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Autore: Martyx1988    22/07/2009    5 recensioni
Sviluppo della One-Shot "La dea dell'amore"...la solarità di Ayame, la freddezza di Hyoga, la lotta tra due dee, la scoperta del vero nemico e del vero amore, più divino della stessa dea che lo comanda...mescolate il tutto con un pizzico d'azione e un assaggio di comicità e...buona lettura!
Genere: Romantico, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Dea dell'Amore'
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A divine love
(sviluppo della One-shot "La dea dell'Amore")

Capitolo 20 - Prima di partire

Ayame e Hyoga vennero dimessi dall'ospedale la sera stessa e, per festeggiare, venne organizzato un pigiama party in casa Kobayashi cui parteciparono tutti, dai Cavalieri alle Sacerdotesse alla Tata fino allo schivo Tatsumi, che si rivelò il mattatore della festa. In quelle ore non vi fu differenza tra dee, cavalieri o semplici esseri umani. Erano solo persone con tanta voglia di divertirsi e di non pensare al passato, nè tantomeno al futuro. Ma, inevitabilmente, l'occhio di Ayame cadeva ogni tanto fuori dalla finestra, su quella stella tornata luminosa come pochi giorni prima. Il timore che cambiasse qualcosa in lei, che le dicesse che era venuto il momento di partire, era sempre presente e non se ne sarebbe andato fino alla fine di quella guerra.
Fortunatamente Venere rimase candida e luminosa per molti giorni a seguire, durante i quali Efesto e i suoi Ciclopi non si fecero vedere, concedendo una rilassante e piacevole tregua ai loro futuri avversari. Le Sacerdotesse poterono così apprezzare le gioie di una vita normale, Galatea fra tutte, il cui legame col fratello ne metteva a serio rischio l'incolumità. Sebbene fosse la più giovane, era l'unica la cui nascita risaliva all'era mitologica, durante la quale era venuta alla luce come semplice statua d'avorio insieme a Palemone. Afrodite ed Efesto avevano poi dato loro vita, consacrandoli al loro culto, ma il tradimento del giovane Ciclope aveva condannato entrambi a tornare statue d'avorio, fino all'era moderna.
Vedere le sue ragazze spensierate e ilari diede ad Ayame una gioia indescrivibile. Talia, dopo un'iniziale resistenza, aveva ceduto ai tentativi di approccio di Shun e passò la maggior parte del tempo insieme a lui; i battibecchi tra Psiche e Seiya erano diventati una colonna sonora costante delle loro giornate, nonostante la ragazza avesse iniziato a nutrire un certo interesse, purtroppo non ricambiato, per Ikki, tra tutti il più schivo e silenzioso. Ayame avrebbe voluto intervenire, ma l'aridità del cuore del Cavaliere, causata dalla perdita della sua amata Esmeralda, glielo impediva. Era inoltre consapevole che qualcun altro sarebbe arrivato per la sua Sacerdotessa.

