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Autore: Shinta    01/09/2003    3 recensioni
Le speranza di Conan di tornare Shinichi, i sentimenti di Ran, una strana uccisione, scienziati e sette sataniche... amore e mistero; tutto questo in questa fic.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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GIORNO 4

11

ELEVEN DAYS

 

CAPITOLO 8

 

 

DISCLAIMER: tutti i personaggi che appartengono al manga Detective Conan sono di Gosho Aoyama.

Dediche: grazie a tutti voi ke leggete la storia.

Note: Da questo capitolo iniziano finalmente le investigazioni del piccolo detective, che tuttavia non abbandonerà la speranza di tornare grande. Da qui in poi il “giallo” occupa la maggior parte della trama.

_________

GIORNO 7

 

Roma, 16:30, Villa del Professor Ricci

 

Già dal di fuori, la villa appartenuta allo scomparso professor Ricci, si dimostrava estremamente carina e accogliente.

Il piccolo cancello, che creava uno spiraglio tra la alte inferriate coperte di edera che circondavano tutta l’abitazione, si apriva su di un viottolo lastricato di grossi ciottoli grigio perla, tra i quali di rado si faceva spazio qua e la un ciuffo di erba, e alcuni trifogli.

Percorrendolo si giungeva sino ad una sorta di marciapiede che contornava l’intera villetta, e che era l’ultimo passo da compiere prima di giungere dinanzi la porta che avrebbe permesso l’accesso alla sala da pranzo.

Tutt’intorno la villetta era giardino.

Il professor Ricci doveva essere un amante del verde e dei fiori, in quanto il giardino era estremamente curato, per lo meno quello alla sinistra del viottolo, perché la parte destra era un po’ più rovinata… il fatto che in quella parte di prato ci fossero le cucce dei cani non stupì Conan di questo fatto.

 

Bussato alla porta del salone, Conan e Kogoro furono accolti dalla cameriera della casa, che appariva ancora scossa dal recente evento… era una donna straniera, probabilmente dell’est, lo si capiva dal suo accento;

 

Oh, voi dovete essere ospiti che la signora aspettava… ora lei si sta preparando, vi raggiungerà subito… intanto vi prego, accomodatevi pure in giardino!

 

E così dicendo li accompagnò dove l’erba era più curata, facendoli sedere intorno ad un tavolo di plastica bianco all’ombra di una grossa tenda, poi, lesta come se avesse ripetuto quell’azione più e più volte, corse a prendere degli aperitivi dalla cucina e li servì ai due.

 

Però… - osservò Kogoro, non appena la cameriera se ne era ritornata dentro, guardandosi un po’ attorno – il professor Ricci si trattava bene eh?

Conan: Già… a quanto pare doveva essere uno scienziato di grande fama… chissà se un giorno il professor Agasa…

Kogoro: Ah, ma cosa ti salta in mente! Altro che fama, quello è solo di grande fame! Hai visto a tavola?? Mangia per quattro!

Conan : °°° ma sentilo -.- °°°

Kogoro: Comunque qui fuori…si sta davvero bene! – concluse il detective quasi seriamente, stiracchiandosi le braccia e la schiena sullo schienale della sedia.

 

Conan annuì sorridendo. Anche lui la pensava come Kogoro… c’era una tale sensazione di pace in quella villetta… non si avvertiva il benché minimo rumore, tanto che i due fino ad allora avevano parlato quasi sottovoce, solo si sentiva quasi come una musica in lontananza il frinire dei grilli e il canto delle cicale, che veniva trasportato da quel piacevole venticello fresco che d’estate tanto si fa desiderare…

Rimasero in silenzio in attesa della signora.

Il vento, come un abile suonatore, muoveva delicatamente gli steli dei lunghi tulipani rossi e gialli che erano raccolti in piccole aiuole agli angoli del giardino, come se fossero corde di un arpa, e con la stessa grazia trasportava il profumo delle chiare rose che spuntavano un po’ tutt’intorno il vasto prato.

 

Scusate il ritardo… - fece la vedova Ricci quasi svegliando i due giapponesi che per poco non si lasciavano andare ad una gradita siesta pomeridiana!

Oh no, si figuri! – rispose Kogoro facendo per alzarsi in piedi, ma la signora lo pregò di rimaner seduto…

Scusatemi se vi ho accolto di fuori senza farvi entrare in casa… ma dentro fa un caldo terribile, qui invece tira anche un po’ d’aria…

Conan: Non si preoccupi signora, qui va benissimo! Sa, il suo giardino è davvero bello!

