Giochi di Ruolo > Eldarya
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Autore: Iaiasdream    24/04/2019    0 recensioni
(Dolce Flirt-Eldarya)
Dea non è mai stata una ragazza come tutte le altre. A causa dello strano colore della sua pelle, è vittima di bullismo nel liceo che frequenta. Stanca di quell'esistenza invivibile, cerca molte volte di farla finita, ma il suo corpo sembra essere indistruttibile. Con il passare del tempo, Dea si arrende a quel crudele destino e decide di affrontare la sua vita ignorando tutto e tutti. Nonostante questo, rimane sempre e segretamente innamorata di Armin, un compagno di classe, che a differenza sua, non la considera, dandole involontariamente un dispiacere, fidanzandosi con la generosa e sorridente Iris.
A quel punto, Dea è costretta ad allegare quell'altro fallimento all'elenco delle sue disgrazie.
Quando nella sua vita entra Dake, surfista playboy, la ragazza accetta facilmente la proposta di diventare la sua fidanzata; convinta che in un certo qual modo, possa finalmente cambiare la sua vita, ma non è così.
Purtroppo, la nostra eroina non sa che dietro le quinte di questa sua quotidianità, qualcuno e qualcosa complottano per impossessarsi del suo destino
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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4.
I GUARDIANI IN MISSIONE
 
