.
Le forze oscure stanno riunendo oggetti: mistici artefatti provenienti da ogni angolo dell'universo, con tutti la stessa abilità: il potere di riportare in vita.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Re Topolino, Sora
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Capitolo 6
 
The War’s World
 
 
 
 
«Yuk! Hey Sora, sei sicuro che questo sia il mondo giusto?» chiese Pippo guardandosi intorno dubbioso.
«Certo! Il mio istinto non si è mai sbagliato!» disse il ragazzo ottimista.
«Peccato che il suo istinto ci abbia portati in mezzo al nulla» bisbigliò Paperino nell’orecchio di Pippo.
«Hey vi sento! Siamo solo atterrati un po’ fuori zona tutto qui!».
Effettivamente erano in mezzo ad un fitto bosco di alberi dal tronco alto e scuro, luogo dove sarebbe stato facilissimo perdersi se non fosse stato per la linea ferroviaria che i tre eroi del Keyblade stavano seguendo da alcune ore.
«È colpa del frammento di stella del Re, non so usarlo bene» si giustificò Sora mettendosi le mani dietro alla testa con disinvoltura.
La loro missione era quella di trovare l’ultima porta per il Regno dell’Oscurità per conto dei Referenti che l’avrebbero raggiunti il prima possibile.
Per evitare di abbandonare la Gummyship come la volta precedente, i ragazzi avevano scelto di viaggiare con un frammento di stella identico a quello che utilizzava Topolino.
Erano arrivati nel cuore di quella foresta e fortunatamente avevano trovato quei binari da seguire; di treni nemmeno l’ombra.
Consci che il pericolo li avrebbe raggiunti presto, si erano diretti in quella direzione sperando di giungere ad una città o per lo meno di uscire dalla foresta.
«Yuk! Guardate!» esclamò Pippo.
I binari compirono una curva e proprio superato quell’ultimo tratto di bosco, Sora e gli altri avvistarono un vagone merci attualmente vuoto.
Il ragazzo si sporse e vide che faceva parte di un lunghissimo e variegato convoglio che si inoltrava in quello che appariva come una specie di accampamento.
Gli alberi si diradavano e lasciavano spazio alla terra battuta dove sorgevano alcuni edifici, per lo più tende e abitazioni temporanee.
«Uhm…» fece Sora voltandosi verso i due compagni «Sembra abitato da qualcuno. Non abbiamo incontrato Heartless o altre creature oscure in questo mondo, sembra tutto troppo tranquillo».
«Per una volta!» starnazzò Paperino.
Da dietro uno degli ultimi alberi prima della radura venne un rumore radiofonico «Bzz… Qui Marco, mi ricevi? Ci sei, Eri?...Bzz».
I tre si voltarono e videro che, coperto dai vagoni, c’era un ragazzo indaffarato con la sua ricetrasmittente.
Sora non riuscì a trattenersi nel presentarsi: «Hey ciao!».
Il biondo fece un balzo e si voltò, puntando una pisola nera contro Sora.
Era un uomo non più vecchio di trent’anni, con un folto ciuffo biondo, indossava una maglia bianca con gilet rosso e una paio di pantaloni e stivali mimetici.
Sora immediatamente alzò le braccia in segno di resa.
«Chi siete voi? Fate parte dell’Esercito Regolare?» chiese diretto.
«Noi? No!».
«Yuk! Sora non sarebbe mai in grado di sottostare in un qualsiasi esercito».
Lo sconosciuto sembrò abbassare la guardia «Siete dei ribelli?» chiese.
«Diciamo che siamo qui solo per aiutare. Veniamo da molto lontano» spiegò il ragazzo.
«Se foste soldati del generale Morden avreste le divise, invece sembrate in tutto e per tutto ribelli» disse rinfoderando la pistola «Sono il tenente Marco Rossi, uno dei quattro leader della ribellione».
Si presentarono a vicenda e i tre eroi del Keyblade capirono subito di aver trovato l’alleato giusto.
In quel mondo imperversava la guerra.
Il Generale Morden possedeva un’armata numerosissima tra soldati semplici e truppe specializzate, mezzi pesanti, carri armati e si vociferava che possedesse un intero reparto dedicato alle attività paranormali; alcune soffiate di infiltrati affidabili avevano riportato che stesse comunicando con una qualche forma di razza aliena.
«Ma è la sua schiera di ingegneri, inventori e meccanici di cui abbiamo più paura» spiegò Marco «Hanno inventato armi e macchine devastanti per noi ribelli. Ed è proprio per una di queste macchine che sono in missione adesso» spiegò Marco.
«Yuk! Una missione segreta proprio come la nostra!» esclamò Pippo.
«Shh! È segreta!» lo sgridò Paperino.
«Non vi chiederò dettagli della vostra missione, tranquilli, ma avrei bisogno di aiuto per la mia, avreste voglia di venire con me?» chiese Marco.
«Ma certo!» esclamò Sora.
Un lungo fischio fu seguito da una moltitudine di suoni metallici, chiaro annuncio della partenza del treno.
