Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
Segui la storia  |       
Autore: shirley jane    19/04/2019    4 recensioni
Saeko ha un nuova missione per Ryo e Kaori, stavolta devono fingersi due ricchi cugini venuti da chissà dove.
Ma qual è lo scopo di questa recita e chi devono proteggere in realtà?
Davvero è un caso così semplice o c'è di più?
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Mick Angel, Nuovo personaggio, Ryo Saeba, Saeko Nogami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ed eccoci con il secondo capitolo!
Prima di tutto voglio ringraziare chi ha letto e chi ha commentato 24giu, Ele, Mary, Kaori06081987, briz65, i vostri commenti sono molti preziosi per me, grazie!
Bene, vi lascio alla lettura e ne approfitto per augurarvi Buona Pasqua, alla prossima!


Il giorno successivo, nel tardo pomeriggio, i due sweeper si fecero trovare pronti come avevano concordato con la poliziotta. 
"Sei sicura di averci detto tutto?" le chiese l'uomo con aria sospettosa.
"Certo, hai qualche dubbio?" disse lei mentre guidava.
Lui sospirò e non rispose, come poteva non averne con lei?
"Andrà tutto benissimo, vedrai".
"Non ti ho chiesto se andrà bene, ma se ci hai detto tutto..."
"Oh, guardate! Siamo arrivati!" esclamò la donna con un ampio sorriso, ignorando la domanda dell'amico, peccato che a lui questo non sfuggì.
"Ti avverto, se viene fuori che dietro questa storia c'è uno dei tuoi soliti trucchetti..." iniziò a rimproverarla, ma quando alzò gli occhi sull'edificio di fronte a loro perse le parole all'improvviso.
Si trovavano in una strada residenziale, sicuramente una zona altolocata dove abitavano famiglie benestanti. La casa dei Furukawa aveva delle scale di pietra che si concludevano davanti a un cancello, un alto muro circondava l'abitazione e ne nascondeva una parte, mentre sbucavano delle alte piante, compresi i caratteristici ciliegi.
"Oh, caspita!" esclamò Kaori sbalordita.
Salirono le scale e Saeko suonò il citofono, una voce parlò dall'altra parte dell'apparecchio, chiedendo chi era.
"Sono Saeko Nogami, ho un appuntamento con il signor Hiroshi. Può dirgli che con me ci sono anche Shun e Akane".
"Attendete un attimo, prego" trascorse qualche secondo di silenzio, poi la stessa voce disse loro che potevano entrare e il cancello iniziò ad aprirsi. A Ryo non sfuggì il suono delle telecamere esterne che si giravano verso di loro per riprenderli, ma finse di non accorgersene.
Alla porta principale li aspettava un uomo ben vestito e sorridente, forse il maggiordomo: "Benvenuti" disse. "Seguitemi, per favore".
I tre lo seguirono e si ritrovarono in una grande stanza, sembrava un ufficio in realtà, benché fosse spazioso quanto un soggiorno. Li attendeva un uomo alto, sulla cinquantina, forse qualche anno in meno, con i capelli neri brizzolati e gli occhi castano scuro. Aveva uno sguardo gentile e Kaori constatò che era davvero un bell'uomo.
"Benvenuta, ispettrice Nogami" disse prendendole una mano per fare il baciamano. "E' sempre splendida".
"Grazie" sorrise lei. "Le presento Ryo e Kaori, saranno loro ad aiutarci durante le indagini" continuò indicando i suoi amici.
Hiroshi si avvicinò a loro con un sorriso: "Incantato" disse a Kaori facendo il baciamano anche stavolta, poi strinse la mano a Ryo: "Piacere di conoscere anche lei".
Ryo cercò di reprimere una smorfia di fastidio, dove diamine pensava di trovarsi quel tipo? In una delle commedie sdolcinate che piacevano tanto alla sua socia? Incantato... ma per favore!
