Non era una notte particolarmente fredda, ma il gelo che
avevano accumulato nelle ossa durante quell'inverno era una motivazione
più che convincente per accoccolarsi più strettamente del solito sotto
il piumone logoro.
Natasha fù la prima a svegliarsi, l'istinto che le
pizzicava il fondo della mente con la convinzione che c'era qualcosa
che non andava.
Ancora in dormiveglia aprì la porta della camera e l'ondata di calore
che la investì le fece fare più di qualche passo indietro.
Nemmeno il tempo di sbattere le palpebre e l'odore acre del fumo le
invase i polmoni e la gola rendendo impossibile respirare.
In un gesto automatico richiuse la porta di scatto, dietro di lei gli
altri avevano iniziato a tossire e svegliarsi a loro volta.
«Natasha?»
«La casa va a fuoco»
«Cosa cazzo...»
«C'è un incendio»
Clint la afferrò per un braccio girandola nel buio verso di lui
«Natasha, riprenditi! Forza!»
Lo schiaffo ebbe l'effetto desiderato.
Il cervello riprese finalmente il controllo sul corpo e lei si scosse
dallo shock.
Steve aprì la porta e una nuova ondata di calore
bruciante, cenere e fumo invase la stanza.
Tony urlò e iniziò a dimenarsi tra le braccia di Bucky che cercava
disperatamente di uscire dalla camera
«NO! NO! NO! NO! NO!»
Thor gli strappò letteralmente il bambino dalle braccia
essendo l'unico in grado di contenerlo senza problemi.
Bucky prese Bruce che piangeva disperato e gli premette la faccia
contro la maglietta.
Le fiamme avevano totalmente avvolto la cucina e stavano
avanzando lungo il salotto.
Natasha prese Clint per un polso e senza pensare si lanciò verso
l'ingresso. Sentì il ragazzo tendersi e opporsi nel gesto istintivo di
allontanarsi dalle fiamme, ma non c'era altro modo per uscire di casa.
Loki spinse letteralmente Steve giù dalle scale e il ragazzo si
aggrappò al muro in stato di trans.
«La batteria in cucina! C'è la batteria in cucina!»
Il biondo gelò mentre il ragazzino lo spingeva giù per l'ultima rampa
di scale.
Quando l'aria fredda di Marzo finalmente sostitui il fumo acre e
bollente giù per la gola Steve corse, in un gesto più istintivo che
calcolato afferrò il polso di Loki e corse per allontanarsi il più
possibile.
Prima arrivò il boato che lo scosse fin dentro le ossa,
poi l'onda d'urto che lo spinse in avanti e gli fece mancare il fiato.
Loki dietro di lui inciampò e imprecò.
Ci fu un secondo di vuoto.
Un secolo di silenzio condensato nella durata di un
respiro.
I pensieri tacquero e il cuore gli si fermò nel petto.
L'aria si fece pesante e densa come l'acqua; la
quiete prima della tempesta, gli sussurrò l'inconscio.
Poi l'inferno scese sulla terra, gli antifurto delle
macchine impazzirono, la gente urlò e corse fuori dalle case piangendo
in panico.
La testa gli girava, e girava, e girava, l'adrenalina pompava nelle
vene e il cuore sfondava la cassa toracica facendogli tremare le mani e
le gambe. Una spallata lo fece indietreggiare di un paio di passi, gli
occhi fissi sull'inferno di fiamme e cenere e fumo che fino a pochi
minuti prima era casa. Le orecchie fischiavano e gli sembrava di essere
sprofondato in un altro incubo. Qualcuno lo prese e iniziò a tirarlo
lontano dalla strada, inciampò sui suoi stessi piedi, il respiro
erratico, cervello fermo in un loop.
Non poteva essere vero.
Non stava succedendo.
Era solo un altro incubo.
L'assordante cacofonia delle sirene di emergenza tagliò i
suoi pensieri e per la prima volta da quando si era svegliato realizzò
cosa stava succedendo. E pianse.
