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Autore: Francyzago77    22/04/2019    6 recensioni
Tornata in Australia, con il figlio avuto da Abel, Georgie cerca di ricominciare la sua vita serenamente con l'aiuto di Arthur. Ma il passato ritorna e metterà scompiglio nel suo tormentato cuore.
La maggior parte dei personaggi qui trattati non mi appartengono, sono proprietà di Mann Yzawa. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro,
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo fu ciò che raccontarono Abel e Maria.
Partirono grazie al signor Allen sotto il nome di Emma e Dick. La nave era enorme, loro viaggiavano in seconda classe e dividevano la stessa cabina, proprio come una coppia di sposi. Non era una stanza grande e l’unico letto matrimoniale mise in imbarazzo entrambi.
-Io mi sistemerò qui – disse Abel prendendo una coperta e portandola in un angolo della cabina.
Faceva intendere che il letto sarebbe stato di Maria.
-Ma non puoi dormire in terra per tutti questi giorni! – rispose lei rammaricata.
-Sono stato marinaio – ribatté Abel – ho dormito in posti peggiori di questo.
Così si sistemarono e non affrontarono più l’argomento.
I primi giorni furono di assestamento per tutti e due: Abel passava la maggior parte del suo tempo ad osservare il mare, a parlare con i marinai o con il capitano della nave; Maria era spesso in cabina, non usciva molto per paura di incontrare qualcuno che la riconoscesse.
-Non devi aver timore – le disse lui – le persone della prima classe non si mescolano con noi, se anche c’è qualche duca o baronessa non è detto che ti vedano.
-Sì – rispose lei – e poi non conosco mica tutta la nobiltà di Londra, è che non so se riuscirò a mentire per tutto questo tempo.
Abel rise poi aggiunse:
-Devi solo dire che ti chiami Emma e che sei mia moglie, non è difficile!
Maria annuì, Abel le ispirava fiducia e poi con lei era protettivo e rassicurante.     
 
 
Consumavano i pasti nella sala da pranzo, con tutti gli altri passeggeri di seconda classe. Abel aveva stretto amicizia con il signor Burton, un omone grosso e buono, che viaggiava con moglie e figli e vedeva nell’Australia l’Eldorado tanto ambito. Era un agricoltore in cerca di fortuna, la Rivoluzione industriale aveva portato allo spopolamento delle campagne e l’Inghilterra non era più un posto favorevole per i coltivatori diretti. Parlava spesso di politica e la moglie lo redarguiva sempre perché alla fine s’imbatteva in discussioni animate che lo portavano a liti frequenti. Con Abel dialogava volentieri, forse perché avevano le stesse vedute o forse perché il giovane lo lasciava parlare senza contraddirlo quasi mai. Maria li ascoltava divertita con accanto Rob, il figlioletto dei Burton, che le si era affezionato e non la mollava un attimo chiamandola “la mia Emma”. Completava il gruppo Sarah, la figlia maggiore, una ragazza di tredici anni bionda con gli occhi chiari che invece stravedeva per Abel.
-Come mai non avete le fedi nuziali? – chiese un giorno la ragazzina a Maria.
-Le abbiamo vendute per pagarci il viaggio – rispose prontamente Abel.
E giù il signor Burton a parlare della povertà che c’era in Inghilterra, della suddivisione in classi sociali e così via.
Maria aveva timore di non saper mentire in circostanze come quella mentre Abel riusciva sempre a trovare la risposta pronta.
Ma un giorno fu proprio Maria a risolvere una questione che si mostrò intricata e pericolosa.   
Quella mattina il capitano bussò con vigore alla porta dei due giovani, Abel uscì preoccupato.
-Mi scusi Dick – esordì il capitano – ho bisogno di parlare con vostra moglie.
-Si sta vestendo – rispose lui - cosa c’è?
Maria s’affacciò alla porta.
-Signora – disse il capitano – mi dispiace disturbarvi ma dovrebbe venire con me nella zona riservata alla prima classe.
 
