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Autore: madsdreamsx    24/04/2019    1 recensioni
La Scelta si svolge da anni nello stato di Yemin dove per ogni casta vengono sorteggiati due ragazze e due ragazzi da mandare rispettivamente a lavorare per il Governo e nella Famiglia Reale.
Quando Newt, ragazzo di 16 anni, appartenente alla sesta casta viene Scelto per andare nella Famiglia Reale tutto per lui cambierà e forse il suo peggiore incubo si trasformerà in qualcosa che non si aspetta e nulla sarà più come prima.
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Newt/Thomas
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Sono coricato sul lettino piccolo che ho nella stanzetta a fianco quella del principe, quando il campanello suona. Non so quando tempo sia passato, ma ho passato tutto il tempo a fissare il soffitto e a pensare a quello che il Principe aveva detto. Il mio stomaco brontola, mentre vedo l'oscurità intorno a me, devono essere passate ore. Sono abituato a non mangiare o a mangiare poco.
Scendo dal letto, non mi sono nemmeno tolto le scarpe per essere pronto nel caso il principe chiamasse. Apro la porta della stanzetta e vedo il Principe seduto sul divanetto che si sta togliendo i gemelli.
“Alla buon'ora”, dice lui tanto per sfottermi, io mi avvicino a lui “pensavo di dover provvedere da solo”.
“Non sia mai”, dico mentre lui si alza per dirigersi nella cabina- armadio enorme “dev'essere terribile svegliarsi ogni giorno e non fare nulla”, dico forse con troppa sincerità mentre appendo la sua giacca ad una gruccia. Non me lo aspetto, ma sento la mano del principe abbattersi sulla mia guancia, ma non reagisco anche se vorrei.
“Non provarci ancora”, mi dice e io continuo a guardarlo impassibile “io faccio..”, fa una piccola pausa “cose”.
“Certo”, dico io trattenendo una risata, un schiaffo non è nulla in confronto a quello a cui sono abituato, non ho nemmeno sentito dolore “immagino”. Gli slaccio i pantaloni che appendo nell'armadio e una volta rimasto in boxer gli infilo il suo pigiama che trovo piegato nell'armadio e sopra gli infilo una camicia da notte blu.
Non parlo, non so cosa dire.
“Dovresti parlare di più”, mi dice lui mentre torniamo in camera sua “non mi piace avere troppo silenzio”.
Alzo gli occhi al cielo.
“Ovvio”, dico, lui si siede su una poltrona e io gli sistemo i capelli “com'è andata la cena o quello che era?”.
“Quello che era..”, mormora lui facendo una piccola risata “hai un modo strano di parlare Newt” e io arrossisco quando pronuncia di nuovo il mio nomignolo “Bhe.. è andata bene direi”.
“Non ne è sicuro?”, dico mentre gli pettino i capelli e guardo che sia in ordine anche per dormire.
“Mi sono annoiato”, dice lui e si gira per fissarmi negli occhi per la prima volta. Ha degli splendidi occhi marroni e non riesco a fissarlo a lungo, così abbasso lo sguardo. “In realtà mi annoio spesso”.
“Immagino”, dico anche se non lo immagino affatto perché io ho sempre lavorato ed annoiarsi non fa parte di me. Ogni momento della mia giornata è sempre stato organizzato alla perfezione e sorvegliato: non c'è tempo per annoiarsi. Sveglia, Colazione, Lavoro, Pranzo, Lavoro, Altre attività, Cena, Dormire. E anche qui sarà così immagino.. vorrei abbracciare la mia Lizzie.
“Ora puoi andare”, dice lui cambiando argomento “domani mattina ti chiamo io.”.
“Perfetto”, dico facendo un inchino, ma lui non nota il suono sarcastico della mia voce.
Mi ritiro nella mia stanza chiudendomi la porta alle spalle.
Mi tolgo i vestiti e mi metto il mio pigiama. Il letto è molto scomodo e piccolissimo, ci sto a malapena. Faccio molta fatica ad addormentarmi e purtroppo non è il sonno privo di sogni che ho tanto desiderato e agognato.