__________
Natasha si fermò solamente quando il peso di Clint si fece
morto, il ragazzo accasciato con i gomiti sulle ginocchia, seduto sul
bordo del marciapiede di una strada.
Il respiro che gli si incastrava in gola a ogni battito del cuore.
Si guardò intorno, erano a qualche isolato di distanza ormai, i suoni
delle sirene erano ovattati, ma non per questo meno acuti. Molti si
erano affacciati alle finestre e ai balconi: le lingue di fuoco che si
alzavano oltre i tetti dei palazzi erano un faro nella notte newyorkese
che faceva impallidire anche le più sgargianti insegne pubblicitarie di
Time Square.
Prese un paio di respiri profondi prima di abbassarsi e sedersi accanto
a Clint, il suo polso ancora stretto tra le dita.
«È...»
«Sì»
«Oh mio dio, mio dio, mio dio, mio...»
Natasha non fece nulla per fermare lo shock che investí
Clint come una mareggiata. Non quando lei stessa si sentiva così...
vuota, intorpidita. Era come essere intrappolati in un incubo.
Lasciò andare forzatamente il respiro che aveva trattenuto
inconsciamente fino a quel momento. L'adrenalina le scorreva nelle vene
al posto del sangue e si rese conto che gli angoli del suo campo visivo
erano oscurati. Poggiò il capo contro la spalla di Clint che stava
ancora ripetendo la sua litania come una ninna nanna.
Voleva smettere di vedete, eppure non riusciva a chiudere
gli occhi, fissi sulla distuzione che spuntava dai tetti davanti a loro.
Voleva piangere, ma gli occhi erano asciutti.
Voleva gridare, disperarsi, imprecare e maledire, ma la gola era
riarsa, le labbra secche, la lingua attaccata al palato e la voce
scomparsa.
Le pareva di non possedere più il suo corpo.
«Ehy, ragazzini, state bene?»
Le pupille saettarono sulla donna a qualche metro da loro.
«Dobbiamo andare» sussurró.
Clint si zittì improvvisamente voltandosi a guardarla con occhi
spiritati
«Clint!»lo implorò piantandogli le unghie nell'avanbraccio «Dobbiamo
andare!»
«Avete bisogno di aiuto?»
Clint si tirò in piedi di scatto sollevando anche lei
«Noi... no, non... dio mio...» farfuglió frustrato passandosi una mano
tra i capelli «Stiamo bene okay? Stiamo benissimo! Si faccia i cazzi
suoi! MERDA!»
La donna gli lanciò uno sguardo scandalizzato prima di borbottare
qualcosa e voltarsi impettita per tornare in casa.
Natasha si girò a sua volta iniziando a camminare e tirandosi Clint
dietro, era meglio allontanarsi il più possibile dalla zona e magari
trovare un punto non così in vista prima di avere un altro crollo
dovuto allo stress.
E dovevano anche trovare gli altri.
Sperando fossero vivi. Erano usciti tutti di casa giusto?
Provò a ricordare i pochi momenti prima di ritrovarsi per
strada, ma nella sua mente c'era solo un enorme buco nero. Non sapeva
nemmeno a quanti isolati fossero di distanza o quanto tempo fosse
passato!
Prese un respiro profondo.
Dovevano prima andare al riparo poi avrebbe pensato a
tutto.
Continuò a camminare, Clint che mormorava frasi
incomprensibili e il lontano rumore delle sirene.
Dovevano trovare un riparo
__________
«Thor!»
Si girò attorno cercando il fratello. La gente urlava e
correva in un'isteria di massa che non si sarebbe contenuta
velocemente. La cenere cadeva dal cielo come neve nera e il fumo
scendeva nella gola come lava pura. Il calore delle fiamme e l'odore
acre dell'esplosione chimica gli faceva lacrimare gli occhi rendendo
quasi impossibile distinguere una figura dall'altra. Con un forte
spintone si liberò dalla presa di qualcuno che cercava di portarlo via
da lì.
