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Autore: Ofeliet    15/04/2019    0 recensioni
Alla fondazione del complesso del collegio, i professori avevano in mente grandi progetti per esso. Doveva essere una dimostrazione di eccellenza e perfezione. I suoi iscritti, comunque, vantano ben poco simili qualità.
D'altronde, cosa puoi fare con un folto gruppo di adolescenti impegnati a rivaleggiare e sgominare team malvagi da quando hanno iniziato a viaggiare? Niente. Puoi solo insegnargli ad essere studenti modello, e fallire nel tentativo. D'altronde, si ha a che fare con campioni non più in erba ed esperti del mestiere, tutti focalizzati sul diploma e sulla gloria che deriva da esso.
Qui tutti hanno più di un asso da giocare, e soprattutto hanno voglia di vincere.
| Airplane Bikini Contest DualRival FerrisWheel Ikari Pokè Ranger | ed altre...
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Ash/Misty, Drew/Vera
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il mondo della scuola. ~'
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Capitolo Diciassette: Aspettiamo la battaglia ma stiamo già combattendo.


Dopo quasi un mese di silenzio le comunicazioni con Unima erano state ripristinate e la professoressa Aralia non aveva esitato a contattarli. Non aveva buone notizie per loro.
« Quando siamo arrivati, il team Plasma aveva già invaso tutta la parte occidentale della regione. » dice la professoressa, sistemandosi una ciocca dietro l’orecchio. Aveva l’aria stanca, avendo passato l’ultima settimana a cacciare ogni recluta dal suo paesino. « Credo che a breve vi contatteranno anche dalle altre città. » aveva l’aria grave, ma più andava avanti con le notizie da riferire il suo viso si illuminava di sollievo. Una volta terminata la comunicazione è il turno di Touya per contattarli dalla Lega, riferendo anche lui informazioni molto simili.
« Sono diventati molto più aggressivi dall’ultima volta. » aggiunge. « Ci sono voluti diversi giorni prima di sconfiggerli definitivamente. » Samuel Oak lo ringrazia per l’aggiornamento, prima di chiudere la comunicazione e massaggiarsi dubbioso il mento. La situazione stava velocemente precipitando, e stava andando tutto fuori dal controllo. Certamente erano preparati a un attacco massivo, ma simili guerriglie sparse per tutte le regioni non era un qualcosa che si era aspettato. Probabilmente la collaborazione tra di loro non aveva funzionato, come dimostrava l’interferenza del team Rocket a Hoenn. Non era un comportamento da alleati, poco ma sicuro, ma in un simile stato erano probabilmente anche più pericolosi. Senza una sola mente a guidarli tutti, ognuno avrebbe fatto come più desiderava, teso verso gli obiettivi che più gli interessavano. Certamente Kanto e Johto per ora erano rimaste intoccate dal conflitto, ma molto presto anche loro sarebbero stati travolti dai combattimenti.
« Ho sentito le ultime da Unima. » era così perso nei suoi pensieri che non si era accorto di Elm, che era entrato silenziosamente nel suo ufficio. Samuel annuisce, stanco. « E’ un bel problema. »
« Bisogna pensare a come distribuirci. »
« Penso che la priorità in questo momento sia Hoenn. » esordisce Elm. « Il bilancio di quella regione è uno dei più gravi, Sinnoh sta già arginando i propri danni. » Samuel annuisce, convinto.
« Dovremo comunque inviare aiuti anche lì. »
« Questo mi sembra ovvio. » Elm fa una pausa. « Sono preoccupato per Unima, è quella più lontana. »
« C’è Aralia ad occuparsi della questione. Noi possiamo solo fornire supporto e aiutare fin dove possiamo. » Elm non sembra molto convinto.
« Secondo te dovremmo dirlo agli studenti che sono rimasti? »
« Ne sono rimasti? » chiede Samuel con una risata. La scuola era completamente vuota, e metteva profonda tristezza. Erano troppo abituati ad averla piena di ragazzi che ravvivavano l’ambiente, e invece ora c’era un assordante silenzio per i corridoi. « Credo che ormai lo sappiano dalle notizie e dai contatti coi compagni. » il professore si alza, invitando Elm a seguirlo. Sarebbero andati a controllare le risorse disponibili e scelto la quantità da spartire con le altre regioni. Sulla strada verso il deposito, però, c’erano Ash e Misty. I due ragazzi li salutano, con aria un po’ tesa.
