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Autore: Tenue    18/04/2019    3 recensioni
[Taekook] [AU]
Taehyung si ritrova in cura in una clinica psichiatrica a causa della sua eccessiva empatia, che lo porta ad immedesimarsi fin troppo in ogni persona gli stia accanto, specie nei momenti peggiori. Proprio per questa sua caratteristica che non riesce a controllare, cerca di stare il più solo possibile e soprattutto chiede esplicitamente di non avere compagni di stanza. Tuttavia un giorno si ritrova in camera un ragazzo che non riesce a parlare a causa di qualcosa che lo blocca e i medici vogliono che sia proprio Taehyung, vista la sua bravura nel comprendere le persone, ad aiutarli a capire cosa c'è che non va.
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Mmh… Che c’è, adesso non mi guardi più?-
Jungkook si voltò infastidito verso Tae, per poi rigirarsi con altrettanta velocità e tornare a fissare il muro.
-Jungkoook- fece Tae con voce lamentosa agitandosi sul suo letto –Eddai, giuro che quando mi fissi non mi da fastidio. Non dicevo sul serio prima.-
Il ragazzo però rimase immobile.  Erano passati diversi giorni dall’arrivo di Jungkook nella clinica e nonostante lui e Tae sembrassero andare abbastanza d’accordo, il più piccolo restava comunque piuttosto freddo la maggior parte del tempo.
-Scusa se prima ti ho fatto notare che mi fissi in continuazione, non è che sia poi così… Evidente.- Tae si guardò imbarazzato intorno –anche perché è l’unico modo in cui comunichi, quindi…-
Jungkook ora lo stava guardando con la coda dell’occhio; poi si girò all’improvviso mettendosi seduto a gambe incrociate e puntò definitivamente gli occhi nei suoi. Tae pensò che volesse comunicare con lui proprio in quel momento e studiò bene la sua espressione –Sei un po’ inquieto, ma non è più per ciò che ti ho detto prima. Giusto?-
Jungkook annuì e Tae si rilassò, sorridendo –Però è come se… avessi bisogno di qualcosa!-
Jungkook si alzò e prese il suo borsone, arrivò davanti a Tae e gli mostrò l’interno: c’erano solamente delle cuffiette, alcuni vestiti che non aveva avuto voglia di mettere via e nient’altro. Taehyung aggrottò le sopracciglia. Sentì crescere in lui un certo nervosismo, perciò cercò di capire al più presto di cosa avesse bisogno il suo compagno di stanza.
-È che… ti manca qualcosa.- tentò, guardando il modo in cui Jungkook teneva tra le mani il borsone. Non aveva minimamente sfiorato le cose al suo interno, perciò penso che volesse semplicemente fargli notare il fatto che fosse quasi vuoto.
Jungkook infatti annuì energicamente.
-Davvero? E pensare che avevo sparato a caso!- esultò compiaciuto –Okay, è qualcosa che io ho?-
Jungkook alzò le spalle. Poi si indicò la bocca, ma bloccò il gesto quasi subito intuendo che così non avrebbe capito.
-Hai mal di gola?-
Il ragazzo infatti scosse la testa.
-Puoi mimare di cosa si tratta?-
Jungkook arrossì leggermente e si strinse nelle spalle,poi mimò il gesto di scrivere sulla mano.
-Ah! E non potevi farmelo capire subito?-
Tae si sporse verso il comodino mentre l’altro alzava gli occhi al cielo. Cercò un po’ nel cassetto ma non trovò nulla –Cavolo! Ho lasciato il block notes dal dottor Park!-
Jungkook sospirò sedendosi stancamente sul letto accanto a Tae, che si girò a guardarlo sorridente –Comunque è una novità che tu voglia comunicare.-
Jungkook rimase immobile un paio di secondi, sovrappensiero, poi si alzò di scatto e recuperò la penna che aveva intravisto sul comodino. Tolse il tappo e si fermò a guardare Tae, mentre con la punta sfiorava la pelle della sua mano.
