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Autore: Keyra96    19/04/2019    0 recensioni
- Chi diavolo mi rompe a quest'ora del mattino? - rispose burbero Bobby, non appena alzò la cornetta.
- Parlo con il signor Robert Singer? - la voce vellutata di una donna, distorta dal telefono, gli riecheggiò nell'orecchio.
- Dipende da chi lo cerca! - disse lui, cercando di nascondere la curiosità.
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- Lei dov'è? – domandò John.
- Ѐ di là, seduta sul divano a guardarsi intorno con lo sguardo terrorizzato! – rispose burbero, come sempre tra l'altro.
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- Porca miseria Bobby per essere tua figlia è veramente carina! - si lasciò sfuggire Dean
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La storia segue le vicende della serie tv, comincia a metà della prima stagione e proseguirà passo passo con gli episodi ma alcuni capitolo saranno completamente scritti da me. Nella storia sarà presente Charlie, la figlia che Bobby non aveva mai saputo di avere, nata da una storiella di una notte durante una caccia. Charlie dapprima proverà a vivere una vita normale, ma poi si affiancherà ai Winchester e a suo padre imparando l'arte della caccia e lottando assieme a loro contro il male. Inoltre Charlie scoprirà la verità sul suo passato e sulla sua vera identità e non mancheranno i momenti romantici con uno dei nostri adorati Winchester.
https://youtu.be/FHQnJa9Aw8c
Genere: Avventura, Horror, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione, Più stagioni
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Erano passati sette anni dall'incontro con Bobby ed i Winchester. Charlie aveva fatto fatica all'inizio a comprendere tutta la situazione. Per quattordici anni aveva creduto che suo padre naturale fosse morto in un incidente stradale, o per meglio dire era quello che sua madre Grace le aveva fatto credere. Dopo la sua morte, Charlie aveva scoperto tutta la verità: su chi fossero realmente sua madre e suo padre, su come si erano conosciuti e su come una birra di troppo aveva portato alla sua nascita. Bobby non era propriamente il padre amorevole che si era immaginata. Era, la maggior parte delle volte, burbero nelle risposte e si faceva spesso gli affari suoi, ma certamente era meglio la convivenza con lui, che passare la vita in un orfanotrofio. Nonostante la vita che l'uomo conducesse, aveva cercato di garantirle la normalità. Se Charlie faceva qualche domanda sul suo lavoro, Bobby cercava di deviare il discorso quanto più possibile, non voleva che sua figlia fosse coinvolta più di quanto già non lo fosse in quel mondo oscuro. Le aveva solo insegnato le cose basilari per potersi difendere: tipo mettere delle strisce di sale a porte e finestre quando era sola in casa, o portarsi sempre dietro una boccetta di acqua benedetta. Tuttavia si era lasciato un po' prendere la mano quando le aveva insegnato a maneggiare pistole e coltelli. Per tirarla su si era fatto dare qualche consiglio dal suo amico John, il più delle volte sbagliato, ma Charlie non gli aveva mai fatto pesare nulla, anzi dal giorno in cui era arrivata aveva cercato il più possibile di essere indipendente. Pur essendo in un'età difficile non gli aveva mai dato grattacapi, era piuttosto tranquilla come adolescente. Nessun capriccio, niente festini, né post sbornia, né tanto meno ragazzi che gli giravano per casa, a parte i figli di John con i quale sembrava che Charlie andasse abbastanza d'accordo, soprattutto con il minore e di questo Bobby se ne era accorto. Tutto sommato era andata bene ad entrambi. Adesso Charlie era cresciuta e come ogni ragazza della sua età era andata al college. Quando se n'era andata Bobby aveva sentito una specie di vuoto farsi spazio dentro di lui, si era sentito triste e si era scoperto impaziente nell'attendere una sua telefonata. Cosa che la ragazza faceva quasi tutti i giorni. Tuttavia quel giorno non aveva ancora chiamato e la cosa lo stava preoccupando un po'. Qualcuno bussò alla porta facendolo sobbalzare. Posò i fogli sulla sua vecchia scrivania ricoperta di antichi libri e si diresse all'ingresso, dove trovò ad attenderlo i due figli di John.

- E voi cosa diavolo ci fate qui? – disse aprendo la porta.

- Ciao Bobby come stai? Noi bene, grazie per averlo chiesto! – lo canzonò Dean con il suo solito fare da sbruffone, mentre superava l'uomo ed entrava in casa dirigendosi al frigorifero, prendendosi una birra e cominciando a sorseggiarla.