« E voi che ci fate qui? » Misty sorride.
« Ash si era scordato di riportare un libro. » il ragazzo sembra piccato dalla sua spiegazione, ma non nega che quella fosse la verità.
« Anche tu ne avevi diversi da restituire! » sbotta, e Misty gli colpisce il braccio.
« Io li ho riportati perché li ho finiti, non perché me ne sono dimenticata! » simile teatrino sembra rilassare i due professori, che sorridono e li salutano riprendendo la loro strada. Misty li osserva andare via, prima di voltarsi verso Ash. Le sue sorelle si stavano occupando di Celestopoli, e anche Julia non si muoveva da Azzurropoli. Era un po’ deprimente, e non credeva che avrebbe mai sentito la mancanza delle lezioni. Ormai erano una tale quotidianità che non averne la faceva sentire a disagio.
« Ci sono stati problemi da te? » le chiede all’improvviso Ash, facendola sobbalzare.
« No, non ho notato niente di strano. Da te? » Ash ride, per quanto è una risata molto secca.
« Gary scatta ad ogni movimento a Biancavilla, quindi non mi preoccupo. »
« Capisco. » ritornano in silenzio, che era tornato a essere leggero tra di loro. Misty si sentiva bene, e felice, che tutto fosse tornato alla normalità.
« Comunque… » inizia Ash, un po’ esitante. « Tu hai regalato dei dolci a San Valentino a qualcuno? » Misty lo guarda, perplessa.
« Perché mi fai questa domanda? »
« Volevo fartela prima, ma con tutto quello che è successo non ne ho avuto l’occasione. » Misty sorride debolmente.
« No, a nessuno. »
« Quest’anno non ne hai portata né a me né a Gary. » sbotta allora Ash, con tono offeso. Misty sgrana gli occhi. Ash voleva che lei gli regalasse qualcosa nella giornata più romantica dell’anno? Stava fraintendendo o Ash non si rendeva conto di ciò che stava dicendo? « Insomma, fai dei dolci buoni, è stato strano non riceverne. » la ragazza sospira, improvvisamente conscia.
« Non ne ho fatti per una ragione ben precisa. » dice, guardando avanti a sé.
« Ah sì? Quale? » Ash le si para davanti, serio, e Misty si lascia andare ad una breve risata amara.
« Tu mi hai respinta, non ha senso che te ne prepari. »
« Non ho mai respinto i tuoi dolci Misty! Quando è successo? » Misty batte le ciglia un paio di volte, incredula, prima di scoppiare a ridere e riprendere a camminare verso Celestopoli. Si era innamorata di un idiota, e sembrava che non le sarebbe mai passata. Poco male, almeno Ash avrebbe sempre saputo come farla ridere.


Mei non aveva avuto occasione di rimanere da sola con Giulia. Certo, aveva interagito con lei più di una volta, ma erano molto diverse e avevano pochi interessi in comune. In una simile occasione, però, si sentiva in dovere di aiutarla. Giulia non riusciva più a trovare la sorella. Mei non aveva indagato troppo, ma l’aveva aiutata a fare la denuncia di scomparsa e a cercarla per tutta Austropoli. La donna sembrava svanita nel nulla.
Mei, quindi, aveva ripiegato per una pausa e aveva condotto la compagna verso il chiosco del gelato, dandole uno in mano sua e facendola sedere sulla panchina.
Giulia le appariva più che sconsolata. Persino la sua Zorua sembrava non riuscire a risollevarle il morale.
« Non scoraggiarti! Magari anche lei è partita per un breve viaggio e non pensava che tu saresti tornata così presto. » Mei cerca di consolarla come può, ma il team Plasma aveva fatto considerevoli danni alla loro regione, e per quanto non fossero nella stessa condizione di Hoenn, il clima era molto teso. C’erano molte persone scomparse che la polizia stava cercando, e una simile notizia aveva fatto sprofondare Giulia nella disperazione più nera.
« Me l’avrebbe detto. » sussurra allora lei, con vice flebile. Era la prima cosa che diceva da quando hanno iniziato le ricerche, tanto che a Mei per poco non va di traverso il gelato. Le appoggia una mano sulla spalla, prima di incrociare lo sguardo di N che stava passando proprio su quella strada. Quello sì che era una coincidenza particolare! La ragazza agita la mano, e il ragazzo muove la sua ricambiando il saluto.
