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Autore: WitchHarmony_02    14/04/2019    1 recensioni
Jon ha sempre saputo che la sua famiglia gli nascondeva dei segreti e lui non ha mai osato fare domande...fino ad oggi.
In un negozio semplice lavora una ragazza altrettanto semplice e allo stesso tempo particolare, vittima dei suoi stessi familiari, dopotutto “Chi potrebbe amare mai un drago?”
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen, Jon Snow, Lyanna Stark, Rhaegar Targaryen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4
~ Una lunga giornata ~

 

 

-Jon, si può sapere che hai? È da ore che cerco di parlarti, stai sempre con queste cuffie!-

 

-Scusami, non avevo notato. Mi cerca Mormont?-

 

-No. Quando mi porterai fuori? Vogliamo andare al cinema?-

 

-Ygritte...posso vedere se Edd e Sam sono liberi e organizziamo qualcosa-

 

-Cosa? No, no no io non voglio fare un’uscita tra colleghi. Io voglio uscire con te. Io e te.-

 

-Ygritte...-

 

-Stronzo.-

 

E se ne andò, lo lasciò lì a fissarla come inebetito, prese la sua giacca, uscì le sigarette e puntò verso la saletta dei distributori. Forse sperava che Jon la seguisse, cosa che non fece.

Si rimise le cuffie, alzò il volume e cerco di concentrarsi su quei moduli e scartoffie da compilare per il capo. Sentiva di essere guardato,ma continuò a far finta di niente e inevitabilmente tornò a fissare lo schermo del suo cellulare per la milionesima volta.

 

“Mi fai sorridere.”

 

Questo messaggio lo aveva colto alla sprovvista ,riempito di una strana euforia, sorpresa e ansia tutto nello stesso momento. Erano ormai tre settimane che Jon e Dany si vedevano di nascosto, dieci minuti oggi, due minuti l’indomani, tre ore il giorno ancora dopo e via così. Ma si vedevano. Si avvicinavano. Si affezionavano. E ieri sera, per darle la buonanotte le aveva mandato un selfie: lui in canottiera azzurra, capelli sparsi sul cuscino e un’espressione da cucciolo triste con scritto “Vorrei averti qui”. Lei aveva risposto quella mattina successiva con tre semplici parole e da quel momento non riusciva più a pensare ad altro.

Si rese conto che più la vedeva, più la conosceva e più dimenticava il vero motivo per cui l’aveva avvicinata. Non era riuscito a scoprire nulla, lei continuava a tenerlo lontano da tutto ciò che era il suo mondo familiare, non parlava mai di fratelli o genitori, sapeva solo che lei voleva andarsene. Comprendeva questo suo senso di evasione, questa voglia di girare il mondo e non fermarsi per nessun motivo. Lui amava il suo lavoro, ma era l’unica certezza dietro tante insicurezze. Era già passato un mese dall’ultima volta che era stato a casa dei suoi e non aveva nessuna intenzione di tornarci, si sentiva tradito. Rispondeva brevemente alle chiamate di sua madre per assicurarle che fosse vivo e che mangiava normalmente. Quel giorno aveva promesso un pranzo a Robb, magari con suo cugino avrebbe potuto lasciarsi andare un po’. Alzò gli occhi e trovò Ygritte a fissarlo. Tenne lo sguardo, quasi come una sfida,gli occhi di lei,così azzurri, che lottavano tenacemente. Era sempre stato affascinato dal coraggio spudorato di questa ragazza, i suoi capelli rossi che gridavano tutta la sua fierezza. Intelligente e pronta a tutto, forse un po’ troppo avventata. Poco aggraziata e quasi rude. In pattuglia la chiamano “La Bruta” proprio per questo suo essere quasi irregolare in ogni campo, ma allo stesso tempo eccezionalmente brava. Lui invece era “Snow” dovuto al suo essere silenzioso e freddo come la neve. Triste, in effetti, ma si sa che a tutti la neve incanta e spaventa allo stesso tempo, quindi alla fine “Snow” gli piaceva e anche parecchio.

Stava sbagliando tutto con Ygritte, avrebbe dovuto mettere in chiaro subito, ma all’inizio non aveva nulla da perdere, ora forse...

 

-Snow, hai poi fatto ieri sera, all’orario che ti ho indicato, il giro di ronda ad Avangard Square?-

 

-Si, Signore.-

 

-Qualcosa di sospetto?-

 

-Una donna anziana, sulla sessantina, girava cercando qualcosa e aveva uno zaino sulle spalle-

 

-Tarly ha fatto le foto?-

 

-Sono in stampa, Signore.-

 

-Molto bene, andate a ritirarle e ci vediamo dopo pranzo nel mio ufficio per esaminarle meglio.-

 

-Sarà fatto, Signore.-

 

Jon guardò l’orologio: erano le 12:45, doveva avvertire Sam e incontrarsi con Robb. Ma prima...voleva sentire Dany.

 

Il telefono squilla e squilla, ha paura che possa esserci il padre in negozio e quindi non possa rispondergli. Decide di staccare, non ha nessuna intenzione di metterla nei guai. Magari riproverà dopo.

