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Autore: _Atlas_    19/04/2019    3 recensioni
A volte non serviva a niente rifugiarsi in laboratorio, i pensieri si aggrovigliavano tra loro negandogli la lucidità e l'ansia prendeva a tormentarlo senza lasciargli scampo.
A volte, da solo, pensava di non farcela.

Raccolta incentrata su alcuni temi importanti della vita di Tony Stark, con la presenza di personaggi fondamentali per il suo percorso.
[Dal post-Iron Man 3 ad Avengers: Endgame]
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Demons'
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6.

Bonfire Heart







Una ventata di aria fresca gli spettinò i capelli non appena mise piede fuori dalle Stark Industries.
Tony inforcò gli occhiali da sole e si diresse verso l'auto parcheggiata di fronte all'uscita dell'edificio, affrettandosi a prendere posto sui sedili posteriori.
"Possiamo andare, Happy" disse all'autista, voltandosi infine alla sua sinistra. "Allora, sei soddisfatto?" chiese a un ancora emozionato Peter Parker, intento a guardare per l'ennesima volta il certificato rilasciato dalle Stark Internship.
Il ragazzo alzò lo sguardo verso di lui e gli sorrise raggiante, "Moltissimo, grazie signor Stark. Davvero."
"Oh, è una pura formalità. Quel che importa è il tuo operato nell'azienda, e direi che te la sei cavata piuttosto bene."
Il sorriso di Peter si fece ancora più intenso e Tony ebbe l'impressione che ce la stesse mettendo tutta per non buttargli le braccia al collo e saltare dalla gioia, del resto aveva avuto modo di sfogarsi poco prima sotto gli occhi di tutti i presenti e quelli sempre più divertiti di Pepper.
"Piuttosto, fa' vedere come siamo usciti in quelle foto" gli disse indicandogli lo smartphone.
Peter gli mostrò subito il cellulare, facendo scorrere le dita sullo schermo e sulle foto che quasi sicuramente avrebbero raggiunto la stampa.
Nelle prime, entrambi sorridevano raggianti all'obiettivo mentre reggevano il certificato rilasciato dall'azienda, nelle ultime due invece erano intenti a farsi a vicenda le orecchie da coniglio mentre Peter sorrideva spontaneo verso la fotocamera.
Tony fece zoom su una di quelle, ingrandendo i loro sguardi allegri e soddisfatti, poi restituì il telefono al ragazzo e tornò a puntare gli occhi sulla strada.
"Inviamele" disse sbrigativo, guardandolo di sottecchi.
"C-certo, subito" gli rispose quello iniziando a trafficare col telefono. Tony sospirò di rimando.
La verità era che, da quando aveva accettato quella piccola collaborazione con le Stark Industries, si era abituato a vedere il ragazzo quasi tutti i giorni e ora che lo stava accompagnando in aeroporto percepiva uno strano peso al petto con cui non avrebbe mai immaginato di dover fare i conti.
Certo, a volte era stato costretto a mettere un freno alla sua parlantina frenetica e ai suoi sproloqui concitati a proposito di qualche film di fantascienza, ma il suo entusiasmo aveva finito per coinvolgerlo da capo a piedi ogni giorno di più, cosa che, d'altra parte, Pepper aveva notato ben prima di lui.
