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Autore: Justice Gundam    17/04/2019    1 recensioni
Quello che per un variegato gruppo di avventurieri comincia come un viaggio in incognito e una missione di recupero di poche pretese, si rivela essere invece soltanto una parte di un vasto intrigo che li porterà a confrontarsi con il lato oscuro del loro paese, e con antichi misteri che si credevano ormai dimenticati. Ispirato alle sessioni di Pathfinder che gioco assieme ai miei amici.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Pathfinder: L'Ascesa della Follia

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 10 – Il rifugio sotterraneo

 

Non era stata una giornata memorabile, riflettè Sebastiano Sansovino mentre dava un'occhiata ad alcuni fogli alla luce della lanterna che pervadeva il suo ufficio improvvisato, in quei sotterranei abbandonati ed inquietanti. Già da alcune ore, quei marmocchi e i loro compagni si erano asserragliati in quel magazzino, e non avevano mostrato alcuna intenzione di uscirne... e neanche, se era per quello, di avventurarsi più in profondità. Se non altro, questa era una buona notizia, e avrebbe permesso loro di tenerli d'occhio... ma Sebastiano odiava questo clima di incertezza, e avrebbe di gran lunga preferito fare irruzione nel loro rifugio e catturare quei due mocciosi, per poi passare a fil di spada quel dannato mezzorco e quell'elfa che li proteggevano.

 

Ma la realtà dei fatti invitava alla prudenza. Non erano soltanto gli amici dei due bambini a preoccuparlo... i bambini stessi si erano dimostrati non essere indifesi come potevano sembrare. Quella ragazzina con le lentiggini menava certi colpi di spada... e quel marmocchio zoppo sapeva usare qualche strana magia! In tutto, aver sottovalutato quel gruppetto gli era costato tre uomini. E quattro goblin, ma di quelli non gli importava più di tanto - avrebbe potuto sostituirli con facilità.

 

Sebastiano sospirò, riavviandosi i capelli neri - ancora ben pettinati, malgrado l'umidità del luogo - e maneggiando nervoso un tagliacarte d'argento che giaceva sulla cassa che gli faceva da scrivania improvvisata. La stanza che lui aveva adibito a suo ufficio era in effetti una stanzina stretta, composta di una sedia, una cassa sulla quale Sebastiano aveva appoggiato i suoi strumenti (compresa una lanterna ad olio per farsi un po' di luce) e un mobile ormai cadente. Il capo di quella banda di fuorilegge guardò con astio quel luogo fatiscente, ripensando alle vicissitudini che lo avevano portato a quello stato.

 

"Cosa mi tocca fare. Ridotto a fare da balia ad un branco di fuorilegge e dare la caccia a due bambini per consegnarli agli agenti dei Villanova." disse tra sè, prendendo il suo tagliecarte d'argento, e piantandolo nella scrivania con un gesto noncurante.

Del resto, non c'era molto altro che lui potesse fare. Come quarto figlio di una famiglia di piccoli nobili dell'Ammilaia, si aspettava che a lui sarebbe andata una parte minore di eredità, ma era comunque sicuro nella consapevolezza che sarebbe stato più che sufficiente per vivere e per iniziare un'attività in proprio... se non fosse stato per i suoi fratelli maggiori che, dopo la scomparsa di suo padre, erano riusciti ad accapparrarsi ogni cosa grazie a cavilli legali, intoppi burocratici e i loro intrallazzi ai limiti della legalità.

 

E così, da un giorno all'altro, si era ritrovato a doversi arrangiare per sopravvivere... finendo per riunire attorno a sè un gruppo di persone altrettanto incattivite e insoddisfatte delle loro vite. Anche se non era partito con questa intenzione, aveva dato loro uno scopo, un proposito nella vita - prendersi una rivincita sulla società che aveva fatto loro questi torti, e magari farla pagare a chi aveva loro negato quello che spettava loro di diritto.

 

Certo, essere una semplice banda di fuorilegge voleva dire essere esposti ad un sacco di pericoli. Senza avere una protezione ad un certo livello, era difficile durare a lungo. Era per questo motivo che, quando un agente dei Villanova si era loro presentato per offrire loro quel lavoretto, Sebastiano non ci aveva pensato su due volte e aveva accettato. Sembrava una cosa tanto semplice, e avrebbe avuto la possibilità di affiliarsi ad una delle famiglie della criminalità organizzata più in vista di Tilea... se non addirittura la più in vista! Stando a voci di corridoio, il patiarca Don Mauro Villanova aveva in mente qualcosa di davvero grosso...

 

Sfortunatamente, non era andata liscia come Sebastiano si era immaginato. Catturare due bambini, avevano detto. Nulla di più facile, si era detto. Che complicazioni avrebbero potuto esserci?

 

Un bel po' di complicazioni, a quanto pareva. Nessuno gli aveva detto che quei marmocchi fossero così forti... e così, eccolo lì in quel sotterraneo buio ed umido, a cercare di prenderli d'assedio. Che situazione... poteva solo sperare che i Villanova avrebbero compreso le difficoltà che aveva incontrato, e che qualcuno mettesse una buona parola per lui, ma la situazione era molto incerta.

 

Mentre metteva a posto un po' di fogli e si alzava per muovere due passi, e magari farsi venire qualche altra idea, Sebastiano sentì qualcuno che bussava alla porta del suo "studio", e si passò una mano sulla faccia, osando sperare che ci fose finalmente qualche sviluppo.

"Avanti!" ordinò, mettendosi a posto la giacca che indossava - un vestito che una volta doveva essere bello e raffinato, ma che ora stava diventando consunto per il tempo che aveva passato per la strada e all'addiaccio. I suoi lineamenti raffinati, che ora cominciavano ad essere segnati dalle intemperie, apparirono per qualche istante più minacciosi all'individuo che entrò in quel momento, un uomo alto e ben piantato con una larga cicatrice su una guancia e una barba incolta. "Che succede? Ci sono novità?"

 

"Capo... penso che abbiamo trovato il modo di scovare quei marmocchi! C'è un passaggio che dovrebbe consentirci di prenderli alle spalle!" affermò il suo sottoposto, senza nascondere la sua soddisfazione.

 

Sebastiano fece un sorrisetto speranzoso. Quell'uomo condivideva il suo desiderio di andarsene il prima possibile da quel buco... e forse, questa era la loro migliore occasione. "Sì? Bene, questa sì che è una buona notizia. Ma dovete fare in modo che i mocciosi e i loro protettori non abbiano la possibilità di reagire, altrimenti potrebbero costarci altri uomini... e in questo momento non ce lo possiamo permettere. Quanti goblin abbiamo ancora?"