"Dunque, signor Furukawa" intervenne Saeko. "Kaori interpreterà Akane, mentre Ryo sarà Shun. Sono cugini e lontani parenti suoi e di suo padre, ma comunque familiari. Sono venuti a Tokyo per starvi vicino, perché il signor Kento e i loro genitori sono molto affezionati. Saranno visti come una minaccia da chi stiamo cercando, ma non troppo, perché essendo lontani parenti hanno poche probabilità di aspirare al patrimonio, tuttavia portano lo stesso cognome e quindi non è da escludere. Inoltre il fatto che siano comparsi all'improvviso genererà sicuramente qualche sospetto".
"Il suo piano mi sembra perfetto".
"Mi fa piacere che sia d'accordo, ma è essenziale che si ricordi bene di una cosa. Tutto questo deve rimanere tra lei e noi, altrimenti il piano salterà".
"Certo, non si deve preoccupare. Tengo molto a mio padre".
Negli occhi di Hiroshi passò un lampo di tristezza e angoscia, adesso Kaori capiva cosa intendeva Saeko quando aveva detto che era sincero. Anche Ryo notò quel cambiamento, tuttavia non era ancora convinto di potersi fidare del tutto di quell'uomo e non solo per quel motivo, non gli era sfuggita nemmeno l'occhiata che aveva lanciato alla sua patner. Indubbiamente l'aveva trovata bella, ma era sicuro che c'era altro oltre l'attrazione fisica, perché più di tutto si era soffermato sul suo viso.
Aveva due motivi per fare attenzione ora, ma improvvisamente l'ultimo gli sembrò molto più importante.
"Bene, se volete seguirmi vi faccio vedere le vostre stanze".
I due seguirono Hiroshi, mentre la poliziotta attese dov'era. Le camere erano l'una di fronte all'altra, entrambe vicine a quelle del loro protetto. 
"Questa è la sua camera" disse a Kaori.
Lei si affacciò all'interno e ne rimase stupefatta, era enorme e aveva addirittura il bagno in camera! Le pareti erano sui toni del beige, al centro era posizionato un letto matrimoniale con lenzuola color panna e rosa pastello, che riprendevano il dipinto che raffigurava dei rami di un albero di ciliegio in fiore dietro la testata, a un lato c'era un grande armadio a parete e dall'altro un'ampia finestra, mentre il pavimento era in legno. Quella di Ryo era simile, ma più minimalista. I colori dell'arredamento viravano verso il bianco e il verde, mentre il pavimento, sempre di legno, era più scuro.
"Oh, sono magnifiche!" esclamò la donna.
"Sono lieto che siano di vostro gradimento".
Tornarono in ufficio, ma quando aprirono la porta Hiroshi sgranò gli occhi: "Papà!" esclamò. "Che ci fai qui? Dovresti essere a riposare!"
Un uomo, che veramente dimostrava qualche anno in più dei 70 che aveva, forse per i problemi di salute, se ne stava seduto su una poltrona e li fissava. A guardarlo bene il figlio gli somigliava molto, lo sguardo profondo era lo stesso, ma l'espressione di Hiroshi era più gentile e pacata, mentre quella di Kento era acuta e vivace.
"Figlio mio, smettila di preoccuparti così, sto a riposo tutto il giorno. Avrò anch'io il diritto ogni tanto di vedere qualche faccia nuova".
Kento si alzò con qualche difficoltà dalla poltrona dove era seduto, rifiutando l'aiuto della poliziotta, e sorreggendosi su un bastone si avvicinò alla coppia.
"Così voi due sareste coloro che dovrebbero tutelare su di me, eh?" chiese loro guardandoli con attenzione. "Non siete un po' troppo giovani?"
Le due donne per poco non caddero a terra e ridacchiarono ricordando la scena del giorno prima, mentre Ryo esultò davanti a quell'affermazione, gonfiando il petto.
"Be', siamo giovani, sopratutto io, ma sappiamo bene cosa fare!" disse con orgoglio.