« Come mai da queste parti Mei? » le chiede lui, avvicinandosi, e la ragazza fa spallucce.
« Aiuto una mia amica a cercare sua sorella. » lo sguardo di lui si fa più apprensivo, ma Giulia era tornata a mostrare un’espressione impassibile.
« Capisco. Spero la ritroviate presto. »
« Certamente. » sorride debolmente Mei. « Tu invece che ci fai qui? Credevo che Austropoli fosse troppo vasta per te. » N le sorride, ricambiando.
« Sto facendo delle ricerche per conto mio. »
« E non hai invitato mi cugina a farti compagnia? » vede le guance di N colorarsi leggermente, ma lui tossicchia riprendendo compostezza.
« Non è un’indagine interessante, e credo preferisca rimanere a Soffiolieve per adesso. » N le saluta, riprendendo la sua strada, e Mei lo osserva infilarsi in un vicolo. Certamente N era un tipo strano, non lo negava, ma certe volte il suo comportamento non lo capiva. Poi è un attimo. Se avesse battuto le palpebre non avrebbe visto tre figure infilarsi nel vicolo subito dopo di N. Il cuore di Mei inizia a battere, mentre scatta in piedi e si dirige in fretta anche lei verso quella stradina quasi nascosta dall’occhio distratto.
Si infila velocemente, ignorando i richiami di Giulia, e non trova nessuno. Non c’erano figure incappucciate, e nemmeno N. Era un vicolo cieco. Simile situazione non le piaceva. Giulia la raggiunge, e guarda anche lei nel vicolo cieco.
« Sei scattata così velocemente che nemmeno ti ho visto. » dice, ansimando. « Che è successo Mei? » la ragazza trema, leggermente, e prende il suo Interpoké.
« Devo chiamare subito la professoressa Aralia. »


Paul era consapevole che ciò che si apprestava a fare poteva benissimo essere definita una follia, e non era da lui. In genere lui era quello razionale, che valutava il potenziale dei suoi Pokémon, che non era sentimentale.
Eppure non negava che era preoccupato. Certo, la Sede Galassia era nella sua città e per quanto Reggie fosse ben lontano dal pericolo, il suo pensiero andava ben oltre. Rupepoli avrebbe resistito a quel team, ne era certo, ma era passata più di una settimana dal rapimento di Lucinda e non c’erano notizie su eventuali tentativi di soccorso. Aveva parlato con qualche poliziotto, ma questi avevano liquidato la cosa in fretta. Lucinda era una figura popolare a Sinnoh, nessuno le avrebbe torto nemmeno un capello. Lui non ne era certo, ma per qualche giorno aveva lasciato correre. Quella mattina, però, un grosso terremoto aveva scosso la città, e l’epicentro si trovava esattamente sotto all’edificio di possesso al team Galassia. Aveva aiutato Reggie a mettere al sicuro i Pokémon che aveva in allevamento, poi aveva raccolto i suoi e si era diretto verso il centro di Rupepoli.
Avrebbe espugnato tutto quel palazzo da solo, se necessario.
Paul sa che dovrebbe essere più forte di così. Sa di essere più astuto e più razionale, ma il pensiero di Lucinda nelle mani di gente senza scrupoli lo faceva stare male.
Che il loro rapporto fosse progredito era ovvio, aveva accettato il dolce che lei gli aveva porto nonostante non avesse grande amore per essi. Non aveva mai trovato però l’occasione di parlarne con lei, almeno di spiegarsi a vicenda, e aveva fatto diventare il loro rapporto teso e ricolmo di imbarazzo. Detestava ammetterlo, ma era colpa sua. Era però certo che una volta finito quel conflitto le avrebbe parlato, e avrebbero messo in chiaro tutto ciò che dovevano tra di loro.
Prima però l’edificio della Sede Galassia si stagliava di fronte a lui. Entrare non sarebbe stato facile, ne era consapevole, ma farsi avanti con forza bruta era l’unico modo a cui riusciva a pensare. D’altronde tentare di infiltrarsi era inutile, la sorveglianza era diventata più frequente e sospettosa da quando avevano preso i due ostaggi.
Il ragazzo entra con calma dentro l’edificio, venendo presto intercettato da tre reclute.