 

"Sei, credo... ha qualche idea, capo?" chiese il suo sottoposto.

 

Sebastiano si sfregò il mento per un istante, cercando di pensare ad una buona idea. "Hmm... sì, credo proprio che possiamo fare così... Okay, quegli stupidi goblin non ci serviranno più, dopo tutto questo." disse infine. "Possiamo tranquillamente sacrificarli. Una volta che vi siete assicurati che il passaggio sia sicuro, mandate quelle caccole ambulanti a prendere i bambini. Non ce la faranno, ma terranno occupati i loro compagni il tempo che ci serve per catturarli... e io mi occuperò di sistemare quel mezzorco."

Avvicinò la mano all'elsa di uno stocco finemente forgiato che pendeva dal suo fianco, e toccò il fodero nero decorato in argento. "Non vi nascondo che ci sarà qualche rischio. Ma... una volta che i goblin saranno andati a schiantarsi contro i nostri... ospiti... non dovrebbe essere troppo difficile catturarli. State attenti a catturare per primo il bambino zoppo, può darci parecchie noie con quelle sue strane magie."

 

"Va... va bene." mormorò il suo scagnozzo. Rabbrividì per un attimo al pensiero di doversela vedere con qualcuno capace di usare la magia - fosse anche un bambino, era un avversario pericoloso, e sacrificare i goblin schiavi era probabilmente l'unico modo di catturare i mocciosi senza esporsi a rischi eccessivi. "A proposito, devo andare ad avvisare il gruppo che sta di guardia ai livelli superiori. Sicuramente avremo bisogno anche di loro."

 

"Meglio non trascurare nulla." disse Sebastiano con un cenno della testa. Dopo aver dato un'occhiata al suo studio improvvisato, il nobile decaduto congedò il suo sottoposto e si preparò mentalmente a quello che andava fatto. Questa volta, non avrebbe sottovalutato la situazione... e si sarebbe presentato dai Villanova con i due mocciosi! Finalmente, sembrava che la fortuna cominciasse a girare anche dalla sua parte...

 

 

oooooooooo

 

Pandora e Maria avanzavano per prime, facendo luce ai loro compagni mentre scendevano le scale ed entravano in una stanza buia, spoglia e puzzolente di umidità, dalla quale un paio di corridoi sembravano penetrare nella terra ancora più in profondità. Era un luogo ancora più desolato ed inquietante di quanto apparisse dall'esterno, ed era immerso in un silenzio di tomba, l punto che i giovani avventurieri riuscivano a sentire bene il suono dei loro respiri e dei loro passi mentre, uno alla volta, scendevano in fondo alla rampa di scale.

 

"Ecco... ci siamo. Da qui in poi, non so cosa possiamo aspettarci." sussurrò Pandora. Con la mano sinistra, la giovane fattucchiera mosse la luce magica che aveva creato, per permettere a tutti di darsi un'occhiata attorno. Gunter e Iaco, abituati all'oscurità, guardarono da un'altra parte per essere sicuri che non ci fossero sorprese - e, nel caso del coboldo, per evitare il fastidio che la luce forte gli dava.

 

Dario scese le scale subito dopo di loro, e si mise un dito davanti alla bocca, raccomandando silenzio mentre la sua mano destra si stringeva attorno all'elsa di uno dei suoi pugnali. Il ragazzo si avvicinò furtivamente all'imboccatura di un corridoio alla sua sinistra e si mise con la schiena contro il muro, gettando una rapida occhiata all'interno, e poi tendendo le orecchie. Per diversi istanti, il gruppo di avventurieri rimase nella stanza buia e desolata, stando attenti ad ogni suono...

 

La loro prudenza si rivelò giustificata. Dopo quasi un minuto passato nel silenzio quasi assoluto, le orecchie acute di Nisa colsero un suono lontano. Gli occhi dell'elfa scintillarono in segno di allarme quando si rese conto che si trattava dei passi di una persona sul pavimento... anzi, due persone... e si stavano avvicinando lentamente ma senza sosta.

 

"Ragazzi..." sussurrò Nisa, stando bene attenta a non alzare la voce oltre lo stretto indispensabile per parlare con Pandora, che attendeva con aria tesa dietro di lei. "Sta arrivando qualcuno. Dobbiamo prepararci a riceverlo."

 

Pandora sgranò gli occhi allarmata, ma riprese subito la calma, estinse la luce magica che aveva creato (sperando che non se ne fossero già accorti) e cominciò a fare cenni di avvertimento al resto del gruppo. Dario annuì rapidamente e si acquattò quanto più poteva a lato dell'ingresso del corridoio, mentre Iaco si piazzava in un angolino, e si calava il cappuccio sul volto. Gunter e Maria, i meno furtivi del gruppo, compensarono nascondendosi dietro le scale, in modo che chiunque entrasse nella sala non potesse vederli subito...

 

I passi si fecero più vicini, e adesso anche Dario e Iaco riuscivano a sentirli, ma erano ancora lenti e cadenzati. Per fortuna, non sembravano sospettare ancora degli intrusi nel loro covo... due ombre indistinte cominciarono a profilarsi oltre l'ingresso del corridoio, e la luce di due torce cominciò a fare capolino...

 

"Tsk... perchè dobbiamo essere noi a dare la sveglia a quegli scansafatiche lassù?" si sentì una voce roca, segnata dall'asma, di uno dei malviventi.

"Tra non molto il capo dovrebbe riuscire a catturare quei due mocciosi. Ma avrà bisogno del nostro aiuto, lo sai che sono tosti." affermò un altro individuo. "E dobbiamo farci dare una mano anche da quelli di sopra."

"Bah. Se non altro, sembra che finalmente riusciremo ad andarcene da questo postaccio..." cominciò a dire il primo individuo, nel momento in cui varcò l'ingresso della stanza...

 

Non fece in tempo a terminare la frase. Nascosto nell'ombra, Iaco mosse rapidamente una mano, sussurando qualche parola nella lingua dei draghi... e senza alcuna ragione apparente, l'individuo che stava parlando si interruppe, barcollò in avanti e cadde disteso a faccia in giù, cominciando a russare sonoramente! Il suo compagno avrebbe probabilmente detto qualcosa in proposito... se non fosse stato per il fatto che Dario gli era già sgusciato alle spalle e stava tenendo uno dei suoi coltelli puntato contro la sua gola! Era successo tutto così rapidamente che il fuorilegge catturato da Dario stava ancora cercando di capacitarsene mentre il resto degli avventurieri uscivano dai loro nascondigli.