"Come si chiama, giovanotto?" gli chiese l'anziano.
"Ehm... Ryo" rispose un po' perplesso, lo stava fissando in modo strano.
"In effetti ha l'aria di un ragazzo in gamba" ammise. "E lei, signorina?" aggiunse guardando la donna accanto a lui.
"Kaori..."
Kento la studiò con attenzione: "E' una donna splendida, lo sa? Non solo perché è molto bella, ma soprattutto perché nei suoi occhi si può leggere chiaramente un animo buono e coraggioso".
Lei arrossì, mentre Ryo era dubbioso. Prima il figlio, adesso il padre...
Ovviamente era splendida! A quanto pareva il vecchio non aveva perso la vista. La sua salute non era delle migliori, questo era evidente, ma la sua mente e il suo spirito erano aguzzi... con lui non funzionava la recita del vecchietto innocente, almeno a parole non era indifeso per nulla.
"Bene, voglio dirvi una cosa" continuò, serrando leggermente gli occhi. "Siete qui per lavorare e non per sprecare tempo, né il vostro né tantomeno il mio. Non mi interessa se siete una coppia o meno, ma una cosa voglio che sia ben chiara... venite pagati profumatamente per il vostro impegno e quindi voglio che rimaniate assolutamente professionali. Questo significa che non voglio assistere a nessun tipo di tenerezza tra voi che possa insinuare dei dubbi sul vostro reale rapporto. Dormirete in stanze separate e non voglio vedere gesti che non siano leciti tra due credibili cugini".
L'atmosfera divenne glaciale, l'uomo aveva parlato con un tono talmente severo da lasciare tutti senza parole.
"Be'... il signor Kento ha ragione" disse nervosamente Saeko. "Signor Furuwaka, le posso assicurare che Ryo e Kaori sono dei professionisti e non mancheranno nei loro compiti".
Kento lasciò lo sguardo dei due e si voltò verso la poliziotta: "Mi fa molto piacere sentire questo. Spero che anche gli altri saranno di parola" detto questo tornò a sedersi, vinto dalla stanchezza.
Il gruppo continuò a discutere del caso nel silenzio del signor Furukawa, che si era già ampiamente espresso.
"Vi chiedo scusa per prima" disse Hiroshi quando rimasero soli. "Mio padre può apparire duro, ma non è cattivo. La vita l'ha già messo alla prova più di una volta e nel tempo si è indurito".
"Non si preoccupi, in fondo ha ragione, siamo qui per lavorare" disse Kaori per confortarlo, anche se non era rimasta indenne dalla scena di prima.
"Vogliamo darci dei lei per tutto il tempo? Che ne dice di passare al tu?" sorrise l'uomo. "Lei che ne pensa, Ryo?"
Lui non pensava niente di buono, non gli era piaciuto quel discorsetto, soprattutto il tono, e non gli piaceva nemmeno che Hiroshi sorridesse così a Kaori, tuttavia fece finta di nulla e disse: "Va bene".
"Allora me ne posso andare" annunciò Saeko. "Ci terremo costantemente in contatto. Arrivederci".
Circa un'ora dopo si ritrovarono in sala, dove li aspettava una tavola ben apparecchiata. Nonostante la grandezza i posti erano solo per loro tre, la donna avrebbe voluto chiedere perché non c'era nessun altro, ma si trattenne pensando di risultare insensibile. Pochi minuti dopo entrò una cameriera, forse la governante, che portò diverse portate: zuppe, pesce, verdure.
"Mangiate quello che volete, non fate complimenti" disse Hiroshi e Ryo non se lo fece ripetere due volte.
Nonostante la tavola imbandita e l'eleganza, quella cena a Kaori parve molto triste e solitaria. 
"Sapete, era da più di una settimana che non mi sedevo a tavola con calma, mi accontentavo di mangiare qualcosa in ufficio. Se almeno ci fosse stato mio figlio..."
"Hai un figlio?" chiese sorpresa.
