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Autore: Saruwatari_Asuka    23/04/2019    1 recensioni
"Forse aveva peccato di presunzione, in passato, a voler fare l’eroe a tutti i costi. E Aizawa forse aveva sbagliato a fidarsi delle sue capacità e di lui."
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hitoshi Shinso, Mashirao Ojiro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sacrifice

 

 

 

Com’erano finiti in quella situazione?

Non lo ricordava neanche. Una normalissima ronda, doveva essere solo questo. Nient’altro.

E invece si era scatenato l’inferno.

Il suo tutor aveva chiesto supporto quando si era accorto che da solo, avendo anche la responsabilità di proteggere lui, non ce la poteva fare. L’attacco era massiccio e dovevano pensare anche ai civili.

Ed era di quello che gli aveva detto di occuparsi, ad evacuare più possibile le persone in zona. Non ci aveva pensato due volte. Era lì per diventare un eroe, per rendersi utile.

Almeno fin quando non si era ritrovato sotto attacco diretto. Il tutor e gli altri eroi erano ben più che impegnati. I Noumu stavano invadendo la città, non c’era via di scampo.

Doveva cavarsela da solo.

E non era facile per nulla, con il suo quirk. Su quella creatura non poteva usarlo, non era neanche certo avesse un cervello da manomettere.

Per questo, quando si era visto arrivare come rinforzi Ojiro, aveva tirato un sospiro di sollievo, inizialmente. Doveva essere arrivato anche lui, con alcuni altri ProHero e altri studenti, come supporto. E quando lo aveva visto, era corso da lui.

Su due piedi aveva pensato che in due, anche se da soli, potevano farcela. Certo, i Noumu erano diventati decisamente più forti, e persino più intelligenti, negli ultimi mesi, il che era un grosso problema. Soprattutto per i loro molteplici quirk. Ma questo non li rendeva impossibili da battere. Quantomeno per riuscire poi a scappare.

Ma aveva dovuto presto ricredersi.

Ojiro con solo la coda e lui con solo le bende che ancora non sapeva usare al cento percento non avevano speranza contro quel Noumu. Nessuna.

Quel mostro era troppo. Troppo forte, troppo grosso, e per quante volte lo si riuscisse a colpire, lui guariva più velocemente di quanto lo fossero loro nel rialzarsi e scappare.

Per altro, Ojiro continuava a fargli da scudo, a prendersi colpi su colpi al posto suo, come se non lo ritenesse in grado di resistervi. E forse era così. Aveva preso la sua dose e faceva fatica anche a tenersi in piedi.

Ma Ojiro sanguinava molto più di lui.

Il corpo era ricoperto di ferite più o meno gravi, la coda la teneva su a fatica e ormai da un pezzo non la usava più per attacchi diretti. Evidentemente gli faceva troppo male. Lo squarcio che la feriva fin quasi alla punta piumosa era profondo, e sembrava doloroso, era quindi ovvio non riuscisse più ad usarla.

Eppure insisteva. Era più orgoglioso e cocciuto che mai.

Ma questo l’aveva capito durante il Festival Sportivo del primo anno. Si era ritirato da un torneo simile, così importante per farsi conoscere, solo per orgoglio, solo perché era stato lui a guidarlo e non ricordava quello che aveva fatto. Quindi lo sapeva, certo, lo sapeva che era una scimmia orgogliosa e determinata come poche.

Tante volte aveva dimostrato che non importava che quirk avessi, anche il più apparentemente debole poteva diventare pericoloso e affascinante se usato a dovere.

Da quel punto di vista lo ammirava, non c’erano dubbi.

Non poteva dire che il suo quirk fosse debole, ovvio, solo non adatto al combattimento, quindi per tutta la vita aveva avuto un dramma sostanzialmente diverso, seppur simile, da quello di Ojiro. Eppure lo capiva, e per questo lo apprezzava.

Non poteva permettere che adesso continuasse.

A quel livello, gli eventuali rinforzi non sarebbero riusciti a salvare nessuno dei due. 

Sarebbero morti tutti e due schiacciati da quel Noumu.

E non voleva permettere che Ojiro facesse la fine del topo.

Era una follia. Lo sapeva, se ne rendeva conto, ma doveva.

Se Ojiro era ridotto in quello stato, era perché l’aveva protetto come aveva potuto, ogni volta che aveva potuto. E lui non si sentiva di aver fatto la sua parte.

Oj...-“

“Va a chiamare aiuto, Shinsou,” lo interruppe l’altro prima ancora che potesse parlare. Non si voltò neanche a guardarlo. Gli dava le spalle con gli occhi fissi sull’avversario, i sensi tesi al massimo.