 

"Spiacente, non credo che avvertirete nessuno, là sopra. Abbiamo già pensato noi a metterli fuori combattimento." affermò il ragazzo biondo, e alzò appena un po' il suo pugnale in modo che il malfattore potesse vederne il filo. "Ora, fai esattamente come diciamo noi, e nessuno si farà male."

 

"C-cosa?" balbettò il malcapitato, lo sguardo che saettava da un componente all'altro del gruppo di avventurieri. "Chi... chi siete voi? Che cosa ci fate qui?"

 

"Siamo un gruppo di persone che sono... entrate in società, per così dire." rispose con espressione convinta la giovane Pandora, con Sotero arrampicato sulla sua spalla. "Stiamo cercando due bambini di nome Matilde e Bastiano... oltre che i loro accompagnatori."

 

"Siamo stati pagati per farlo, giusto per spiegare il perchè è affare nostro." disse Gunter. Il nano teneva ben stretta la sua robusta ascia, il moschetto assicurato sulla schiena e tenuto ben nascosto da un drappo bianco. "E voi... anche voi siete qui per recuperarli, vero? Sono stati i Villanova a pagarvi per farlo."

 

Inutile negare, visto che quel nano sembrava sapere già come stessero le cose. "Tsk... fatemi indovinare... sono stati quei mollaccioni al piano di sopra a cantare come usignoli, vero?" affermò. "E va bene... il nostro capo voleva mettersi un po' in mostra con i capi dei Villanova, e voleva recuperare quei due mocciosi per conto loro."

 

"Ma a che scopo?" chiese Maria. "Cosa ci guadagnano i Villanova da due orfani?"

 

Il criminale, messo con le spalle al muro, non potè rispondere che con un'alzata di spalle. "So soltanto che i Villanova hanno dei collaboratori... e questi hanno richiesto proprio quei due marmocchi per fare qualche... esperimento, o cose del genere. Forse perchè hanno delle abilità... molto particolari. Non so altro, lo giuro!"

 

"Per essere un galoppino, sai anche troppo." rispose Maria, il cui accento tradiva il disgusto e il raccapriccio che provava all'idea di esperimenti fatti su due bambini innocenti. "Ma che razza di abilità avrebbero, quei due marmocchi? Sappiamo già che Matilde è molto forte e si addestra per diventare una spadaccina..."

 

"Quella mocciosa è già una spadaccina!" protestò il malfattore. "Eravamo là che stavamo per prenderla... ma quella ha sfoderato una spada grande come lei, e ha fatto fuori uno dei nostri! E anche un goblin, già che c'era! E poi... e poi è arrivato quel suo amichetto zoppo, e ci ha lanciato contro qualche incantesimo! Non so esattamente cosa fosse... e non mi interessava neanche scoprirlo! Abbiamo tagliato la corda..."

 

"Cosa?" esclamò Iaco, alzando la voce per un attimo prima di rendersi conto dell'errore e tapparsela. "Ehm... volevo dire... anche lui stregone come me?"

 

"O forse un oracolo..." rispose Nisa dopo averci pensato un po' su. "Gli oracoli manifestano la loro magia spontaneamente, proprio come gli stregoni, ma usano magia divina invece che arcana."

 

"Va bene, va bene... non mi sembra il caso di stare qui a fare tante distinzioni. Ci spiegherai dopo la differenza." tagliò corto Maria. "Quello che conta, adesso, è raggiungere quei bambini prima che lo facciano gli amichetti di questo signorino."

 

"Io un'idea ce l'avrei... ma prima dobbiamo sapere ancora una cosa." disse Pandora.

 

Dario aggrottò la fronte... ma poi, intuì di cosa stesse parlando la sua compagna e interrogò di nuovo il malfattore catturato. "Okay, un'altra domanda. Non ci sono nani, elfi e men che meno coboldi nella vostra banda, non è così?"

 

"Siamo tutti umani nella nostra banda..." confermò l'individuo, e Pandora disse di sì con la testa e cominciò a pensare.

 

"Okay, ho capito. In tal caso..." disse infine la ragazza dagli occhi bicolore, e fissò il bandito con un sorrisetto che appariva amichevole, ma in realtà riusciva ad essere davvero raccapricciante! "Heheheee... tranquillo, non ti faremo del male. Ma... potrebbe essere un po' sgradevole per te!"

 

"C-cosa? Ma... ma che stai dicendo, pazzoide?" esclamò la malcapitata vittima, mentre Pandora e Sotero si avvicinavano con delle buffe espressioni di trionfo e di superiorità dipinte sui loro volti! "Che... che significano quei sorrisetti? No... no... aspetta! Possiamo parlarne! Che... che ti salta in mente, marmocchia? Aiutoooo...."

 

"Quando Pandora fa così, riesce ad essere più inquietante di qualsiasi mostro..." commentò imbarazzato Gunter, sfregandosi la nuca, e Nisa non potè fare altro che dirsi d'accordo...

 

 

oooooooooo

 

 

"Beh? Non arrivano più, quelli che abbiamo mandato di sopra?" si chiese Sebastiano, guardando spazientito l'ingresso della galleria nella quale aveva mandato due dei suoi uomini per richiamare le sentinelle del piano superiore.. "Che stanno aspettando, si sono messi a giocare a dadi... o c'è qualche problema?"

 

"Non lo so, capo... probabilmente hanno scoperto qualcuno che cercava di intrufolarsi qui dentro." azzardò uno dei suoi sottoposti.

 

Sebastiano picchiettò sul pavimento con il fodero del suo stocco, esprimendo impazienza. Il tempo era contato, e dovevano completare la missione di recupero il prima possibile, per evitare ripercussioni. "Hmph... non importa, se non tornano in tempo, inizieremo senza di loro. I goblin ci sono tutti, vero?"

 

Si sentirono alcune vocine stridule che protestavano, e da un'altra stanza entrò, spintonato a forza da due degli uomini di Sebastiano, un gruppetto di creaturine umanoidi alte appena un metro, con delle teste enormi, braccia e gambe lunghe e gracili, e la pelle verde, liscia e del tutto priva di peli, vestiti di stracci consunti. Avevano grandi occhi gialli spiritati, e bocche esageratamente larghe piene di denti squadrati, diversi dei quali erano cariati... e diversi di loro mostravano lividi ed escoriazioni. Era evidente che non erano stati trattati bene...