Tornò a sbirciare nella sua direzione, mentre era ancora intento a smanettare col cellulare e ad agitare ritmicamente la gamba a terra. Percepì una vaga tensione da parte sua e preferì prepararsi mentalmente alla raffica di parole con cui l'avrebbe sommerso da lì a poco e che, in effetti, non tardò ad arrivare.
"Uhm, signor Stark?"
"Sì?"
"Visto che ora tornerò a New York e sarò impegnato con la scuola – molto impegnato -, quando...c-cioè, come potrò, insomma riv-"
"Quando potrai rivedermi?" concluse per lui Tony.
"No, quan-"
"Ah, no? Non vuoi rivedermi?" chiese fingendosi offeso e gustandosi in realtà la reazione del ragazzo.
"C-certo! Insomma, sì " si corresse Peter, percependo le guance andare a fuoco, "Voglio dire, quando potrò collaborare di nuovo con lei e...con la sua azienda? Sempre se ce ne fosse l'opportunità" concluse con un filo di voce.
Tony lo guardò da dietro le lenti scure degli occhiali e soppesò la domanda, giusto per il gusto di tenerlo sulle spine.
"Uh, beh...non saprei. Ti farò sapere. Dirò a Happy di avvisarti per tempo, nel caso ci fossero occasioni" gli disse indicando con la testa l'uomo alla guida, il quale ricambiò con uno sguardo truce dallo specchietto retrovisore.
"D'accordo. Grazie" aggiunse a voce bassa.
Dovette costargli molto fare quella domanda, perchè per i successivi cinque minuti rimase immobile a guardare il panorama dal finestrino, come se stesse ritrovando le energie per ricaricarsi.
Tony si sentì quasi in colpa a non iniziare un'altra conversazione, ma quel peso al petto stava avendo il potere di infastidirlo più del necessario e non voleva che la cosa risultasse evidente dal suo tono di voce incrinato. Anche se ovviamente ce l'avrebbe messa tutta per farlo sembrare indifferente e spocchioso come sempre.
"Ho fame" sospirò a un tratto Peter, vedendo scorrere davanti a sè l'insegna di almeno quattro fast food differenti. Tony decise di cogliere la palla al balzo.
"Hai fame? Ho sentito bene?"
Peter si voltò di scatto verso di lui, con sguardo profondamente imbarazzato.
"Come? No no, sto bene. Era solo un...stavo solo pensando ad alta voce" si giustificò.
Tony lo scrutò ancora una volta da dietro gli occhiali, "Hap?" si rivolse poi all'autista, "Torna indietro, ci fermiamo da Burger King."
"Cosa?" sgranò gli occhi Peter "No, signor Stark, dico davvero. Sto bene, è colpa di questi cartelloni pubblicitari se...e poi devo prendere l'aereo, zia May dà di matto se domani mattina non sono a casa. Lo sa anche lei com'è fatta, io..."
Tony lo lasciò parlare, poi si sfilò gli occhiali dal viso e lo guardò seccato, "Hai finito?"
"Signore, davvero, io..."
"Alt" lo fermò "Sai che c'è? All'improvviso è venuta fame anche a me e ora ho voglia di un cheeseburger. Vuoi per caso spezzare il cuore al tuo mentore, privandolo del suo cheeseburger? Mmh?"
Peter deglutì a vuoto e la sua gamba iniziò a muoversi ancora più freneticamente.
"Cos'è, ragazzo, a un tratto hai perso la lingua? Potrei offendermi" lo stuzzicò Tony, mordendosi un labbro. Non l'avrebbe mai ammesso apertamente, ma era disposto a fare carte false pur di passare qualche altro momento con lui.
A quel punto Peter si trovò ad annuire senza neanche rendersene conto e sfoggiò un sorriso che gli illuminò il volto.
"E va bene...vada per il cheeseburger. Ma poi lo dice lei, a zia May."