Già… - fece la signora rattristandosi un po’… - mio marito lo curava con molto amore e passione… anche se ultimamente aveva pensato di assumere un giardiniere, dato che la sera era spesso assente e non poteva prendersene cura …

Senta… capisco il suo momento e, anche se le potrò sembrare un po’ brusco, non vorrei farle perdere più del tempo necessario… - la interruppe Kogoro facendosi estremamente serio - mi dica quello che sa a proposito della morte di suo marito…

 

Conan guardò Kogoro e si accorse che non era per nulla una domanda di rito… il detective era sinceramente interessato a risolvere il caso, se poi in realtà ce ne fosse stato uno…

 

Anita: Ecco… io di quella notte non so nulla, non so assolutamente nulla! Sa, mio marito si alza sempre molto presto la mattina, molto prima di me… ci siamo addormentati assieme e poi quando mi sono risvegliata… ecco, penso che lo saprete… ho aperto la porta a vetri della camera da letto e ho trovato il corpo di mio marito in uno stato pietoso…rivolto in una pozza di sangue! – e così dicendo fu scossa da un brivido di dolore e paura talmente forte che non riuscì a trattenersi dal piangere… - Scu…scusatemi…

Conan: Ma no, non si deve scusare… senta signora, entrando abbiamo visto che le cucce erano più di una… ha altri cani lei?

Anita: Sì certo… vede era per una questione di sicurezza… ah, e invece poi!

Kogoro: Di sicurezza?

Anita: Sì, per evitare che Zeus (Zeus? O_o’’’ ndKogoro e Conan) potesse venir addormentato o avvelenato con delle polpette o cose del tipo, noi gli tenevamo sempre affianco 3 bastardini che gli dovevano fare un po’ come da cacciatorpedinieri

Conan: Capisco, in modo che, se qualche ladro avesse provato ad entrare addormentando Zeus, almeno uno degli altri tre avrebbe iniziato ad abbaiare…

Anita: già, proprio così…

Conan: Così… il “delitto” sembra si sia consumato di fronte la vostra camera da letto… ci può far vedere il luogo esatto?

Kogoro: Stai zitto moccioso, perché diavolo ti ho portato!!

Anita: Beh… credo che sia inutile se venite fin qui senza dare un occhiata al luogo dove mio marito è morto…

Conan: °°° qui di inutile c’è solo lui -.- °°°

Kogoro: Eh…già, mi da solo fastidio che si intrometta sempre… sa gli piace giocare a fare il detective, ahahah^^

 

La signora Anita lo guardò perplessa, aggiustandosi i capelli… di certo lei non aveva alcuna voglia di ridere…

 

Anita: Venite vi conduco alla camera da letto.

 

******

 

Attraversando il piano terra in tutta la sua lunghezza, i tre si ritrovarono esattamente dalla parte opposta a quella dove erano prima, cioè sull’altro lato della villa.

Qui statue di gesso e alcune anche di marmo, bianche come la neve, decoravano la striscia di giardino larga all’incirca 10 metri sulla quale si affacciava la grande finestra a vetri della camera da letto, nella quale erano appena entrati Kogoro, Anita e Conan.

La signora avvicinandosi alla finestra la aprì tirando su alcune “levette” e fece largo ai due detective sul prato, fermandosi all’incirca a metà strada tra la porta a vetri e le inferriate di cinta.

Waah, faceva davvero caldo dentro! Insopportabile! – si lamentò Kogoro allentandosi il colletto della camicia

Già… – gli fece eco Conan, la faccia imperlata dal sudore e la lingua fuori a di cane!

 

Ecco – pronunciò la signora anche con una certa solennità – è qui che mio marito è stato ucciso da Zeus…!

 

Kogoro si mise ad osservare attentamente la porzione di prato che la signora gli indicava, camminandoci attorno avanti e indietro, con le mani unite dietro la schiena e con la stessa ansia di un genitore che aspetta la nascita del suo bambino… guardava, guardava, ma non trovava nulla di strano o particolare… in realtà proprio perché quella certa zona non era per nulla dissimile dalle altre, se non per le comunque normalissime, in casi come questo, tracce di sangue che sporcavano i fili d’erba e le foglie di trifoglio…

 

Signora! – chiese Conan con la schiettezza di un bimbo

Dimmi piccolo…

Immagino che voi siate molto ricchi, la vostra casa è così bella…

Kogoro: Conan!