Pronto anche a sacrificarsi.

“Se vado, sei morto.”

“Non abbiamo scelta. Uno deve rimanere a tenerlo impegnato. La cosa che conta di più è riuscire a fermarlo prima che arrivi in centro; la zona lì non è stata ancora evacuata del tutto. Nel combattimento ci siamo allontanati troppo dagli Hero, ma forse qualcuno di loro è riuscito a liberarsi e può prestarci aiuto.”

“Ho il numero di Aizawa...”

“Perfetto! Allora quando te lo dico io, corri.”

“No. Morirai.”

Ojiro per tutta risposta strinse i pugni così forte da farsi male. I palmi delle mani sanguinavano già e lui non aveva fatto altro che scavarsi ancora di più nella pelle.

Cosa pensava, Shinsou, che non lo sapesse? Era ben consapevole che sarebbe morto. Aveva sperato che gli eroi sarebbero andati a salvarli, ma non era arrivato nessuno e adesso non poteva più aspettare.

Aveva paura, ma era meglio che a morire fosse uno solo e non entrambi.

Non aveva senso morire in due.

“Senti, io sono più forte nel corpo a corpo, va bene? Posso tenerlo occupato per qualche secondo. Questo qui non vola quindi avresti un vantaggio sufficiente per andare a chiedere aiuto.”

“E’ un piano assurdo.”

“Non importa! Non puoi pensare a queste cose adesso. Lì ci sono ancora dei civili da proteggere!”

“Credi che non lo sappia?”

“Allora se lo sai capisci che-“

Shinsou chiuse gli occhi, mentre le ultime parole di Ojiro aleggiavano tronche nell’aria. Non avrebbe finito la frase e forse non avrebbe neanche mai più sentito la sua voce.

Il Brainwash lo costrinse subito a fare quello che voleva lui.

E Shinsou non poteva permettere che morisse. Per niente al mondo.

Era vero che Ojiro era più forte nel corpo a corpo, ma era anche più veloce a correre. Quindi era più ovvio ci andasse lui, a chiedere aiuto. A cercare di salvare quei civili rimasti.

Corri più veloce che puoi, va a chiamare gli Hero e poi mettiti al sicuro,” ordinò, e Ojiro non poté far altro che eseguire.

Non importava quanto dentro tentasse di opporsi, non ci sarebbe riuscito, a meno di non venir colpito da qualcuno. Ma Shinsou non aveva intenzione alcuna di dare modo al Noumu di colpirlo per l’ennesima volta.

Quindi, finché Shinsou fosse stato ancora vivo ed in grado di mantenere attivo il Brainwash, Ojiro sarebbe stato al sicuro.

“Ti chiedo scusa, Monkey Boy.”
Forse aveva peccato di presunzione, in passato, a voler fare l’eroe a tutti i costi. E Aizawa forse aveva sbagliato a fidarsi delle sue capacità e di lui.

Era vero che non esistevano quirk deboli, che allenandosi tutti potevano trovare la propria utilità, Ojiro ne era la dimostrazione vivente. Era anche vero, però, che esistevano quirk adatti a combattere e altri no.

Il suo non lo era, e non l’aveva capito. E adesso era tardi.

Ma almeno poteva usarlo per salvare un compagno, e su questo non si sarebbe tirato indietro.

Dopotutto, era un eroe anche lui.

Ed essere un eroe era maledettamente spaventoso. Faceva paura. Paura davvero. Eppure, era anche meraviglioso.

Pensare di essere riuscito a salvare qualcuno, anche una sola persona, sapeva regalare una soddisfazione e una gioia difficile da descrivere a parole.

Era terrificante, sì.

Ma era quello che aveva scelto, e che sceglierebbe ancora, e ancora.

Anche solo per dimostrare agli altri che un quirk non ti rende migliori o peggiori, eroe o villan.

Scegli tu cosa essere. Chi essere.

Scegli tu come realizzare i tuoi sogni.

 

 

Angolino Autrice:
L’altro giorno su Twitter ho trovato la fanart di Atosaru (Atrsrp forse? Ma tanto non lo saprà mai xDD) 4 pagine di fumetto magistralmente belle...e poiché non capivo un ciufolo di ciò che c’era scritto, essendo in giapponese, ho sentito il quasi disperato bisogno di trascrivere quell’arte e dargli un certo senso!
E poi la Shinoji va diffusa nel mondo! Certo, magari la prossima volta un po’ più allegre, lo prometto!
Un bacione,
Asu

   
 
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