-Bhe puoi… sì, puoi anche scrivere su di te.-
Jungkook toccò la pelle, facendo formare subito un punto di inchiostro su di essa, ma poi si bloccò senza tracciare nulla. Non sapeva bene cosa scrivere, finalmente si sentiva pronto a comunicare con qualcuno, anche se non ancora a voce, e improvvisamente tutto ciò che avrebbe voluto esternare in quei giorni era sparito. Avrebbe voluto scrivere talmente tante cose sulla sua mano, eppure niente gli sembrava veramente giusto da scrivere.
Tae sembrava impaziente di vedere quel primo piccolo passo di Jungkook, ma al tempo stesso poteva capire la sua confusione.
Infine il ragazzo dai capelli corvini si limitò a tracciare una semplice parola e la mostrò a Tae distogliendo lo sguardo.
“Grazie.”
 
 
Jungkook strinse con forza i bordi della vasca da bagno, mentre sentiva che il suo corpo immerso nell’acqua tiepida iniziava leggermente a tremare. La stanza dove si trovava era lunga e stretta con almeno una decina di vasche in ceramica disposte in fila lungo il muro, tra una e l’altra svettavano le finestre sbarrate dalle inferiate e le pareti erano ricoperte di piccole piastrelle bianche e lucide; erano appena le due del pomeriggio, ma il cielo fuori era talmente nuvoloso da mettere in ombra l’intera stanza. L’infermiera seduta su una sedia di legno poco più il là, sfogliava distrattamente una rivista e controllava di tanto in tanto i ragazzi nelle vasche uno ad uno.
Jungkook si girò a guardare Tae nella vasca accanto alla sua che nel frattempo si stava passando la spugna su tutto il corpo. Sentendosi osservato, alzò lo sguardo verso il compagno e lo vide nervoso.
-Sì, le infermiere devono controllarci per forza.- rispose intuendo la sua domanda.
Sul volto di Jungkook comparve un’espressione seccata e Tae ridacchiò –Lo so, ma qualcuno potrebbe tentare di affogarsi o… non lo so. Ingerire il sapone.-
Il ragazzo alzò un sopracciglio come a dire “sul serio?”
-Non so se te ne sei accorto, ma siamo tutti un po’ strani qui. E sinceramente non è poi così raro che qualcuno tenti… di farsi del male.-
Dopo di che Tae si ammutolì e Jungkook prese a sfregarsi i capelli con sapone. Non appena cominciò a lavarsi il corpo notò che sul suo avambraccio c’erano ancora le parole che aveva scritto quella mattina, anche se un po’ sbiadite.
Poco dopo aver ringraziato Tae gli erano venute pian piano in mente altre cose che avrebbe potuto scrivere, così aveva iniziato a segnarsi ogni frase che gli sarebbe potuta servire in futuro.
Sulla mano sinistra aveva le scritte “Grazie”, “Buongiorno”e “Dove stiamo andando?” mentre  sull’avambraccio “Ho fame” e “Ho sonno”. Sulla mano destra invece gli era venuto in mente di scrivere solamente “Come stai?” e “Ho paura”.
Si finì di lavare in fretta, facendo attenzione a non strofinare la spugna sulle braccia, e mentre Tae si stava ancora passando pigramente il sapone sulle spalle, Jungkook uscì dalla vasca mettendosi l’accappatoio, poi si avvicinò e gli indicò la scritta tremolante sulla mano destra.
-Come sto?- chiese Tae osservando la sua mano –Non preoccuparti, mi sono incupito pensando ad un brutto ricordo… ma è passato.-
Anche Tae si alzò e si asciugò e si diressero entrambi verso il mobile con i loro vestiti, venendo seguiti con lo sguardo dall’infermiera.