Sì, eravamo piuttosto benestanti… - rispose la donna sorridendo dolcemente a Conan

Conan: Non capisco però, non avete nemmeno un condizionatore in casa! E’ strano non trova?

Anita: Ah, il condizionatore… io lo avrei voluto, ma al mio povero marito dava estremamente fastidio, gli faceva venire delle forti emicranie quell’aria condizionata…

Conan: Capisco… perciò la notte dormite con la porta a vetri aperta?

Anita: Oh no! Tutta la prudenza che abbiamo per evitare ladri e malintenzionati sarebbe andata a farsi benedire subito se avessimo lasciato la porta dove dormiamo aperta!

Kogoro: Vo…volete dire che dormite con le porte chiuse anche se la vostra porta a vetri da sull’esterno???

Anita: Già… volere di mio marito… non gli interessava di sudare un po’, tanto lui dormiva egualmente… per fortuna a me mi concedeva di avere al mio fianco un piccolo ventilatore…

 

Conan si avvicinò alla porta a vetri, gli diede un rapido sguardo e poi, battendoci le nocche sopra, ne testò la durezza…

 

Conan: Ahia!

Anita lo guardò e sorrise…

E’ vetro antiproiettile piccolino…

 

Kogoro: Zeus e gli altri cani non avevano nessuno problema ad arrivare sin qui vero?

Anita: No…nessuno.

Kogoro: Beh io direi proprio che possiamo and…

Conan: Kogoro!

Kogoro: Cosa c’è ancora… -.-

Conan: Niente, è che mi è improvvisamente venuto in mente quel mago che nei suoi spettacoli fa vedere che ipnotizza i cani, te lo ricordi? Quello con i capelli bianchi, i baffi lunghi e le ciglia folte…

Kogoro: Sì che me lo ricordo, è il mago Gongoro! Ma ti pare il momen… OH!! Già! Il tuo stupido ricordo mi ha fatto accendere la lampadina… SIGNORA!

Anita: Co…cosa c’è?? é_è

Kogoro: E’ per caso venuto un mago in casa sua ultimamente?? Un certo mago Gongoro, con i capelli bianchi, i baffi lunghi e le ciglia folte?

Conan:  °°° Che idiota… -.- °°°

Anita: Ma no, no, cosa dice? Di che va farneticando?

Kogoro: Maledizione…credevo di essere vicino alla soluzione… è_é

Conan: Il detective voleva solo chiedere se ultimamente ci fosse stato qualcuno qui in casa, oltre a lei e suo marito, che avevano avuto contatti piuttosto ravvicinati con Zeus…

Anita: No…mi sembra di no…

Conan: Capisco…

Anita: Ah! Ora che mi ci fa pensare [un classico, ndShinta]… alcune settimane fa è venuta qui in casa una persona che non avevo mai visto, un certo…mm… William…Cavenaghi mi pare si chiamasse…sìsì, proprio così!

Kogoro: °°° Aveva per caso capelli bianchi, baffi lunghi e ciglia folte…? °°°

Conan: A quanto pare lei non conosceva questo tizio prima…

Anita: No… abbiamo parlato solamente cinque minuti circa, il tempo di presentarci e di farmi qualche domanda su Zeus…

Conan: Domande? Che genere di domande?

Anita: Ma niente di particolare, le solite domande… non c’era nulla di strano in ciò che mi chiese… tutti quelli che vedevano quel bestione di Zeus per la prima volta ci facevano sempre un sacco di domande su lui e le sue abitudini…

Kogoro: Ma se lei non conosceva quel tizio, perché era qui? Era forse il ragazzo di sua figlia Sabrina? è_é [ a proposito, dov’è?]

Anita: No no! Io era la prima volta che lo vedevo, ve l’ho detto! Con me parlò solo alcuni minuti, ma pareva discorrere piuttosto lietamente con mio marito, non so di cosa però!

Forse era un suo collega, ma Anselmo era sempre così riservato per il lavoro, che non mi diceva mai nulla!

 

La signora appariva un po’ stanca dal troppo parlare, era normale che ancora non si fosse ripresa, e i due se ne accorsero, così deciso che per ora era abbastanza…

 

Kogoro: Signora, non la disturbiamo oltre… grazie mille per la collaborazione…

Anita: Spero che serva a qualcosa… aspettate, vi mando la donna di servizio ad accompagnarvi alla porta, arrivederci…

 

Dicendo ciò si sforzò in un sorriso, dopodiché sparì oltre la tenda che faceva da coperta alla porta a vetri. Pochi attimi e giunse la donna di servizio.