"Già!" sorrise Hiroshi e subito il suo sguardo si fece più tenero. "Si chiama Jin".
"Dov'è adesso?"
"Dai suoi nonni materni, non me la sentivo di tenerlo qui in questo momento, con tutto ciò che stiamo vivendo. I miei suoceri lo adorano, da quando hanno perso Aya nostro figlio è l'unico ricordo che gli è rimasto di lei, le somiglia molto".
"Mi dispiace per la vostra perdita" disse Kaori.
Avrebbe voluto dirgli che capiva, perché lei prima aveva perso i suoi genitori e dopo suo fratello. Per non parlare di Ryo, non l'aveva neanche conosciuta la sua famiglia, almeno a lei restavano i ricordi.
"Per fortuna ho ancora Jin, sono davvero grato per questo". 
Quando la cena si concluse, si salutarono e si diressero nelle loro camere, ma prima che Kaori potesse entrare nella sua, Ryo la prese tra le braccia e la baciò.
"Ryo!" esclamò allontanandosi, rossa in viso.
"Che c'è?" le chiese con un'espressione perplessa, perché si comportava come se non si fossero mai baciati?
"Non ti ricordi cosa ha detto il signor Kento?" gli chiese con le mani sui fianchi, rimproverandolo. "Niente effusioni finché siamo qui, se ci dovesse scoprire ci licenzierebbe immediatamente!"
"Non vorrai prendere davvero le sue parole sul serio? Significherebbe stare una settimana, due, forse un mese, senza potersi nemmeno baciare!" Ryo incrociò le braccia sul petto e fece di no con il capo.
"Dovrai fartene una ragione!" gli rispose lei aprendo la porta della sua stanza.
"Kaori, basterà fare attenzione!" la guardò con uno sguardo allarmato.
La donna lo studiò, poi sorrise e gli fece cenno di avvicinarsi: "Va bene, hai ragione" ammise.
Ryo fece un ampio sorriso e si avvicinò a lei quasi volteggiando, tendendo le labbra verso la sua amata, ma tutto quello che ricevette fu un bacio sulla guancia.
"Mi dispiace, davvero!" si scusò lei. "Questo incarico è troppo importante, non possiamo perderlo. Buonanotte!" concluse chiudendo a chiave.
Lui rimase per un attimo davanti alla porta, un'espressione indecifrabile sul viso, poi senza dire una parola si diresse verso la sua camera e quando entrò si buttò sul letto, quasi piangendo. Quanto sarebbe dovuto stare senza poter tenere la sua Kaori tra le braccia? Il solo pensiero lo fece sbiancare.
"E' tutta colpa di quel vecchio!" esclamò. "Risolverò questo caso in tempi record e poi, dolcissima Kaori, potrai finalmente tornare tra le mie possenti braccia!"
Nell'altra stanza neanche la sua patner dormiva, tormentata dagli stessi pensieri.
Al di là di quello che riusciva ad ammettere apertamente, le dispiaceva non stare con Ryo, ormai si era abituata ad addormentarsi fra le sue braccia ed era un'abitudine che trovava deliziosa. Inoltre anche lei era una donna ed era profondamente innamorata del suo uomo, quindi quella lontananza le pesava. Per consolarsi si disse che il profitto della missione era cospicuo e loro non navigavano certamente nell'oro in quel periodo, avevano bisogno di quei soldi, quindi si sarebbe impegnata a risolvere il caso in breve tempo e poi sarebbe potuta tornare alla sua vita.
Si addormentò poco dopo trascorrendo una notte serena, mentre Ryo era ancora irritato per quella situazione a dir poco fastidiosa.
"Sei una donna crudele, Kaori!" piagnucolò.
"Devo risolvere questa faccenda il prima possibile, fatti coraggio, Ryo!" si disse, prima di addormentarsi anche lui sognando la sua bella Kaori.

 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart / Vai alla pagina dell'autore: shirley jane