- Prego, fa come se fossi a casa tua! – lo rimbeccò Bobby ironico, cercando di mascherare la sensazione di felicità che aveva provato quando gli aveva visti. Poi si volto verso Sam che era rimasto sull'arco della porta del soggiorno, come a non voler entrare senza permesso.

- E tu non dovresti essere a Stanford ragazzo? – domandò curioso e allo stesso tempo preoccupato. Sam sollevò le spalle, cercando di troncare il discorso. Stanford non era una cosa di cui aveva piacere di parlare.

- Bobby hai per caso sentito papà ultimamente? – intervenne Dean, vedendo il disagio del fratello.

- No, in realtà è più di un mese che non ho sue notizie! È per caso successo qualcosa? – disse andandosi a prendere anche lui una birra e porgendone un'altra a Sam.

- Ci siamo separati per una caccia e da allora non ho più avuto sue notizie! Da quel che ne so è sulle tracce della cosa che ha ucciso la mamma! – rispose il maggiore.

- E anche noi! Dobbiamo trovarla ad ogni costo! – aggiunse Sam, provando a trattenere la rabbia.

- C'è qualcosa che non so? – domandò Bobby squadrando Sam.

- Pare che la stessa cosa abbia ucciso la sua fidanzata! – disse Dean, indicando con il capo il fratello, che stringeva troppo forte la bottiglia di birra.

- Ho bisogno d'aria – Sam posò la bottiglia sulla scrivania e poi si diresse fuori sbattendo dietro di sé la porta di casa, lasciando i due interdetti nel salotto. Il telefono cominciò a squillare, facendoli sobbalzare, Bobby frettoloso si avvicinò alla cornetta per rispondere, facendo sorridere Dean.

- Bobby? – rispose Charlie dall'altro capo, l'uomo sorrise appena sentendo la voce della figlia.

- Sì, sono io, come va lì? -  disse l'uomo allontanandosi dalla visuale di Dean, che si stava gongolando nel vederlo un po' più affettuoso del solito.

- Hai letto il giornale? – domandò Charlie, con tono preoccupato.

- No perché? –

- Un ragazzo del college è stato brutalmente mutilato la scorsa notte! Credo si tratti di uno dei tuoi casi Bobby! – riferì la ragazza un tantino inqueta.

- Perché secondo te? –

- Le circostanze sono strane e in più sul giornale c'è scritto che l'unico testimone della vicenda ha affermato che l'assassino fosse invisibile! - 

- Pensi dunque che possa trattarsi di qualcosa di sovrannaturale? – le domandò l'uomo interessandosi alla vicenda.

- Credo che tu debba venire a fare un salto qui, giusto per essere sicuri. Io non ho la tua esperienza! – rispose lei.

- No, non voglio che tu faccia nulla, tieniti lontana da questa vicenda, domattina sarò lì! – si affrettò a dire. L'ultima cosa che voleva e che sua figlia, che non aveva mai cacciato, si cimentasse in una missione suicida. Chiuse la telefonata e tornò in soggiorno dove Sam era rientrato e stava discutendo, come sempre, con il fratello.

- Smettetela di blaterare idioti e preparate la macchina, abbiamo un caso da risolvere! – disse recuperando la sacca da viaggio che teneva nel ripostiglio.

- Un caso? Ma dovremmo cercare papà! - disse Sam.

- Voi fate che diavolo volete, ma mia figlia ha bisogno di me per cui, chiudete a chiave la porta quando ve ne andate! – ribatté dirigendosi alla porta ed uscendo di casa, andando a sistemare la sua auto.

Dean guardò il fratello alzando le sopracciglia. Sam sbuffò ma poi annuì.

- E va bene andiamo! – rispose, dirigendo a passo svelto verso l'Impala parcheggiata nel vialetto di Bobby.

- Ehi, tu indicaci la strada che noi ti seguiamo! – urlò Dean a Bobby prima di sedersi in auto e mettersi in moto.

- Ma lo hai sentito? "Mia figlia ha bisogno di me!" – Dean provò ad imitare la voce del vecchio burbero, cercando di scatenare l'ilarità del fratello, ma Sam rimase con il broncio a fissare la strada davanti a sé.

- Sam io penso che papà non voglia essere trovato, per cui, via quel broncio e cerchiamo di concentrarci sul caso, lo hai sentito Bobby. E poi è anche una buona occasione per rivedere Charlie, che è dal diploma che non vediamo. Chissà se si è fatta più carina?! – si domandò Dean.