«Presto non dobbiamo rimanere qui!» comunicò Marco saltando sull’ultimo vagone, che prese in quel momento a muoversi.
Sora e Pippo lo seguirono mentre Paperino dovette impegnarsi un po’ di più per saltare sul treno ormai in corsa e dovette fare affidamento sull’aiuto dei colleghi.
Corsero a nascondersi dietro a dei cesti di verdure per evitare di essere visti dai soldati ancora presenti nel campo; in una manciata di secondi il treno lo abbandonò e si immerse in un’aperta campagna.
«In base alle nostre scarse informazioni la macchina di Morden viene trasportata da questo convoglio, dobbiamo trovarla e distruggerla. Fate attenzione ai proiettili»
«Proiettili?!» chiesero in coro i tre eroi del Keyblade.
Proprio in quel momento, tre colpi di fucile li richiamarono alla realtà, li avevano individuati.
«Questa è la guerra, amici miei!» esclamò Marco uscendo allo scoperto e colpendo il soldato.
Avanzarono lungo il vagone pieno di ceste con frutta e verdura mentre orde di soldati arrivavano dalla testa del convoglio.
Marco aveva un’ottima mira e colpiva i nemici anche a distanza mentre invece Sora si occupava di quelli che riuscivano a raggiungerli, Pippo parava i colpi con il suo scudo e Paperino congelava i soldati superstiti.
Tra i cestoni di ortaggi un vecchio uomo con la barba lunga era seduto in un angolo con entrambe le mani e i piedi legati.
«Un prigioniero!».
Lo liberarono, lui fece un segno di saluto con la mano e tirò fuori dalle tasche dei pantaloni uno strano oggetto che donò ai suoi salvatori prima di scappare giù dal treno.
Era una specie di scatola nera con una grossa “H” disegnata in giallo sul fianco.
«Ecco, finalmente!» Marco si avvicinò all’oggetto e infilò la pistola in un piccolo foro, subito la scatola sparì e al posto della pistolina, Marco aveva in mano un potente mitragliatore pesante.
La raffica di proiettili che permetteva di sparare la mitragliatrice aiutò i quattro personaggi a farsi largo tra i soldati nemici e i vari carichi del treno.
Terminati i colpi disponibili per la mitragliatrice pesante, in automatico l’arma nelle mani di Marco “regredì” tornando ad essere una semplice pistola.
Camminarono sul tetto di un vagone passeggeri, ormai privo dei soldati che trasportava e saltarono già dove un carro armato li stava aspettando.
Sora si impaurì credendo finita la loro corsa verso la testa del convoglio, in quanto il panzer era impossibile da evitare o scavalcare.
Marco prese a sparargli contro con la sua pistola provocando danni pressoché nulli alle difese nemiche quando un gruppo di soldati di Morden furono sganciati da un aereo in volo e stavano scendendo con i paracaduti su di loro, puntandogli addosso un bazooka.
Il carro armato stava abbassando il suo cannone pronto a far fuoco, avevano pochissimo tempo.
«Paperino occupati di loro!» esclamò Sora.
«Thunder!» starnazzo lui agitando il suo scettro e generando sottili fulmini che andarono a colpire i paracadutisti.
Quando il panzer sparò Sora era davanti al cannone: «Reflex» invocò la magia difensiva e si circondò dello scudo trasparente che assorbì l’esplosione del cannone e la rispedì indietro, distruggendo il carro armato.
Dopo che il fumo e la polvere dell’esplosione si furono diradati, al posto del carro armato fecero la loro comparsa altri due prigionieri, con le mani legate dietro la schiena.
«Ma sono identici a quello di prima!» esclamò Paperino facendo riferimento alla lunga barba e capelli biondi che contraddistinguevano i prigionieri di quel mondo.
«Siamo tutti uguali di fronte alla prigionia» rispose Marco andando a liberarli.
Entrambi scalpitavano per fuggire dal treno in corsa ma prima donarono un oggetto ai loro salvatori: il primo diede una rana che saltò subito via e l’altro invece tirò fuori una scatola nera analoga alla precedente con la H, ma questa sul dorso portava una C.
I due superstiti riuscirono a saltare giù dal treno prima che questo raggiungesse un lunghissimo ponte su un lago, adesso sfrecciavano sull’acqua in direzione di una lontana città.
Fu mentre Marco estraeva la sua pistola, ora potenziata come un potente lanciarazzi a ricerca, che li raggiunsero una manciata di motoscafi armati da sotto il ponte.
Iniziarono a sparare ritmicamente dei missili che salivano verso di loro.
Marco iniziò a sparare con il lanciarazzi e ogni suo piccolo razzo intercettava i potenti missili che salivano verso di loro facendoli esplodere prima che li raggiungessero.
