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Autore: Spensieratezza    22/04/2019    1 recensioni
Può il potere di una moneta cambiare il corso di una vita? E perchè Jared Padalecki lo permette?
Jared Padalecki e Jensen Ackles si ritroveranno a essere l'uno, l'antitesi dell'altro, senza averlo scelto.
Genere: Angst, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fiaba oscura/ serie dei gemelli '
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Jensen alla fine era stato sollecitato e incoraggiato da Alfred ad andare alla festa, MA aveva preteso espressamente di andare anche lui. Jensen chiese a Misha per telefono, se erano d’accordo – è la mia famiglia – disse Jensen al telefono e subito si morse il labbro, capendo che non era una cosa bella da dire se nei paraggi ci fosse stato il suo presunto fratello scomparso da tempo.

“D’accordo, lo capisco. Lo capiamo.” Disse Misha dolcemente.

Jensen avrebbe voluto chiedergli cosa aveva passato per tutto quel tempo, lontano da lui, da LORO, nello spazio..ma non l’aveva fatto per tutto quel tempo, perché Misha avrebbe dovuto rispondergli ORA?
Stava per dire ancora qualcosa, ma Misha riagganciò.

Non sapevo come toccarlo, come raggiungerlo….il Paese delle Lacrime, è così misterioso. (Piccolo Principe.)
 
 
 


*

Era una bella giornata di sole, che illuminava l’intero giardino della villa cui il fratello di Jensen, si era ritrovato ad invitarli.
Come può venire da un altro MONDO e avere una casa già pronta? È un trucco. Jensen ti stanno ingannando. Ti stanno ingannando tutti.

“Sono qui, Padroncino.” Disse Alfred, stringendogli la mano teneramente e Jensen si ritrovò a guardarlo sorridendo con un moto di gratitudine. Amava quell’uomo che per lui era come un padre, fin da quando era rimasto orfano, e forse anche da prima.
 
Si guardò intorno, vide Misha che guardava il barbecue, l’altro fratello di Jared, che potava il prato con una falciatrice silenziosa e distolse lo sguardo.

Jensen!” Misha smise di guardare il barbecue e si avvicinò a lui, abbracciandolo, quasi soffocandolo.
Jensen rimase sorpreso, ma annegò in quell’abbraccio e strinse forte il suo amico, quasi volendo fondersi con lui. Si odiava per quella debolezza, ma si sentiva così vulnerabile in quel momento.
“Do..dov’è…lui?” chiese tremante.

Misha cominciò a parlare: “Jared..” e si voltò verso l’abitazione, cui Jared era appoggiato come se avesse desiderato fondersi con il muro, Jensen scrollò freneticamente il muro.
“No. Non lui. Mio..mio fratello.” disse quell’ultima parola come se gli stesse mancando l’aria e Misha gli mise le mani sulle spalle.

Quando Jensen guardò negli occhi di Misha, vide che il suo amico aveva gli occhi lucidi.
“è nel giardino delle rose. Vuoi che ti porti da lui?”
“S-sì.”
 
Misha lo fece, sembrava più esaltato ed emozionato di Jensen, felice del fatto che Jensen volesse vederlo, lo prese per mano e lo trascinò con sé, Jared li vide passare e riservò loro un’occhiata infelice, purtroppo intravista da Jensen.
“Misha, calmati, ti ho detto solo che voglio vederlo..”

“Lo so, lo so, ti sto solo portando.” La sua felicità sembrava incontenibile.
Si fermarono. Il doppio di Jensen stava irrigando uno stuolo di rose blu come se fossero state delle sue crature.
Ci mancava solo il maniaco dei fiori…
Ma uno strano groppo alla gola lo prese.
“Jens, se vuoi, io..”

“No, va pure Misha, ho bisogno di restare da solo..con LUI.”
“Sei sicuro?”
“Assolutamente.”
 
Il ragazzo smise di innaffiare le rose e si irrigidì, si alzò, voltandosi lentamente.

Jensen lo vide in faccia. La sua faccia era una faccia d’angelo, spaurita quasi, come quella di un bambino. Sembrava più giovane di lui, di lui che aveva passato anni a combattere contro l’amore della sua vita. I lineamenti del suo gemello sembravano così delicati..i suoi erano appena più duri, forse combattere L’AMORE rende duri, abbruttisce.
“è incredibile..” disse il suo gemello con un sorriso.
“C-cosa?”

Stavo pensando a te, prima che arrivassi, ho detto: voglio che Jensen veda queste rose. Avrei voluto dartene qualcuna, ma, non sopporto l’idea di farle soffrire, strappandole alla terra.”

“Frena, chi ti ha detto che io..”ma non concluse la frase. Le guardò.
“Sono meravigliose. “ disse.
“Vuoi venire a vederle?” lo invitò dolcemente l’altro.

Jensen lo fece. Si inginocchiò a loro e le accarezzò con la mano.
“Credevo non esistessero in natura le rose blu.” Disse.
“Infatti.” Disse, poi aggiunse in risposta a un suo interrogativo. “Oh no, non le ho colorate, semplicemente hanno cominciato a germogliare, cambiando loro colore, quando sono arrivato qui.”
Jensen si alzò, provato.
“E ti aspetti che io ti creda?”

“Perché fin da subito ho pensato che dovessi donartele? Fartene un dono? Tu sai rispondere a questo?”
Jensen vacillò. Rimase per un lungo attimo, in silenzio.
“è..è il mio fiore preferito.” Ammise senza guardarlo.

“Lo sapevo!” disse l’altro, emozionato. “E io lo sapevo. In fondo l’ho sempre saputo. Ho sempre provato un’adorazione per queste rose, troppa per essere solo mia.

“Senti, io..tu sei davvero molto..molto simile a me..ma se pensi che la predilezione per un fiore che abbiamo in comune e un aspetto identico al mio, possano convincermi, ti sbagli di grosso!”
“Ma..”

“In tutti questi anni ho avuto a che fare con molti mostri che hanno finto sembianze di persone per bene, mutaforma, e non mi stupisco più di nulla..”

“E della verità, Jensen? Della verità te ne stupisci ancora?” gli chiese il suo gemello alzandosi.
Jensen vacillò.
“La verità..ne ho vista così poca..”
“Non ti ho chiesto quello..ti ho chiesto se ti stupisce ancora.”

Jensen si toccò la radice del naso, sospirò, le lacrime stavano per fuoriuscire, poi, con un balzo scattò ad abbracciare l’altro ragazzo.
Si sentì come affogare e salvare allo stesso momento, nel momento in cui l’altro ricambiò l’abbraccio. Non capì più nulla. I suoni, gli odori, i colori, era tutto mescolato.
Tanta felicità era impossibile da contenere.
 
Poco più in là, Jared non visto, piangeva.

Si sentiva un verme ad essere geloso, Jensen meritava quella felicità.
Ma non riusciva a fare a meno di esserne invidioso.

Lui in quel momento poteva stringere Jensen, avere il suo amore, stringerlo a sé.
Lui invece, dell’amore di Jensen, ne aveva fatto cestino.
E ora il biondo lo odiava.
   
 
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