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Autore: Parsy    14/04/2019    1 recensioni
Cosa sarebbe successo alla storia se James Potter non fosse mai esistito?
[Dal testo]
La giovane strega si guardò allo specchio. Quel giorno era il suo undicesimo compleanno e il pensiero di poter finalmente iniziare a studiare nella scuola dove erano stati anche i suoi genitori, le faceva inumidire gli occhi color verde smeraldo.
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lily Evans, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPELLI CORVINI E OCCHI SMERALDO

 
 
L’odore del caffè riempiva già la casa, quando la sveglia della giovane Daphne iniziò a suonare una tanto dolce quanto fastidiosa melodia. La ragazza allungò la mano per spegnerla, per poi togliersi le coperte di dosso. Ella scostò i lunghi capelli neri dal volto e, mentre stropicciava gli occhi, si mise a sedere sul letto.
I raggi del sole entravano timidi dalla persiana della finestra e illuminavano la stanza quanto bastava per permettere a Daphne di sapersi orientare nell’ambiente.
Subito la ragazza si diresse verso l’armadio di fronte al letto, lo aprì e prese la sua vestaglia blu notte; la indossò e si guardò attorno.
La stanza era stranamente in ordine, la scrivania era quasi vuota e sotto di essa la valigia era quasi pronta. Daphne avrebbe iniziato a breve il suo primo anno ad Hogwarts.
La giovane strega si guardò allo specchio. Quel giorno era il suo undicesimo compleanno e il pensiero di poter finalmente iniziare a studiare nella scuola dove erano stati anche i suoi genitori, le faceva inumidire gli occhi color verde smeraldo.
Daphne infilò le ciabatte e si diresse in cucina.
Ad aspettarla trovò sua madre, intenta a preparare dei deliziosi pancakes; alzò lo sguardo, per poi incrociare i suoi occhi verdi con gli stessi della figlia. Lily aveva i capelli rossi raccolti in un tuppo, qualche ciocca le cadeva sul volto in modo tale da delineare meglio i suoi tratti delicati e giovanili.
Daphne ammirava i modi di fare della madre: sia quando lanciava un incantesimo, sia quando doveva svolgere una faccenda di casa, i suoi movimenti erano aggraziati, quasi fatati. Forse quello era uno dei motivi per cui suo padre si fosse innamorato di lei.
“Buongiorno, Daphne! Buon compleanno!” La voce era dolce e delicata, sapeva trasportati e farti sentire importante.
“Grazie, mamma! Dov’è papà?”
“A prendere il tuo regalo!” Una voce maschile fece irruzione nella stanza.
Daphne si girò e vide suo padre entrare con un mazzo di gigli in mano. Egli era vestito di nero come suo solito e il mazzo di fiori bianchi risaltava ancor di più sulla sua figura.
“Finalmente sei tornato, Severus” Lily guardò il marito avanzare fino al tavolo dove si trovavano lei e la figlia.
“Buon Compleanno Daphne!” Piton scostò i capelli corvini dalla fronte della figlia per darle un bacio affettivo. La ragazzina si afferrò al collo del padre per abbracciarlo, costringendo egli a fare lo stesso.
“Sono bellissimi! Grazie”.
“Se questi ti sono piaciuti, aspetta di vedere il regalo vero” intervenne Lily.
“Ma questi sono già meravigliosi. Non dovevate fare altro.”
Lily fece un cenno a Piton con la testa e l’uomo si diresse al di fuori della stanza per poi tornare con una gabbia. Al suo interno c’era una civetta dalle penne grigie; qualche macchia bianca le percorreva il dorso.
“Stai per iniziare un percorso ad Hogwarts. Devi avere un animale con te.”
Piton porse l’animale alla figlia
“È stupendo! Grazie davvero, a tutti e due.“
“Adesso… Chi vuole i Pancakes?”
“IO!” Daphne e Piton rispeso in coro alla domanda di Lily e si precipitarono sul tavolo mentre attendevano la tanto attesa quanto agognata colazione.
 
 
“Tesoro, hai preso tutto?”
“Sì mamma.”
“Mi raccomando scrivici ogni tanto.”
“Si papà, lo farò.”
Daphne consegnò l’ultimo bagaglio al capo vagone e subito si precipitò dai genitori per un ultimo abbraccio prima della sua partenza. Ella non aveva ancora indossato l’uniforme, lo avrebbe fatto quasi arrivati a destinazione. Lily baciò teneramente la fronte della figlia e lo stesso fece Piton, che immediatamente dopo si mise al suo fianco porgendogli il braccio
“Signorina Piton, mi concede l’onore di scortarla personalmente sulla sua carrozza?”
Daphne guardò il padre con gli occhi lucidi e successivamente fece un cenno di assenso con la testa.
I due passeggiarono lungo il marciapiede della stazione, mentre si tenevano stretti l’uno nel braccio dell’altra. La giovane sapeva che i genitori le sarebbero mancati, ma il pensiero di diventare un’abile strega come lo sono loro riusciva a rallegrare quel grigio momento.
“Eccoci a destinazione” Piton permise a Daphne di salire i gradini del vagone, le prese una mano, fece un lieve inchino e le baciò il dorso.
“Faccia buon viaggio, Madamoiselle”
“Grazie papà. Ci vediamo presto.”
“Puoi contarci!”
Daphne entrò nel vagone, cercò una cabina libera e si affacciò dalla finestra. Piton aveva raggiunto Lily e si tenevano per mano mentre davano un ultimo commosso saluto alla figlia.
Il treno partì.
Daphne era triste, ma emozionata allo stesso momento; aspettava quel giorno da anni e ora finalmente era seduta sul treno per Hogwarts.
Il mezzo era in moto da poco tempo quando un ragazzino dai capelli rossi bussò alla cabina di Daphne.
“Scusami, posso sedermi qui? Tutto il treno è occupato.”
“Si certo, prego.”
“Ciao, mi presento! Io sono Ron Weasley! Tu sei…?”
“Io sono Daphne Piton!” Era fiera di portare quel nome, tanto che nel pronunciarlo accennò quasi ad un sorriso.
La giovane streghetta aveva già fatto una nuova conoscenza e molte altre la attendevano ancora. Il treno quasi volava sui binari, Hogwarts era vicina e niente poteva andare storto…


…Almeno non per il momento.
   
 
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