- Tu non la vedi dal diploma! – bofonchiò Sam sottovoce, voltando lo sguardo sul finestrino alla sua destra. A differenza di suo fratello Dean, lui Charlie l'aveva rivista poco più di un anno prima e le cose non erano andate propriamente bene. Mentre fissava il paesaggio del Dakota del Sud scorrere davanti ai suoi occhi, Sam ripercorse con i ricordi quel giorno quando si rincontrarono.
***
Aveva ricevuto un messaggio da Charlie all'incirca un'ora prima. La ragazza gli aveva scritto che era a Stanford per dare un'occhiata al college e che voleva vederlo per fargli un saluto, così si erano dati appuntamento ad un pub poco distante dall'università. Lui e Charlie erano andati d'accordo fin da subito, era stato il primo di cui la ragazza si era fidato ed avevano stretto una bella amicizia. Sam cercava di distrarla da quel mondo oscuro che pian piano Charlie stava imparando a conoscere, voleva che almeno lei fra tutti loro avesse una parvenza di vita normale e a dirla tutta, quando erano assieme anche lui si sentiva un po' normale. Quando aprì la porta del pub, incominciò a guardarsi intorno alla sua ricerca. La trovò seduta un po' più appartata degli altri, mentre tamburellava le dita sul tavolo con fare nervoso, ed ogni tanto si sistemava qualche immaginaria ciocca ribelle dei capelli. Sam sorrise spontaneamente vedendola e le si avvicinò di soppiatto, facendola sobbalzare quando le fu accanto. Charlie si alzò di scatto dalla panca dove era seduta e sorrise al ragazzo.

- Ciao Sam! salutò con entusiasmo, forse fin troppo si disse mentalmente, mentre con fare impacciato si alzava sulle punte per salutare il ragazzo molto più alto di lei. Sembrava una bambina al suo fianco.

- Ciao Charlie, non ci si vede da un po'! disse lui, abbassandosi un po' alla sua altezza, contraccambiando il saluto.

- Eh già! rispose lei mentre prendeva di nuovo posto sulla panca di fronte a lui. Una cameriera si avvicinò al tavolo per prendere le ordinazioni.

- Cosa vi porto? domandò con un sorriso cordiale.

- Due birre andranno bene!? disse Sam cercando approvazione nello sguardo di Charlie. Aveva sempre visto la ragazza preferire una Cola alla birra.

- Certo! rispose lei, mordendosi il labbro inferiore. 'Mi servirà proprio' pensò tra e . La cameriera sorrise ancora annotando sul taccuino e poi andò via lasciandoli da soli.

- Allora come va? prese parola Sam portando tutta la sua attenzione su di Charlie.

- Solita vita! la ragazza sorrise appena mentre gli rispondeva. Mi è dispiaciuto non vederti il giorno del diploma! disse sperando di non irritare il ragazzo.

- beh io e papà siamo un po' ai ferri corti, per cui non mi sembrava il caso, comunque congratulazioni, se sapevo che saresti venuta, ti avrei preso un pensierino! rispose lui un po' dispiaciuto.

- Non preoccuparti, va bene lo stesso! sorrise impacciata lei, mettendo una mano su quella del ragazzo, ma ritirandola subito dopo come scottata. La cameriera tornò al tavolo con due boccali di birra posandoli davanti a loro e lasciando la ricevuta al centro, per poi andar via. Sam si schiarì la voce prendendo un sorso dal suo calice, gli sembrava che l'aria fosse quasi imbarazzante fra i due, poi cercò di riprendere il discorso.

- Che te ne pare di Stanford, ti sei già fatta un giro? chiese, spostando l'attenzione sul college.

- In realtà sono arrivata questa mattina, per cui non ho ancora avuto modo di visitare il campus! rispose Charlie, sorseggiando anche lei. Il silenzio calò di nuovo fra i due e la ragazza non la smetteva di torturarsi le mani e mordersi il labbro tra un sorso di birra e l'altro. Sam non poté fare a meno di notare il suo nervosismo e iniziò a preoccuparsi.

- Charlie va tutto bene?

- Ecco io... - la voce della ragazza tremò. ' Dannazione sembro una stupida adolescente' si disse mentalmente, poi prese il suo boccale e trangugiò tutto d'un fiato la birra che era rimasta, lasciando Sam sbalordito.

- Ok, allora questa cosa la dirò una volta sola, per cui fa attenzione a ciò che sto per dirti! Charlie puntò un dito contro Sam, sfidandolo con lo sguardo, mentre le guance assumevano il colore rosso della maglietta che indossava sotto il suo giubbotto di pelle nero. Sam la guardò stranito ma fece cenno di con il capo, bevendo un sorso di birra. La ragazza si schiarì la voce prima di parlare.