Fu durante una notte particolarmente limpida e fresca che, im mezzo al firmamento di stelle candide, Venere si tinse di rosso. Il resto del mondo l'avrebbe vista come la stella bianca e luminosa di sempre, ma agli occhi di Ayame assunse cupe tinte di fuoco, che risvegliarono in lei la voglia di combattere. Nel momento in cui cambiò colore si trovava sul grande terrazzo del palazzo di Saori, quasi avesse presentito che era giunto il momento degli addii. Sospirò e iniziò ad allontanarsi dalla balaustra in marmo camminando all'indietro, senza perdere d'occhio la stella. Il suo richiamo era troppo forte per resisterle, ma c'era una cosa che prima doveva fare. Alzò gli occhi verso una delle finestre del primo piano, ancora lievemente illuminata nonostante fosse tardi. Il suo cuore accelerò i battiti. Aveva paura, ma doveva farlo.
In breve fu davanti alla porta della stanza di Hyoga. Il suo respiro era affannato e le tremavano le gambe, ma quando il ragazzo le apparve davanti, sorridente, riuscì a rilassarsi. Era a torso nudo, probabilmente si stava preparando per andare a dormire, a giudicare dall'espressione piacevolmente sorpresa che gli si dipinse sul volto.
"Ehi, non pensavo fossi ancora qui" le disse prima di chinarsi per darle un leggero bacio a fior di labbra.
"Posso entrare?" domandò lei invece di fornire spiegazioni. Il Cavaliere le lasciò libero il passaggio e chiuse poi la porta.
L'agitazione la colse nuovamente e Ayame prese a tormentarsi le mani, particolare che a Hyoga non sfuggì.
"Va tutto bene, Ayame?" le chiese circondandole le spalle con un braccio.
A quel tocco le salì un brivido lungo la schiena e quasi le cedettero le gambe quando, alzando lo sguardo, incontrò gli occhi azzurri di Hyoga. La voglia di lui crebbe a dismisura e dovette far ricorso a tutto il suo autocontrollo per non fare gesti avventati. Prima che potesse chiederle qualcos'altro annuì in risposta alla sua domanda.
"Sono rimasta perchè mi sono ricordata che dovevo chiederti una cosa molto importante"
"Chiedi pure, allora"
Ayame prese un bel respiro e disse tutto d'un fiato "Vuoi passare la notte con me?"
Hyoga restò spiazzato dalla proposta di Ayame e si accigliò. Non che non avesse capito il senso della richiesta, ma nonostante tutto una strana paura lo prese, dovuta forse al fatto che aveva a che fare con la dea dell'amore in persona.
"In che senso...passare la notte?" chiese titubante, non riuscendo però a staccarsi da Ayame. Gli risultò ancora più impossibile quando lei gli rivolse uno sguardo che non era mai stato così sensuale e irresistibile.
"In tutti i sensi" rispose lei a voce bassa, facendosi più vicina e poggiando le mani calde sul suo petto "Voglio vederti... toccarti... annusarti... assaporarti... sentirti..."
Le sue parole divennero sempre più un sussurro a fior di labbra, che Hyoga non esitò a imprigionare tra le sue in un bacio impaziente e ricambiato appieno.
"Io voglio averti" ribattè lui in affanno mentre prendeva il respiro per poi ributtarsi nella bocca della sua dea, il cui corpo perfetto era ormai alla mercè delle sue mani.
In breve furono liberi dei vestiti, pelle contro pelle, ventre contro ventre, bacino contro bacino, in un nuovo ballo al ritmo dei loro gemiti e dei loro sospiri. La paura aveva lasciato il posto alla passione, all'amore carnale consumato con dolcezza, dove non importava provare piacere per se stessi ma farlo provare all'altro. L'innata esperienza della dea fece durare quella danza d'amore una notte intera, fatta di carezze, baci languidi e infiammati, sguardi intensi e gemiti strozzati, fino all'apice, sopraggiunto insieme al sole del nuovo giorno.
Sudati e sfiniti, Ayame e Hyoga caddero subito in un sonno profondo l'una tra le braccia dell'altro, un leggero lenzuolo a coprire i loro corpi ancora frementi d'eccitazione ma pienamente soddisfatti. Il sonno di Ayame durò però poco, perchè il richiamo della stella si fece potente e la costrinse a sciogliersi dall'abbraccio del suo uomo e, una volta rivestita, a partire alla volta di Vulcano, dopo un lieve bacio d'addio e una piccola lacrima.

Il letto emanava ancora il calore del suo corpo e dalle lenzuola saliva il suo profumo, ma di Ayame non c'era neanche l'ombra quando Hyoga si svegliò. Capì dove era andata ancora prima di porsi la domanda. Come aveva detto quel giorno in ospedale, sarebbe dovuta andare da sola, mentre Atena e gli altri l'avrebbero raggiunta dopo.
Sospirò e si avvicinò alle lenzuola per inebriarsi del profumo di cui erano impregnate e che aveva potuto annusare per tutta la notte precedente, mentre Ayame gli si concedeva. Era stato il suo primo uomo, anche se l'essere la reincarnazione della dea dell'amore l'aveva resa audace e sensuale come una donna esperta. Aveva fatto l'amore con una dea ed era stato magico, divino, un'esperienza indimenticabile. Se gli avessero detto tempo prima che sarebbe successo, non ci avrebbe creduto.
Ma ora la sua dea era in viaggio verso Efesto e lui doveva raggiungerla. Si staccò malvolentieri dalle lenzuola e, dopo una breve risciacquata, si vestì per andare ad avvertire gli altri compagni. Erano già tutti svegli e riuniti nella grande sala del palazzo, insieme alle Sacerdotesse e a Saori, la quale non gli diede il tempo di parlare.
"Sappiamo già tutto, Hyoga. Ayame è partita alla volta di Vulcano"
"Se ci sbrighiamo, forse riusciamo a raggiungerla" disse Seiya, subito smentito da Psiche.
"Afrodite, come Efesto e Atena, ha il dono del teletrasporto. Sarà già sul posto ora"
"Atena sa teletrasportarsi?"
"Non più" rispose la giovane dea "E' una capacità tipica delle divinità neonate, quali Efesto e Afrodite. Io l'ho persa ormai da molto tempo"
"Allora conviene davvero sbrigarsi, se non vogliamo arrivare tardi" concluse Ikki, ricevendo uno sguardo d'assenso da parte di tutti, Hyoga in special modo.