«THOR!»
Doveva trovare Thor, doveva trovarlo o tutto quello che
aveva fatto sarebbe stato inutile! Le mani prudevano per la voglia di
fare qualcosa e il suo stesso corpo, la sua pelle, gli sembravano
troppo stretti, limitanti, una gabbia di carne e sangue che gli
impediva di trovare il fratello.
«THOR!»
Sapeva che era uscito, era stato il primo a prendere la
via per la porta con Tony in braccio, quindi stava bene. Giusto? Doveva
stare bene, doveva stare bene, stupido idiota, doveva
stare bene!
La gente nel panico lo spintonava perché si togliesse di
mezzo, un uomo cerco di afferrarlo per un braccio per tirarlo verso di
sé, si divincolò continuando a camminare controccorrente. Si sentiva
come un naufrago in mezzo a una tempesta, sballottato di qua e di là
dalle ondate di persone, senza meta, cercando di stare a galla.
Nemmeno un soldato su un campo di battaglia sarebbe stato così disperso
perchè avrebbe quantomeno riconosciuto i nemici dagli amici. Era da
solo, aveva perso ogni punto di riferimento.
Era appena esploso il suo punto di riferimento!
La gente continuava a urlare e piangere, lo strattonava per portarlo al
sicuro e lo spingeva per farsi strada. L'acuto suonare delle sirene era
l'unico suono riconoscibile, ma anch'esso veniva inghiottito dalla
cacofonia di urla, pianti, ingurie e richieste d'aiuto in cui si era
trasformata la via.
«THOR!»
Tossì cercando di ripendere fiato, la gola che bruciava
per la cenere e le urla, l'aria cosí densa da sembrare budino.
«THOR!»
«LOKI!»
Si girò di scatto mentre il fratello lo tirava a sé in un
abbraccio. Gli avvolse le braccia al collo, le ondate di adrenalina che
ancora non si erano fermate, le lacrime che scendevano sulle guance non
più solamente per il dolore bruciante.
«Andiamo via, dobbiamo andare via!»
«Calmati Loki. Respira. Sono qui, va tutto bene»
Scosse la testa, non andava tutto bene, non andava affatto tutto bene!
«Dobbiamo andare via!»
«Loki...»
«Non va tutto bene, idiota! Dobbiamo andarcene!» perché non capiva?
Perché non poteva ascoltarlo per una volta? «Idiota! Idiota! Idiota!
Dobbiamo andarcene!»
«Ha bisogno di aiuto?»
L'infermiere si avvicinò di un paio di passi afferrandolo per un
braccio e Loki gli si rivoltò contro come un animale braccato e
rabbioso:
«Lasciami! Come osi tu stupido...»
Thor se lo strinse contro il petto soffocando le proteste
«Sta bene, è solo lo shock, ma si riprenderà subito»
Chiuse gli occhi prendendo un respiro profondo, non poteva essere più
sciocco di suo fratello, doveva mantenere la calma. L'aveva cercato ed
era arrivato fino a qui solo per aiutarlo, non per causargli altri
problemi come un moccioso.
«Sto bene» mormorò.
Il medico annuii non troppo convinto, ma torno all'ambulanza.
«Tony?» chiese prendendo un respiro profondo che gli causò solamente un
eccesso di tosse.
Thor lo lasciò andare allontanandosi di un paio di passi prima di
guardarsi introno, come se si fosse solamente ricordato in quel momento
del bambino che non era lì con loro. Mormorò qualcosa che si perse
nella confusione e si fece strada verso un'ambulanza.
Il bambino era seduto sul bordo del mezzo, i piedi che
penzolavano nel vuoto, con un medico che gli ronzava attorno. Il viso
scurito dal fumo e dalla cenere era una maschera tesa e le manine
tremavano strette sulla coperta arancione fosforescente che gli era
stata posata sulle spalle.