Tra una scarica e l’altra, Sora e Paperino lanciavano magie per neutralizzare i motoscafi. Una volta finite le munizioni il soldato ribelle prese a sparargli addosso con la sua pistola causando pochi ma costanti danni.
Uno dopo l’altro i motoscafi persero il controllo o gli si incendiò il carburante e smisero di minacciarli.
In pochi minuti raggiunsero la locomotiva a vapore dove non poterono evitare di scontrarsi con altri soldati lì di guardia, nonostante avessero raggiunto la testa del treno, Marco pareva preoccupato.
«Il nostro informatore ci aveva detto che l’arma era trasportata da questo convoglio, eppure non l’abbiamo incontrata, solo una straordinaria quantità di soldati e varie difese per trattarsi di un normale treno merci…»
Mentre parlavano il treno iniziò a acquisire velocità, ora che i soldati che lo manovravano e facevano da macchinisti erano morti.
«Yuk! Forse è il treno sbagliato!»
Nella sua ingenuità, Pippo aveva ragione.
Marco rimase in silenzio, pensieroso, per qualche minuto: «Allora ci conviene abbandonare la missione prima che sia troppo…!» fu interrotto da un forte scossone che fece perdere a tutti l’equilibrio.
Il treno aveva sbattuto contro qualcosa lungo la sua corsa ma fortunatamente non era deragliato.
Sora si affacciò sporgendosi dalla locomotiva fuori controllo «Hey ma c’è un altro treno davanti a noi!» disse ad alta voce per sovrastare il frastuono del vento e del motore.
Il primo convoglio, ormai senza conducenti, aveva aumentato la sua velocità fino ad andare a sbattere contro il secondo convoglio segreto partito qualche minuto prima per depistare i ribelli.
«Presto saltiamo a bordo di quel treno!» esclamò Marco speranzoso di concludere la sua missione.
Saltarono tra la locomotiva e il vuoto arrivando per miracolo sulla punta della coda del secondo treno, quest’ultimo più breve e rapido rispetto al primo, facilmente eludibile in mezzo ai boschi.
«Guardate ragazzi uno slug!» disse Marco mostrando agli eroi del Keyblade un piccolo carro armato dei ribelli, era monoposto molto agile e facilmente manovrabile, il tenente ribelle ci saltò dentro.
Era in grado di sparare grossi proiettili a raffica e lanciare bombe esplosive con il suo cannoncino.
Avanzarono lungo i vagoni del treno liberando qualche prigioniero qua e là e annientando i soldati rimasti.
Ma quando la notizia della presenza di elementi ribelli a bordo del treno raggiunse la testa del secondo convoglio, i soldati dell’esercito regolare misero in atto un piano estremo.
Sganciando la parte anteriore del treno, quella dove si trovava la macchina di Morden lasciarono i ribelli sulla seconda parte di treno, ormai priva di traino.
«Siamo fregati, sono scappati» disse mogio Sora.
Ma quando il treno precedente ancora in folle corsa iniziò a spingerli sulle rotaie, la situazione si fece improvvisamente più preoccupante.
La locomotiva era ormai fuggita, ma l’arma finale destinata al generale Morden fu attivata.
Quando la videro sfrecciare sui binari rimasero a bocca aperta.
«Io pensavo fosse trasportata sul treno, non che fosse essa stessa una locomotiva» disse Marco da dentro lo slug.
Si immersero nella città e lungo i binari prima di loro viaggiava la macchina infernale di Morden: era dotata di quattro lunghe gambe che poggiavano sulle rotaie e viaggiavano di pari passo con loro in modo da poterli puntare tranquillamente.
I quattro arti meccanici andavano a sorreggere una “testa” in cui erano concentrate armi di ogni tipo; sembrava un grosso ragno metallico.
Un potente lanciafiamme scendeva dalla testa e quasi poggiava sui vagoni dove si trovavano Sora e gli altri, impedendogli di attaccarlo dal basso, nel centro della testa aveva un cannone che sputava palle incendiarie e un grosso mitragliatore sparava all’impazzata in tutte le direzioni.
Gli eroi del Keyblade si protessero dietro lo slug mentre Marco iniziò a colpirlo con una scarica di mitragliatrice dal suo piccolo carro armato.
Ovviamente la macchina di Morden era corazzata e dotata di massicce difese in paratie metalliche e gli attacchi avevano ben poco effetto.
Con qualche colpo ben piazzato del cannone, Marco riuscì ad ammaccare gli scudi della macchina ma ben presto finì le munizioni.
«Coprici Pippo!» esclamò il papero.
Mentre il capo delle guardie reali avanzò parando i colpi con il suo scudo, Paperino e Sora si avvicinarono pronti a scagliare una potente combo magica.
«Firaza!» esclamarono entrambi ed un’intensa sfera di fiamme avvolse il mostro meccanico inoltrando il fuoco in ogni sua parte, vorticosamente si insinuò negli ingranaggi e nelle armi, nei meccanismi e tra le parti meccaniche.
