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Autore: CKS    21/04/2019    3 recensioni
Cherry riceve un nuovo incarico da Heart, che la porta in Giappone a conoscere le ragazze ed i ragazzi visti precedentemente in foto.
Cosa farà per metterli insieme?
[I personaggi presenti nella storia sono di più rispetto a quelli indicati nel riquadro - La storia è in fase di revisione e correzione, sia per la forma che per il contenuto; revisionati e modificati il prologo e il primo capitolo].
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Kumiko Sugimoto/Susie Spencer, Nuovo personaggio, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9
Al Campionato Nazionale

Cherry guardò il paesaggio dal finestrino dello Shinkansen con aria assorta: aveva la sensazione che Kiri fosse soltanto l'inizio di una serie di misteri, ma anche di guai. 
Le sue orecchie dovevano anche fare il miracolo di sopportare l'ennesimo battibecco scoppiato tra Kumi e Genzo, sul fatto che il Portiere si fosse seduto vicino a lei senza il suo consenso.
Di solito erano Sanae e Yukari a sedare gli animi surriscaldati dei due ragazzi, ma quella mattina Kumi aveva toccato un tasto molto dolente nei confronti di Wakabayashi.
-Sei solo un ragazzino viziato! Oh, vorrei proprio incontrare i tuoi genitori ed elencare a loro tutti i difetti che ti ritrovi, compresa la mancanza di rispetto per i più piccoli!-.
Le labbra di Genzo, anziché distendersi in un sorrisetto di scherno, s'incurvarono in una smorfia amara.
-Purtroppo non avrai mai la possibilità di farlo, Sugimoto- calcò freddamente sul cognome -I miei genitori vivono a Londra, io sono venuto qui dalla Germania con Tatsuo Mikami, il mio ex allenatore-.
Kumi strinse tra le dita le pieghe della gonna.
-Mi dispiace-
-Non lo potevi sapere- Genzo scrollò le spalle -Comunque sia, ora voglio riposare, quindi, per favore, lasciami in pace-
-Va bene- rispose la ragazza, alzandosi dal suo posto a sedere -Da quanto ho capito, la mia presenza non è per niente gradita- e si sedette il più lontano possibile da lui.
Cherry sbuffò, voleva intervenire, ma negli ultimi tempi si era intromessa troppo tra le coppie. Per un po' avrebbe dovuto limitarsi a tenerle d'occhio. Inoltre, oltre che a pensare a Kiri, doveva studiare i dettagli del piano assieme a sua sorella e a Purianne per l'utilizzo della Dimensione Del Sogno. 
La sua attenzione venne attirata da Yuzo e Mamoru, che, manco a dirlo, erano seduti vicini. Storse le labbra, perché Vanessa le aveva messo un bel tarlo in testa: quei due ragazzi stavano avendo atteggiamenti molto intimi, che andavano bene oltre ad una semplice amicizia.
Cherry non aveva nulla contro l'omosessualità, così come Vanessa, ma essendo abituata allo 'Standard' eterosessuale, non avrebbe saputo gestire quella coppia.
Si stancò di tutti quei pensieri e alla fine si addormentò.

*

Tsubasa si svegliò dal sonno in cui era sprofondato. La sera prima era stato sveglio fino a tardi per fare lezione di portoghese assieme Carlos, suo insegnante privato. 
Si accorse che la testa era premuta contro qualcosa di molto morbido e comodo, ma arrossì come un peperone quando capì che si era appoggiato (probabilmente sempre nel sonno) sul seno della prima Manager.
Lei stava ancora dormendo.
Con delicatezza si tirò su e si sistemò meglio sul sedile. Ma appena lo fece, Sanae affondò il viso nel suo petto.
-Tsubasa...-.
Lui sussultò quando sentì il suo nome, mormorato dalla ragazza, forse inconsciamente.
Quello che sentì dopo lo lasciò senza parole.
-Ti prego, non andare in Brasile! Non mi lasciare...-.
S'irrigidì, scioccato dalla frase. Sanae lo aveva sempre incoraggiato durante tutte le sue partite, e quando aveva comunicato la sua decisione di andare in Sud America dopo la terza vittoria consecutiva del Campionato Nazionale, lei era stata la prima a congratularsi.
Che avesse soltanto finto di essere felice?
Studiò meglio il volto della ragazza, ed arrivando alle labbra, avvertì la voglia di appoggiare la sua bocca su quella di Sanae, per assaggiare il suo sapore.
Fece scorrere lo sguardo sui suoi amici. Tutti erano addormentati.
Con delicatezza sfiorò le labbra di Sanae. Quelle di lei erano calde, umide e profumate. 
Sorrise, sentendo il gusto della fragola sulla sua bocca.
Solo dopo notò due occhi che lo fissavano: erano quelli di Kiri.
-Non ti preoccupare, Capitano. Saprò tenere il segreto- mormorò, facendolo diventare rosso ancora di più.