«Come sta?»
«É in stato di shock, ma non pare aver inalato troppo fumo. I livello
di ossigeno nel sangue paiono buoni e non ha bruciature o ustioni.
Dovremmo comunque portarlo in ospedale per degli accertamenti»
Thor annuii mentre il medico saltò giù dall'ambulanza avvicinandosi a
un'altra. Loki si sedette accanto a Tony, ma il bambino non diede
nemmeno cenno di essersene accorto.
«Dobbiamo andare» ripeté con calma
«Loki, smettila di...»
«Thor, fidati di me»
Occhieggiò al medico stava parlando animatamente con il collega e Thor
seguì il suo sguardo. Approfittando della distrazione dei due
adulti l'adolescente prese Tony e saltò giù dall'ambulanza. Il bambino
gli si accasciò addosso per poi stringersi a lui come se fosse l'unica
cosa reale rimasta e probabilmente nel suo piccolo mondo infantile era
così. Scambiò un'ultimo sguardo con il fratello e si dileguarono nella
folla.
Thor era abbastanza massiccio da convincere tutti, anche
quelli più in panico, a fargli spazio e non ebbero troppe difficoltà ad
arrivare nella strada parallela, un po' meno piena e decisamente più
calma. Il corpicino che stringeva tra le braccia aveva preso a tremare
convulsamente e la maglia all'altezza del petto era sospettosamente
bagnata, ma per una volta non lo rimproverò.
«Perché non vuoi che riceva le cure necessarie, fratello?»
Loki si fermò sedendosi sul marciapiedie, troppo esausto e stanco per
prendersela della mancanza di fiducia di Thor nei suoi confronti.
Sospirò accarezzando i capelli del bambino: «Tony è scappato dai suoi
genitori e se le cose sono anche solo simili a come funzionano a casa
puoi stare pur certo che se fosse andato all'ospedale qualcuno lo
avrebbe riconosciuto e riportato da loro»
Thor si sedette al suo fianco sospirando: «Quindi cosa facciamo?»
Abbassò la testa mormorando alcune parole nella sua lingua madre a
Tony, non le avrebbe capite e non erano certo una formula magica, ma
sapere che c'era qualcuno lì con lui calmò leggermente le convulsioni
del pianto.
«Troviamo gli altri» fece una lunga pausa socchiudendo gli occhi nel
tentativo di ricordare «So che Steve sta bene, l'ho visto correre giù
per la strada con la folla. Natasha e Clint sono abbastanza furbi da
essere al sicuro. Bucky e Bruce?»
«Ho visto Bucky seduto su un'ambulanza prima, ma penso se ne sia già
andato come noi. So che Bruce era con lui» sospiró portandosi la testa
tra le mani «Posso tornare indietro a cercarli»
«Non penso sia una buona idea...»
Thor sollevò il capo, la differenza d'età per una volta visibile nei
suoi occhi. Gli sorrise amaramente rompendo il silenzio
«Ne abbiamo altre?»
Loki lo osservò alzarsi e scomparire nel vicolo che lo
avrebbe riportato nella bolgia terrorizata da cui erano appena fuggiti.
Represse l'urgenza di alzarsi e seguirlo, assicurarsi che stesse bene,
che fosse al sicuro, e si concentro su Tony. Sorrise stringendolo più
forte prima di iniziare a mormorargli la sua solita storia preferia:
«Piú di mille migliaglia di cicli fa...»
__________
Quando sbucò dal vicolo rientrando nella via la confusione
le colpì come una frusta lasciandolo disorientato per un paio di
secondi. Nonostante anche nella via parallela dove aveva lasciato Loki
la confusione non si fosse spenta del tutto e sia le urla che le sirene
fossero più che distintamente udibili, il non vedere gente correre
disperata e il non venire costantemente spintonati e strattonati faceva
miracoli per la calma.