 
*


"Ecco qui" proferì Tony, porgendo a Peter il suo panino e posando sul tavolo anche una generosa porzione di patatine fritte. "Non ringraziarmi" aggiunse notando un guizzò di felicità negli occhi del ragazzo.
Erano seduti all'aperto, uno di fronte all'altro, entrambi col volto segnato da un'espressione decisamente soddisfatta mentre addentavano il loro cheeseburger.
"È-è fantastico, Signor Stark" mormorò Peter con la bocca piena "Mi ricorda quando mi sono operato di appendicite – dei giorni terribili, non potevo mangiare nulla" iniziò a raccontare, rubando di tanto in tanto qualche patatina fritta. "Così un giorno zia May si è presentata nella mia stanza d'ospedale con questo cheeseburger, senza dire nulla ai medici, e insomma, ci crede? Dopo quattro giorni passati a mangiare riso in bianco, quel cheeseburger è stato una..."
"Benedizione?" gli andò incontro Tony, "Sì, lo posso immaginare."
"Sul serio?"
"Beh, è stata la prima cosa che ho mangiato quando sono tornato dall'Afghanistan. Dopo tre mesi passati a ingurgitare cibo di dubbia provenienza, quel panino mi era sembrato l'ottava meraviglia del mondo. E non è un'esagerazione" buttò lì alla leggera, scrollando appena le spalle.
Peter dovette interpretare male il suo commento, perchè Tony lo vide cambiare espressione e serrare le labbra come se non avesse voluto riaprirle mai più. Si chiese se per caso avesse sbagliato a tirare fuori quell'argomento, considerata la leggerezza che ci aveva messo e a dispetto degli incubi che, a quei tempi, lo avevano rincorso ogni notte.
"Beh? Ti ho forse impressionato?" gli chiese quindi, sollevando le sopracciglia in un'espressione confusa.
"No, no, è che..." iniziò a dire il ragazzo, "Avevo dimenticato, insomma..."
"Cosa, la mia trasferta in medio-oriente?"
"Direi di sì."
"Ah, non importa" lo rassicurò Tony, "Era solo un modo alquanto indelicato per dirti che anch'io credo nel potere curativo del cheeseburger. Pessimo paragone, lo ammetto."
A quel punto Peter si concesse qualche minuto di silenzio, giusto il tempo di riflettere su un paio di questioni e tornare alla carica.
"Signor Stark?" lo chiamò quindi.
"Sì?"
"Come ci riesce ad essere sempre così disinvolto q-quando parla di, insomma...di certe cose?" gli chiese titubante, e Tony si sentì pungere il petto per la sua inaspettata schiettezza, oltre ad avere la netta sensazione che trattenesse quella domanda da moltissimo tempo.
"Oh, è semplice. Sono un bugiardo patologico" rispose, inforcando di nuovo gli occhiali da sole, come a proteggersi da una minaccia esterna. "Come mai questo interesse nei miei confronti? Non è che per caso hai ancora quella fisima strampalata di voler essere come me?"
"Cosa?!" chiese Peter con un tono di voce che virò sullo stridulo, "No, o almeno non credo. E comunque questo non c'entra nulla con quello che le ho chiesto. La mia era s-solo una semplice curiosità, ma se non vuole..."
"Posso interromperti qui, ragazzo" lo tolse dall'impiccio Tony, "Ho capito ciò che intendi e la risposta è che si tratta di un processo naturale, probabilmente inciso direttamente nel mio DNA. È sempre stato così, da quando ne ho memoria."
"Anche dopo Lipsia?"
Tony si sentì mancare il fiato a quella domanda e per un solo ed unico istante desiderò che Peter avesse già preso il suo jet e che fosse mille miglia lontano da lui. Ci riflettè su, realizzando poi quanto forse sentisse la necessità di conoscere un po' di più quell'uomo che si ostinava a chiamare mentore e che aveva deciso di prendere come esempio.
"Quello di Lipsia è stato un processo lungo e parecchio difficile" confessò quindi, lasciando volutamente fuori la Siberia e tutto ciò che era successo laggiù, "Ma credo di aver elaborato anche quello, a questo punto. Tu che dici?" chiese quasi di più a se stesso.
Peter sollevò le labbra in un sorriso timido e annuì.
"Io la trovo in forma, signor Stark. Anzi, l'esperienza alle Stark Industries è stata davvero una delle più incredibili che io abbia vissuto, s-soprattutto perchè c'era anche l-lei. Spero...spero che ce saranno altre in futuro" confessò il ragazzo, agitandosi per combattere l'imbarazzo, e Tony fu grato di avere due lenti scure a proteggergli gli occhi, diventati pericolosamente e inaspettatamente troppo lucidi.
"Non temere, avrò modo di inserire il tuo nome in qualche progetto che farà impazzire quelli della ricerca. Ti divertirai" sogghignò poi, recuperando il suo solito atteggiamento scanzonato.
Vide il ragazzo trattenere un sorriso, per poi desistere a lasciare che gli illuminasse il volto in un'espressione raggiante.
"Uh, signor Stark..." lo chiamò poi, dando un'occhiata al suo orologio.
"Sì, il tuo jet. È ora di andare" convenne a malincuore Tony, prima di alzarsi e incamminandosi con lui verso l'auto, dove li stava aspettando Happy.
"Forse avremmo dovuto portare un cheeseburger anche lui" mormorò Peter pensieroso.
"Nah, dice che è a dieta. Meglio non provocarlo."







NdA
Buonsalve!
Yep, come avevo anticipato, con questo capitolo me la sono presa con estrema calma...per scrivere comunque qualcosa di cui non sono del tutto soddisfatta :')
Il punto è questo: non potevo trattare Peter come gli altri personaggi, perchè il legame che lo lega a Tony è ovviamente diverso, perciò il mio intento era quello di far capire in che modo la sua sola presenza, la sua parlantina e il suo entusiasmo, fossero in grado di sostenere Tony ed essergli d'aiuto, anche (e soprattutto) senza per forza parlare a fondo di qualcosa di specifico.
Anche l'atteggiamento di Tony è volutamente meno cupo e riflessivo, motivo per cui affronta in maniera molto più leggera il discorso sull'Afghanistan e su Lipsia.
E niente, scusate lo spiegone, ma in effetti non so quanto questi aspetti si evincano dal capitolo :')

In ultimo, è la prima volta in assoluto che scrivo di Peter. Non ho idea di come l'abbia gestito e quanto possa essere andata OOC, perciò vi chiedo scusa in anticipo se è ho combinato qualche castroneria :')
In ultimissimo, giuro, ovviamente le foto che ho citato nella prima parte sono quelle uscite in questi giorni, delle quali una si può vedere chiaramente nel terzo trailer di Endgame.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero di poter aggiornare presto, sicuramente dopo aver visto Endgame.
Alla prossima,


_Atlas_

 

   
 
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