Cammino in una sorta di bosco, ci sono alberi alti: non so dove io sia di preciso, non sono mai stato in quel luogo. So per certo che è un sogno, non saprei come arrivarci in questo luogo. Sento un fruscio alle mie spalle e mi volto, ho paura, c'è molto buio. Allora comincio a correre come non ho mai corso nella mia vita. Voglio svegliarmi perché ho paura che possa accadere ancora, voglio scappare via.. non voglio che mi succeda di nuovo, non voglio che accada a mia sorella ciò che è accaduto a me. Non voglio che accada a Teresa o a Minho. Non voglio che capiti di nuovo a me.

Faccio un urlo improvviso e apro gli occhi, fuori è ancora buio da quello che vedo e sono tutto sudato, di solito riesco a non fare incubi, ma questa notte è andata male. Credevo di aver superato quella cosa, ma non è così ed è una cosa che non supererò mai, ma nessuno sa quello che mi è accaduto, nemmeno Minho o Teresa. Vado alla piccola finestra che c'è nella mia “stanza” e vedo che fuori c'è ancora molto buio, ma non riesco a dormire. Nella stanzetta, c'è un bagno microscopico, mi faccio una doccia veloce: l'acqua ovviamente viene gelata, ma non mi infastidisce. Quando esco dalla doccia, vedo che non è più buio come prima, ma il sole sta sorgendo. Forse è ora di rivestirsi anche se vorrei solo dormire, ma non posso.
Mi sto mettendo la giacca elegante che devo indossare ogni giorno quando suona il campanello: un'altra giornata di lavoro comincia.