In ogni caso la situazione pareva essere giunta a un momento di stallo,
ambulanze e polizia formavano un limite invalicabile entro il quale i
vigili del fuoco stavano lavorando per spegnere le fiamme. Al di fuori
del semicerchio le persone si disperavano, piangevano o semplicemente
assistevano inorridite all'inferno di fuoco che divorava l'edifico.
Alcuni seduti sulle ambulanze stavano venendo medicati e avevano sulle
spalle le stesse comperte arancioni anti-shock che era stata data anche
a Tony. E se l'esperienza non lo ingannava la maggior parte dei feriti
erano il risultato del panico più che dell'incendio vero e prioprio.
Anche perchè nel palazzo abitavano solo loro.
Voltò
le spalle ai paramedici indaffarati, Bucky e Bruce non erano su nessuna
delle ambulanze quindi non c'era motivo di rimanere.
Con qualche gomitata riuscì a superare la parte peggiore della ressa
arrivando dove la calca di persone era più libera di muoversi e inziò a
camminare lungo la via lanciando sguardi ai vari vicoli dove gli altri
potevano aver trovato riparo.
Ad appena un centinaio di metri, abbastanza lontano da non essere
notati, ma abbastanza vicino da tenere la situazione sotto controllo,
individuò la testa bionda di Steve seduto per terra contro la parete di
una palazzina. In grembo teneva un groviglio arancione e grigio che
identificò come Bruce, al suo fianco in piedi stava Bucky che con occhi
quasi spiritati scannerizava la via. Quando finalmente incontro il suo
sguardo il ragazzo parve crollare accasciandosi al suolo accanto a
Steve.
«State
bene» sorrise
Nessuno gli rispose.
A quello che pareva l'ennsimo scatto di adrenalina da
parte di Bruce, Steve gli passò una mano tra i capelli calmandolo.
Bucky teneva la testa tra le mani, lo sguardo fisso al suolo.
Aveva tenuto duro fino a quel momento portando fuori Bruce, mettendolo
al sicuro e assicurandosi che fosse fisicamente a posto prima di
scappare via dai paramedici per evitare che li riconoscessero, aveva
cercato un posto sicuro e aveva recuperato Steve completamente in stato
di shock in mezzo alla strada, l'aveva calmato, messo al sicuro e dato
un motivo per non ripiombare in stato catatonico affidandogli il
bambino. Aveva aspettato gli altri cercandoli con lo sguardo nella
folla impanicata, poi aveva visto Thor.
Ed era crollato.
Perchè il biondo gli aveva sorriso ed era calmo ed era venuto a
cercarli e avrebbe saputo cosa fare.
E per probabilmente la prima volta da quando era arrivato a New York,
Thor si rese conto che era un adulto. Era il più grande del gruppo. Non
si trattava solo di Tony che si era aggrappato a lui come ad un'ancora
salvavita o di Loki che non si era calmato finché non l'aveva trovato.
No, lui era l'adulto.
Il porto sicuro, colui che doveva prendersi cura di loro quando non
avevano nessun'altro a cui guardare. E valeva anche per Steve, Bruce,
Bucky, Natasha e Clint.
Si abbassò su un ginocchio poggiando la mano sulla spalla
dell'adolescente moro e si rese conto che tremava:
«Va bene, ci sono io adesso»
E come se non aspettasse altro Bucky scoppiò in lacrime e Thor lo prese
tra braccia, allungò una mano verso Steve che a sua volta si asciugò le
lacrime che continuavano a cadere prima di unirsi all'abbraccio con
Bruce ancora in grembo.
Non seppe quanto rimasero lì, ma quando finalmente i due
adolescenti si calmarono abbastanza da respirare senza singhiozzare e
Bruce iniziò a staccare la testa dal petto di Steve, Thor si alzò.