 

"Fetido umano!" strillò una delle creaturine verdi, prima di essere ridotto al silenzio da un calcio alla nuca.

 

"Silenzio, escremento di cane! Come osa un essere inferiore come te rivolgersi a degli umani con frasi così irriguardose?" esclamò Sebastiano, mentre guardava dall'alto in basso il goblin che aveva appena parlato. "Ricordati che devi ringraziare me se non ti stai spaccando la schiena in qualche sotterraneo o in una miniera di sale!"

 

"Voi sarete i primi ad entrare nel passaggio segreto!" continuò un altro fuorilegge, rivolto ai goblin che li guardavano con un misto di odio e paura. "Terrete occupati i mocciosi e i loro amichetti mentre noi vi raggiungiamo e li catturiamo. Cercate di non farvi ammazzare troppo presto, ok? Se qualcuno di voi sopravvive, non dovremo prenderci la briga di catturarne altri, dopo tutto."

 

"Tch..." grugnì quello che pareva essere il leader del gruppetto di goblin. L'idea di fare da carne da macello, da semplice distrazione per i comodi di quegli umani che credevano di poterli comandare a bacchetta solo perchè erano più forti di loro, lo disgustava... e non era esattamente un'impresa facile disgustare un goblin. Ma cos'altro poteva fare? Quei briganti avevano catturato lui e i suoi compagni proprio per farne degli schiavi e risparmiarsi i lavori più pesanti... e i goblin non erano certo considerati alla stregua di esseri umani. Per la stragrande maggioranza dei feudi e dei comuni di Tilea, erano come animali selvatici la cui uccisione o riduzione in schiavitù non comportava alcuna conseguenza legale.

 

Certo, il fatto che i goblin avessero la meritata reputazione di creature perfide ed infide non giovava...

 

"Capo! Siamo di ritorno! Scusate per il ritardo!" esclamò all'improvviso una voce roca proveniente dal corridoio, e Sebastiano alzò gli occhi al cielo con irritazione quando i due individui che aveva mandato a richiamare le sentinelle tornarono a passo spedito... trascinando con sè quattro prigionieri con i polsi legati, e trasportando le armi confiscate! Una giovane donna bionda con gli occhi di colore diverso, che teneva in braccio un grosso gatto nero dall'espressione sorniona; un nano dai capelli e la barba rossi, un'elfa alta dai fluenti capelli smeraldini... e un coboldo vestito di una tunica, con un cappuccio sulla testa! Quando Sebastiano guardò con stupore il quartetto, e i suoi due uomini che li trascinavano davanti a sè, il malvivente disse di sì con la testa e cominciò a spiegare. "Questi intrusi hanno cercato di metterci i bastoni tra le ruote. Hanno ucciso le sentinelle e stavano complottando per assassinarla quando li abbiamo scovati, e li abbiamo catturati, tutti quanti!"

 

"Tsk..." grugnì la biondina. "Ringraziate che ci avete colti di sorpresa, altrimenti eravate fottuti!"

 

"Silenzio, fattucchiera, e ascolta bene... in questo momento, ci capitate proprio a proposito!" esclamò Sebastiano. "Ora... se vuoi restare viva, tu e i tuoi amichetti... dovrete compensarci per i miei uomini che avete ucciso. E questo significa che toccherà a voi infilarvi nel passaggio segreto che abbiamo scoperto... e catturare quei marmocchi che ci stanno dando tanti problemi. Se lo farete... la vostra ricompensa sarà che potrete restare vivi dopo aver fatto fuori tre dei miei uomini! E se rifiutate, immagino che non ci sia bisogno di specificarlo, vero?"

 

I quattro individui guardarono rabbiosamente Sebastiano e i suoi uomini... mentre i goblin cominciavano a tirare qualche sospiro di sollievo - meglio che fossero quegli estranei a farsi ammazzare piuttosto che loro.

 

"Ci pensiamo noi a tenerli d'occhio, capo." disse il secondo dei due scagnozzi, puntando un pugnale alla schiena dell'elfa. "Faremo in modo che non tentino di fare qualche colpo di testa."

Sebastiano annuì. "Sì, mi sembra una buon idea. Voi andate avanti a spingete i nostri amici intrusi contro quei mocciosetti del diavolo, e quei due loro amichetti." affermò. "Se riescono a catturarli loro, meglio così. Altrimenti, interveniamo noi e prendiamo i mocciosi mentre loro tengono occupati quegli altri due. Comunque, portiamo con noi i goblin, in ogni caso... non si può mai sapere se avremo bisogno di un altro po' di carne da cannone da mandare avanti. Tutto chiaro? Non dobbiamo commettere errori, questa volta."

 

"Va bene, capo. Nessun problema." rispose il primo dei due scagnozzi. Per un attimo, Sebastiano ebbe l'impressione che la voce dell'individuo fosse un po' strana... come quella di una donna che cerca di imitare quella di un uomo... ma non aveva il tempo di pensare a questi particolari adesso che stavano finalmente per mettere le mani su quei marmocchi. Dovevano agire con rapidità, e catturarli, anche a costo di sacrificare qualcuno. Meglio che si trattasse di quegli intrusi.

 

"Molto bene... allora proseguiamo! Mentre parliamo, la nostra preda potrebbe sfuggirci." tagliò corto Sebastiano. "Tu, portaci al passaggio che hai trovato! E voi, camminate davanti a me! E non cercate di fare cazzate!"

 

"Ricevuto..." grugnì il nano dai capelli rossi, gettando uno sguardo rabbioso verso il capobanda. Una delle due guardie gettò a sua volta un'occhiata ai goblin recalcitranti che venivano spintonati e costretti ad andare avanti. Non che gli piacessero troppo i goblin, ma non pensava neanche che meritassero di essere trattati in questo modo. Mentre guidava i quattro prigionieri verso il passaggio segreto che lo scagnozzo aveva incontrato, la guardia ascoltò le lamentele delle gracili creaturine verdi - anche se non comprendeva la loro lingua petulante, non ci voleva grande immaginazione per capire che i goblin si stavano lamentando, e forse si sarebbe potuto giungere ad un accordo con loro... questo sì che avrebbe messo i bastoni tra le ruote a questo branco di malfattori.