L'isola di Vulcano, una delle isole Eolie, deve il suo nome ai numerosi crateri vulcanici qui presenti, ai piedi del maggiore dei quali stava Ayame. La terra sotto i suoi piedi tremava tanta era l'attività del magma sotto di essa, segno inconfutabile della presenza di Efesto sull'isola. Davanti a lei, un arco di lava solidificata segnava l'ingresso nei territori del dio del fuoco, che la attendeva in cima al ripido sentiero tra i rigagnoli di lava. Intenzionata a portare a termine la sua missione, Ayame fece per muovere il primo passo, ma un cosmo potentissimo la costrinse a fermarsi e a mettersi in guardia. Dopo pochi secondi un giovane in abiti altolocati, dai lunghi capelli color del mare al vento, le si mostrò, seguito da un suonatore di flauto traverso somigliante in tutto alla giovane Talia. Il giovane si fermò a pochi passi da lei e si inchinò ossequioso.
"I miei omaggi, dea Afrodite"
"Poseidone, qual buon vento ti porta tra le brulle alture di Vulcano?" rispose Ayame a tono.
"Sono ormai molti mesi che vago per il mondo, insieme al mio fedele Generale, Sorrento, per allietare i bisognosi con i miei doni e la sua musica. Il caso ha voluto che mi trovassi nei paraggi quando ho percepito il potente cosmo di una divinità neonata in cima a questo vulcano, e un altro di egual potenza avvicinarsi ad esso. Non ho saputo resistere alla curiosità"
"Il tuo Generale mi ricorda moltissimo una mia Sacerdotessa, Talia"
"E' mia sorella" rispose il giovane suonatore "Vi sarei molto grato se mi deste qualche informazione su di lei. E' tanto che non la vedo"
Ayame sorrise intenerita, quindi rispose "E' una delle mie migliori guerriere e l'ultima volta che l'ho vista era in splendida forma"
Sorrento ringraziò sorridendo la dea e lasciò nuovamente la parola a Poseidone.
"Lo scontro tra due divinità neonate e ciò che di più apocalittico si riesca ad immaginare"
"Cercherò di controllare la mia potenza. Non è mio interesse distruggere la terra, anzi, tutto il contrario"
"In nome dell'amicizia con Atena"
"Sì, infatti"
"Allora guiderò qui i suoi Cavalieri perchè ti diano un aiuto. Nel mentre, che il tuo cammino verso Efesto sia privo di pericoli"
Ayame ringraziò con un cenno, prima di incamminarsi lungo il sentiero alla volta del tempio di Efesto e di Josuke.

E dopo aver terminato gli esami (per quest'anno) torna ad aggiornare la sua fic più bella e seguita!
Scusate per l'interminabile attesa, ma sono stata sull'orlo dello sclero e mi sono dovuta riprendere...ma ora ecco qua il cap numero 20!
Purtroppo, la fanciulla in foto non è Ayame, ritentate con questa:
Sacerdotessa2
Dai è molto più semplice no?
Passiamo ai ringraziamenti:
-ti con zero: non preoccuparti, in ritardo o puntuale il tuo commento è sempre gradito :) un ospedale così nn so se esiste, ma mi applicherò xkè lo costruiscano ;) spero ti sia piaciuto il nuovo pezzo!
-Krisalia Kinomiya: ecco a te il nuevo capitulo, spero sia di tuo gradimento! Grazie per i tuoi commenti grandiosi e puntuali!
-roxrox: e qui diventano ancora più pucciosi, no? Grazie per il tuo commento, spero ti sia piaciuto il nuovo cap"
-kikka_hiwatari: grazie di tutto cara, spero ti piaccia il nuovo pezzo! Buona lettura!
Grazie anche a chi segue la storia, a chi l'ha messa tra i preferiti e a chi l'ha solo letta.
Alla prossima, baci!
   
 
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