 
Maria impallidì, Abel rispose contrariato.
-Cosa deve venire a fare mia moglie lì?
-Ecco – rispose il capitano imbarazzato – la signora Emma è una sarta se non erro, la baronessa De Lacy ha bisogno urgentemente di un lavoro di cucito e la manda a chiamare …
-Deve farlo proprio mia moglie? – domandò bruscamente Abel – La baronessa non ha della servitù che viaggia con lei?
-Sì – rispose il capitano – ma il lavoro lo vuole eseguito da una sarta esperta, sua moglie è una delle migliori a Londra.
-Non ho l’occorrente con me – disse timidamente Maria – è un viaggio di piacere il nostro, non ho portato nulla.
-Non si preoccupi la baronessa le darà tutto ciò che le serve – rispose il capitano – la prego, non mi metta in difficoltà, credo paghi anche bene …
-Non abbiamo bisogno di soldi – disse Abel sempre più nervoso – e non siamo qui per esaudire i capricci di questa gente!
-La prego signora Emma – supplicò il capitano – almeno venga a sentire di cosa si tratta.
-Ora finisco di vestirmi, arriverò – sussurrò Maria.
Il capitano si allontanò più sollevato, Abel chiuse la porta ,  Maria si sedette sul letto e sospirò:
-Ed ora che facciamo? Io non so tenere neppure un ago in mano, capiranno che non sono la sarta che ho detto di essere.
Abel era sempre più agitato, girava nervosamente per la stanza, ad un certo punto disse:
-Usciamo, possiamo dire che ti sei ferita ad una mano e non puoi lavorare!
- Abel ho paura, ci scopriranno  e non oso pensare che fine faremo.
 
 
Uscirono di corsa, lei era terrorizzata, s' imbatterono nella signora Burton.
-Oh Emma cercavo proprio lei – disse la signora vedendoli salir le scale.
Maria si fermò ad ascoltare. 
-Ho saputo che deve fare un lavoro di cucito per la baronessa De Lacy – sussurrò la signora – la mia Sarah è andata ad imparare il mestiere per un anno in una sartoria a Londra, le piacerebbe tanto vedere come lavora lei signora Emma!
-Vuol dire che Sarah sa cucire, riparare, tagliare? – disse Maria entusiasta.
-Certo – rispose la Burton – per lei sarebbe un’occasione d’oro veder lavorare una sarta del suo calibro.
A Maria s’illuminarono gli occhi:
-La mandi subito da me, stiamo andando dalla baronessa.
La signora Burton corse dalla figlia.
-Che hai in mente? – chiese Abel.
-Ora vedrai! – rispose Maria risollevata.
Andarono dalla baronessa con il capitano, c’era anche Sarah con loro.
-E’ una fortuna che sia su questa nave – esordì la baronessa rivolgendosi a Maria – ho bisogno di sistemare un abito per la festa di questa sera, venga, le faccio vedere, le darò tutto ciò che le occorre.
-Va bene – rispose lei – ma porto anche questa ragazza con me.
Nella lussuosa cabina fu illustrato dalla servetta della nobildonna tutto il lavoro da fare. Maria ascoltò in silenzio poi rimase sola nella stanza con Sarah.
-Bene – disse alla ragazza – credo che per te questa sia una grande occasione! Tua madre mi ha detto che sei molto abile, fai tu il lavoro sotto la mia supervisione. Ti darò tutta la paga che mi ha promesso la baronessa.
Sarah si meravigliò: 
 
 
-Ma non posso essere al suo livello Emma! E poi la baronessa vuole un lavoro fatto da lei.
-Io iniziai proprio alla tua età – mentì Maria – guarda che stoffa meravigliosa, non ti ricapiterà spesso di lavorare un tessuto così pregiato.
Sarah accarezzava l’abito e Maria ricordava i suoi vestiti di quando era una Dangering, erano ancora più preziosi di quello.
La ragazza accettò e si mise subito al lavoro contenta. Maria la osservava facendo finta di capire tutti i passaggi uno alla volta. Abel entrò nella cabina per vedere se tutto procedeva per il meglio: Sarah cuciva con grande abilità, le ricordava Georgie quando alla sua età ricamava con la mamma.
La baronessa fu soddisfatta, credeva che il  lavoro fosse stato eseguito da una delle migliori sarte della capitale. Pagò la donna e la invitò alla festa di quella sera sulla nave. Maria accettò ma volle con sé anche Sarah con tutta la famiglia.
E quindi si ritrovarono tutti nella bella sala di gala della prima classe: Maria, Abel e i Burton al completo.
 
 
 
   
 
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