 

Dopo aver lasciato tre guardie accanto ad una pesante porta in legno - evidentemente il luogo oltre il quale si nascondevano i due bambini e i loro accompagnatori - Sebastiano e il resto della sua banda si fecero guidare verso una larga fessura dai bordi frastagliati che si apriva in un muro spoglio e scendeva verso il basso, grazie ad una serie di gradini ricavati alla bell'e meglio da un pendio che scendeva in una sorta di canalone sotterraneo...

 

"Ci siamo," pensò tra sè il "brigante", scambiandosi uno sguardo di intesa con la biondina dagli occhi di colore diverso che camminava al suo fianco con apparente riluttanza, portando in braccio il suo gatto nero.  Quest'ultima fece un cenno affermativo, e si tenne pronta a sua volta.

 

"Questo è il momento decisivo. Da questo momento in poi... credo proprio che potrebbe cambiare tutto per il nostro piccolo gruppo, e non sono sicuro se in meglio o in peggio. Bah, è troppo tardi per tirarsi indietro, anche se volessimo. Andremo fino in fondo, a questa strana faccenda..."

 

 

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Holger Hetzinger era sempre stato un tipo che si vantava della sua pazienza, dote piuttosto rara in un mezzorco come lui. Senza di essa, non credeva chesarebbe diventato il capo di quella piccola banda di mercenari che si offrivano per fare lavoretti per coloro che potevano pagarli decentemente. La morale non entrava molto spesso nelle sue decisioni. Quando si lotta per la sopravvivenza, ogni altra motivazione e considerazione passa come minimo in secondo piano. Avevano partecipato ad azioni punitive, intimidazioni, danneggiamenti, anche furti... e Holger non poteva dire di averci perso più di qualche minuto di sonno.

 

Il punto era, che per tenere assieme un gruppo di individui come quelli. c'era bisogno di doti non troppo comuni... tra cui la pazienza e la capacità di non farsi prendere la mano alla prima decisione che gli veniva in mente. E in quel momento, la sua pazienza stava venendo logorata. Il robusto mezzorco appoggiò un orecchio alla porta di legno consunta, tenuta ferma da tutto il mobilio che lui e i suoi imprevisti compagni avevano spinto davanti adessa. Non si sentiva più nulla dall'altra parte. Era da un po' che gli scagnozzi dei Villanova non si facevano sentire... ma questo voleva dire che avevano rinunciato, o che stavano tramando qualcosa?

 

"Allora... che succede di là, signor Holger? Si stanno muovendo?" chiese con aria assonnata Matilde, la bambina con le lunghe trecce castane seduta con la schiena al muro poco lontano da lui. La sua spada, un'arma dalla lama larga e robusta, che la bambina doveva brandire a due mani, giaceva a terra davanti a lei... mentre Bastiano, il suo inseparabile amico, si era appisolato, la testa appoggiata sulla spalla di Matilde. Poco più in là, l'elfa dal volto sfregiato sedeva su uno sgabello di legno marcio, e guardava da una parte all'altra come se si aspettasse che avrebbero presto avuto compagnia...

 

Dopo essere rimasto ad ascoltare qualche secondo, Holger scosse la testa e si voltò di nuovo verso la sua piccola compagna di sventura. "Forse sì, forse no, piccola Matilde. Forse è meglio prepararsi e levare le tende. Non so quanto pericoloso sia il passaggio... ma a questo punto, credo che l'unica cosa ragionevole da fare sia correre il rischio." affermò. Con alcuni rapidi passi, si avvicinò a Bastiano e lo scosse gentilmente tenendogli una spalla. "Hey! Hey, soldo di cacio, è meglio se ti svegli! Temo che qui si stia mettendo male per noi..."

 

"Huh? Che cosa... hmm..." Bastiano mugugnò qualcosa e si passò una mano sulla faccia per svegliarsi del tutto. "Allora... forse è meglio che tentiamo con quel passaggio dietro di noi, alla fine?"

 

"Su, su, coraggio, Bastiano. Non abbiamo molto tempo." affermò Matilde, aiutando il suo amico ad alzarsi in piedi. Bastiano saltellò un paio di volte sulla gamba ancora funzionante, e si mise in piedi, mentre l'elfa raccolse il suo pugnale e lo rinfoderò alla cintura, per poi controllare la sua spada e il resto del suo equipaggiamento.

 

"Enndlin, ho il sospetto che quei bastardi stiano cercando il modo di aggirarci e coglierci di sorpresa. Non so come... ma è da un po' che non cercano più di abbattere la porta, e questo non mi piace!" disse Holger alla sua sottoposta, che disse di sì con la testa. Matilde raccolse la sua spada e la tenne ben stretta con entrambe le mani, la lama rivolta verso il basso, e Bastiano si tenne stretto un piccolo scudo rotondo di legno, semplice ma funzionale. Controllarono rapidamente che tutto fosse a posto, e fecero per avviarsi... quando un suono improvviso, un rumore di passi proveniente dalla galleria davanti a loro, li costrinse a fermarsi. Stringendo i denti per la sgradita sorpresa, Matilde tenne ben stretto il suo spadone e si mise in guardia, mentre i passi si facevano sempre più vicini...     

 

"Aaaah, ottimo! Sembra proprio che li abbiamo messi con le spalle al muro! Adesso non hanno più dove scappare!" affermò trionfante una voce che Holger riconobbe subito, con suo grande disappunto. Era sicuramente la voce del capo di quella banda di poco di buono, quel damerino dai capelli impomatati che vestiva come se venisse da chissà quale famiglia di nobili! Ridicolo o meno, era uno spadaccino formidabile... era stato lui a far fuori Ulrich e altri due dei suoi compagni.

 

"Ci... ci hanno trovato..." mormorò Bastiano, indietreggiando un po'. "Temo... che da qui non usciremo."

 

"Oh, state tranquilli, mocciosi, voi due valete molto di più vivi e in buona salute." fu la risposta che arrivò dal capobanda nel momento in cui i malviventi apparvero dal corridoio che i fuggiaschi avevano sperato di usare per andarsene da lì. Sebastiano Sansovino si teneva ben nascosto e protetto, mandando avanti un gruppetto di goblin recalcitranti... e quattro individui che Holger non aveva visto prima - un nano, un'elfa, una ragazzina bionda con gli occhi di due colori... e un coboldo dalle squame blu. Il resto della banda si teneva dietro di loro, pronti ad intervenire. "Tuttavia, non posso dire lo stesso di voi due. Avanti, voi quattro, sapete cosa dovete fare! Prendete quei marmocchi e fate fuori gli altri due!"