 
L’indomani Taehyung entrò in camera tenendo un quadernino tra le mani –Kokiee- canticchiò e Jungkook sembrò infastidirsi un po’ a quel soprannome –Yoongi, quello che ha la camera accanto alla nostra, mi ha dato questo oggi, pare passi le giornate a scarabocchiare canzoni sui suoi quaderni, e visto che ormai tu hai già le braccia ricoperte di frasi gli ho chiesto se poteva darmene uno- disse porgendolo a Jungkook –Tanto lui ne è pieno.-
Jungkook allungò il braccio e lo prese; indossava un maglione a mezze maniche che gli lasciava scoperte le parti delle braccia ricoperte di inchiostro sbiadito e Jungkook pensò che con quel quaderno avrebbe potuto scriverci frasi anche più lunghe senza preoccuparsi dello spazio. Se lo rigirò tra le mani, osservandone la copertina blu scura e la fantasia a stelle.
-Così sarà più facile comunicare- disse Tae sorridendo.
L’altro si alzò e andò a prendere una penna; non appena tornò sul suo letto Tae si sedette accanto a lui e Jungkook iniziò a scrivere “Non mi sembra molto da Yoongi-hyung” scrisse richiudendo un attimo il quaderno e indicandone la fantasia.
-Oh, non hai idea di quanto lui possa essere carino a volte.-
Jungkook aveva visto Yoongi un paio di volte sia nella saletta comune che nei corridoi e si era fatto bene o male un’idea di lui. Rimase un attimo a guardare Tae per poi tornare a scrivere “E comunque il fatto che te lo abbia dato mi sembra ancora più strano. Mi sembra una persone piuttosto possessiva.”
Tae rise nervosamente –Bhe, io e Yoongi siamo amici…-
Jungkook lo guardò alzando un sopracciglio.
-E va bene! Glie l’ho rubato, okay? Tanto lui è pieno!-
Jungkook continuò a fissarlo insistentemente, come a dire “Tu? Sul serio?”
Tae guardò altrove e mormorò –Namjoon lo ha rubato per me.-
“Ah” scrisse l’altro.
Jungkook tornò a scrivere e poco dopo gli mostrò di nuovo il quaderno.
“Usciamo dalla camera?”
Tae gli sorrise –Dove vuoi che andiamo?-
L’altro sembrò rifletterci un po’ sopra, ripensando a tutti i posti che aveva visto fino a quel momento.
“La saletta.”
Tae non perse tempo e lo prese per un braccio, trascinandolo in corridoio. Jungkook sembrò lievemente infastidito da quel contatto così improvviso, ma Tae non ci fece caso, in quel momento fin troppo contento. Appena usciti dalla stanza intravide Yoongi, il quale sembrava essere attorniato da un’aura omicida. Lui non appena si accorse di loro si avvicinò  mantenendo il contatto visivo con Tae senza distogliere lo sguardo un solo secondo.
-Ah… Yoongi-hyung…- tentò di sorridere Tae, mentre Jungkook li osservava entrambi senza scomporsi minimamente.
Yoongi arrivò ad un passo dal più grande e lo squadrò; nonostante fosse parecchio più basso di lui, sapeva comunque mettere in soggezione.
-Devo palarti. Vieni in camera mia.-
-Ah. Noi veramente…-
-Adesso.- Lo interruppe Yoongi.
Tae si grattò la testa imbarazzato, voltandosi verso Jungkook. –Aspettami nella saletta, okay?-
Il ragazzo alzò le spalle e si incamminò per il corridoio, mentre Tae veniva spinto da Yoongi dentro alla sua camera.
Non appena mise piede nella stanza, Tae cercò in tutti i modi di scusarsi in anticipo immaginando che Yoongi ce l’avesse con lui per il quaderno. -Giuro, mi dispiace tantissimo. Non volevo rubarti nulla, ma a Jungkook serviva qualcosa per comunicare e non_-
-Finiscila, Taehyung. .. – lo interruppe con aria annoiata Yoongi -Non mi interessa affatto sentire le tue scuse per il quaderno. E poi lo so che lo ha preso Namjoon…- Disse, per poi chiudere la porta di camera sua e appoggiarsi contro di essa. Poi fece cenno verso il letto –Puoi sederti se vuoi.-
-Sto bene così.- Rispose Tae sorridendo forzatamente. –Quindi tu... non stai per uccidermi perché ti ho rubato un quaderno vero?-
-Mi credi così cattivo?- S’imbronciò fintamente Yoongi. Poi guardò fuori dalla finestra e aspettò qualche secondo prima di ricominciare a parlare, giusto per fare innervosire un po’ Tae. Lui intanto era rimasto immobile accanto al letto, leggermente rigido; aveva notato un leggero cambiamento in Yoongi da quando lo aveva fermato nel corridoio. Se prima lo aveva visto arrabbiato ora era solamente freddo, il che lo calmò almeno un po’. Ma non riusciva a rilassarsi mai del tutto con lui intorno, anche quando Yoongi aveva le sue giornate tranquille per Tae era impossibile stargli vicino senza stare comunque sull’attenti.