*

Cherry mise una mano sulla spalla di Kumi, facendole intendere di voler parlare.
-Kumi, sinceramente se io fossi in te, lascerei stare ciò che è successo con Wakabayashi. Non stare a tormentarti troppo-
-È solo che...-
-Che?-
-Mi dispiace di aver fatto venire a galla un fatto spiacevole e personale-
-Non lo potevi sapere!- l'interruppe Cherry, decisa -Anche Genzo lo ha ammesso-
-Senti... Tu sapresti dirmi qualcosa sulla sua famiglia? Non voglio fare l'impicciona, sia chiaro. Desidero solo capire la sua reazione, e possibilmente evitare discorsi di questo genere con lui-
-Genzo ha sempre avuto un rapporto conflittuale con la sua famiglia. I Wakabayashi sono molto importanti per il Giappone, sia a livello economico che politico. Per questo i genitori di Genzo volevano che lui seguisse la stessa strada intrapresa dai suoi due fratelli- si arrestò quando l'espressione di Kumi divenne confusa.
-Wakabayashi ha due fratelli maggiori?-
-Sì-.
L'espressione della ragazzina mutò, fino a diventare amara -Siamo sempre stati così impegnati a litigare e a discutere che nessuno di noi due ha mai provato a conoscere meglio l'altro-
-Non è mai troppo tardi per recuperare- sorrise Cherry facendole l'occhiolino e continuando il discorso -La madre di Genzo, Eri, era molto esigente con lui, e pretendeva il massimo in tutto. Lei desiderava avviarlo verso una carriera politica, prospettiva a suo parere molto interessante e facilmente raggiungibile anche a causa della notorietà della famiglia Wakabayashi. 
Quando aveva nove anni, Genzo, stufo delle continue pressioni da parte della madre, decise di iscriversi, ad insaputa di lei, alla squadra di calcio della scuola. Lì tentò di ricoprire diversi ruoli, scoprendosi poi un'abile e talentuoso portiere.
La sua bravura venne notata da Tatsuo Mikami, che si presentò alla famiglia, chiedendo direttamente ai genitori il permesso di seguire il loro figlio.
Eri andò su tutte le furie, e quando venne a sapere che Genzo aveva tutte le intenzioni di seguire Mikami, arrivò a minacciare l'uomo di voler sporgere denuncia per aver 'Rapito' suo figlio-
-E cosa accadde?-
-Il padre di Genzo convinse la moglie a lasciarlo andare. Lui aveva compreso che la donna lo aveva soffocato fin troppo a lungo, e lo lasciò libero di seguire la strada che preferiva.
Tutt'ora padre e figlio sono in contatto, ma Genzo, da quel momento in poi, non ne volle più sapere di sua madre-.
Kumi era rimasta in silenzio, colpita da tutta la storia. Aveva giudicato male Wakabayashi, fermandosi solo a vedere la superficie, e non aveva mai tentato di vedere cosa c'era dietro quella maschera di strafottenza e sicurezza che indossava ogni giorno.
-Ammetto anche che questa storia non me l'ha raccontata lui in persona. Mi vergogno molto, però, poco prima della partenza di Genzo per la Germania, ho origliato una conversazione tra lui e Tsubasa, e sono venuta a sapere di tutto questo. Wakabayashi era in lacrime, mentre raccontava la sua infanzia al Capitano. Forse è stata la prima e unica volta che l'ho visto piangere-.

*

Kiri sgattaiolò fuori dalla stanza delle ragazze, e raggiunse guardinga suo fratello.
Lui l'abbracciò stretta, e la ragazza rispose con altrettanta energia.
-Allora, tutto bene?-
-Sì, anche se è stato difficile fingere con zia Cherry!-
-I tuoi occhi brillano, sorella, cos'hai visto?-
Kiri raccontò del bacio tra Tsubasa e Sanae.
-Che sfortuna!- commentò lui, deluso -Ci tenevo tanto a vederlo pure io!-.
Kiri scosse la testa e fece una carezza al fratello, percorrendo la pelle liscia della guancia.
Lui imprigionò la mano della ragazza tra lei sue, fissandola intensamente. Poi la avvicinò alle labbra, posando un bacio leggero sopra.
Kiri ripeté il gesto del fratello: quello era uno dei tanti modi (per loro) di comunicare affetto e vicinanza sia fisica che morale.
-Sarà meglio andare ora- disse lui -Non vorrei che le tue compagne di stanza si svegliassero e non ti trovassero a letto-
-Hai ragione- 
Si abbracciarono ancora, poi si staccarono.
-Ti prego, stai attenta-
-Certo!- rispose lei tranquilla, e voltandogli le spalle, tornò con passo veloce alla camera.



Note dell'autrice: Colgo l'occasione per augurare buona Pasqua e Pasquetta a tutti!

   
 
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