Dopo qualche secondo la potente magia di fuoco di diradò lasciando il posto alla macchina di Morden surriscaldata a tal punto da possedere un certo bagliore rosso ma, escluso quello, rimaneva comunque in funzione.
Un bagliore rosa era stato nascosto dalla più potente luce della magia di fuoco.
«L’ho sempre detto io che il Fuoco non vale niente» commentò Walt mentre scendeva dall’alto.
Mentre la macchina si riprendeva dall’ustione che l’aveva momentaneamente bloccata, tutti i Referenti raggiunsero lo slug, uscendo da un portale.
«Non è stato facile trovarti, Sora. Un treno in movimento all’interno di un mondo remoto come questo non è proprio una destinazione semplice per i miei poteri, ma avete fatto un ottimo lavoro, tutti e tre» disse il ragazzo del fulmine appoggiando una mano sulla spalla dell’eroe del Keyblade.
«Un ottimo lavoro? Ma se non abbiamo trovato nemmeno una scheggia della Porta per l’Oscurità!» esclamò Sora.
«Oh, sì. L’avete trovata eccome».
In quel momento la macchina riprese a scagliare i proiettili contro i nemici che si erano improvvisamente moltiplicati.
Mentre tutti i Referenti si misero sull’attenti pronti a combattere, Walt si voltò di scatto e fermò la nuvola di proiettili con un campo magnetico talmente forte da bloccarli tutti come se si fossero schiantati contro un muro invisibile.
Marco uscì dal suo slug sbalordito e incredulo e si voltò a cercare di comprendere tutti quei personaggi arrivati improvvisamente.
«Sengoku, Tsunade, andate a fermare il treno dietro di noi» ordinò Walt e subito i colleghi più forti fisicamente andarono ad occuparsi della locomotiva che stava spingendo il loro tronco di convoglio.
Mentre altri proiettili andavano a conficcarsi contro il campo magnetico, Walt iniziò a usare la sua immensa conoscenza dell’elettricità.
Muovendo elettroni e controllando le cariche elettriche presenti in ogni atomo, riuscì in pochi attimi a far stridire il metallo di cui era composta la macchina di Morden.
Quest’ultima iniziò un lento declino che la portò a borlarsi e poi contorcersi, i vetri degli indicatori schizzarono in mille pezzi, le paratie difensive si piegarono su se stesse, le armi si spezzarono e il lanciafiamme in basso esplose.
In pochi minuti il potere di Walt aveva trasformato la formidabile macchina del Generale Morden in un ammasso di ferraglia inutilizzabile.
Quando Walt la spinse fuori dai binari, la videro.
Un’piccolo spiraglio di Luce si nascondeva dietro il loro nemico e quando fu abbattuto, con tutto il suo splendore, la Porta per l’Oscurità fece la sua apparizione.
Mistica e onirica, come l’entrata di un enorme cattedrale bianca, la porta apparve dinnanzi ai Referenti, come un invito, un ultima visione luminosa prima del baratro oscuro del Regno dell’Oscurità.
Il treno perse la spinta in avanti, Tsunade e Sengoku erano riusciti a spegnere la locomotiva dietro di loro.
«Albus, un aiutino?» chiese Walt.
«Ma certo» si fece avanti il preside, puntando la Bacchetta di Sambuco verso il basso, la agitò e tutte le ruote del treno iniziarono a frenare spruzzando scintille di metallo stridente in tutte le direzioni. In poco tempo il treno si arrestò.
Marco nel frattempo era uscito dal suo carro armato e si diresse verso Walt.
«Non so come ringraziarti… la mia missione è più che compiuta grazie a te» disse in maniera sincera e devota.
«Il ringraziamento migliore sarebbe quello di non farti domande su di noi e di non dire a nessuno ciò che hai visto stasera. Ho visitato questi luoghi in passato, e so cosa state passando voi ribelli. Tenete duro e continuate a combattere».
«Ma certo!» gli strinse la mano, poi si rivolse verso Sora, Paperino e Pippo «Devo ringraziare anche voi, siete gli aiutanti migliori che abbia mai avuto, non sarei arrivato vivo fin qui se non fosse stato per voi».
«E lo credo bene!» starnazzò Paperino.
«Yuk, ti dobbiamo anche noi la vita» aggiunse Pippo.
Sora lo salutò e gli strinse la mano.
Per Marco quell’episodio non svanì mai dalla mente e non si scordò più dei tre strani amici che lo aiutarono quel giorno, né del mistico ragazzo che aveva distrutto con facilità un mostro meccanico davanti ai suoi occhi, ma in vita sua mai parlò a qualcuno di quel giorno e mai rivelò l’esistenza di certi figuri dotati di poteri unici.
Dopo aver salutato tutti Marco partì a bordo del suo metal slug, pronto per continuare la sua guerra contro la guerra.
Ormai con il treno fermo, la minaccia sventata e l’enorme porta torreggiante su di loro, i Referenti erano pronti per la loro ultima battaglia.
 
