In time
Il sole splendeva alto su Konoha,
la natura era in
fiore, i cieli erano pieni di uccellini, i prati di coniglietti e altri
animali
usciti dal letargo; una splendida giornata, ma non quella di cui stiamo
parlando.
Infatti il giorno primaverile prescelto per il
matrimonio dell’anno sembrava portare con sé tutti
i presagi di sventura:
pioggia, fulmini, vento e… uno sposo in fuga.
Nonostante la redenzione e tutte queste belle cose,
avrebbero dovuto immaginare che Sasuke rimaneva pur sempre Sasuke, con
una
propensione alla fuga e alle uscite di scena quanto mai
melodrammatiche. Eppure
tutti pensavano che, nonostante la tempesta, quel giorno sarebbe filato
senza
intoppi: Sakura avrebbe sposato il suo amore d’infanzia,
Naruto avrebbe avuto
il suo amico, Konoha il suo unico Uchiha; per fortuna però
l’Hokage aveva una
visione un po’ più parziale della faccenda.
Kakashi fin dalla prima mattina si era appostato su
un albero vicino all’uscita del villaggio, monitorando il
viavai di gente, i
suoi cani erano disposti in posizioni strategiche a fare la guardia
come lui;
forse anche meglio, lui si distraeva continuamente con letture di
dubbio gusto.
Fu infatti grazie a Pakkun che riuscì a intercettare Sasuke
prima che scalasse
le mura vicino al quartiere Uchiha.
“Lo sai che se stavolta scappi, Sakura non si
accontenterà di un buffetto sulla fronte quando ti
riacchiapperà?” gli disse
comparendogli alle spalle.
Lo vide sussultare e poi voltarsi, così continuò
col
suo solito sorrisetto sotto la maschera: “Mi sembra ormai
chiaro che siamo in
grado di trovarti dovunque tu vada”
“Non è come sembra! Io…” si
affrettò a rispondere
Sasuke, per poi bloccarsi.
A chi voleva darla a bere? Sotto la pioggia battente
e il vento preferiva tentare una scalata folle piuttosto che andarsi a
sposare
all’asciutto, in una sala piena di amici e, soprattutto, la
donna che avrebbe
dovuto amare; sopportare perlomeno.
“Non sono affari tuoi” brontolò,
rifugiandosi nel
solito e confortevole atteggiamento scontroso.
Pakkun vide il proprio padrone sospirare e alzare
gli occhi al cielo, già pregustava l’imbarazzo e
le difficoltà che l’uomo
avrebbe mostrato da lì a breve; pensò anche che
erano due idioti a stare sotto
la pioggia invece di ripararsi come lui.
Uomini…
“Sono affari miei” affermò Kakashi che
dopo lunghi
istanti passati a scrutare le nuvole o forse a chiedere assistenza a
Obito e
Rin, si era deciso a parlare. Aveva una faccia – quel che si
vedeva insomma –
di un condannato a morte, però era lì, a cercare
di dire qualcosa di sensato e
serio una volta tanto.
“Ascolta, tecnicamente non sono più il tuo
maestro,
sono il tuo Hokage e tu non sei più il mio studente ma un
ninja incomparabile,
con rinnegan e tutto il resto, però forse ho ancora qualcosa
da insegnarti, magari
avrei dovuto farlo prima, ma…”
Si grattò i capelli fradici, chiaramente
imbarazzato, eppure stava sotto la pioggia battente a parlare al suo ex
allievo
di rimpianti e occasioni perdute, del tempo che non tornava indietro,
di
affetti persi e vite segnate per sempre. Perché in fondo era
facile scappare
dinanzi a situazioni complicate, responsabilità, paure o
discorsi difficili,
ciò che rendeva un uomo era il restare, affondare i piedi
nel terreno fangoso e
mantenere la posizione di fronte alle difficoltà della vita,
anche se questo
richiedeva stare sotto una pioggia battente a farsi prendere a schiaffi
dal
vento.
Pakkun non riuscì a sentire tutto a causa del rumore
del temporale, ma giudicò che invece Sasuke non doveva aver
avuto quei
problemi: lo vide chinare la testa e poi rialzarla con una nuova
risoluzione,
ancora diversa da quanto mostrato negli anni passati. Poi, insieme, si
voltarono e camminarono fianco a fianco verso il centro del villaggio,
un
braccio di Kakashi attorno alle spalle dell’altro, a
proteggere e guidare. Era
sempre in ritardo, ma almeno quella volta era riuscito ad arrivare in
tempo ed
essere il maestro di cui il suo allievo cocciuto aveva bisogno.
L’angolino
oscuro:
Buona Pasqua Elena! Questa cosina è tutta per te, spero ti
sia piaciuta e possa
essere stata un buon sostituto della cioccolata XD non è una
flash, a un certo
punto ho perso il controllo delle parole e mi sono accorta che se
avessi
tagliato sarebbe venuta una schifezza senza senso, ma penso che non te
ne avrai
a male per qualche centinaio di parole in più. Almeno
quelle, a differenza
della cioccolata, non fanno ingrassare.
Amo il personaggio di Kakashi con tutti i suoi
difetti e gli sbagli commessi, tra questi sottovalutare il malessere di
Sasuke
e non averlo compreso, quindi ho voluto farlo riscattare almeno in
questa fic.
All’inizio doveva essere più seria e cupa, ma la
mia vena di idiozia ha preso
il sopravvento, sorry! Ancora auguri a te e tutti quelli che hanno
letto fin
qui, alla prossima!