Il suo telefono vibra: un messaggio da Robb.

 

Sono nella nostra pizzeria preferita. Quanto sono fighe le cameriere con i roller e le divise rosa? 

Sbrigati Snow ho fame.

 

Il messaggio di suo cugino lo fa sorridere, raccoglie le sue cose nello zaino, lascia un appunto sulla scrivania di Sam e si avvia per raggiungere la pizzeria Hut.

Già da fuori il locale riesce a vedere Robb agitare la mano da dietro la grande finestra. 

 

-Ce l’hai fatta!-

 

-Già ordinato?-

 

-Si, mi sono permesso di aggiungere “doppio formaggio”-

 

-Ottimo! Non ti dimentichi mai-

 

-È una vita che prendi sempre la stessa pizza, Jon-

 

-Sono un tipo abitudinario-

 

-Non solo con la pizza!- Robb scoppiò a ridere. Jon alzò un sopracciglio con aria interrogativa.

-Che vorresti dire?-

 

-Beh, ricordo anche la tua fissa per i supereroi e i tuoi immancabili incontri col club dei fumetti-

 

-Avevo 16 anni. Ed ero imbranatissimo, lo sai-

 

-Coff. Vogliamo andare nella tua vecchia stanza?-

 

-Oookay, cambiamo discorso-

 

-Come vuoi, Batman! Invece, parliamo di cose interessanti, come va con la Bruta?

 

-Sai di Ygritte? Ah, vero te ne avevo parlato...comunque nulla, tempo fa siamo usciti qualche volta-

 

-Nulla? Che significa? Non stavate insieme?-

 

-Insieme? Noo, cioè c’è stato qualcosa, ma si è fermata lì...e tu, vecchio lupo?-

 

-Jon, penso di aver trovato la ragazza della mia vita-

 

Al sentire ciò, Jon non poté evitare di sputare quei sorsi di Coca-Cola che stava bevendo distrattamente.

 

-Cosa?-

-Hai sentito bene, metto fine alla caccia. Ho trovato la “Lei” giusta per me. L’ho conosciuta a Berlino, si chiama Margaery Tyrell ed è un fiore, non vedo l’ora di fartela conoscere!-

 

-Robb, per i Sette, sono davvero felice per te e spero di conoscerla presto. Non ti ho mai visto così emozionato.-

 

-Lo so, da quando sono con lei non smetto di sorridere. Vuoi sapere come l’ho ufficialmente conquistata?-

 

-Racconta-

 

-Lei è rimasta a Berlino, perciò le ho fatto spedire un mazzo di fiori, sai quelli con consegna express in 24h...erano meravigliosi e appena sono stati consegnati, Margaery mi ha chiamato e scoppiava di felicità.-

 

-Sai sempre fare la cosa giusta.-

 

-E a proposito, i fiori li ho presi in un negozio non molto lontano dal tuo distretto di polizia e tra l’altro, visto che sei a secco di ragazze, lì ci lavora una ragazza davvero moz-za-fia-to. È stata molto gentile. Io ti consiglio di farci un salto.-

 

-Ah, meglio di no.-

 

-Cosa? No, Jon, davvero, si chiama Daenerys ed è bellissima, mai vista una ragazza così, fortuna che sono preso da Margaery, altrimenti non sarei uscito da lì senza il suo numero, mi spiego?-

 

Robb gli rivolse un occhiolino e lui era già nero. Gli stava montando su una rabbia e una...cos’era? Era forse gelosia?

 

-Grazie per non rubarti tutte le ragazze carine, Robb.- disse Jon con amaro sarcasmo.

-Figurati, oh, le nostre pizze!-

 

Salutatosi con Robb, si diresse verso la sua moto per tornare nuovamente in distretto e affrontare  are di analisi con Mormont e Sam. Diede una veloce occhiata allo schermo del cellulare: nessun messaggio, nessuna chiamata persa. Sospirò e partì.

Arrivato in distretto fu assalito da Sam, ogni volta per lui era una prova di coraggio parlare col tenente Mormont. E ne avrebbero avuto per un bel po’.

Dopo quattro ore passate ad analizzare e pianificare la prossima pista a Jon bruciavano gli occhi da impazzire. Perciò si scusò e uscì per recuperare il collirio nel suo zaino. Ormai pochi colleghi erano ancora nelle loro scrivanie, alcuni avevano già terminato il turno, mentre altri erano di pattuglia e lui non vedeva l’ora di sentire il caldo getto d’acqua della sua doccia sulla sua pelle e finalmente rilassare un po’ i muscoli dalla stanchezza. Nel bagno si sciacquò il viso e applicò il collirio agli occhi. Aveva bisogno di un caffè. Salì di corsa le scale che portavano al piano della caffetteria. 

-Ehi Pip, un caffè forte, grazie!-

-Arriva subito, Jon-

 

Le ore volavano in distretto e le missioni sembravano non risolverai mai, ma fortunatamente, per quella sera l’avevano risparmiare per il giro di ronda della notte. Uscì comunque tardi, erano le dieci di sera e non aveva ancora cenato. Sam era al suo fianco, più che camminare si trascinava lentamente verso la sua macchina.

