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Autore: Tmntsuperfun12    15/04/2019    1 recensioni
Probabilmente i luoghi non saranno quelli giusti e scusate, ma non ho mai scritto una Merthur, ma spero vi piaccia... (è possibile che il rating cambi da arancio a rosso)
Straordinariamente nessuno si aggirava per le strade, tutti i voli erano stati cancellati ed i media avevano sollecitato caldamente la popolazione londinese a non uscire di casa.
Merlino sobbalzò all’ennesimo fulmine che illuminò il suo appartamento dalle grandi finestre e strinse la tazza di camomilla che stringeva tra le mani aspettando il terribile tuono. Le vetrate vibrarono pericolosamente e Merlino non poté che stringersi nella sua poltrona mentre un magone gli si strinse in gola e chiuse gli occhi.
Genere: Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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CAPITOLO 1

 

Era una calda serata estiva, quando in poche ore si era abbattuta sulla città di Londra una violenta tempesta. La pioggia scendeva come un pesante muro d’acqua. I fulmini illuminavano il cielo a giorno con bagliori mozzafiato creando ramificazioni elettriche che avvolgevano le nuvole nere. L’aria frizzava con crepitii profondi che faceva tremare i cuori e facevano rizzare i capelli nell’aspettativa ed i tuoni erano così potenti da far tremare le vetrate e così violenti da far sussultare gli adulti e far piangere disperatamente i bambini, che si stringevano ai genitori cercando conforto. Straordinariamente nessuno si aggirava per le strade, tutti i voli erano stati cancellati ed i media avevano sollecitato caldamente la popolazione londinese a non uscire di casa.

 

Merlino sobbalzò all’ennesimo fulmine che illuminò il suo appartamento dalle grandi finestre e strinse la tazza di camomilla che stringeva tra le mani aspettando il terribile tuono. Le vetrate vibrarono pericolosamente e Merlino non poté che stringersi nella sua poltrona mentre un magone gli si strinse in gola e chiuse gli occhi.

 

Aithusa miagolò disperatamente da sopra il bancone della cucina, il gatto bianco aveva gli occhi spalancati e le pupille dilatate, la coda arruffata si agitava su tutto il ripiano. Merlino lo chiamò affettuosamente ed il gatto scese con un balzo dal bancone e trotterellò velocemente verso la poltrona dove sedeva. Saltandogli in braccio cercò le lunghe dita del moro con il muso ed il giovane gli accarezzò la testolina tremante e massaggiò le orecchie sottili.

 

Il suo sguardo si spostò su Kilgarah, il gatto tigrato volgeva il suo sguardo con sicurezza verso il cielo scuro, le pupille egualmente dilatate ed il pelo della schiena ritto mentre la coda batteva nervosamente sul balcone interno.

 

Un altro fulmino squarciò il cielo e Merlino si girò di scatto mentre il bagliore illuminava la stanza con intermittenza feroce. Kilgarah scese dal ripiano con un balzo agile e camminò lentamente sul tappeto fino alla parete adiacente alle finestre. Saltò sul tavolino da caffè e si sedette davanti alla televisione, la coda elegantemente al suo fianco ed il muso rivolto verso l’alto.

 

Là, sopra la televisione, era appeso uno scudo di un rosso fiammante, un drago era dipinto proprio al centro, dell’oro più brillante.

Il cuore del giovane sembrò saltare un battito prima di scaldarsi con quella che cominciava a sembrare speranza.

Merlino accarezzò la testolina di Aithusa prima di spostarlo dal suo grembo alla poltrona mentre si alzava per raggiungere il gatto tigrato. Si fermò di fronte allo scudo fissandolo volta attraverso l’oscurità della stanza. Un altro fulmine illuminò la notte e lo scudo rifletté la luce. Il tuono che seguì coprì le parole che pronunciò il giovane e le iridi di Merlino si colorarono di un oro intenso. Non appena la notte tacque di nuovo, Merlino era sparito nell’aria crepitante.

 

 

Cornwall – Dozmery Pool

 

Il vento soffiava in circolo attorno al lago, fulmini si abbattevano sulla riva con forza e l’acqua era un turbinio di onde. Gli alberi attorno al lago erano abbattuti e le chiome di quelli troppo lontani erano percosse dal vento e dalla pioggia.

Merlino apparì sulla sponda del lago. Gli occhi brillavano ancora di un oro intenso ed il suo cuore batteva velocemente nel suo petto.

 

Il giovane mago stese un braccio verso l’acqua ed urlò parole coperte dall’ululato del vento. La tempesta infuriava e l’acqua del lago si agitò ancora di più, vortici si formarono attorno al centro del lago e man mano che crescevano, davano sempre più spazio a qualcosa che lentamente si stava arrampicando verso il cielo, superando le barriere dell’acqua.

Dall’acqua spuntò la punta di una torre, poi ancora vennero a galla tutte intono. Un castello stava rialzandosi dalle profondità del lago, il giaciglio di morte di grandi uomini, Avalon, stava tornando dal passato. I fulmini cominciarono a colpire le torri alte e tonde ed i tuoni si facevano più potenti e crepitanti, l’aria era pesante ed umida. L’acqua del lago stava invadendo gli argini, ma Merlino non si mosse.

Erano passati quasi due millenni, aveva aspettato tutto questo tempo, ed adesso il suo cuore era gonfio di speranza.

 

Avalon era risorta dalle acque del lago. Alghe e muschi ricoprivano ogni sua pietra, della nebbia cominciò a formarsi attorno alle sue torri ed un silenzioso ma luminoso lampo illuminò le porte del castello.

Merlino trattenne il fiato. L’acqua gelida gli arrivava a metà coscia ed i fulmini avevano smesso di cadere, i tuoni si erano zittiti ed il vento si era ammutolito.

 

Ed ecco, dalla nebbia, spuntare una barca che galleggiava verso la riva e verso il giovane mago. Si avvicinava con una lentezza estenuante, insostenibile per il povero Merlino, il cui cuore pompava velocemente nell’attesa. Le nuvole cominciavano a diradarsi e la luna cominciava a rendersi visibile, insieme alle luminose stelle.

Quando la barca raggiunse la riva, il cielo era completamente sgombro, la luna brillava nitida attraverso l’oscurità ed i raggi argentei illuminavano il giovane mago, il cui sguardo era rivolto alla barca ed a chi essa trasportava.

 

Dopo quasi due millenni, il viso pallido di un giovane re tornò a brillare sotto le stelle. Dopo quasi duemila anni, il volto di re Artù veniva ammirato dal cielo e dalla Luna e da Merlino, il quale allungò una mano tremante sul viso del re e ne accarezzò la pelle fredda, le dita scivolarono attraverso le ciocche bionde e setose ed il pollice del giovane mago scivolò sulle sue labbra, in attesa.

Il cuore di Merlino perse un battito quando un soffio leggero, un respiro soffice, s’infranse contro il suo dito.

 

Il suo sorriso fu il più gioioso e grato da secoli e le sue lacrime non furono mai così dolci.

 

 

   
 
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