- Sam tu mi piaci e... venne interrotta dalla voce di un'altra ragazza che si avvicinò al tavolo.

- Finalmente ti ho trovato, perché non mi hai avvisata che eri qui!? una sorridente e slanciata ragazza bionda si era avvicinata al loro tavolo e Sam appena l'aveva vista si era alzato in piedi scoccandole un bacio a fior di labbra. Charlie guardò la scena restando gelata sul posto, mentre un velo di lacrime le stava per coprire gli occhi.

- Charlie ti presento Jessica la mia ragazza! disse Sam voltandosi a guardarla. Jessica dal suo canto allungò una mano per presentarsi.

- Charlie! rispose la bruna stringendo la mano frettolosamente.

- Lei è una vecchia amica di famiglia, è venuta a Stanford per vedere il college e ha pensato di salutarmi! spiegò Sam. La sua voce, arrivava sempre più ovattata alle orecchie di Charlie, mentre anche Jessica le rivolgeva la parola lodando l'università di Stanford, dicendo quanto si sarebbe trovata bene e che se avesse avuto problemi poteva fare affidamento su di loro. Tutto questo mentre si stringeva di più al ragazzo del quale era sempre stata segretamente innamorata, facendola sentire fuori posto e di troppo tra loro due. Sam vide lo sguardo assente della ragazza e le diede un lieve scossone per riportarla alla realtà.

- Va tutto bene? le chiese preoccupato.

- Cosa? lo guardò confusa lei Sì, certo! si riprese poi, chinando lo sguardo per nascondere i suoi occhi lucidi.

- Che stupida, ho dimenticato di avere un impegno, scusatemi! dal portafoglio estrasse una banconota da venti dollari e la lasciò sul tavolo per poi allontanarsi frettolosamente da i due piccioncini ed uscire fuori all'aria fresca della sera che stava calando. Appena fuori dal locale, si sentì meglio, una lacrima sfuggì al suo controllo e le rigò la guancia, ma subito con il dorso della mano se l'asciugò. Poi si voltò alla sua sinistra e si mise a camminare in direzione della sua auto. Doveva andar via di . Stava per fare la fine della stupida confessandosi come un'adolescente idiota. Per fortuna che Sam non aveva sentito o sarebbe stata la fine. Sentì la porta del locale alle sue spalle aprirsi e chiudersi velocemente e poi la voce di Sam che la chiamava. Decise di non fermarsi e far finta di non aver sentito accelerando il passo, ma egli le fu accanto posandogli una mano sulla spalla ed invitandola a girarsi verso di lui. Sam aveva sentito e anche molto bene ma voleva essere sicuro.

- Non abbia finito di parlare prima! le disse con un mezzo sorriso Cosa volevi dirmi?

- Oh, beh era una cosa stupida, figurati che me la sono dimenticata. Adesso devo proprio andare Sam ci sentiamo ok? Buona serata! Charlie si voltò velocemente e pregò con tutta se stessa che Sam non la seguisse e così fu. Sam rimase interdetto sul marciapiede mentre la vedeva svoltare l'angolo e sparire. Da quel giorno non si rividero ne sentirono più.
***

- A che pensi? – Dean interruppe il flusso dei suoi ricordi, abbassando il volume della radio.

- A niente! – cercò di sviare il discorso Sam.

- Oh andiamo Sammy ti conosco, hai qualcosa che ti frulla per la testa! Sono tuo fratello, puoi parlarne con me! – disse Dean, dandogli una pacca sulla spalla.

- Ѐ che non penso che sia una buona idea andare da Charlie! –

- Sam ne abbiamo già parlato, se papà voleva farsi trovare lo avrebbe fatto e... -

- Non c'entra nulla papà! – lo interruppe.

- E allora cosa? – domandò Dean curioso. – Cosa? – insistette.

- Tu non vedi Charlie dal diploma, ma io invece l'ho rivista all'incirca un anno fa, prima che andasse al college! –

- E cosa? Avete fatto sesso? Oh l'ho sempre saputo che sarebbe successo! – lo prese in giro Dean, con fare malizioso.

- Noi non abbiamo fatto sesso, possibile che tu pensi solo a quello? – lo rimproverò indignato. Dean dal canto suo alzò le spalle per niente risentito, per lui il sesso era molto importante e di certo non era pudico come il fratello.

- Allora cosa è successo? – cercò di sembrare serio il maggiore dei Winchester, mentre svoltava all'uscita per l'Eastern Iowa University.