Si salutarono promettendosi che domani sarebbe stato più facile.

In moto sfrecciò verso il primo supermercato notturno e prese il possibile per azzardare due spaghetti semplici e pure qualche birra per conciliare meglio il sonno profondo che lo aspettava.

Jon si fermò bruscamente davanti il suo appartamento e il sangue gli gelò nelle vene. 

Daenerys.

Smontò, tolse il casco e corse da lei. Era sedute sugli scalini davanti al portone con mezzo busto e la testa appoggiate alla ringhiera.

-Jon-

 

-Dany! Santo cielo, è successo qualcosa? Che ci fai qui? Come hai fatto a trovare dove stavo?-

 

-Ehi, campione, rallenta, mi hai portata tu qui la scorsa volta...-

 

-Hai ragione...scusami, stai bene? Mi hai tremendamente spaventato. Mi stavi aspettando?-

 

-Si-

 

-Da quanto tempo sei qui?-

 

-Due ore, ma non dovrei dirtelo, sai cosa, forse non dovrei essere qui, devo tornarmene a casa mia...-

 

-Dany, ehi, io non ti lascio andare così-

La prese per le braccia, sorreggendola.

-Che succede?-

 

-Ho litigato con la mia famiglia-.

 

Jon la portò dentro, tenendola stretta a sé tutto il tempo. Si accoccolarono sul divano e lei lo guardava così profondamente negli occhi da non lasciarlo respirare. Voleva consolarla, ma non sapeva nemmeno come fare, lei era troppo fragile, leggera tra le sue braccia, sentiva che se provava a stringerla un po’ di più l’avrebbe distrutta. Perciò aspettò che fosse lei a dire qualcosa e così fu.

Si prese il suo tempo e lui dolcemente la fece accoccolare al suo petto. Le scostava lentamente qualche ciocca di capelli argentei che le copriva il viso e le lasciava ripetuti baci sul capo. Piano piano la sentì tranquillizzarsi. Poi iniziarono i singhiozzi e anche quelli furono coccolati dalle braccia di Jon e dai suoi delicati baci. Poi Dany cominciò a dire qualcosa.

 

-Scusami tantissimo,Jon. Ci conosciamo da qualche settimana e penserai “ma guarda questa, già si fa trovare sotto casa mia per piangere!”-

 

-Non dirlo nemmeno-

 

-Ma è così, Jon, solo che...non avevo dove andare. La mia migliore amica è in vacanza col fidanzato e io...non avevo dove altro andare, scusami-

 

Si era staccata da lui per parlargli guardandolo in viso. Era chiaramente scossa da qualsiasi cosa fosse successa, aveva gli occhi e le guance arrossati, dei brividi le correvano lungo le braccia e la sua lunga treccia era tutta disfatta. Jon le prese le mani e le strinse nelle sue. E guardandola fissa in quegli occhi che erano pozzanghere viola le disse:

-Hai fatto bene a venire qui. Anzi, d’ora in poi devi venire sempre qui quando avrai bisogno di un abbraccio, di un amico, di me.-

 

-Mi aiuterai a cercare un appartamento? Perché io in quella casa non ci ritorno-

 

Jon fece segno di assenso e le carezzò dolcemente il viso. La pelle di lei era talmente liscia da essere intossicante. Proseguì col dito il suo profilo fino a tracciare il contorno delle sue labbra carnose e dischiuse. 

 

-Jon, ho lasciato il negozio. Ho detto ai miei che voglio fare altro nella mia vita e mi hanno cacciata. Per adesso posso dire solo questo. Sono anche un po’ ubriaca e agitata-

Le pose un dito sulle labbra.

 

-Dany, hai mangiato qualcosa?-

Lei fece segno di dissenso.

 

-Bene, nemmeno io. Mangiamo qualcosa, ci facciamo una doccia e poi ci dormiamo su-

 

-Ci facciamo?- chiese lei con un cipiglio di malizia.

Jon rise sorpreso di come questa ragazza fosse una continua giostra di emozioni per lui.

 

-Penso tu abbia capito, che, insomma, aaaah che te lo dico a fare!-

La lasciò ridere e rilassarsi ancora un po’ sul divano. 

 

-Stasera la specialità della casa: spaghetti al sugo, già preparato, ma non importa!-

 

Due braccia lo strinsero da dietro e un Grazie sussurrato contro la sua schiena lo rilassò più di qualsiasi cosa avesse previsto per quella lunghissima giornata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autore: Cari lettori! Ben ritrovati con questo quarto capitolo che è praticamente arrivato con la cicogna...però capirete che se non c’è una buona dose di ispirazione, tranquillità e serenità mentale non riesco proprio a farli parlare ed agire nella mia mente. Detto questo, spero come sempre che possiate apprezzare questo umile capitolo e continuare a seguire questa storiella che prevederà dei bei intrecci! Non lasciatemi e fatemi sapere cosa ne pensate, apprezzerei tantissimo. Vi abbraccio tutti, uno ad uno!

Vostra WitchHarmony_02

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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