 

"Non ci arrenderemo senza combattere!" esclamò Matilde, puntando i piedi a terra e decisa a lottare fino allo stremo delle forze. Holger ed Enndlin fecero lo stesso, con delle espressioni di cupa determinazione.  "Bastiano, dietro di me! Lancia qualcuno dei tuoi incantesimi quando serve!"

 

"O-okay! Lascia fare a me!" rispose il ragazzino, tenendosi dietro i suoi compagni più capaci. Sebastiano sghignazzò, immaginando che a quest'ora fosse solo questione di tempo prima che i due piccoli fuggiaschi fossero costretti ad arrendersi. I quattro intrusi prigionieri avanzavano lentamente verso di loro, e lo scontro appariva ormai inevitabile...   

 

I quattro nuovi individui erano a pochi passi, quando la biondina si fermò.. e sorrise astutamente, strizzando un occhio a Matilde e lasciandola di stucco. "Tu sei Matilde, vero? Riesci a tenere quella spada enorme così abilmente... sei davvero una tipetta tosta come dicono!"

 

"Eh?" chiese la bambina, sbattendo gli occhi con aria melensa. L'espressione vittoriosa di Sebastiano si scurì, e il capo della banda fece per esclamare qualcosa... quando si ritrovò all'improvviso con un pugnale puntato alla gola, tenuto in mano da quello che fino ad un attimo prima gli era sembrato uno dei suoi uomini!

 

"Fermi!" esclamò Dario, gettando indietro il cappuccio e rivelando i capelli biondi e l'espressione seria. "Il primo che tocca quei bambini sarà responsabile della morte del suo capo!"

Immediatamente, la gang di Sebastiano si ritrovò senza più opzioni... e i quattro individui che credevano essere in loro potere si voltarono verso di loro, ognuno armato di pugnali! Un altro di quelli che Sebastiano credeva essere uno dei suoi uomini si tolse a sua volta l'elmetto, armeggiò con i suoi capelli neri come la pece... e li sciolse, rivelando di essere una donna!

 

"Tutto tranquillo! Siamo dalla vostra parte!" esclamò Gunter rivolto ai fuggiaschi. "Non abbiamo qui le nostre armi, ma non importa... direi che adesso la superiorità numerica è nostra!"

 

In tutto questo, mentre Sebastiano e i suoi uomini restavano bloccati dall'incredulità, i goblin schiavi cominciarono a guardarsi attorno e a borbottare per la confusione... un'occasione che Maria colse al volo per mettere ancora più in difficoltà i nemici. "Hey! Voi goblin, che state facendo? Adesso è la vostra occasione! Ribellatevi a questa gente che vi costringe a fare quello che non volete! Adesso ci siamo anche noi a combattere dalla vostra parte!" esclamò.

 

"Che... che diavolo..." si sentì la voce di uno degli scagnozzi di Sebastiano, e i goblin, anch'essi increduli di quanto stava accadendo, restarono per qualche secondo fermi al loro posto, senza sapere che fare... almeno finchè uno di essi, più intelligente o magari semplicemente più deciso, afferrò la sua arma, una rozza accetta, e la usò per sferrare un potente colpo sull'anca ad uno degli scagnozzi del capobanda, facendolo crollare a terra in preda al dolore!

"Noi non più lavoro per gambelunghe!" strillò un altro goblin, che teneva una torcia accesa in mano. Un altro scagnozzo era lì vicino, e il goblin ne approfittò per spegnere il fuoco sul fondo dei suoi pantaloni! Il grido di dolore e di umiliazione che ne seguì fu musica per le orecchie delle creaturine verdi.

 

"Ha! Gambelunghe divertenti quando culo in fiamme!" sghignazzò il capo dei goblin.

 

Davanti ai suoi occhi, Sebastiano Sansovino aveva visto il suo piano più geniale trasformarsi in un disastro. I suoi uomini venivano sopraffatti con tremenda facilità, o si arrendevano davanti alla superiorità numerica degli avversari. Gli intrusi si limitavano a disarmare i suoi uomini e cacciarli via - cosa che pochi dei fuorilegge esitavano a fare - ma i goblin non avevano questi scrupoli. Holger, Enndlin e i due bambini, da parte loro, non avevano avuto nemmeno bisogno di combattere...

 

"N-no... maledizione... questo... questo... non doveva accadere!" boccheggiò incredulo il capobanda. Nel giro di appena un minuto, tre dei suoi uomini erano a terra senza vita, e gli altri erano scappati dal passaggio che loro stessi avevano usato, lasciandolo in quella difficile situazione. I goblin, non avendo altro bersaglio sul quale sfogare la loro ira, si stavano avvicinando a lui per finirlo, sghignazzando malignamente...

 

Ma per fortuna di Sebastiano, Iaco aveva altre idee. Il coboldo si piazzò davanti alle creaturine verdi e fece loro cenno di fermarsi con una piccola mano artigliata. "Fermi! Ora basta, voi! Noi aiutato voi a liberarvi, ma adesso... voi andare via, e non fare più male a nessuno! Intesi?"

 

"Putrido coboldo!" strillò uno dei goblin, avvicinandosi a lui con la sua accetta. "Noi non prendere ordini da figlio di lucertola!" Stava per sollevare l'ascia e attaccare il coboldo stregone... quando quest'ultimo alzò il bastone, e un'aura di magia circondò il suo corpo! Una frazione di secondo dopo, Iaco pronunciò un'altra parola magica, e una scarica elettrica partì dalla punta della sua arma e atterrò ai piedi del goblin, che si ritirò con uno strillo impaurito... e più in là, anche Holger restò stupefatto - era un incantesimo di basso livello, certo, ma non era comunque una cosa che si vedeva tutti i giorni.

 

"Per... per la miseria, quel coboldo è... un mago, o uno stregone?" chiese Bastiano, con gli occhi sgranati per la meraviglia.

 

Con un sorriso accomodante, Maria si voltò verso il ragazzino e strizzò un occhio in segno di intesa. "Uno stregone, piccolo! E con un po' di fortuna, vedremo qualcun altro dei suoi trucchetti più avanti!" affermò.