 
 
 
«Siamo pronti per suonarle a qualcuno!» esclamò Sora tutto eccitato.
Topolino gli si avvicinò facendogli segno di negazione con il capo.
«Come ?! Dopo tutto questo non parteciperemo alla missione?!» chiese incredulo il ragazzo del Keyblade.
«Sora, la tua squadra avrà una missione di vitale importanza» iniziò il re ma poi fu Walt a proseguire «Questa volta sarai tu il frammento di Luce a sopravvivere nel caso noi fallissimo. La vostra missione sarà quella di proseguire la guerra e di riformare i Referenti nel caso in cui noi fallissimo».
«Ma…ma…ma come?» rispose lui mogio.
«Avete già degli ottimi candidati per sostituirci» spiegò.
«Chiedete del professor Piton, ad esempio» iniziò Silente sorridendogli sotto la barba candida.
«Il maestro Obi-Wan pronto per viaggiare nei mondi è» disse Yoda.
«Mio fratello Luigi sarebbe un ottimo candidato per me» aggiunse Mario.
«Quel vecchio pazzo di Garp mi ha accompagnato nelle mie imprese per tutta la vita, chiedi pure a lui» propose Sengoku.
«Rocco Petri è il campione della lega di Hoenn ha combattuto contro Doflamingo, è il candidato migliore» aggiunse Camilla.
«Chiedi di Jiraiya, è la persona più forte e fiduciosa che conosca, è come un fratello per me» concluse Tsunade.
«Aha! Visto? Avete già una squadra completa!» disse Topolino.
Sora aveva le lacrime agli occhi a vedere quei potenti personaggi prevedere la loro morte con così tanta positività «E tu? Chi ti sostituirà, Walt?».
Walt gli sorrise ma non gli rispose e si voltò. Nessuno di quelli in grado di sostituirlo erano più in vita.
Walt contemplò la Porta per l’Oscurità molto a lungo, stava sentendo molta nostalgia dei bei momenti in cui passava le giornata sulla passeggiata sopraelevata ad Athom, con Erik e Matt, spensierato e felice; chi avrebbe mai immaginato tutto questo? Un nuovo universo con forme di vita uniche e imprevedibili, immenso come la sua Athom non era mai stata.
Si chiese ancora una volta se oltre le colline che circondavano la città o oltre il mare su cui si affacciava ci fosse stato davvero dell’altro. Se altre città come Athom fossero esistite in luoghi remoti e se i viaggiatori partiti e mai tornati l’avessero mai raggiunte. I maestri non si erano mai pronunciati su quell’argomento ma, considerando la loro semi eterna giovinezza, qualcosa avrebbero pur dovuto sapere.
Sicuramente Erik avrebbe avuto qualche informazione in più trovata in qualche meandro inesplorato della biblioteca o in frammenti di lezione che nessuno avrebbe mai collegato insieme.
Walt non aveva idea di cosa aspettarsi dietro quella porta se non la fine dei giochi.
 