 

Mentre ritornavano verso il cancello d’ingresso, Conan ne approfittò per porgere qualche domanda anche alla cameriera…

 

Conan: Ah… che triste sorte… i signori Ricci dovevano andare veramente d’accordo non è vero?

Cameriera: Oh sì! Si amavano molto… beh, anche se in ultimo periodo…uno due mesi diciamo…i rapporti tra di loro erano piuttosto duri… spesso litigavano e li si sentiva urlare… ma in realtà sono sicura si amassero molto…

Litigavano eh? – fece Kogoro fermandosi nel bel mezzo del viottolo, dopodiché poggiò una mano sulla spalla della cameriera per trattenerla un pochino… - e per quale motivo litigavano?

Cameriera: Oh… non penserà mica che la signora… no no, impossibile! Non sarebbe mai capace di una cosa del genere!

Kogoro: Al momento non possiamo perseguire con sicurezza nessuna pista, così come non ne possiamo escludere nessuna… ma se lei dice tutto quello che sa, essendo così sicura dell’innocenza della signora, aiuterà noi e la signora Anita a tirarsi fuori da questa situazione!

 

Nonostante non fosse direttamente coinvolta e non si sentisse minimamente responsabile dell’accaduto, il sentirsi come “interrogata” da un investigatore privato, fece perdere molta sicurezza , che appariva ora visibilmente tesa, come lo dimostravano anche il tremore delle sue parole, al che Kogoro cercò più e più volte di rassicurarla…

 

Cameriera: Comunque ve lo ripeto, non so per cosa litigassero, né quale fosse il motivo…!Forse era perché lui rientrava spesso tardi ultimamente, ma dove andasse non so nemmeno questo, e nemmeno la signora lo sapeva!

Kogoro: Potrebbe avere un amante…

Cameriera: Io non so, non c’entro nulla ve lo giuro…

Ma certo, le crediamo! – la rassicurò Conan sorridendole, e fece effetto, perché il volto teso della donna si rilassò lentamente in un mezzo sorriso di sollievo.

Conan: Senta e del cane, Zeus, sa dirci qualcosa?

Cameriera: Oh… Zeus era davvero un bravo cane, era meglio di antifurto… già tante volte era riuscito a sventare rapine di ladri, zingari… beh, dopotutto era normale, visto che è stato addestrato a questo sin da cucciolo…

Kogoro: Ah sì? E come lo sa? Lo hanno forse preso dalla polizia cinefila?

Cameriera: No, lo so perché, chi ha addestrato Zeus… è signora Anita!

Conan e Kogoro: La signora Ricci???

Cameriera: Sì…lei in passato è stata addestratrice di cani… no solo cani da guardia comunque, anche per ciechi, di compagnia ecc… suo desiderio era mettere su una specie di corso di addestramento e vivere insegnando ai cani a comportarsi secondo il volere dei propri padroni…

Conan: E è riuscita nel suo scopo?

Cameriera: No, perché, quando lei mi raccontava queste cose che eravamo sole, ecco perché io so, dicevo…no, perché poi conosciuto signor Ricci che poteva benissimo mantenere lei e non voleva che lavorasse, ecco tutto…

Kogoro: Mmm… capisco… così scopriamo che il signor Ricci viene ucciso dal suo stesso cane, veniamo a sapere che i rapporti con la moglie sono piuttosto tesi ultimamente ed alla fine lei ci dice che la signora Ricci è stata colei che addestrava Zeus, il cane che ha ucciso il signor Ricci… direi che mi pare sufficiente…

 

Le parole di Kogoro risuonarono come una minaccia nella testa e nel corpo della donna di servizio, che si sentì tremare le gambe, mentre il viso andava via via perdendo quel suo già tenue colorito roseo… con forza si gettò verso Kogoro afferrandolo per i polsi;

 

Cameriera: No per favore! Signora non c’entra nulla, sono sicura!! Ve l’ho detto, litigavano ma si volevano bene dopotutto!! Sono periodi di matrimonio, anche lei li avrà passati con sua moglie!

Kogoro: °°° lasciamo stare che è meglio… -.-‘’’ °°° Mi lasci per piacere!  Quello che ho passato io non conta…

Conan: E poi stia tranquilla… il detective Mori non è così sprovveduto da accusare qualcuno senza avere un minimo di prova certa, sarebbe un idiota se facesse così…non è vero Kogoro?

Kogoro: Eh? Eh..eh…certo, certo! Sia pure tranquilla, la giustizia trionferà, parola del Detective Mori! E lo dica anche a Sabrina! A proposito, ma dov’è oggi??