“Ti ho sentito urlare”, mi dice il principe e quasi non gli conficco il pettine nel cranio quando mi dice queste parole.
“Scusi”, dico, mi sto davvero giustificando? “Non succederà più”. Lui fa una piccola risata, ma io non ci trovo nulla da ridere: per me è un incubo.
“Dammi del tu”, dice lui mentre lo sto finendo di pettinare per la giornata in cui non farà nulla, come al solito “e mi chiamano Stephen, ma io preferisco Thomas”.
Thomas non mi piace come nome, Tommy suona meglio. Ora che ci penso, ha una faccia da Tommy, ma non posso mettermi a chiamare il Principe 'Tommy'.
“Non credevo che potessi dare del tu”, dico e gli sistemo la giacca “direi che ho finito”, gli dico. Vedo che lui mi fissa attraverso lo specchio “se ha bisogno di me io sono già con gli altri schiav..”, mi bloccò perché non posso dire 'schiavi' anche se è quello che siamo “volevo dire con gli altri domestici”.
“Perfetto”, dice lui “grazie Newt”, io faccio un altro inchino ed esco dalla stanza.
Sono ancora molto stanco, ma voglio andare a cercare Teresa, mi manca e non l'ho ancora vista. Percorro il lungo corridoio e scendo le scale e quasi vado a sbattere contro una figura alta.
“Di nuovo tu”, mi dice una voce famigliare che riconosco, è Gally il ragazzo che ieri mi hai aiutato “Di nuovo io”, dico al ragazzo e lui mi fa un sorriso. 
“Ti stavo venendo a cercare”, mi dice “dopo aver vestito il principe di solito Janson ti dice cosa devi fare”, mi spiega lui mentre scendiamo le scale. Vedo delle domestiche pulire il salone in fretta.
Raggiungiamo una porta alla destra dell'enorme ingresso di quel palazzo e scendiamo ancora le scale che ci portano nei sotterranei dove noi dovremmo lavorare e dove ci sono le cucine e la sala dei domestici e dove dovrei mangiare insieme agli altri.
“Chi è Janson?”, chiedo io curioso, Gally alza un sopracciglio guardandomi come se fossi pazzo.
“Il Maggiordomo ovviamente”,mi dice.
Ah, l'uomo-ratto.. è solo il primo vero giorno qui e vorrei già andarmene, ma questo sarà un lavoro a vita. Non potrò mai più andare a casa, la mia famiglia non mi vedrà mai più.
Io e Gally entriamo nella sala e vedo tutti in piedi che ascoltano l'uomo ratto parlare di qualcosa, Gally rimane fermo e io mi appoggiò al muro.
Mi guardo intorno e noto Teresa che guarda il maggiordomo che sta parlando anche se io non sto ascoltando.
“Ah Newton”, dice lui fissandomi “com'è andata stanotte?”, tutti si girano a fissarmi.
“Bene”, rispondo sostenendo lo sguardo dell'uomo ratto “il Principe era molto contento”.
L'uomo ratto mi guarda male, ma non dice nulla.
“Ora tutti al lavoro, veloci”, dice venendomi incontro. Noto tutte le persone nella stanza muoversi velocemente per tornare al lavoro dopo colazione: io non ho mangiato. ma sono abituato.
Teresa mi lancia uno sguardo mentre passa per dirigersi in cucina e io le faccio un timido sorriso.
“Newton”, mi chiama Janson “oltre che a vestire il Principe farai anche da cameriere insieme a Gally”.
Anche questo? Dopotutto era andato tutto troppo bene, finora.
“Non ho mai servito a tavola, non so come si faccia”, dico.
Gally mi si avvicina.
“Non ti preoccupare”,mi dice “ti aiuterò io” e mi fa un sorriso.
“Ora voi due” e ci indica e solo in quel momento noto che tutti gli altri si sono dileguati “pulirete tutte le camere. Al lavoro”.
Devo solo resistere.. bhe per tutta la vita. Io e Gally ci dirigiamo senza parlare al piano superiore dove ci sono le camere, nel palazzo sembra non esserci nessuno: i reali devono essere usciti o sono in altre stanze. Non parliamo, noto che anche lui come me si trova a suo agio nel silenzio.
“Facciamo prima la camera del Principe?”, domando io e lui annuisce. Entriamo nella camera: noto che il letto è tutto disfatto, ovviamente i reali non fanno nulla.
“Mi chiedevo”,mi dice lui mentre stiamo rifacendo il letto del Principe insieme “hai visto poi la tua amica?”.
“L'ho visto prima in sala”, rispondo io tirando le lenzuola, grazie a Gally ci sto mettendo molto di meno. Sembra simpatico.
“Anche io”, mi dice lui lasciandomi sorpreso “è molto bella sai?”. Faccio una piccola risata e lui mi guarda forse non capendo cosa ci sia da ridere.
“Si lo so”, rispondo mentre finiamo di piegare le coperte sul letto del Principe “vorrei solo riuscire a parlarle senza interruzioni”.
Lui annuisce e poi ci dedichiamo a pulire la camera del Principe pulendo gli armadi, gli scaffali e mettendo in ordine la sua scrivania. Gally è proprio un aiuto prezioso.
Dopo un'ora abbiamo finito di pulire la camera del Principe ora ci restiamo le altre camere: quella del Re e Regina, quella della Signorina e le altre dieci camere degli ospiti.
Non so che ore sono quando abbiamo finito, Gally però è una bella persona non fa mai troppe domande e mi lascia pensare agli affari miei mentre lavoriamo. Per fortuna non è una di quelle persone che deve riempire ogni silenzio con delle parole.
“In sala”, ci dice L'uomo Ratto mentre scendiamo le scale, abbiamo appena finito di pulire tutte le camere “è ora di Pranzo”. Scendiamo guidati da lui senza dire una parola, non so bene come comportarmi davanti a quest'uomo che mi mette in soggezione.
“Al pranzo ci saranno il Re, la Regina,il Principe, La Signorina e la sua Famiglia”, ci istruisce mentre scendiamo nelle cucine per portare i vassoi pieni di cibo di sopra.
“Tu fai come faccio io”, mi dice Gally e io annuisco sperando di non fare errori: sarà una lunga giornata. 

   
 
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