 

Iaco sghignazzò tra sè, contento di ricevere un po' di riconoscimento... e poi si rivolse nuovamente ai goblin, a muso duro. "Noi non aiutato voi perchè voi fare ancora male ad altri! Voi andare via e fare i bravi, okay?" intimò. Quando i goblin rimasero come congelati a guardarlo, troppo impauriti dalla sua magia per obiettare, Iaco ghignò e corresse il goblin che aveva parlato prima. "A proposito... figlio di drago, prego!"

 

"Stregone! Stregone! Noi non vogliamo guai!" strillò il capo dei goblin. "Via di qui! Tutti via!"

 

Il gruppo di avventurieri non riuscì a trattenere una breve risata di gruppo nel vedere i goblin che scappavano con la coda tra le gambe, e ben presto, non restò altro che Sebastiano, ancora sotto la minaccia dei coltelli di Dario. Il leader della banda di malfattori continuò ad imprecare a denti stretti, maledicendo il suo rovescio di fortuna, e i suoi uomini che se n'erano andati come tanti codardi. "Razza di... mi hanno abbandonato qui, maledetti... ma voi... voi chi siete? Da... da dove cazzo siete sbucati?"

 

"Un po' di educazione, prego. Ci sono dei minorenni qui." rispose Nisa con un sorrisetto sarcastico.

 

Matilde alzò gli occhi al cielo. "Hey, elfa, guarda che non ci scandalizziamo mica! Ne conosciamo anche noi, di parolacce!"

 

Dario sospirò e decise di rispondere. "Beh, giusto per essere corretti... diciamo che anche noi siamo stati pagati per ritrovare questi bambini, ma a questo punto... ci viene da pensare che siamo soltanto delle pedine in un gioco molto più grande. E io, se devo essere sincero, non sono il tipo di persona a cui piace essere una pedina."

 

"Hmm... immaginavo che ci fosse qualcosa di molto strano in tutto questo." continuò Holger, soddisfatto nel vedere che certi suoi sospetti si erano rivelati fondati... e sollevato per il salvataggio tempestivo. "A proposito, non mi sono neanche presentato... mi chiamo Holger Hetzinger, e sono un contrabbandiere. Anzi, diciamo che ero il capo di una banda di contrabbandieri." Non ritenne necessario nascondere le sue attività illegali - in fondo, nelle zone povere di Tilea, quasi tutti facevano qualcosa al di fuori della legge per sopravvivere o arrotondare un po' i guadagni. "E lei è Enndlin, l'unica dei miei compagni ad essere sopravvissuta." continuò, indicando l'elfa dal volto sfregiato, che disse di sì con la testa.

 

"Ve la siete cavata per un pelo, lasciate che ve lo dica..." affermò Gunter, dando una rapida occhiata al mezzorco, all'elfa e ai due bambini. Anche se sembravano ancora energici, si vedevano dei segni di stanchezza e di nervosismo in tutti loro. "Ma... come sono capitati con voi, questi due ragazzini? Cos'è successo? Ci sono molte cose che non ci tornano, in questa faccenda."

 

Bastiano sorrise nervosamente e si sfregò la nuca con una mano, ma quando parlò la sua voce era piena di rabba e delusione. "E' una storia un po' lunga... forse troppo lunga."

 

"Siamo stati ingaggiati dal direttore della Casa della Pietà... l'orfanotrofio da cui provengono questi due bambini... per rapirli e portarli ad un contatto dei Villanova." affermò Enndlin. "Il direttore Ungaro è sul libro paga di quella gente."

 

Dario storse il naso in un gesto di disgusto. Allora i loro peggiori sospetti erano fondati... Ma restavano ancora un bel po' di domande. "Ma... perchè i Villanova vogliono quei due bambini... e proprio loro, per giunta?" chiese, rivolto a Sebastiano. Allontanò un po' il suo pugnale dal collo dell'uomo, quel tanto che bastava per fargli tirare un po' il fiato.

 

"Io... non lo so, il perchè. So soltanto che ci hanno chiesto proprio quei due." disse Sebastiano, gettando uno sguardo torvo ai due orfani. "Io... non sono uno che fa tante domande a gente come i Villanova."

 

"Scommetto che si tratta delle loro capacità!" intervenne Enndlin, fissando con espressione intensa il capobanda ormai in disgrazia. "Immagino... che sappiate già della forza straordinaria di Matilde... e Bastiano, qui presente, è un oracolo! L'ho visto io stessa lanciare gli stessi incantesimi che di solito vengono appresi dai chierici e dai sacerdoti!"

"Non è esattamente una cosa che desideravo..." affermò il ragazzino, picchiettando gli indici l'uno sull'altro come se volesse scusarsi di avere quei poteri.

 

Pandora e Sotero si guardarono negli occhi per qualche istante, entrambi esprimendo confusione e dubbio. Qualcosa si era finalmente chiarito... e non potevano esattamente dire, a quel punto, di essere sorpresi dell'inganno del direttore Ungaro... ma c'erano altre domande che si stavano ponendo, sia loro che il resto del gruppo.

 

Finalmente, Maria decise che era il momento di prendere il proverbiale toro per le corna. "Beh, credo che restare qui a pensarci non porterà a niente." affermò infine. "Okay... ragazzi, andate a prendere le vostre armi. Holger... bambini... voi non preoccupatevi, vi aiuteremo a togliervi da questa brutta situazione. Che voi sappiate, questo tunnel porta da qualche parte? Credo che sarebbe meglio non tornare indietro per dove siamo venuti..."

 

"Beh... non so esattamente dove porta questo tunnel." affrmò Holger, indicando la galleria che si estendeva verso chissà quale destinazione. "Ho l'impressione che fosse usato in passato per qualche faccenda illegale, forse per il contrabbando, o per come deposito di merce proibita. Sicuramente, però, se seguissimo questo tunnel, ci porterebbe abbastanza lontano da Grisborgo."

 

"Finora non siamo stati sicuri se provare a seguirlo o meno. Non abbiamo ancora idea di cosa potremmo trovare." rispose Enndlin. "Però... ora che ci siete voi, magari abbiamo più possibilità..."

 

"Che avete intenzione di fare? Opporvi ai Villanova?" chiese Sebastiano, ritrovando un po' di senso dell'umorismo - per quanto beffardo e pungente. "E per cosa, per due orfani di cui non importa niente a nessuno? Hah! E pensare che sembravate gente sveglia, per avermi fregato così! Buona fortuna, nessuno è mai riuscito a sopravvivere dopo essersi messo contro i Villanova!"

 

Matilde mostrò la lingua al malvivente. "Bleah! Beh, a me non importa niente di te, stronzo."