« Questo non è posto per ragazzini. » esclama uno.
« Non è posto nemmeno per voi. » replica Paul, irritandoli. Due di loro fanno uscire dalle Pokéball due Stunky, e Paul richiama Aggron, spazzandoli via senza alcun problema, per poi guardare con intensità la terza recluta. Questa trema visibilmente, prima di voltarsi e tentare la fuga. Non poteva permetterselo, quindi fa uscire Frostlass.
« Froslass, usa Geloraggio. » la Pokémon obbedisce, scagliando un getto gelido verso il fuggitivo e bloccandolo. I due sconfitti lo guardano terrorizzati. Non può fare affidamento su di loro per trovare Lucinda, potrebbero condurlo ad una trappola, ma sapeva che le loro chiavi di reclute non lo avrebbero portato lontano ugualmente.
Paul sospira. « Aggron, usa Testata contro la porta. » il Pokémon gli obbedisce senza alcun problema. Certamente ora l’effetto della sorpresa era completamente andato, ma Paul sapeva di poter andare avanti usando la forza. Era la tattica che l’aveva portato più volte alla vittoria e non aveva fallito.
Le reclute arrivavano da ogni dove, ma non potevano niente contro la sua squadra. Paul aveva perso il conto di quanti Golbat e Glameow aveva messo al tappeto. Le reclute tentavano di fermare la sua avanzata, blaterando su eventuali promozioni o gloria in caso di una sua sconfitta, ma nessuno era in grado di competere al suo livello.
Dopo l’ennesima recluta mandata a terra Paul le si avvicina, afferrandola per la collottola.
« Perché incontro solo voi? » gli chiede. « Dove sono i vostri capi? » l’uomo sotto di lui trema, livido di terrore.
« Sei solo fortunato che oggi nessuno dei comandanti è in sede! Altrimenti ti avrebbero già fatto a fettine! » sembrava essere il suo giorno fortunato, aveva messo in conto di sfidare anche i generali ma la loro assenza rendeva la sua missione molto più facile. Paul lascia andare la recluta, procedendo nella sua ricerca. Quel luogo era un labirinto fatto di teletrasporti, ma si era abituato velocemente ai giramenti di testa che gli provocavano. Doveva avere ancora perseveranza, era sicuro che sarebbe riuscito a trovare il luogo che cercava. Arrivato in una stanza Paul nota che ci sono delle reclute vicine ad uno dei teletrasporti. Aveva fatto centro, aveva trovato quello che cercava. Le due reclute lo attaccano, ma non gli ci vuole molto a spazzarli via con Electivire. Con una certa urgenza Paul attraversa il portale, e si trova davanti Lucinda. La ragazza gli sembrava spaventata e in guardia, ma non appena lo vede sgrana gli occhi e gli si getta al collo. Gli era mancata, Paul lo ammetteva a se stesso. Lucinda lo stringe forte a sé, per poi rendersi conto del suo gesto ed allontanarsi imbarazzata. Paul distoglie lo sguardo mentre lei si liscia una ciocca di capelli.
« Sei qui. » dice lei, e Paul sente il suo sguardo su di sé. « Sei davvero qui. »
« Sì. » sussurra, ma all’improvviso una sirena interrompe ogni suo pensiero. Qualcuno era riuscito a dare l’allarme, nonostante ci abbia impiegato parecchio tempo. « Andiamo. » Paul afferra la mano di Lucinda, che però rimane immobile. La ragazza lo guarda con più intensità.
« Non posso! » esclama. « Hanno portato via mia mamma e non ho idea di dove sia. » Paul stringe i denti. Come poteva non capire che fossero in pericolo e che non potevano trovare sua madre? Ormai le loro possibilità di scappare da quell’edificio erano sempre più sottili e Paul sapeva di dover fare una scelta.
Senza pensarci una seconda volta, strattona Lucinda e la trascina con sé al portale. Lucinda strepita, picchia contraria il suo braccio, probabilmente sta piangendo. Lui non lo sa, e non ha tempo di voltarsi. Deve trovare un modo veloce per uscire da quel posto. Ricorda il percorso che aveva fatto dall’entrata, ma probabilmente quello ormai era inutilizzabile. Doveva trovare un modo di salire sul tetto, da lì poteva spiccare il volo su Pidgeot.