Cameriera: Sabrina doveva dare esame a università, non poteva essere qui oggi…

Kogoro: Capisco…

 

*******

 

Lasciata la villa del professor Ricci, Conan e Kogoro chiamarono un taxi, facendosi portare in una zona periferica della città, una sorta di zona residenziale, dove tante piccole vie costeggiate da villini, e condomini più o meno alti, si attaccavano ad una via maestra più larga e lunga, che tagliava in due quella zona.

Era nell’appartamento di uno di quei condomini che i due avrebbero dovuto incontrare il signor Manara, colui che il giorno prima, al cimitero, gli aveva parlato di una setta religiosa nella quale era coinvolto il professore morto.

Egli, grazie al bigliettino che gli aveva lasciato Conan, la mattina seguente al funerale aveva chiamato i due, e si erano dati appuntamento per le 19:00 nella sua casa fuori dal caos del centro abitato.

Manara abitava all’ultimo piano di  un piccolo condominio di soli 4 piani, che si affacciava direttamente sulla strada. Dal di fuori sembrava una costruzione piuttosto vecchia, certo niente a che vedere con la villa Ricci, tuttavia dentro era tenuta molto bene, come se tutto fosse stato ristrutturato.

Salite le scale, perché l’ascensore era guasto, i due trovarono la porta già aperta ed entrarono chiedendo permesso;

 

“prego, prego, venite pure…vi ho visti arrivare dal balcone”

 

Li fece accomodare sul divano del suo piccolo salottino, poi appoggiò su un tavolino due bicchieri di Martini bianco ed uno di coca cola per Conan, infine si sedette sulla poltrona di fronte ai giapponesi…

 

“Immagino che lei abbia qualcosa da dirci riguardo ciò che ci ha accennato ieri…” fece Kogoro nel mentre che sorseggiava il Martini;

“Sì, è proprio così…” rispose tristemente l’uomo “ come le ho detto, non sono affatto convinto che la morte del professor Ricci sia stata una semplice fatalità…

“Ma è proprio sicuro che il professore fosse un adepto di quella setta?” intervenne il piccolo detective;

“Sì , ne sono sicuro! Vedete, anche io ne faccio parte come sapete… il professore c’era già prima che arrivassi io…”

“Capisco! A quanto pare lei pensa che questa setta possa entrarci qualcosa… ma che tipo di setta era? Una specie di setta satanica??”

 

A Conan non sembrava vero di poter fare tante domande da detective esperto senza che Kogoro, che era concentrato solamente sul Martini e nemmeno lo stava ascoltando, sospettasse qualcosa o lo interrompesse in qualche modo;

 

“Oh, no… beh… insomma il punto è proprio questo…” ancora una volta Manara sembrava titubante nel parlare, come se ci fosse sotto qualcosa di molto grosso, di cui non avrebbe dovuto dire nulla.

“SIGNOR MANARA!!!” tuonò Kogoro con fragore

“S…sì?” é__è

“Non avrebbe un po’ di olive per questo Martini?” ^_^’’

“S…sono…sono di la in cucina sul tavolo…le vada anche a prendere se vuole…” rispose l’uomo alquanto stupito, dopodiché guardò Conan portandosi ripetutamente il dito alla tempia come per dire “questo è matto…”, mentre Kogoro si era già alzato per le sue agognate olive…

“Non si preoccupi, è il suo modo di fare! Fa finta di non interessarsi, ma in realtà ha già capito tutto! Eheh! Lascia fare le domande a me, ma è perché me le ha suggerite lui!” ^^;;;;

“Capisco…”

“Comunque, cosa mi stava dicendo, riguardo il tipo di setta che frequenta…”

“Sì… vedi piccolo, ultimamente all’interno della nostra setta, che ai tempi della sua nascita era soltanto una semplice congregazione religiosa diciamo, si erano venuti a creare dei problemi, dei piccoli dissapori interni insomma…

infatti, quella che era una piccola congrega di discussione teologica e religiosa si stava trasformando in una vera e propria setta satanica, con sacrifici di animali all’altare e cose simili.”

