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Autore: Francyzago77    22/04/2019    5 recensioni
Tornata in Australia, con il figlio avuto da Abel, Georgie cerca di ricominciare la sua vita serenamente con l'aiuto di Arthur. Ma il passato ritorna e metterà scompiglio nel suo tormentato cuore.
La maggior parte dei personaggi qui trattati non mi appartengono, sono proprietà di Mann Yzawa. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro,
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il signor Burton era contrariato, non voleva assolutamente andare alla festa in prima classe ma Sarah riuscì a convincerlo con insistenza.
Furono accolti dalla baronessa e dal marito che dissero loro di prendere posto al tavolo, era prevista infatti, una ricca cena. Tutte le signore erano elegantissime e Maria si sentiva in imbarazzo, non aveva un abito adatto ma solo un vestito rosa che le aveva sistemato Emma prima di partire.
-Tutti ci osservano – disse la signora Burton – non siamo vestiti adeguatamente.
-L’avevo detto io di non accettare l’invito! – replicò il marito sempre più inquieto.
-Sanno chi siamo – disse Abel – e che non abbiamo le loro possibilità ma io non mi sento assolutamente inferiore a nessuno.
-Ben detto Dick! – ribatté il signor Burton – A questo punto mangiamo e beviamo qualcosa.
La cena era composta da pietanze raffinate e da ottimo vino, il signor Burton mangiò con gusto ma faticò a districarsi fra tutti quei bicchieri e le numerose forchette. Sua moglie quasi non toccò cibo per paura di far brutte figure, Abel non era di buon umore ed invece Maria spiegò a Sarah e al piccolo Rob quali posate usare per prima e come distinguere i bicchieri da acqua e da vino.
-Santo cielo Dick – disse meravigliato il signor Burton – dove ha imparato tua moglie tutte queste nozioni di galateo?
-Sono stata qualche anno a servizio da una duchessa – rispose prontamente Maria che ormai aveva imparato a mentire con abilità.
Una deliziosa orchestrina suonava magistralmente delle arie e terminata la cena molti dei presenti iniziarono a ballare. Le dame volteggiavano al braccio dei rispettivi cavalieri al ritmo della musica.
 
 
Gli abiti delle signore sembravano tante nuvole colorate, azzurre, verdi, rosa, rosse, bianche che si mescolavano tra loro nella sala. Sarah e la mamma osservavano quello spettacolo e ne erano incantate, non avevano mai assistito ad un ballo di nobili e guardavano stupite tanta ricchezza. Maria, al contrario, si era intristita perché ripensava a quando la sua era una delle famiglie più importanti di Londra e a quanti balli aveva partecipato, anche alla corte della Regina, indossando abiti molto più ricchi e sfarzosi di quelli delle dame presenti. I suoi occhi erano velati di malinconia ed Abel seduto al suo fianco aveva capito perfettamente i suoi sentimenti.
-E’ meglio andar via – disse il signor Burton – non conosciamo questi balli, tutti ci stanno guardando con curiosità.
-No papà – piagnucolò Sarah – a me piace anche solo osservare tutte quelle belle dame che danzano.
-Ha ragione tuo padre – rispose Abel – sono proprio stufo di questa atmosfera, ci guardano dall’alto in basso e non lo posso soffrire.
La baronessa si avvicinò a loro dicendo:
-Cara Emma, se suo marito permette, mio figlio gradirebbe ballare con lei.
-Non lo permetto! – sbuffò Abel alzandosi – Stavamo infatti andando via.
-Giusto Dick! – aggiunse il signor Burton – Vogliono mettere in difficoltà Emma perché non ha un bel vestito e perché non conosce questi balli.
La baronessa rise e disse con tono di comando:
-Ora suoneranno un valzer, Emma le conviene danzare con mio figlio, è meglio per lei non mettervi contro di noi.  
-Andiamo via! – urlò Burton mentre Abel prendeva la mano di Maria per condurla alla porta.
-Io voglio danzare – disse con fermezza lei – solo questo valzer e poi ce ne andremo.
Si avvicinò alla baronessa sotto gli occhi stupiti di Abel e dei Burton. La nobildonna chiamò suo figlio, un ragazzo alto biondo vestito molto elegante il quale le fece un inchino e la invitò al centro della sala. Maria accettò e si mise a ballare con lui.
L’orchestra suonava e lei danzava. Era così leggiadra, delicata, sembrava una farfalla svolazzante in primavera. Tutti si erano fermati a guardarla, non un passo era fuori posto, era l’armonia fatta persona.
Al termine la baronessa, ancora sbalordita, le rivolse la parola:
-Non credevo fosse così aggraziata nel ballo Emma!
-Ho imparato tanto tempo fa – rispose prontamente Maria – la signorilità e le buone maniere invece non s’imparano e non è un titolo nobiliare a garantirle. Buona serata baronessa.
Ed uscì dalla sala seguita da Abel e dai Burton.
-E’ stata fantastica! – gridò il signor Burton appena fuori – Che smacco per quella gente superba e piena di boria!
-Come ballava bene Emma – sussurrò la signora Burton – sembrava lei la più nobile di tutte.
Ma Maria aveva le lacrime agli occhi e si fermò sul ponte a piangere a lungo con accanto un Abel sempre più frastornato.
 
 
 
 
 
 
   
 
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