Lucinda strilla qualcosa che lui non riesce a sentire nel frastuono, quindi la strattona ancora, guardandola in viso.
« Sto cercando di salvarti la vita, stupida ragazzina! » urla facendosi sentire nonostante il rumore. « Se proprio vuoi morire posso lasciarti qui! » il suo scoppio sembra scioccare la ragazza, che si ammutolisce e smette di lottare, lasciandosi condurre improvvisamente docile. Probabilmente aveva sbagliato approccio, ma in una simile situazione era l’unico che poteva usare. Si apre la strada con i suoi Pokémon, a suon di violenza bruta e magie spettrali. Le reclute sembrano cadere come birilli, e Paul riesce ad aprirsi la strada fino al tetto.
Il vento soffiava caldo lì, portando un vago profumo di fiori, che lui non aveva mai apprezzato. Chiama Pidgeot dalla sfera, facendo salire prima Lucinda, ma un improvviso boato fa innervosire il suo Pokémon che chiude le ali. Lui e Lucinda guardano il monte Corona, dal quale proveniva quel rumore. Il cielo si era tinto di colori insoliti, e un colore rosso si era acceso sulla punta più alta della montagna. Entrambi impallidiscono, si ricordavano un simile evento e ricordavano anche cosa era successo dopo. Il bagliore dura qualche istante, poi si spegne. Il cielo torna del suo colore naturale, come se non fosse diventato uno specchio degli inferi.
« Stai pensando…? » Paul annuisce.
« Era una rossocatena. Quei bastardi stanno di nuovo cercando di catturare i Pokémon leggendari. » Paul digrigna i denti, ecco perché non c’erano i generali alla base. Si erano presi gioco di tutta la regione.
« Credo… che dovremmo contattare i professori. » mormora Lucinda.
« Credo che, ormai, anche loro possano fare ben poco. »


« Professoressa, so cosa ho visto! » Mei aveva il fiatone per la fretta con cui aveva parlato fino a quel momento. Aralia aveva cercato di cogliere le informazioni più importanti, e da quello che aveva capito Natural Harmonia era stato rapito. Non era troppo strano, c’erano già state diverse sparizioni nella regione, ma un eventuale rapimento di N era il più logico. Era l’antico sovrano, il vero e unico discendente della famiglia reale di Unima, averlo con sé era certamente un grande aiuto per il morale delle reclute.
« Sì, Mei, ti ringrazio per avermi raccontato questa cosa. » la donna prende un respiro, massaggiandosi le tempie. « Per favore ora vai a riferirlo anche alla polizia, così si potrà avviare un’indagine ufficiale. » Mei non sembra molto convinta delle sue parole, ma annuisce e la saluta. Ora ci mancava anche quel problema. Aveva congedato Giulia, non trovando opportuno coinvolgerla in un altro problema, ma certamente doveva riferire la cosa a Touko. Non l’avrebbe presa bene, questo era sicuro, ma era suo dovere saperlo.
« Ma tu guarda chi si vede, la ladra di cioccolato! » Mei scatta, voltandosi verso Ciprian. Lei cerca di fulminarlo con lo sguardo, ma il sorriso del ragazzo intercetta qualsiasi suo tentativo di essere acida.
« Di certo non sono un Capopalestra lavativo. » replica, ma ciò non intacca minimamente il sorriso del ragazzo, che le si avvicina, incuriosito.
« Sembra che hai parecchi problemi, Mei. » era raro che la chiamasse per nome, e infatti simile cosa la interdice per qualche attimo. Ciprian era riuscito a spazzare per qualche momento ogni sua preoccupazione e frustrazione, ma ormai era ritornata a lei in piena potenza. Lei sospira, e lui la osserva apprensivo.
« Guarda che io scherzavo. » le dice, cercando di risollevarla, ma ottiene solo uno sguardo spento. « Ne vuoi parlare? » Mei vorrebbe sbottare che lui sarebbe l’ultima persona con cui si confiderebbe, ma invece rilascia un lungo sospiro disperato.
« Probabilmente un mio amico è stato rapito sotto ai miei occhi e io non sono stata in grado di aiutarlo, senza contare che anche ad una mia amica hanno rapito una persona importante per lei e anche lì non sono stata in grado di fare niente. » stava parlando come un fiume in piena e non ne comprendeva il perché.