 

"Però... avrebbe anche ragione, vi state opponendo ad una delle più potenti famiglie mafiose di tutta Tilea!" osservò giustamente Bastiano. In tutta onestà, non se la sentiva di chiedere a quei ragazzi di gettare via le loro vite in quel modo. Da quel momento in poi, ci sarebbero stati ben pochi posti in tutta Tilea dove i Villanova non avrebbero potuto seguirli. "Siete... siete davvero sicuri di volerlo fare?"

 

Dario restò per qualche attimo a rifletterci su... e un sorriso apparve sul suo volto normalmente serio, lasciando di stucco Sebastiano. "V-voi... voi... siete davvero così pazzi da sfidare i Villanova? Siete... siete matti da legare!" balbettò il criminale. "E' come... è come se vi foste legati un macigno al collo e vi foste gettati in mare!"

 

"Chi può dirlo? Solo perchè nessuno è riuscito ad opporsi a quei bastardi prima d'ora, non significa che non saremo noi i primi!" ribattè il ragazzo biondo, e Maria per prima gli fece un segno di approvazione, e sorrise a sua volta!

 

"Questa storia... si fa pericolosa." affermò Gunter. "Bene. Un vero nano non ha paura dei pericoli!"                  

 

 

oooooooooo

 

CONTINUA...

 

 

 

BONUS: SCHEDA DEL PERSONAGGIO

 

 

Nome:  Maria
Allineamento: Caotico Buono   
Classe (archetipo) / Livello:   Paladino (sacro liberatore) Liv. 1
Razza:  Umana         
Sesso:   Femmina
Età: 24 anni  
Altezza: 168 cm
Peso: 55 kg

MARIA "LA ROSSA" CONFALONIERI
Femmina umana paladina (sacra liberatrice) Liv. 1
Umanoide Medio Caotico Buono (umano)
Iniziativa +1; Sensi Percezione +1

DIFESA

Classe Armatura  18, contatto 11, impreparata 17 (+7 armatura, +1 Des)
Punti Ferita 13 (1d10+3)
Tempra +4, Riflessi +2, Volontà +3

ATTACCO

Velocità 6 m.
Mischia ascia da battaglia +6 (1d12+6 / x3 su critico) o morning star +5 (1d8+4) o pugnale +5 (1d4+4 / critico 19-20)
Distanza fionda +2 (1d4+4)
Attacchi Speciali punire il male 1/giorno (+3 tiro per colpire e Classe Armatura, +1 danni)
Capacità Speciali da Paladino (Livello 1; concentrazione +4)

     A volontà -- individuazione del male

STATISTICHE
Forza
18  Destrezza 12  Costituzione 14  Intelligenza Saggezza 12  Carisma 16
Attacco Base +1; BMC +5; DMC 16
Talenti Arma Focalizzata (ascia da battaglia), Attacco Poderoso
Abilità Diplomazia +7, Intimorire +7, Percepire Intenzioni +5, Percezione +1
Linguaggi Tileano
Qualità Speciali codice di condotta
Proprietà  corazza di bande, ascia da battaglia, morning star, pugnale, fionda con 10 proiettili, simbolo sacro di Pelor, 30 fiorini

TRATTI
Abile a Schivare:
Vivere per buona parte della sua vita in un ambiente pericoloso ha affinato i sensi del personaggio. Ottiene un bonus di tratto +1 ai Tiri Salvezza su Riflessi.  
Criminale:
A causa di un crimine commesso sei anni fa, Maria ha dovuto sopravvivere come poteva per molto tempo. Ottiene un bonus di +1 ai tiri di Intimorire, ed Intimorire è sempre un'abilità di classe per lei.

CAPACITA' SPECIALI

Aura di Bene (Str): Il potere dell'aura di bene di Maria è pari al suo livello di paladina.
Individuazione del Male (Mag): A volontà, Maria può usare individuazione del male come l'incantesimo omonimo. Come azione di movimento, Maria può concentrarsi su un singolo oggetto o individuo entro 18 metri e determinare se è malvagio, apprendendo la forza della sua aura come se lo avesse studiato attentamente per 3 round. Mentre focalizza l'attenzione su un oggetto o un individuo, Maria non può individuare il male in nessun altro oggetto o individuo che si trovi nel raggio d'azione dell'incantesimo.
Punire il Male (Sop): Una volta al giorno, Maria può invocare i poteri del bene per aiutarla nella lotta contro il male. Come azione veloce, Maria sceglie un bersaglio nella sua visuale da punire. Se questo bersaglio è malvagio, Maria aggiunge un bonus di +3 ai Tiri per Colpire e aggiunge +1 ai tiri per il danno contro il bersaglio di punire il male. Se il bersaglio di punire il male è un Esterno con il Sottotipo Malvagio, un Drago di allineamento malvagio o un Non Morto, il bonus al danno del primo attacco riuscito aumenta a +2 danni. A prescindere dal bersaglio, Punire il Male supera automaticamente qualsiasi Riduzione del Danno che la creatura possiede.
Inoltre, mentre Punire il Male è attivo, Maria ottiene un Bonus di Deviazione pari a +3 alla sua Classe Armatura contro gli attacchi effettuati dal bersaglio della capacità. Se Maria seleziona come bersaglio una creatura non malvagia, Punire il Male è sprecato senza produrre effetti.
L'effetto di Punire il Male rimane attivo finché il bersaglio non muore o finchè Maria non riposa e riguadagna l'uso della capacità.
Codice di condotta: Maria perderebbe immediatamente tutti i suoi privilegi di classe se compisse volontariamente un'azione malvagia. Sebbene possa andare all'avventura con personaggi di qualsiasi allineamento buono o neutrale, Maria non si unirà mai con chi offende costantemente il suo codice morale. Le è consentito allearsi con personaggi malvagi, ma solo per sconfiggere quello che reputa un male maggiore.

 

NOTA: normalmente, secondo le regole di Pathfinder, un paladino deve essere per forza di allineamento Legale Buono. Quella di cui Maria fa parte è una variante delle classe che invece è di allineamento Caotico Buono.

 

Nel prossimo capitolo, inizieremo a seguire il gruppo di amici e i loro nuovi alleati mentre si preparano ad affrontare un lungo, imprevisto e straordinario viaggio alla ricerca della verità... e di ciò che si nasconde dietro il tentato rapimento di Matilde e Bastiano!

 

E per quanto riguarda le schede dei personaggio... vedremo quella di Dario!

 

A presto!

 

  
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