La pioggia batteva sui muri bianchi e spogli del villaggio.
Sakura camminava lentamente, le mani strette attorno al manico dell’ombrello e il capo chino; lo sguardo rivolto alle scarpe bianche e sporche di fango.
Era stata una giornata stancante: il turno in ospedale si era protratto più del dovuto e aveva optato per quel tragitto, per tornare a casa, passando per la periferia del paese.
Era solo a metà strada quando aveva cominciato a piovere e, assieme alle gocce grosse come chicchi di mais, erano tornati anche i ricordi di quella giornata di maggio.
«Chapu[1]! Chapu!»
La voce di una Ino bambina le tamburellava nella testa
«Chapu! Chapu!»
Affrettò il passo, ascoltando lo scrociare dell’acqua contro la tela scura sopra la sua testa.
«Vediamo se riesci a saltare la pozzanghera, fronte spaziosa!».
La risata cristallina della compagna di classe l’accompagnava durante il tragitto e non poteva fare a meno di sorrideva, mentre camminava.
«Non correre, Inochan!»
La chiamava, cercando di starle appresso tra l’erba alta del campo ricoperto dalle margherite.
«Ti ho fatto un regalo!».
Arrestò i propri passi in procinto del parco in cui giocavano assieme: Ino aveva un ombrello con le orecchie da gatto e indossava un abito rosso con la gonna orlata di pizzo.
Le aveva mostrato un enorme fiocco rosso, prima di legarglielo tra i capelli; la pioggia aveva iniziato a battere più forte e si erano riparate sotto il gazebo posto al centro del prato.
 

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«Chapu-Chapu!».
Sobbalzò a quel suono così famigliare e si voltò di scatto, quasi sbattendo addosso alla ragazza china accanto al suo orecchio.
Yamanaka fece un passo indietro, spostando l’ombrello di lato per guardarla in viso e si scostò la frangia scivolata davanti agli occhi cerulei.
«Stai tornando a casa, fronte spaziosa?».
Gonfiò le guance, come quando era bambina e strinse più forte la presa sull’ombrello.
«Già. Ho finito ora il turno di lavoro. E tu, Inopig? Hai completato le tue mansioni giornaliere al negozio?».
Il sorriso furbo si allargò sulle labbra della donna che sporse il busto in avanti.
Le labbra si sfiorarono in un contatto leggero, veloce. Troppo breve per essere definito un bacio.
«Stavo andando a prendere la cena: preferisci mangiare cinese o tailandese?».
Sakura diede un ultimo sguardo al parco, poi riprese a camminare lentamente, senza rispondere.
Le guance in fiamme per quel semplice contatto delle labbra.
Ogni mercoledì faceva quel tragitto e, come se si fossero date un tacito appuntamento, tornavano a casa assieme, una accanto all’altra, attraversando la strada che percorrevano da bambine.
«Preferisco il tailandese. E non ho detto che cenerò con te».
Ascoltò l’intensità della pioggia diminuire e il suono della risata di Ino si confuse, per un secondo, con quello dell’acqua scrosciante.
La mano della donna corse a cercare la sua in un gesto spontaneo e le dita si intrecciarono in una stretta serrata mentre i due ombrelli strusciavano tra di loro.
 
 
Fanfic Partecipante alla challenge "Colomba Express" del gruppo SasuNaru Fanfiction Italia
 
N.d.A:
Scrivere questa breve flash è stato particolarmente difficile: un po’ perché sono anni che non scrivo una SakuIno, un po’ perché non avevo alcuna idea in mente!
Insomma; spero che la storia ti sia piaciuta almeno un po’, che tu abbia apprezzato l’impegno ma, soprattutto, che sia riuscita a rendere – in così poche parole – due caratteri belli come quelli di Sakura e Ino, che restano comunque una delle mie ship yuri preferite nell’universo di Naruto.
E nulla, ora mi eclisso molto velocemente XD
Passa una buona pasqua!
Rei.

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