Ciprian non parla, invece le appoggia una mano sulla spalla. « Ehi, sono abbastanza sicuro che tu non abbia potuto farci niente. Ti conosco, sei una combattiva. Hai domato Kyurem, non c’è niente che tu non possa fare. » Mei sorride, leggermente divertita.
« Ehi, tu! » la loro quiete viene interrotta da due reclute del team Plasma, che stavano osservando Ciprian. « Tu sei il Capopalestra di Grecalopoli, sei uno dei peggiori! »
« Esatto! » esclama l’altra recluta. « Consegnaci i tuoi Pokémon o li libereremo da te con la forza! » entrambi osservano con poco interesse i due, quasi tentati di ignorarli, almeno finché uno non ordina al suo Sandile di attaccarlo. Mei è la prima a reagire, chiamando il suo Vanilluxe e mettendo al tappeto con un’unica mossa il Pokémon avversario. Era pur sempre una ex Campionessa, e come tale mettersi contro di lei era una partita persa già in partenza. Ciprian la osserva con ammirazione e quasi vorrebbe applaudire. Lui era intenzionato a risolverla in maniera più pacifica, ma gli piaceva anche il taglio che Mei stava dando alla situazione.
« Avanti, sgherri! Combattete con me se avete il coraggio! » entrambi mettono in campo un Koffing e un Watchog, ma Mei non sembra minimamente preoccupata di loro.
« Vanilluxe, usa Purogelo! » entrambe le reclute urlano spaventate, e il suo colpo va ovviamente a segno. Entrambi i Pokémon sono esausti e vengono ritirati dalla lotta, e i due seguaci si danno alla fuga. Mei sorride, soddisfatta. Temeva di essere arrugginita, e aveva voluto terminare la lotta in fretta. Ne aveva ricavato una buona figura, e una buona dose di autostima. La ragazza si volta verso Ciprian con aria tronfia, e lui le sorride.
« Nonostante tu mi abbia già sconfitto una volta, non vorrei mai averti come avversaria. » commenta, facendola arrossire. « Comunque è strano, i seguaci del team Plasma non mi avevano mai dato personalmente fastidio. »
« E’ vero. Contando che il trio oscuro ha rapito anche N, è parecchio strano. Che sta succedendo nella nostra regione? » borbotta Mei.
« N è stato rapito? » a dirlo con una voce flebile è una ragazza, che Mei nella foga dello scontro non aveva notato. La ragazza incrocia gli occhi dell’altra e si pente subito di aver aperto bocca.
A pochi passi da loro c’era Touko.


Aveva già specificato come il rifugio alle cascate Tohjo fosse una pessima idea, ma quel suo spassionato consiglio era stato inascoltato. Sperava che quella fosse l’ultima volta che metteva piede lì, e desiderava tanto accelerare i suoi piani pur di non tornare di nuovo in quel luogo pieno di umidità. E’ Atena ad attenderlo davanti all’ufficio di Silver, cosa insolita.
« Ho delle informazioni importanti da riferire. » le dice, ma la donna sembra irremovibile.
« Sì, anch’io, ma Silver sta parlando con Archer. » Daniel guarda la donna, poi la oltrepassa e apre la porta senza curarsi dei suoi richiami. Era vero, c’era Archer nella stanza, ma lui non intendeva certo che venisse fatto aspettare come una recluta qualsiasi.
« Tu che ci fai qui? » gli chiede gelido Archer, e lui gli sorride sornione.
« Quello che faccio ogni volta che sono costretto a venire qui. » l’uomo alza gli occhi al cielo.
« Io e Silver stavamo discutendo. »
« E io ho delle informazioni da passare, quindi credo di avere la precedenza. » Archer lo guarda, sorpreso, e si volta verso Silver, in cerca del suo intervento. Il ragazzo sembra impassibile, ma poi apre bocca.
« Esci. » dice, e Archer si sente tronfio, almeno finché non sente il suo nome. Si gira sconvolto verso il suo capo, ma obbedisce senza fiatare e si dirige verso la porta, dando una forte spallata a Daniel, che non gli presta attenzione. Il ragazzo attende che la porta dietro di loro si chiuda, e poi rivolge la sua attenzione verso Silver che stava seduto. Con una certa disinvoltura Daniel si avvicina al tavolo, sedendosi sopra senza preoccuparsene, tanto Silver aveva rinunciato a farlo scendere da lì, e gli mostra una chiavetta.