 
 
 
Era risaputo dai Referenti che il mondo della Rotta Maggiore era pieno di insidie e personaggi potenti, ma quando Lucas approdò sull’isola chiamata Whole Cake Island, territorio di una certa Big Mom non pensava che recuperare il potere di questa piratessa fosse così complesso.
Big Mom aveva mangiato il frutto Soul Soul, che le donava il potere di manipolare le anime e la vita a suo piacimento, poteva donare vita a oggetti inanimati come toglierla a chi invece ne possedeva di propria.
Il frutto perfetto per il loro scopo: togliere la vita a qualcuno per donarla a qualcun altro, ma sfortunatamente bastarono poche informazioni per capire che per raggiungere e sconfiggere Big Mom e per ritrovare poi il suo frutto rinato si sarebbe impiegato troppo tempo e i Referenti stavano per arrivare.
Dovettero rinunciarci.
Ma in compenso l’ultimo artefatto era facilmente ottenibile per lui e sapeva che David non avrebbe accettato un fallimento in questo caso.
Senza contare che era sicuramente l’oggetto più potente a cui loro potessero attingere. Certo un semplice funghetto 1Up era una banalità e il revitalizzante restituiva solo le forze ad un defunto, la Pietra della Resurrezione e l’Edo Tensei funzionavano agli opposti restituendo uno il corpo ma non l’anima e l’altro viceversa, per quanto entrambi fossero potenti.
Ma lei no.
Lei non controllava solo la vita ma tutta la vita nell’universo.
Quando Lucas sbarcò sul pianeta Vormir, luogo in cui ancora per poco riposava la Gemma dell’Anima, si inerpicò sulla sua schiena un brivido di soddisfazione per quanto stavano per realizzare.
In cima ad una montagna nel luogo desolato un losco figuro incappucciato gli si parò davanti.
«T-t-tu sei il guardiano della Gemma dell’Anima?» chiese Lucas.
«Sì» rispose lui con uno strano accento tedesco «La Gemma dell’Anima è un po’ particolare, seguimi» disse e percorsero alcuni metri attraverso rocce spezzate e polvere fino a raggiungere una specie di altare prima di un gigantesco baratro.
Davanti all’abisso vuoto Lucas non capì «Cosa significa? D-D-Dov’è la Gemma?»
«La Gemma dell’Anima ha una certa… saggezza. Copre un posto particolare tra le Gemme dell’Infinito e richiede un sacrificio: per poterla prendere dovrai perdere ciò che ami. Solo allora si concederà a te» disse.
Lui non apprezzò l’ironia della sorte.
Camminò lentamente verso il punto più esposto prima del precipizio, guardando negli occhi il guardiano allungò la mano verso il vuoto.
«Io ho g-già sacrificato tutto» e, riconoscendo il fatto che la distruzione di Athom era stata per la maggiore colpa sua, la piccola e potentissima Gemma arancione gli apparve nella mano.  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell’autore:
 
Eccoci con un nuovo episodio!
Questa volta i protagonisti sono Sora, Paperino e Pippo che viaggiano alla ricerca della Porta per l’Oscurità e l’hanno trovata in un luogo insolito.
Conoscete questo fandom? È al quanto famoso ma non essendo (purtroppo) molto attuale capisco che non tutti se lo ricordino.
Siamo nel mondo di Metal Slug, il primo gioco di guerra per eccellenza, ve lo aspettavate? Desideravo inserirlo da molto ma è stato di difficile elaborazione, avevo diverse idee al riguardo.
Cosa ne pensate dell’avventura all’interno del mondo della guerra?
Per chi lo conosce, avete riconosciuto il livello di ispirazione legato a questo capitolo?
La collezione degli artefatti della resurrezione è ormai conclusa, ma le sorprese no.
 
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione!
Critiche, commenti e nuove idee sono sempre ben accette!
 
Il prossimo capitolo verrà pubblicato domenica 5 maggio, chissà se qualcuno azzeccherà cosa accadrà ;)
 
See you next time!
   
 
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