“Accidenti…” mormorò Conan, mentre Kogoro si risedeva accanto a lui…

“Già… e questo non piaceva affatto al professor Ricci che, appoggiato da un piccolo gruppo di adepti d’accordo con lui, aveva pensato di lasciare la setta e di denunciarla poi presso la polizia! Ma quella del professore era solo una minoranza, della quale comunque facevo parte anche io… però la maggior parte della congrega stava dalla parte del capo setta, colui che si fa chiamare ‘Mahatma’

“Mahatma? Come Ghandi?? – fece il detective Mori tornando per un attimo sulla Terra…

“Sì, proprio così… il vero nome, non è dato a noi saperlo…; naturalmente come soprannome è esagerato, ma il Mahatma ha davvero qualcosa di particolare, ha un fascino tutto speciale, come posso dire… sembra brillare di luce propria, è calmo e la sua voce è tranquillizzante… è per lui che io sono entrato in quella congrega… volevo imparare tanto, tantissimo da lui, ha una cultura molto vasta… è un grande uomo!”

“Eppure lei, lo sospetta di omicidio…” fece Conan, serio e pungente

“Vedete… nonostante abbia molta ammirazione per quella persona… insomma non sono stupido… capisco benissimo che la sua può essere tutta finzione, che il Mahatma può in realtà essere un uomo spietato dalla doppia faccia, che non esita a spazzare via qualunque ostacolo si trovi di fronte alla sua via…; certo la sua cultura non poteva certo fingerla… ma magari è stato qualcun altro, qualcuno che era d’accordo con le idee del Mahatma e ha pensato di far fuori il signor Ricci senza che il capo sapesse nulla…!”

“Mi dica, ci sono mai stati degli screzi piuttosto forti tra il professore e questo Mahatma?”

“Oh sì… mi ricordo di uno scontro abbastanza violento tra Ricci e il Mahatma, dopo il quale alla minaccia del professore di abbandonare la setta e denunciare il tutto, il capo rispose che chi avesse tradito la setta avrebbe pagato con la morte!

“La situazione è piuttosto complicata quindi…” sentenziò a sorpresa Kogoro, che pareva non stare a sentire ciò che i due dicevano, e inoltre, dal rossore sulle guance, il nostro pareva anche essere un po’ brillo…

Manara guardò Conan con occhi interrogativi e il piccolo scosse le spalle sorridendo mestamente…

“Allora Kogoro, tu cosa ne pensi?”

“Signor Manara, quando c’è il vostro prossimo incontro? Intendo…di voi della setta…”

“Allora…sì, c’è esattamente questa sera alle 22:30! Ecco, io avevo pensato di non andarci più dopo ciò che era successo…”

“Capisco… purtroppo invece lei questa sera ci andrà… e porterà con sé due nuovi “adepti”…”

“Kogoro, non vorrai mica…?” sussultò Conan sorpreso da quanto il detective stesse dicendo, con tono così fiero e sicuro di sé!

“Sì Conan… gli elementi pur preziosi che ci ha fornito il signor Manara non sono sufficienti, sono solo frammenti di un mosaico più grande, che può essere completato in buona parte, solo se stasera io e te andiamo a far visita a questa setta, studiandola così dall’interno, e capendo bene quali sono le vere intenzioni e la vera personalità di questo Mahatma!”

 

Manara ebbe giusto il tempo di fare un “ooohh…” di ammirazione per Kogoro, che quest’ultimo reclinò di scatto la testa indietro cadendo in un sonno profondissimo.

E mentre Conan prendeva appunti sul luogo dell’incontro per quella sera, il ronfare dell’uomo rompeva il monotono silenzio di quel piccolo appartamento alla periferia di Roma.

 

*****

 

I tre si ritrovarono subito dopo cena sotto casa del signor Manara, e con la sua macchina andarono in quella zona che viene comunemente chiamata dei “Castelli romani”.

Lasciata la macchina ai piedi di una collinetta verde, proseguirono a piedi per un bel po’ di salita… tutto intorno era buio e silenzio, solo le cicale e le lucciole col loro canto e le loro luci, davano testimonianza della loro presenza. La fitta vegetazione rendeva ancora più ardua la camminata, e i due giapponesi faticavano un po’ a seguire Manara, che invece proseguiva spedito seguendo un piccolo sentiero che conosceva ormai molto bene;

tuttavia apparve chiaro che la zona era piuttosto disabitata e poco frequentata… le luci dei paesini dei castelli brillavano sfocate e lontane tra le fronde del bosco che i nostri attraversavano; una volta uscitine gli si parò davanti quello che era il luogo dove si sarebbe tenuto il raduno, una chiesa sconsacrata che, sebbene Manara affermasse che loro erano gli ultimi arrivati e tutti gli altri fossero già dentro, abbriva buia e vuota.

L’atmosfera intorno ai tre

  
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