« Questa vi verrà a costare molto salata. » dice, abbassando il tono. « Sei sicuro che i tuoi babysitter ti permetteranno di comprarle? » la sua frase ha l’effetto di irritare Silver, che afferra l’oggetto dalle sue mani e inizia a controllare le informazioni al suo interno. Daniel si china sullo schermo, sorridendo divertito. « Sono di tuoi gradimento o le volevi più scottanti? » gli chiede, osservando la sua espressione cambiare sempre di più mentre legge i file relativi al team Galassia. Silver distoglie lo sguardo dallo schermo e lo fissa negli occhi.
« Archer dice che faccio troppo affidamento su di te. » replica, scatenando una risata nell’altro ragazzo.
« Archer è solamente geloso perché ti fidi più di me che di lui. » dice, piegando la testa di lato. « Ma in fondo ti capisco, io ti tratto come un vero capo del team Rocket, ai miei occhi non sei un rimpiazzo di Giovanni. » le sue parole sembrano colpire qualcosa in Silver, che prende un grosso respiro, ma non abbastanza da farlo replicare. Un vero peccato.
Daniel guarda lo schermo, stava analizzando le informazioni relative al team Plasma. « Niente che non mi aspettassi. » commenta, facendolo sorridere. Daniel accavalla le gambe, sistemandosi meglio sul tavolo.
« Ghecis non è uno che ha tanta fantasia, glielo devo riconoscere, ma ha raccolto intorno a sé un gran numero di scienziati. E’ riuscito a convincere persino Acromio ad unirsi nuovamente alla sua causa. » quella era una sorpresa, ma niente di infattibile.
« Quanto è alto il rischio che rompano i patti? » Daniel gira il viso verso di lui, con una scintilla di divertimento negli occhi.
« Li hanno già rotti, Silver, mi sembrava ovvio. » l’altro deglutisce. « Non hanno alcuna intenzione di aspettarvi, nonostante qualche difficoltà nella loro regione. Per quanto ne so, i detentori dei leggendari sono tornati a Unima, insieme al legittimo re, e probabilmente daranno parecchi problemi. » Silver lo ascolta, interessato. Era così facile catalizzare la sua attenzione, ridurre al minimo il suo astio. Lentamente era riuscito a togliere tutte le sue spine, e ora non gli rimaneva altro che distruggere il fiore.
« Comunque, vista la loro lontananza, non ci daranno problemi tanto presto. » commenta allora, analizzando nuovamente con più attenzione i dati sul team Galassia. Più va avanti nella lettura e più una sincera preoccupazione si fa strada dentro di lui. Erano dei folli, quel team era composto da folli. Non solo avevano sperimentato su cavie vive delle atrocità, ma stavano finalizzando un progetto che li avrebbe probabilmente condannati tutti. Questo era un problema al quale serviva subito una soluzione.
Sapeva che al di fuori del suo team non avrebbe trovato alleati. Forse poteva rivolgersi a Kotone, o anche a Elis. No, ormai sapevano del suo coinvolgimento con il team e non gli avrebbero creduto una simile notizia, tanto meno diffusa. Non poteva certamente rivolgersi ai professori.
« Chi altro sa di questa notizia? » chiede, cercando di imporsi la calma per trovare una soluzione.
« Per ora nessuno, voi siete i miei migliori acquirenti quindi ho pensato di passarle prima a voi. » Silver sorride, amaro, chiudendo tutto il materiale e infilandosi la pendrive in tasca.
« Bene. Questi file rimangono con me. Ti addebiteremo il prezzo che chiedi. » Daniel sorride, sornione.
« Questa volta c’è un sovrapprezzo. » il suo sorriso si allarga nel vedere la sua espressione. « Sono informazioni importanti, mi merito un pagamento in natura. » Silver impallidisce, indeciso se dare a quelle parole una sfumatura ben precisa.
« Che cosa vuoi? » Daniel gli sembra pensieroso, facendo trascorrere istanti interminabili, poi si avvicina a lui con una certa decisione. Si fa sempre più vicino, tanto che Silver smette di respirare.
« Per ora prendo questa come acconto. » gli sussurra lui, alzando il suo lasciapassare davanti al suo viso. Silver riprende a respirare, e non reagisce nemmeno al saluto dell’altro ragazzo quando questi esce, per poi uscire anche lui.