- Lei credo si sia, come dire dichiarata! – rispose Sam imbarazzato, sentendo di tradire in qualche modo Charlie.

- Dichiarata, cioè con i fiori e tutto il resto? – scherzò Dean per abbassare la tensione.

- Ma quanto sei idiota!? – chiese Sam retoricamente, facendo ridere Dean ancora di più.

- E tu che le hai detto? –

- Nulla, in quel momento è arrivata Jessica e l'ho presentata come la mia ragazza. Charlie se n'è andata e da allora non l'ho più vista né sentita! – concluse Sam, portandosi una mano alla testa.

- Wow, che tatto. Una ragazza carina ti si dichiara e tu le presenti la fidanzata? E l'idiota sarei io? – si congratulò Dean. E Sam gli diede mentalmente ragione, avrebbe dovuto parlarle e spiegarle con più delicatezza la situazione piuttosto che sbatterle in faccia la realtà.

- Ti rendi conto che tu le hai spezzato il cuore? – riprese il discorso Dean – Hai spezzato il suo esile cuoricino, calpestato i suoi sentimenti e... -

- Okay ho capito Dean, basta adesso! – alzò la voce Sam cercando di mettere a tacere il fratello.

- Ho sempre saputo che tu le piacevi. Ti guardava con occhi dolci sin dal primo momento e poi Charlie è sempre stata una ragazza abbastanza fragile ed insicura, sempre in disparte, ma con te sembrava diversa e tu l'hai devastata con il tuo modo di fare! – Dean ci stava prendendo gusto a fargli la paternale. Per una volta non era lui quello che aveva sbagliato con una ragazza, ma era stato il grande e sensibile Sam e doveva ammetterlo un po' gli dispiaceva per Charlie, non se lo meritava. Vide l'auto di Bobby fargli cenno di accostare al marciapiede e lui lo seguì a ruota.

- Comunque non ci pensare e comportati naturalmente. È passato più di un anno vedrai che le è passata. Come si dice lontano dagli occhi, lontano dal cuore no? – Disse con il suo sorriso beffardo mentre spegneva il motore dell'Impala e scendeva dall'auto, seguito a ruota da Sammy. Bobby si voltò a guardarli e li raggiunse.

- Tutto bene? – chiese vedendo il volto preoccupato di Sam. Lui gli fece un mezzo sorriso e poi annuì con il capo.

- Bobby? – si sentì chiamare alle spalle l'uomo, dove dal vialetto di una villetta a due piani stava arrivando Charlie. Dean strabuzzò gli occhi a vederla, voltandosi verso Sam.

- Però si è fatta più carina, ci sono problemi se ci provo? – cercò di sfotterlo, ottenendo un'occhiataccia. Della paffuta ragazzina che Dean conosceva era rimasto ben poco. Charlie aveva assunto l'aspetto di una giovane donna, anche se la sua altezza era rimasta più o meno la stessa di quella di quattro anni prima. Aveva un sorriso smagliante mentre si avvicinava a suo padre, dopotutto gli si era molto affezionata. L'abbracciò svelta come sempre e poi guardò alle spalle dell'uomo scorgendo i due Winchester. Il suo cuore perse un battito nel rivedere Sam, ma cercò di non darlo a vedere a nessuno.

- Dean, Sam e voi che ci fate qui? – cercò di apparire un po' entusiasta.

- Oh beh il vecchio orso ci ha chiesto di venire e così... - disse Dean avvicinandosi per stringerla in un abbraccio – ti trovo bene! – aggiunse poi, buttando un fugace sguardo alla scollatura.

- Anche tu, sembri in gran forma! – disse lei sorridendogli per poi voltarsi verso Sam. Per non destare sospetti si avvicinò tentando di abbracciarlo nel modo meno imbarazzante possibile.

- Non dovresti essere a Stanford? – gli chiese seria. Lui chinò il capo scuotendo la testa.

- C'è un caso per noi qui? – provò a cambiare argomento. Dean fece segno a Charlie di troncare e questa annuì impercettibilmente, cercando di rispondere alla domanda del minore dei Winchester.

- Credo di sì, voglio dire siete voi gli esperti del campo, mi è sembrata una cosa che potesse interessarvi – provò a giustificarsi. Si sentiva un'imbranata. E se quel caso fosse stato un semplice caso di omicidio, avrebbe fatto la figura dell'idiota, di nuovo.

- Okay allora daremo un'occhiata! – Dean le fece l'occhiolino sorridendole beffardo.

  
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