«Venite. Raggiungiamo Loki e Tony, sono in un posto più tranquillo e
dobbiamo stare insieme»
Bucky si alzò in piedi e Steve lo imitó, i due ragazzi annuirono
seguendolo. Percorrerono tutto il vicolo fino in fondo spuntando nella
strada parallela dove una cinquantina di metri più avanti si trovavano
gli altri due. Steve mise Bruce a terra e Loki spronó Tony a girarsi.
Quando i due bambini si videro si abbracciarono scoppiando a piangere e
Loki li prese tra le braccia consolandoli.
Con sollievo di Thor il ragazzo pareva molto più calmo e in controllo
di sè di quando lo aveva lasciato.
«Cosa facciamo?»
«Aspettate qui mentre vado a cercare Natasha e Clint, non possono
essere poi così lontani»
«No» Loki scosse la testa «Non è sicuro. Già prima mentre eri via un
poliziotto si è avvicinato e ha iniziato a fare domande. Dovremmo
andarcene»
«Abbandoniamo Natasha e Clint quindi? É questo che stai proponendo?» la
rabbia repressa nella voce di Bucky non era totalmente diretta verso
Loki, quanto più verso se stesso e di questo tutti erano coscienti.
«Calmati» Steve gli posò una mano sul braccio «Perché non andiamo al
parco?»
«È una buona idea. Natasha è furba, sono sicuro che si sia già
allontanata da qui insieme a Clint e faranno il giro dei posti in cui
andiamo di solito per trovarci»
Thor annuii tra sé e sé: «Il parco é una bella idea»
«E se non fossero insieme? Natasha e Clint intendo»
«Li ho visti andare via insieme da...» esitò «...prima. E sono una
squadra. Sono certo che non si siano separati e ci staranno
cercando»finì con voce decisa alzandosi in piedi.
Bruce era crollato mezzo addormentato tra le sue braccia. Thor prese
Tony ancora iperattivo a causa dell'adrenalina e se lo caricó in spalla.
«Non siamo un po' troppo riconoscibili?»
Tutti e tre si girarono a guardare Steve che indicò a disagio le
coperte arancioni e la cenere in faccia. Loki sbuffo una risata:
«Basterà un po' di acqua per tirarla via e al parco ci sono le fontane.
Per il resto se qualcuno ci dovesse notare al massimo penserà che siamo
un gruppo di disadattati»
«O di drogati»
«Bucky!»
«Ehy è vero! Questa é New York, Steve! Non qualche cittadina da 500
abitanti in Iowa! Nessuno farà caso a noi!»
«E poi saranno le tre del mattino. Chi vuoi che ci sia al parco a
quest'ora!»
«Natasha e Clint, probabilmente»
Loki lanciò uno sguardo grato al fratello. Il suo intervento parve
essere esattamente ciò di cui Steve aveva bisogno per convincersi.
Annuendo iniziò a camminare e il gruppo si lascio la distruzione alle
spalle. Tony chiese a Loki di raccontargli una storia e Bruce mugugnò
un assenso nel dormiveglia.
Con un sospiro il ragazzo inizió a raccontare ancora una volta: «Più di
mille migliaglia di cicli fa...»
_____N/A_____
Come promesso si entra nell'azione. 3330 parole di azione, per la
precisione.
Ora che la storia ha preso il via vero e proprio e la trama ha
cominciato a delinearsi le cose si faranno interessanti, lo prometto!
Quindi rimanere sintonizzati per sapere che cosa succederà adesso!
La prossima settimana esce Endgame e io sono in hype assurdo, che per
voi significa doppia pubblicazione! Mercoledí e Venerdí, per celebrare
l'uscita del film in Europa prima e in America poi. Emozionati?
ATTENZIONE: cerco Beta Reader disponibile per la storia. Basta avere una buona conoscenza del lessico e della grammatica italiana. Se pensate di essere adatte/i fatevi sentire!ù
In ogni caso se trovate errori, orrori, discrepanze temporali o qualsiasi altra cosa che pensate mi possa essere sfuggita non esitate a informarmi!
Ci
vediamo nei commenti, o mal che vada, la settimana prossima!