« Fa riunire i generali, li aspetto dalle cascate. » ordina ad una recluta, che si dilegua non appena finisce di parlare. Quello che il team Galassia stava cercando di fare era terribile. Con calma il ragazzo esce dal loro nascondiglio, e il rumore delle cascate riempie le sue orecchie. La luce che proveniva dalle sue entrate del posto lo accecava, ma non poteva fare altro che voltarsi.
C’erano due allenatrici che stavano attraversando il passaggio in quel momento, ma erano tanto prese dalla loro conversazione che non avevano fatto minimamente caso a lui. Sentiva a malapena quella più piccola commentare sul fatto che la prossima volta che l’altra avrebbe visitato Amarantopoli dovevano assolutamente provare il tofu in brodo insieme. Silver le guarda proseguire la loro strada e uscire da lì, invidiava la loro spensieratezza. Lui, come figlio di Giovanni, non ne aveva mai avuta. Certo, la sua squadra era l’unica cosa di cui si fidava, ma certe volte vedendo le ragazze che vivevano a Borgo Foglianova veniva pervaso da una forte invidia.
« Ci hai fatto chiamare, Silver? » tutti e quattro i generali erano davanti a lui, probabilmente sopresi per una riunione in un luogo così inusuale.
« Sì. »
« Ma perché non potevamo incontrarci dentro? » brontola allora Maxus. « Ho dovuto abbandonare una delle mie maschere- » un’occhiata di Silver lo mette a tacere, e i quattro generali sembrano piuttosto tesi. Probabilmente stavano tramando qualcosa alle sue spalle, visto il loro comportamento, ma lui non aveva tempo di prestarci più attenzione del dovuto.
« Vi ho chiamati qui per evitare che qualcuno possa origliare. » commenta allora, fissandoli. Archer sembra annuire, compiaciuto della sua scelta. Lui probabilmente era l’avversario più pericoloso in una simile situazione. « Mi è stato riferito delle nostre truppe a Hoenn. Non mi è stato riferita nessuna autorizzazione per un simile spostamento. » stava mentendo, lo sapeva già da due settimane, ma aveva tenuto da parte la notizia per un momento simile. Stava migliorando con la manipolazione, se teneva la sua impulsività a bada. In un momento del genere gli sarebbe stata solo nociva. « Fortunatamente per voi, ho altri piani rispetto a quello di cercare il colpevole di un simile abuso di potere. » Milas sembra rilassarsi alle sue parole, probabilmente lui era coinvolto in una simile operazione. « Ritirate le nostre reclute da Hoenn, abbiamo bisogno di personale qui. »
« Non capisco. » parla allora Archer, e Silver incrocia il proprio sguardo col suo. « Le reclute qui potrebbero diventare ribelli, e gli spazi diventerebbero ristretti. » Archer, stranamente, aveva abboccato con troppa facilità.
« Infatti sto dicendo di richiamarle per un altro motivo. » le sue parole colgono di sorpresa tutti i generali, lasciandoli senza parole. La sensazione di avere il coltello dalla parte del manico era grandiosa. Lo faceva sentire molto più potente del solito. « E’ arrivato il momento di attaccare Kanto e Johto. Dobbiamo riprenderci ciò che ci spetta. »



Spiegazioni casuali:
- non so se l'ho già detto ma Kanto&Johto sono basate sulle regioni giapponesi quindi nessuna sorpresa se poppano fuori pietanze tipiche loro





E riecchece, al calar della primavera.

Commenti sul capitolo:

Ormai la piega scolastica è andata proprio a perdersi, ma giuro che poi tornerà. Per ora cercate di godervi la parte action della storia, giuro anche su questo che è buona.
Paul ha avuto un lunghissimo paragrafo di virilità tutto per sé e mi ricordo che mi piacque tanto scriverne. Il suo rapporto con Lucinda ne risentirà? Per questa risposta dovrete continuare a leggere ~
E poi c'è Daniel, che da brava mina vagante continua a fare danni irreparabili in giro per il mondo perché altrimenti sarebbe disoccupato. A spese di Silver tra l'altro.

Ringraziamenti:

Stavolta non ho nessuno da ringraziare nominalmente, ma sono tanto grata per la gente che passa qui a leggere questa storia invecchiata male.


   
 
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