 
“Se dovessero scoprirla, Ashkore mi taglierebbe la coda e le orecchie!”, continuava a ripetersi il giovane licantropo cercando di non far notare la sua ansia. Non poteva certo insistere nel convincere la Kitsune a mandare lui al villaggio, così facendo, avrebbe solo destato sospetti. Ci doveva pur essere qualche altra soluzione, ma quale?
E mentre stava scervellandosi per trovarne una, Ewelein interruppe il discorso della capo guardia, le chiese scusa e poi disse: << Non voglio che qualcuno possa prenderla come un’offesa, ma come tu hai ben detto: non sappiamo che cosa sia successo, se qualcuno ha varcato il portale, pericoloso o innocuo che possa essere, prima di tutto bisogna assicurarsi che gli abitanti del villaggio stiano bene. >>
<< È per questo che mando Ezarel! >> la interruppe Miiko senza troppi indugi.
<< Senza offesa >> ribatté la dottoressa << Ma Ezarel non è un elfo guaritore, e se permetti, quel compito è mio! >> disse infine autoritaria.
Miiko strinse i pugni. Un’altra cosa che non sopportava era la presunzione. Nonostante Ewelein non era come lei credeva, la detestava. Si atteggiava a saggia. Le mancava di rispetto e non perdeva occasione per contraddirla facendola sentire inutile e incapace del ruolo che rivestiva. Eppure non la odiava, era invidiosa questo sì, ma solo in campo lavorativo.
Era consapevole di aver sbagliato l’assegnazione delle missioni, ma aveva provato a tenerla lontana da compiti che avrebbero potuto innalzare la sua esperienza e rispettabilità.
In quel momento volle solo far sì che la donna elfo le portasse rispetto come tutti gli altri componenti della guardia di El. Non poteva e non voleva far vedere loro che potesse vacillare. << Ho preso una decisione… >> provò a replicare, ma a quel punto prese parola il silenzioso e pacato Leiftan che diede subito ragione alla guaritrice. << Non siamo certi di cosa sia accaduto là fuori. >>
<< Leiftan! Non pensi anche tu che se ci fossero dei feriti, qualcuno sarebbe venuto ad avvisarci? >> chiese la ragazza volpe senza guardare il giovane.
<< Permettimi di interromperti, Miiko. >> s’intromise Nevra.
Tutti i presenti si voltarono verso di lui e la ragazza lo invitò a proseguire.
<< Tornando dal boschetto, ho percepito una strana presenza e poi ho sentito odore di sangue. >> continuò il vampiro.
Chrome trasalì.
<< Proveniva proprio dal villaggio ed era un odore alquanto strano. Non l'ho mai sentito in tutta la mia esistenza. >> concluse Nevra.
Ci fu qualche secondo di silenzio, qualcuno, in fondo alla sala, bisbigliava stando attento a non farsi comprendere, infine Miiko, oramai conscia di dover dare un taglio ai suoi tentativi di polemiche, accettò la proposta di Ewelein. Quest'ultima, accennando un sorriso sghembo, prima di uscire, annunciò che avrebbe portato con sé Chrome, << È ancora in punizione, dopotutto. E tu l'hai affidato a me. >> concluse sicura di se stessa. Inoltre aggiunse che avrebbe potuto mandare Nevra con Ykhar ed Ezarel con Kero.
A quel punto, i nervi di Miiko arrivarono all’apice della sopportazione. << No, Ewelein! >> la interruppe strillando, quasi. << Ezarel verrà con voi. >>
Le donne si scambiarono un’occhiata carica di sfida per qualche istante.
<< Se qualcuno è stato ferito, avrai bisogno di un alchimista esperto. >>
Ewelein non sopportava Ezarel almeno da qualche giorno. Erano stati amanti a lungo, senza un impegno preciso. Il loro era un divertimento, niente di serio, ma col passare dei mesi, quell’indifferenza si era tramutata in qualcosa di più da parte della ragazza che, sapendo di non poter essere ricambiata, aveva deciso di stroncare quella tresca e tenerlo lontano dalla sua vita, ma ciò non era possibile. Lavoravano insieme e le poche volte in cui riusciva a scordarsi della sua esistenza, succedevano solo in caso di partenze per missioni. Miiko era a conoscenza della loro situazione e sicuramente l'aveva fatto per ripicca.
Quella volta, però, se Ewelein dovette esprimere il suo disappunto, non fu per stare alla larga dall’elfo, bensì perché c'era qualcuno da dover proteggere in quel villaggio. Sapeva che era una cosa sbagliata, forse sarebbe stata giudicata una traditrice, ma in cuor suo sentiva che Ashkore aveva ragione.
Alla fine cedette. << Come vuoi. >> poi si volse verso Chrome e gli ordinò di seguirla in infermeria.
Quando tutti i componenti delle varie guardie sgomberarono la sala, lasciando soli Miiko e Jamon, la prima ordinò al secondo di seguire il terzetto e tenerli d’occhio.
<< Jamon stare accanto Miiko. Jamon proteggere cristallo. >> obbiettò il gigante.
<< Hai intenzione di contraddirmi anche tu?! >> esclamò la Kitsune puntando il bastone sul pavimento con violenza.
<< Jamon no permettere >> si giustificò l’altro imbarazzato.
<< Loro pensano che io sia solo una nullità, che possono fare qualunque cosa contro i miei ordini. Tu li controllerai. >> riprese per poi allontanarsi e uscire dalla sala.
L'unica cosa che Jamon fece, fu annuire e scrollare le possenti braccia.
 