-L’ho già visto, quello lì- riprese a parlare poco dopo.
Tae lo guardò interrogativo –Jungkook? Aspetta, stai dicendo che lo conosci?-
-No, no… O almeno non credo di avergli mai effettivamente rivolto la parola.- Yoongi tornò a guardarlo, ma Tae percepì che qualcosa era cambiato di nuovo. Il suo sguardo era serio, ma non freddo come prima; avrebbe quasi potuto dire preoccupato.
-Devi farci attenzione, quel tipo non è normale.-
Tae aggrottò le sopracciglia confuso –Ma tu… dove lo hai già visto?-
-Eravamo a scuola insieme. Devo essere sincero, non ricordo se era nella mia stessa classe oppure no… Ad ogni modo, non so cosa ti abbia detto il dottor Park, ma tu non stargli troppo vicino, intesi?-
-Sembra quasi che tu sia preoccupato per me- disse ridacchiando Tae.
-Senti, fai un po’ come ti pare.-
-Aspetta…- Tae si ricompose e si avvicinò di più. Yoongi storse il naso ritrovandosi il ragazzo più vicino del previsto, ma non indietreggiò.
-Eri serio? Quando hai detto che non dovrei avvicinarmi a Jungkook, voglio dire… Perché lo pensi? È successo qualcosa quando eravate a scuola insieme?-
Yoongi rimase impassibile a scrutarlo e Tae, cominciando ad innervosirsi seriamente, lo pregò di nuovo di dirgli qualcosa.
Il più basso sembrò rifletterci sopra, per poi sfoderare un sorriso; era raro che Yoongi sorridesse, e Tae sapeva bene che non significava nulla di buono.
-D’accordo, ti dirò tutto ciò che vuoi.-
-Davvero?- S’illuminò l’altro.
-Certo, ma voglio qualcosa in cambio.-
-Yoongi, questa è una cosa seria! Non girarci intorno e dimmi tutto!-
L’altro sembrò infastidirsi e aggrottò leggermente le sopracciglia –Io la cosa importante te l’ho detta, e cioè “stagli lontano”. Ma se vuoi informazioni in più io voglio qualcosa da te. Prendere o lasciare.-
Tae sospirò frustato e lasciò cadere pesante mente le spalle –Che cosa vuoi?-
-I tuoi sonniferi.-
L’altro si accigliò –Cosa?-
-So che le infermiere ti danno dei sonniferi a volte. Io voglio che quando questo succede, tu li metta da parte e me li porti.-
-Io non… Yoongi quelli mi servono, perché non li vai a chiedere? Parla con il dottor Park e_-
-A me non li danno, dicono che non mi servono.-
-A me li danno perché a volte sono troppo scosso dalle emozioni e non dormo! E a volte quando ci sono dei temporali fin troppo violenti… perché mi terrorizzano e non dormo più… comunque...-
-Bhe, dovrai farci l’abitudine, perché se vuoi informazioni io voglio le medicine.-
Tae rimase fermo a fissare il pavimento, indeciso su cosa fare. Aveva bisogno di sapere, ma non voleva neanche passare delle notti insonni per via di Yoongi che sapeva bene avere solo un po’ di difficoltà ad addormentarsi. Alzò la testa ed inspirò pesantemente –Va bene, Yoongi-hyung.-
 

 
  
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