---
 
<< Devo ringraziarti, Ewelein. >> disse Chrome non appena furono nell’infermeria, << Se non fosse stato per te… >>
<< Chiariamo una cosa, Chrome! >> lo interruppe la guaritrice. << Non l'ho fatto per te, per Ashkore o per quella ragazza. L'ho fatto per risparmiarmi problemi inutili. Ho già abbastanza grane qui in infermeria, questo lavoro mi ha stressata parecchio ultimamente. Dover accumularsi problemi su problemi, non è la mia priorità in questo momento. Se Miiko dovesse scoprire l'esistenza di quella sconosciuta, non lascerebbe in pace neanche un membro della guardia di El. Quella Kitsune non è esperta in ciò che fa. E più passano i giorni, più mi rendo conto che il vecchio Maestro abbia lasciato la carica molto presto. Non è una cattiva persona, ma pecca di presunzione. È stata coraggiosa nel voler affrontare questo grande compito da sola, ma non è capace di gestirlo nel miglior modo possibile. >>
Chrome, stette in silenzio ad ascoltarla, era come se l’elfa si stesse sfognando per alleggerirsi di un peso. Quando si accorse che lo stava guardando, la tranquillizzò dicendole che avrebbe tenuto i canini infilzati nella lingua.
<< Non ti sto dicendo questo. >> sorrise Ewelein << Non voglio sapere per quale motivo ti sei schierato dalla parte opposta, ognuno di noi ha un proprio passato in questo pezzo di mondo. Ma da quanto tempo fai il doppio gioco con la guardia scintillante? >>
<< Il mio non è un doppio gioco! >> puntualizzò il lupo. << Ashkore non è un criminale, sta solo cercando di fare quello che tutti gli esseri viventi di questo mondo dovrebbero, e cioè: proteggere Eldarya dai veri traditori. >>
La guaritrice lo guardò stranita. Non aveva capito bene le sue parole.
<< Non posso dirti altro, Ewelein. Ti chiedo solo di proteggere quella ragazza tenendo nascosta la sua presenza. L'unica cosa che adesso mi preoccupa è quell’idiota di Ezarel. >>
<< Non preoccuparti. A lui ci penso io. >> lo rassicurò la ragazza. << Adesso andiamo. Non vorrei che Ez ci sentisse parlare di complotti. >>
 
***
 
Un sogno, o forse un incubo. Non ricordo bene cosa, perché era talmente incomprensibile, ma capace di farmi aprire gli occhi e destare in un bagno di sudore.
La prima cosa che vidi davanti fu un soffitto fatto di travi e paglia. Aleggiava uno strano odore nell’aria. Odore di cenere, di erbe aromatiche e poi… poi c'era calore: accogliente e rassicurante.
Ma dove sono? Continuavo a chiedermi cercando di ricordare come mi fossi addormentata e cosa fosse successo prima.
Mossi le dita toccando una stoffa ruvida, mi guardai intorno.
Che razza di posto è questo?
Sembrava una casetta del presepe. Era un abitacolo fatto interamente di legno e a giudicare dall’arredamento doveva essere di qualche poveraccio.
La luce, che filtrava da una finestrella, era soffusa e lasciava intravedere il pulviscolo. Mi sollevai e fu in quel momento che sentii dolori da tutte le parti. Mugugnai e alla fine mi ritornò tutto in mente: Dake, la strana ombra minacciosa e quelle voci che ordinavano alla mostruosa creatura di uccidermi ed infine… sì! Quel cerchio di funghi.
Ma se fosse stato solo un sogno, mi sarei svegliata sul mio letto e invece, dove mi trovavo? Con tutta la poca forza che avevo in corpo, cercai di alzarmi. Quando scostai quella che sembrava una coperta fatta di pelliccia di qualche animale sconosciuto mi accorsi di non avere i miei abiti, al loro posto avevo una tunica beige dritta che mi copriva a malapena le ginocchia. Dolente mi tastai. Non indossavo lingerie e a quel punto iniziai ad avere paura: Che fossi finita tra le grinfie di qualche maniaco?
Se così era, allora dovevo trovare il modo di scappare.
Non c'erano rumori in quel posto, ma il silenzio che vi regnava era alquanto inquietante. Mi misi in piedi, la testa mi girava ma solo perché ero stata troppo tempo stesa, e chissà quanto? Quatta quatta mi avvicinai alla tenda che celava la camera dove mi trovavo, sbirciai dalla parte opposta e la fortuna volle essere ancora dalla mia parte: non c'era nessuno. A quel punto, in preda all’ansia, iniziai a girare in tondo per trovare una via d’uscita. Sì, c'era un’unica porta accanto alla finestra dalla quale si intravedeva l’esterno, ma non sapevo cosa mi aspettasse là fuori. Avevo paura, non sapevo dove mi trovassi, non riuscivo a ricordare cosa fosse successo dopo ch’ero svenuta.
Presi coraggio e, lentamente stringendo i pugni, allungai la mano verso la maniglia corrosa dalla ruggine.

 
   
 
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